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giovedì 7 marzo 2024

Un imprevisto Comune (ovvero Quando gli Amici Diventano Nemici)

Il comune di St. Mary Mead sta esercitandosi con l'incantesimo di sparizione, a quel che sembra, e qua spariscono le aule da un giorno all'altro. 
Qualche giorno fa, tranquilli e fiduciosi, siamo andati con le tre Seconde al Comune di St. Mary Mead (che come tutti i comuni è responsabile della manutenzione degli edifici delle scuole dell'infanzia, elementari e medie presenti nel suo territorio) per incontrarci con un magistrato di alto rango adesso in pensione, che per due ore circa ci ha intrattenuto sull'importanza della nostra Costituzione e sulle Costituzioni in generale, rispondendo anche alle domande che i ragazzi gli hanno fatto sul suo lavoro e, ovviamente, sulla Costituzione italiana.
Sindaca e assessora dell'istruzione han fatto un breve discorsetto introduttivo spiegando come è importante che le istituzioni si incontrino e incontrino i fanciulli in fiore per parlargli delle istituzioni e soprattutto della Costituzione, e in verità sembravano piuttosto soddisfatte di tale incontro e si sono rivolti a noi con grande cortesia.
Però, gente mia, se non volevate fare l'incontro bastava dirlo, l'avremmo organizzato a scuola. Anche a noi fa piacere incontrare le istituzioni del territorio, ma se avete altro da fare potevate anche rifiutare accampando un  qualsivoglia pretesto. Non era necessario subire per poi vendicarsi come avete fatto.

La mattina dopo l'apparentemente felice incontro incrocio di nuovo l'assessora, venuta in visita alla scuola perché... non so il perché, magari se glielo chiedevo qualcosa si inventava.
Due ore dopo sono arrivati dei Tecnici dal Comune per Controlli Non Meglio Definiti. Ingenui e sprovveduti come siamo, li abbiamo accolti con bel garbo né il nostro cuore ha nutrito alcun sospetto nei loro confronti.
La mattina dopo però la scuola era in gran tumulto: infatti i Tecnici avevano stabilito che c'erano gravi falle e lacune nella sicurezza di un gruppo di aule in colonna, che hanno prontamente chiuso perché ivi andavano fatti lavori inderogabilmente improcrastinabili onde metterle tosto in sicurezza. Ai primi di Marzo.
Il problema è che alla media di St. Mary Mead, come in tutte le scuole del mondo, le aule durante l'anno scolastico ci servono. Molto banalmente, ci teniamo dentro vari gruppi di alunni e ci ingegniamo di impartirgli lezioni di vario tipo e materia.
Capita, in una scuola. Strano ma vero, però capita.

A quanto sembra dunque i Grandiosi Lavori fatti nel secondo anno di pandemia allo scopo di dotare la nostra scuoletta di un magnifico cappotto antisismico, in un gran rutilare di trapanature e smartellamenti (senza contare i corridoi allagati e l'acqua che ruscellava sulle pareti ogni volta che il cielo ci elargiva una pioggia appena un po' sostenuta), erano stati eseguiti in  maniera non del tutto ottimale; altrimenti non si spiega come mai un edificio che, per carità, non si è mai distinto per soverchia bellezza ma alla fine svolgeva piuttosto onorevolmente la sua funzione si sia rivelato all'improvviso così fallace e pericolante.
Da un giorno all'altro tre aule, il laboratorio di musica e pure l'aula di sostegno si sono trovati impossibilitati a svolgere il loro compito; e siccome tenere i ragazzi all'aperto non ci sembrava cosa, ad ogni ora torme di scolari vagano per la scuola infrattandosi nelle aule rimaste libere, secondo un piano improvvisato sul momento; e la prima domanda che numerosi colleghi si pongono ogni mattina è "Dove devo andare, e quando, ma soprattutto quale parte della  mia attrezzatura devo portarmi dietro?". 
Il problema è stato particolarmente acuto per gli insegnanti di Sostegno, che fino a qualche giorno fa disponevano di una enorme aula attrezzata con le più strane carabattole*, e che in mancanza di meglio han trasbordato parte delle carabattole in questione nell'Aula Magna; e siccome anche gli altri insegnanti hanno adottato lo stesso espediente, l'Aula Magna si è trasformata in una sorta di capannone di quelli usati per raccogliere di tutto accatastandolo senza criterio.
Anche le aule che al momento non sono state toccate dai lavori soffrono dello stesso problema, perché le ore vuote in cui l'insegnante se ne stava tranquillo a organizzarsi in  pace la sua programmazione sono adesso invase dai colleghi che si sono visti deprivati della loro aula. E dunque per lo più migrano, o meglio migravano, nella Sala Professori. Dove...

I lavori al momento non toccano la mia aula e questo, oltre ad essere una gran fortuna per la scuola tutta perché lasciata a me stessa so che vagherei nel più inconcludente dei modi settimana dopo settimana, in barba a tutti gli schemi e le tabelle orarie di questo mondo, per quanto accurate possano essere. 
In cuor mio mi sento molto fortunata a sapere ancora senza incerezze dove devo andare a far lezione. 
E tuttavia...

E tuttavia questa settimana il Comune, non parendogli di aver fatto abbastanza per destabilizzarci, ha avuto una nuova e ancor più brillante idea,  decidendo di porre rimedio a un piccolo inconveniente che da circa due anni provocava varie gore di umidità in Sala Insegnanti; per rimediare a cotale inconveniente, che per due anni non sembrava aver scosso nessuno laggiù al Comune, è stato dunque ritenuto indispensabile e improcrastinabile ricorrere a nuovi lavori di smuramento. Non era davvero possibile aspettare Luglio, quando la scuola sarebbe stata vuota. Proprio no, tesssoro.
La Sala Insegnanti è, o per meglio dire era una stanza grande e con un certo confort domestico dato da un forno a microonde, una macchinetta da caffè, grandi tavoli, due scrivanie, due armadietti, una grossa scaffalatura a vetri, due scaffalature aperte, una cassettiera e tanta e tanta altra roba che eravamo abituati a dare per scontata, compresa una quantità sbalorditiva di piante e piantine assai rigogliose che le nostre solerti custodi trattano come figlie spostandole ora al sole, ora all'ombra oppure all'aperto, a seconda di come richiesto dalle varie condizioni metereologiche.
Adesso quel gradevole e accogliente locale è pure quello una malinconica collezione di roba ammucchiata malamente per far posto agli operai, che sono arrivati, portandosi al seguito secchi di vernice e materiali vari e un bel paio di pontili, che hanno montato...
...per poi smontarli un'ora dopo borbottando qualcosa di vago sul fatto che, probabilmente, a Pasqua.
Nessuno ha fatto domande perché tutti temiamo assai di ricevere risposte, ma tutti abbiamo pensato la stessa cosa, e cioè che le vacanze scolastiche di Pasqua contano solo tre giorni in più del normale ponte di Pasqua - in cui si suppone che anche gli operai festeggeranno in famiglia, e dunque il tempo a disposizione con la scuola chiusa si riduce a tre giorni...
...o meglio si sarebbe ridotto a tre giorni. Ma tutto ciò non conta più perché stamani i pontili sono ricomparsi e stavolta sono stati anche usati, e mezzo soffitto della stanza è ormai atterrato in falde sul pavimento. Le piantine, vivaddio, sono state messe in salvo. Almeno loro, poverine.
Messi alle strette, gli operai hanno detto che "dovrebbero terminare tutto entro Giugno", e non è una risposta che ci abbia molto confortato.
Non paghi di ciò, alcuni degli operai han deciso di dare alcuni ritocchi anche all'ingresso, dove la Mostra del Libro (che però tende ad essere ormai la Mostra del Libro Impolverato) brilla nella sua bella evidenza su sei grossi tavoli. Fortuna che i ragazzi non si formalizzano, e sfortuna che io, che sorveglio la Mostra come un falco, mi formalizzi invece, e parecchio.

"La situazione si sta evolvendo, in modo necessariamente favorevole alle nostre truppe" ho spiegato entrando in Seconda. E visto che mi guardavano con aria molto stupita non sapendo niente della resa del Giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale (non siamo ancora arrivati nemmeno alla guerra dei Trent'Anni) gli ho raccontato tutta la storia del discorso dell'imperatore via radio ai suoi sudditi, cominciando col lancio delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki fino alla raccomandazione dell'imperatore a trattare in modo amichevole i nemici collaborando con loro. L'ho sempre trovata una storia molto bella e istruttiva, anche perché si chiude con quello che, considerando le possibili alternative, è a tutti gli effetti un lieto fine. Raccontandola mi sono rasserenata e i ragazzi hanno ascoltato con curiosità e interesse perché per loro era tutta roba nuova. 
E pazienza per i calcinacci in Sala Insegnanti, dopotutto a questo mondo c'è ben di peggio.

* dal momento che ogni alunno sostenuto funziona a modo suo, e dunque necessita di sue specifiche carabattole necessarie per sostenerlo 

3 commenti:

Elena ha detto...

Elezioni in vista? Soldi del pnrr da spendere in scadenza?

Murasaki ha detto...

Oh?
Non ci avevo pensato, ma in effetti sembra una buona spiegazione. Non mi sembra che a St. Mary Mead ci siano elezioni in vista (e certo dopo questa sortita NON si sono guadagnati i voti dei colleghi che vivono in paese) ma fondi residui del PNRR da smaltire probabilmente ci sono...

SparklingDiamond ha detto...

Odio quando i lavori vengono fatti in questo modo. Proprio senza rispetto. Purtroppo è prassi, nella scuola, ma in generale in tutto ciò che dovrebbe invece avere un occhio di riguardo.
Anche nel mio comune c'è stato improvvisamente chiusura di scuole con spostamento di alunni professori attrezzature in altri lidi. E la motivazione sempre lavori improrogabili.
Boh, molto probabilmente è vero che c'è una motivazione di fondi o comunque economica dietro tutto questo. Ma quello che mi chiedo è: ma servono davvero ? Perché se sono di vitale importanza e strutturali finora allora abbiamo rischiato? Non è molto confortante.