Uno degli aspetti più perplimenti dell'attuale guerra in Ucraina è stato il fiorire in Italia su tutti i media di una immane quantità di propaganda filorussa, che a volte si manifesta in luoghi davvero imprevedibili - questo blog, per esempio.
Un paio di mesi fa, in occasione dell'anniversario dell'inizio dell'invasione russa, ho scritto un piccolo post dedicato a sì deplorevole ricorrenza - e tutto ciò è stato tollerato con buona grazia dai miei (non numerosissimi) lettori, che in generale passano da qua più che altro perché interessati a questioni scolastiche e/o letterarie, e se vogliono pareri competenti sulla guerra in Ucraina hanno a disposizione grandissima quantità di fonti ben più autorevoli cui ricorrere.
A sorpresa, però, un mese e mezzo dopo la pubblicazione del post, è arrivato un lungo commento da tal Marco Poli, che mai ha frequentato questo blog e, darei per certo, mai più lo frequenterà, e che mi rifila una vasta scelta della versione propagandistica russa della storia ucraina negli ultimi anni esortandomi, nella miglior tradizione trollistica, a studiare (la storia ucraina) invece di postare foto di gatti - esortazione che, in tutta sincerità, ho trovato singolarmente fuor di luogo, vuoi perché di foto di gatti ne posto parecchie ma il tempo che impiego per farlo è abbastanza ridotto, vista la grandissima abbondanza con cui la rete mi offre gatti di tutti i generi, forme e qualità; vuoi perché ho aperto un blog per postarci quel che mi pare e non vedo perché dovrei farmi dettare l'agenda di lavoro dal primo che passa, ma soprattutto per l'inutile acidità dell'osservazione: postare bellissime foto di gatti ingentilisce qualsiasi post e ne migliora senz'altro la qualità; inoltre i gatti sono abbastanza graditi alla gran parte dei naviganti e sono in generale considerati soggetto piuttosto neutro - ma occorre comunque ricordare che i poveri micetti ucraini hanno grandemente sofferto e soffrono tuttora a causa di questa orrenda guerra, come del resto tutti gli animali di affezione che allietano e, ahimé, allietavano le giornate di molti stimabili cittadini ucraini e che adesso aspettano i loro umani sul ponte dell'arcobaleno.
Davanti a quel lungo commento sono rimasta a lungo incerta su come reagire. Potevo naturalmente cancellarlo, ma è una cosa che faccio molto raramente salvo che per la spam: le opinioni diverse dalla mia spesso mi sono risultate molto utili, e poi ognuno ha diritto alle sue insulse opinioni, dopotutto i nostri nonni sono andati sui monti passando due anni molto scomodi proprio perché l'Italia tornasse un paese dove ognuno potesse dire senza paura le sue opinioni, sensate o meno che fossero.
Inoltre quel commento ha un aspetto che lo rende un vero unicum nella storia più che decennale di questo blog: mi inserisce nel mainstream. Questo infatti è un blog di nicchia, scarsamente frequentato e dedicato ad argomenti che, a torto o a ragione, interessano una fetta piuttosto ridotta di pubblico, e i troll non hanno alcun interesse a frequentarlo, né si capisce perché dovrebbero farlo. Le flame sulla guerra in Ucraina imperversano in ogni dove in rete, ma chi le crea e le alimenta predilige luoghi ben più frequentati. Il fatto che ogni tanto facessi un post dove si parlava di questa guerra è rimasto misericordiosamente ignoto ai più, e nessuno prima di Marco Poli, strenuo dispregiatore di gatti* è venuto dal rutilante mondo della propaganda filorussa per cercare di addottrinarmi - e in cuor mio mi domando come diamine sia riuscito ad arrivare fin qui, e soprattutto che tarantola l'abbia morso per cercare di convertire me o i miei lettori.
Potevo, infine, chiudermi in un dignitoso silenzio e per diversi giorni ho pensato appunto di fare così - del resto non è un lettore abituale, e ben difficilmente passerà a leggere una mia eventuale reazione. Tuttavia il suo commento è stato (e, suppongo, resterà) un unicum, e mi dispiace lasciarlo semplicemente lì a prendere polvere. Così risponderò - non punto per punto, perché la vita è breve e il lavoro è tanto, ci sono due pacchi di compiti che aspettano di essere valutati e avrei anche altri programmi per stasera e stanotte, ma insomma risponderò.
Partiamo dall'accusa di non conoscere cosa è successo dal 2014: in effetti prima del 24 Febbraio dell'anno scorso non sapevo granché a parte l'invasione della Crimea, che mi aveva molto, molto colpito (soprattutto il racconto del referendum per l'ammissione, dove votarono anche le truppe occupanti); da allora però ho provveduto a informarmi e ho scoperto che ci sono due versioni assai divergenti sul Maidan: quella che assicura che l'allora presidente Janukovyc venne deposto con un colpo di stato finanziato dagli USA (sostenuta dallo stesso Janukovyc, che per l'occasione scappò rifugiandosi in Russia) e quella che racconta che, a seguito di una serie di provvedimenti volti a reprimere proteste di piazza contro una decisione governativa, il parlamento ucraino che aveva votato la fiducia al governo presieduto dallo Janukovyc di cui sopra, votò a larghissima maggioranza la sfiducia, destituendolo dall'incarico e provvedendo a indire nuove votazioni mentre l'ormai ex-presidente volava via lamentandosi di essere vittima di un colpo di stato. Del tutto casualmente, negli stessi giorni degli strani Omini Verdi** invadevano la Crimea.
Le due versioni sono del tutto incompatibili, quindi ho dovuto fare una scelta. Per tutta una serie di fattori con cui non voglio annoiare nessuno*** ho preso posizione per la versione che parla di sfiducia seguita da nuove elezioni. Se qualcuno mi parla di "Colpo di stato del Maidan" regolarmente smetto di leggere o di ascoltare. Tuttavia, qualora continui a leggere o ad ascoltare, quasi inevitabilmente salta fuori qualche svarione di quelli del tutto visibili, e non di rado si finisce con i laboratori chimici (uno dei quali addirittura situato sotto le acciaierie di Mariupol) finanziati dagli USA dove scienziati americani e ucraini collaboravano a creare virus da mandare in Russia - che poi, in un mondo di libera circolazione dove anche i virus dimostrano una grande attitudine allo sfuggire di mano, non mi sembra nemmeno una mossa molto astuta). Va detto comunque che Marco Poli i laboratori chimici non li ha citati.
Detto questo, non mi sembra comunque che qualcosa che è avvenuto nel 2014 giustifichi una invasione armata otto anni dopo. In effetti un tentativo di invasione di uno stato autonomo non si giustifica in alcun modo, nel diritto internazionale, e il fatto che gli ucraini siano magari cattivi, o anche cattivissimi, finché se ne stanno a casa loro, non autorizza ad invaderli. La storia che se ti violentano è colpa tua che provocavi non mi ha mai convinto granché, a torto o a ragione.
Auguro dunque a Marco Poli di fornirsi di migliori argomenti e di apprezzare di più i gatti, che sono tra l'altro animali molto saggi oltre che molto decorativi.
* il che forse spiega molte cose di lui? Lo ammetto, anche sui gatti sono estremamente di parte.
** E' una specie di soprannome ufficiale: soldati russi non in divisa.
***I sostenitori della versione della sfiducia mi risultavano attendibili, quelli del colpo di stato si configuravano regolarmente come dei colossali cialtroni.
3 commenti:
Sono andata a leggere il prezioso commento del sig. Poli - che polmoni deve avere, a
metà avevo già il fiatone.
Complimenti, ora sei una vera influencer - certo, una rondine non fa primavera e un troll non fa engagement, specie uno che non ha la più vaga idea di dove è finito ma con virile sollecitudine ti insegna a stare al mondo e riscrive la Storia a tua edificazione e conforto. Che tenero.
Mi ha messo anonimo ma sono la tua amichevole Lurkerella di quartiere
@ Lurkerella, anche se anonima
Ahimé, questa fissa di Google di farci commentare col nome solo ogni tanto e in circostanze speciali è invero assai irritante. Io non sono complottista MA comincio a sospettare che sia un'abile mossa per farci smettere di bloggare e mandarci tutti sui social.
(sul sig. Poli la penso esattamente come te, ma è stato bello per una volta swentirmi anch'io un po' influencer ^__^ )
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