Dopo tanto patire e piatire finalmente a scuola è ripresa un po' di vita, e ad Aprile i cancelli si sono aperti per far entrare come cani famelici tutte le attività tenute in stand by dall'inizio dell'anno per i circa seicentoventotto allarmi Covid che si sono succeduti con implacabile regolarità a partire da Settembre.
Così la fine dell'anno scolastico, che è sempre e comunque un periodo travagliato e fitto dei più vari impegni, si è trasformata in una specie di gioco a incastro da cui disperiamo di uscire vivi e che sta frastornando i poveri alunni - che per la verità, per quanto frastornati, sembrano piuttosto soddisfatti, al contrario di noi insegnanti che invece siamo frastornati e basta, e dopo due anni di stasi abbiamo financo dimenticato come si organizza uno straccio di uscita.
Stamani le Prime erano in Gita, ovvero impegnate in un modesto trekking in una zona relativamente vicino che gli è stato spacciato come Gita Scolastica; così le mie tre ore di Italiano e Storia si sono trasformate in altrettante sostituzioni.
Le prime due ore sostituisco Fisica (che accompagna i primini in gita) nella Terza tuttora un po' Asserpentata. Prima ancora che potessi pensare a come gestire queste due ore supplementari che piovevano come una vera manna è arrivato appunto Fisica.
"Murasaki, ho visto che mi sostituisci in Terza. Allora puoi portarli al corso di nuoto".
"Oh? Ehm, sì, certo, sarò lieta di portarli al corso di nuoto".
La mattinata è dunque iniziata salendo in Terza - che da qualche giorno sta al piano superiore per uno scambio di classe (anche le attività sportive infatti sono ripartite alla grande, e da qualche settimana ogni due per tre qualche ragazzo si azzoppa. Arrivati al terzo zoppino nella Terza Tremenda è stato deciso di portare tutti al piano terra, onde semplificare la vita ai poveri stampellati) dove ho fatto l'appello e poscia con detta Terza mi sono recata nel livello sotterraneo che dà sull'uscita e da lì abbiamo raggiunto la piscina comunale, che ho visto per la prima volta: dalla notte dei tempi infatti le medie di St. Mary Mead organizzano corsi di nuoto in primavera, ma ovviamente la cosa non mi aveva mai riguardato.
La piscina di St. Mary Mead è un locale tranquillo, con una serie di spogliatoi organizzati in un dedalo del tutto incomprensibile. Comunque mi sono seduta in un angolino, mentre i ragazzi si cambiavano, e ho letto il mio bravo romanzo di Trollope mentre i pesciolini nuotavano soddisfatti.
Siccome la Terza è tuttora un po' Asserpentata, mentre si rivestivano ho sentito preoccupanti segnali di litigio. Mi sono affacciata negli intricati spogliatoi e ho scoperto che Qualcuno aveva trovato il modo di far arrabbiare il più umorale e suscettibile dei Serpentelli, che negli ultimi tempi quando si arrabbia mostra reazioni piuttosto imprevedibili.
Ho rampognato il Qualcuno e controllato che il Serpentello Suscettibile non si fosse troppo irritato, mangiando nel contempo per colazione un altro Serpentello che trovava da ridire sul tempo impiegato dalle ragazze per rivestirsi; infine abbiamo risalito i tre livelli di scale per tornare in classe.
Scodellati i Serpentelli ho raggiunto la Seconda Capricciosa per una ulteriore ora di sostituzione. Com'è molto prevedibile vista la calda giornata assolata, la Seconda Capricciosa chiede di scendere in cortile per l'intervallo.
Mentre i ragazzi giocano a palla mi raggiunge una custode: ha chiamato la Coordinatrice della classe per avvisare che quel giorno inizia il corso di danza ma di fatto non è ancora venuto l'apposito operatore.
I ragazzi sostengono che il corso è fissato per Giovedì - e comunque l'operatore non c'è. Assicuro la custode che, qualora arrivasse anche solo l'ombra di un operatore, noi siamo lì in cortile a intervallare e poi in classe a disposizione di chiunque per danzare.
L'operatore non si vede e dunque torniamo in classe dove ascolto interrogazioni sul programma nucleare francese e le centrali atomiche in Italia, poi l'ora finisce e torno giù in Sala Insegnanti dove mi aspetta una nuova, mirabile impresa: inserire i libri adottati per l'anno prossimo.
Da quando c'è stato il lockdown questa complessa operazione non si fa più a mano su moduli forniti dalla Segreteria bensì intervenendo direttamente su una sorta di piattaforma nazionale: dalla scuola ci danno le password per identificarci ed entrare e poi dobbiamo andare nelle nostre future classi e infilare i nuovi libri che l'anno prossimo in quella classe dovrebbero esserci. Tutto ciò è complesso per vari motivi, il primo dei quali, almeno nel mio caso, è stato che mi sono dimenticata che l'anno prossimo la mia Prima passerà a Seconda (peraltro in blocco: non si è nemmeno parlato di lontano di fermare alcuno, né avremmo avuto motivo di parlarne) e dunque non sarà più una Prima. Ciò rientra nel corso naturale delle cose, stante che tutto cresce e si trasforma con lo scorrere degli anni, ma talvolta capita di essere distratti o di avere uno di quei cervellini che stan larghi in una scatola di fiammiferi e insomma ho serenamente inserito tutti i libri della futura seconda afferenti alla cattedra di Lettere e dopo, da brava donna di casa coscienziosa, ho fatto pulizia togliendo il ciarpame dell'anno prima, per poi accorgermi con orrore, proprio mentre la piattaforma mi informava allegramente che "i libri selezionati sono stati eliminati con successo!" che quei libri non andavano affatto eliminati perché, appunto, ero in Prima e non in Seconda.
Quindi la prima parte dell'ora buca se n'è andata a fare un lavoro non solo inutile ma pure dannoso, nonché per strisciare come un verme (quale sono) davanti alla collega che si occuperà della Futura Prima, narrarle l'increscioso avvenimento e chiederle i titoli da re-inserire.
Nelle ultime due ore dovrei fare Storia con la Seconda Capricciosa, ma non prima che i Capricciosi abbiano usufruito del loro legittimo intervallo. Così scendiamo nuovamente in cortile, mentre cerco di fare il conto di quante scale abbia fatto quel giorno; ma mi perdo intorno al duecentesimo gradino e mi consolo ricordandomi che fare le scale fa bene alla circolazione e, dicono, anche al cuore quando le scale sono in discesa. Spero proprio che sia vero, perché quel giorno ne ho salite e discese davvero parecchie.
E, come in un grazioso deja vu, di nuovo mi raggiunge la Custode per informarmi che, all'insaputa di tutti, quel giorno per i ragazzi era stata fissata un'ora supplementare di Laboratorio di Teatro - stavolta però deve essere vero, mi assicura la Custode, perché l'Operatore è arrivato e aspetta scalpitando.
"Naturalmente gli ho detto che adesso i ragazzi stanno facendo l'intervallo, però dopo li deve portare nell'apposita sala".
Saluto in cuor mio la complessa lezione sul Risorgimento che avevo programmato e a fine intervallo salgo per l'ennesima volta le scale per portare i Capricciosi nell'apposita sala, dove i Capricciosi svolgono il laboratorio di teatro da par loro, tanto che una parte della seconda e ultima ora di Storia se ne va per una ruvida spazzolata sul tema "Il laboratorio di Teatro va preso sul serio perché non solo è utile e salutare, ma vi ha pure risparmiato un'ora di lezione di Storia, che non è esattamente la vostra materia preferita" e nella stesura di quattro infuocati rapporti per i quattro che si sono comportati particolarmente male.
Resta a malapena un po' di spazio per una piccola introduzione al 1848. No, naturalmente non conoscono il modo di dire "E' successo un 48", ma ho notato che, al contrario della battaglia di Waterloo, il 48 è uscito dalle frasi fatte delle nuove generazioni e dunque non è così grave.
Alle due sono finalmente libera e posso tornare a casa - ma non prima di aver sistemato il pasticcio con i libri fatto con la Prima, che fra ricerche e controlli vari mi richiede una buona quarantina di minuti supplementari.
Mancano ancora quasi quattro settimane, e come ogni anno mi domando ( ci domandiamo) se riuscirò (riusciremo / riusciremmo) a sopravvivere anche stavolta.
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