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domenica 14 marzo 2021

Il sistema scolastico finlandese (considerazioni sul)

Da cosa si capisce che non è una foto di una scuola italiana?
Dallo spazio, prima di tutto, e dalla comodità dei sedili

Prima di spiegare uno stato europeo domando sempre cosa ne sanno. Della Finlandia non sapevano granché: le betulle, la sauna, la capitale, la moneta...
"La scuola. Hanno la migliore scuola del mondo".
Sanno che in Finlandia spendono molto più dell'Italia per la scuola, che ci sono molti più mezzi informatici, che hanno grandi giardini, grandi spazi...
"Dovrebbero fare così anche in Italia".
La risposta mi sale spontanea alle labbra "Ci sono dei problemi culturali" provo a spiegare "In Finlandia hanno una concezione diversa della scuola".
Mi guardano perplessi. Anch'io sono perplessa, e non so bene cosa sto per dire.
"Da noi c'è una concezione di scuola ancora autoritaria perché è diverso il rapporto tra Stato e cittadino. La nostra scuola guida molto di più perché tutto il paese ha una cultura basata sull'importanza dell'autorità, non sulla libertà individuale. Lo studente non deve sentirsi troppo a suo agio a scuola".
Mi guardano interessati. Un po' straniti, anche.
Finisco per dargli come compito quello di raccogliere notizie sulla scuola finlandese.
Un compito di realtà, in effetti, e non capisco perché il nostro manuale, pur mettendo sempre dei "compiti di realtà" (che farebbero venire il latte alle ginocchia anche a un uomo sterile) non ha pensato a suggerire di fargli raccogliere notizie sulla tanto lodata e incensata scuola finlandese.

La volta dopo arrivano con i loro compitini sulla scuola finlandese.
Non si sono risparmiati. Hanno portato testi lunghi e ben confezionati, qualcuno anche con le foto - tutte foto che mostrano edifici grandi e spaziosi, architetture moderne e slanciate, splendide aule eccetera. Li leggono con entusiasmo mentre io guardo le pareti in arancione granulato, l'aula un po' stretta e le mattonelle verde marcio sul pavimento, i listelli di legno sbocconcellati (non vengano a parlarmi di soldi: rimettere dei listelli di legno ben fatti sarebbe senz'altro alla portata di qualunque scuola), i banchi piccoli eccetera.
Discutiamo un po' delle grandi biblioteche della scuola finlandese, delle materie opzionali, della possibilità di scegliersi il piano di studi, della mancanza di voti, delle pause e degli intervalli delle scuole finlandesi, spesso svolte nei giardini finlandesi perché "è importante che i ragazzi abbiano la possibilità di muoversi tra una ora e l'altra", degli stipendi alti degli insegnanti delle scuole finlandesi.
Qual è l'uovo di colombo delle scuole del Grande Nord?
Che il giovane cittadino, quando viene a scuola, deve sentirsi a suo agio. Che deve essere contento di entrare a scuola, e non solo perché lì trova i suoi amici o i suoi simpatici insegnanti. Deve starci bene e fare cose che lo interessino. Deve divertirsi. Perchè il giovane cittadino finlandese non pensa che un posto dove può divertirsi sia un posto poco serio o da non tenere in grande considerazione. Perché il giovane finlandese non vive assillato dal pensiero di dover essere furbo a tutti i costi e che se non fa il furbo passa per un imbecille.
Per fare la scuola finlandese ci vogliono un governo finlandese, una società finlandese e una società finlandese (oltre a un bel pacco di soldi).

Non credo che i bambini e ragazzi finlandesi siano tutti angelici e geniali; ma vivono e respirano in una società che li tratta con rispetto, che ha cura di loro e che non li vede come piante da potare perché prendano la giusta forma. Nella nostra cultura, a tutt'oggi, il giovane virgulto non è il gioiello sul cuscino dell'ospitalità, ma una entità da guidare, plasmare, formare e tenere in riga. Un po' meno di settant'anni fa o di cinquant'anni fa, certamente -  ma il concetto di fondo non è ancora cambiato e gli stessi insegnanti, anche quelli più disponibili, si barcamenano faticosamente con le esigenze della disciplina perché un certo tipo di autodisciplina non viene spontanea ai giovinetti, dato che non la assorbono dal mondo intorno a loro. Le linee guida della scuola degli ultimi anni andrebbero anche in quella direzione, ma le linee guida sono soltanto un documento colmo di buone intenzioni che combatte contro la necessità di tenere tutti sotto controllo, imposta dalla cultura nazionale (e contro degli edifici nati e cresciuti con lo specifico intento di tenere scomodi i ragazzi). I genitori quasi sempre chiedono questo, i Dirigenti quasi sempre chiedono questo. Soprattutto questo.
E' il modello latino, suppongo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno professoressa, da quando i miei figli hanno fatto il quarto anno scolastico all'estero difendo a spada tratta la Scuola Italiana, sempre tanto vituperata ma ASSOLUTAMENTE MIGLIORE (lo confermo, assolutamente migliore) di molte altre, comprese alcune credute eccellenze europee.
Non parlo della scuola PUBBLICA americana (dove erano inseriti i miei figli) cha ha un livello ridicolo ,tanto che i figli si sono ritrovati in quarta superiore a fare cose di matematica fatte qui da noi alle medie ed a riscontrare un vergognoso livello di ignoranza nei loro compagni (Dov'è l'Italia?A Parigi?); parlo anche degli altri exchange student europei, danesi e svedesi, che si sono ritrovati ad arrancare col programma americano, lo stesso per il quale i miei figli hanno fatto praticamente un anno di vacanza risultando i migliori assoluti della scuola; la cosa è talmente risaputa negli USA che non danno più il diploma agli exchange students altrimenti gli italiani si sarebbero aggiudicati le borse di studio a mani basse.
Certo, nell'anno in cui erano là è servita una nuova palestra: prima che tornassero a casa la palestra era stata costruita ed hanno fatto in tempo ad usarla; servivano computers per l'aula di informatica (non che manchino, eh , sono solo un pò datati): il mese dopo l'aula ha avuto tutta la strumentazione nuova...SOLDI, ecco la parola magica; ma i nostri cervelli in fuga così ben accetti dappertutto hanno un buon motivo di esserci, ecco.
W la scuola italiana!
BEtty

Anonimo ha detto...

buongiorno, non conosco le scuole finlandesi, posso fare confronti solo con le scuole francesi e scozzesi, dove i miei figli hanno fatto school exchanges, anche io vorrei spezzare una lancia a favore della scuola italiana, gli edifici sono un po' sgarruppati ma il rapporto umano con gli insegnanti è ineguagliabile, un maestro inglese che ha insegnato nella scuola dei miei figli si è meravigliato perché qui all'ingresso i bambini lo abbracciavano (pre covid, eh), mentre nelle scuole inglesi non possono esserci contatti fisici tra i bambini e lo staff; anche la preparazione è buona, in Scozia abbiamo potuto constatare il basso livello della scuola, mio figlio è stato messo in una classe avanti rispetto alla sua classe italiana, e ha trovato le lezioni molto semplici; purtroppo in Italia l'incuria riguarda tutti gli edifici pubblici, non solo le scuole ma anche tribunali, ospedali e uffici in genere, però i nostri insegnati spesso fanno la differenza quindi ... non buttatevi giù ;)

Melchisedec ha detto...

Alcuni colleghi hanno partecipato ad un Erasmus in Finlandia e ne sono tornati entusiasti. Tanto di cappello per la fattura delle strutture, ma come giustamente evidenzi nel post è un fattore culturale. Non è facile modificarlo e non so fino a che punto e in che misura si possa. Arriveremo al modello finlandese, ma io a scuola fra circa una quindicina di anni non ci sarò più. Per fortuna.

Murasaki ha detto...

@ Betty e @Anonimo2:

Non ho nessuna intenzione di negare che nella scuola italiana ci siano eccellenze, anche numerose per quanto imprevedibili: anche la sezione di Matematica di St. Mary Mead, che infine è un modesto paesello del contado, secondo me è fra queste. E ha anche obbiettivi ambiziosi, che non guastano mai in questo campo. E poi, naturalmente, gli alunni sono in tanti modi: i figli di professori universitari danno grosse soddisfazioni, di solito, ma non sono necessariamente più adatti allo studio dei figli di falegnami e macellai. Tuttavia entrambi state parlando della PREPARAZIONE degli alunni, non del rapporto che imparano ad avere con lo studio, il mondo della conoscenza e il loro paese. Il modello finlandese è gentile e tratta bene i suoi cuccioli, il nostro non molto (ma, del resto, non tratta molto bene nemmeno gli adulti). I ragazzi finlandesi, a quel che sento, si sentono ben trattati a scuola, i nostri molto meno. Andrebbe visto il livello medio, comunque, di entrambi i paesi ma soprattutto andrebbe considerato che la scuola potrebbe essere qualcosa di più di un pollaio di allevamento per polli talentuosi e di una macchina per sfornare eccellenze.
E naturalmente vi ringrazio per l'apprezzamento che mostrate per la scuola nazionale, di cui faccio parte non senza un certo orgoglio ^_^

@ Mel:
Non so nemmeno io se possa essere modificato più di tanto. Tu parli di quindici anni, ma a me sembra che ce ne vorrebbero molti di più, considerando che la scuola di un paese è l'espressione della sua cultura di fondo, e la nostra è di base molto punitiva. Per quel che ho potuto vedere, raramente i genitori si interessano del piacere e del benessere dei loro figli a scuola - di fatto, normalmente, gli interessa una sola cosa: che i loro figli non boccino e, possibilmente, prendano buoni voti. Per questo sono disposti a lottare, ma per una cosa infida come il PIACERE nell'approccio alla conoscenza, molto meno.