A scuola le nostre finestre non sono esattamente così. No, esse non lo sono.
Da poco più di tre anni alla scuola di St. Mary Mead abbiamo cambiato buona parte degli infissi, come ho già avuto occasione di raccontare. Da allora la situazione si è molto evoluta: perché, com'è noto, ci si può evolvere in meglio ma anche molto in peggio e il nostro peggio al momento ha raggiunto posizioni invero assai notevoli.
Partiamo dalle buone notizie: le porte non chiudono granché bene, qualche volta ci vogliono due o tre tentativi per far scattare la chiusura, ma in compenso si aprono senza problemi e restano saldamente attaccate sui loro cardini; qualcuno potrebbe non considerarlo un gran titolo di merito, ma chi vive nella scuola sa che può succedere ben di peggio, come io stessa ho avuto modo di sperimentare in tempi non lontani.
La situazione delle finestre invece si può classificare come "pessima" senza alcun timore di essere accusati di drammatizzare.
Esse finestre infatti non chiudono. Non sempre. Anzi, tendono ad aprirsi a sproposito.
Per questo motivo il Comune, dopo apposito sopralluogo, ha deciso di chiuderle... col nastro adesivo. No, non lo scotch che usiamo di solito per riparare le pagine strappate, bensì un robusto nastro adesivo; per quello che può essere robusto un nastro adesivo, si capisce; e quando il robusto nastro adesivo è finito, si è rimediato con del nastro-carta. Giuro che non sto scherzando.
Nastro adesivo per fermare grosse finestre a doppi vetri di una singolare pesantezza.
Il tutto nelle settimane in cui tutte le scuole si facevano mostruose seghe mentali doppie e carpiate sul Grave Problema della Responsabilità Penale delle Scuole al Momento dell'Uscita degli Alunni.
A Novembre, nella valle di St. Mary Mead, ha tirato vento.
Non la bora triestina, non un vento siberiano a più di cento chilometri all'ora. Non ci sono state macchine rovesciate o motorini strappati ai loro parcheggi che vagavano in libertà, né tetti scoperchiati o tegole in caduta libera; solo un robusto vento, da allarme giallo. Tuttavia il vento da allarme giallo, pur non scoperchiando tetti né provocando particolari tragedie (per fortuna di tutti) ha avuto facilmente vittoria del robusto nastro adesivo. Così le finestre hanno cominciato ad aprirsi da sole, senza preavviso.
E' pericolosa una finestra che si apre all'improvviso in una classe mediamente affollata?
Certo che è pericoloso, che domande. E così, nel giro di tre giorni, tre classi in tre momenti diversi hanno potuto provare l'emozione di una finestra che si è spalancata senza preavviso rischiando di falciare l'alunno che stazionava nel banco lì vicino.
Per fortuna i tre singoli alunni hanno mostrato sufficiente prontezza di riflessi da fermare la finestra prima che facesse loro danno. I tre insegnanti presenti in quel momento a fare la loro doverosa lezione sono dimagriti ognuno di svariati chili e hanno cominciato a tempestare il Comune di fax con dettagliati resoconti.
La Responsabile della Sicurezza, che non è mai stata persona usa a sedersi in un angolo mormorando in tono fatalista "si sa che siamo tutti nelle mani d'Iddio" già da tempo tempestava a sua volta il Comune di dettagliati resoconti e allarmistiche previsioni. D'altra parte, si sa, quando l'acqua dell'Arno arriva alle spallette dell'argine e il cielo promette grandi temporali siamo tutti buoni a predire alluvioni anche senza un M.A.G.O. in Divinazione.
Dal Comune sono venuti più volte a fare sopralluoghi e hanno spiegato che "non ci sono soldi per le riparazioni". E hanno continuato a chiudere le finestre col nastro adesivo, mentre la Dirigenza e la Sicurezza continuavano a tempestare di telefonate, fino a spiegare in tono scocciato "Oh insomma, se non ci sono soldi non ci sono soldi, lo volete capire?".
E' partita formale denuncia, si capisce.
Infine, in un giorno senza vento, la Terza Amichevole è andata a fare la sua regolare lezione di Musica nell'Aula di Musica, che gode dell'ammirevole vantaggio di avere ancora i vecchi infissi.
Al suo ritorno Catone ha trovato il suo banco coperto da una finestra che si è staccata dall'unico cardine che teneva ancora (per pura forza d'inerzia, evidentemente. Ma si sa che anche la forza d'inerzia ha i suoi limiti).
La finestra è stata faticosamente rimontata e fermata con un banco sopra il banco di Catone (che si è spostato al capo opposto della classe. Solo che la classe non è molto grande, e se spostiamo gli allievi lontano dalle finestre... non siamo in condizioni di sicurezza. Vabbé, al momento questo sembrerebbe il minore dei nostri problemi.
Stavolta il Comune ha dovuto darsi una svegliata, anche perché il giorno dopo la prof Casini si è trovata casualmente a fermare con le nude mani una ulteriore finestra, in una ulteriore aula, che stava per sedersi a sua volta su un altro alunno, senza alcun preavviso né folata di vento che offrisse una pur parziale giustifica.
Sono venuti due operai e hanno piombato la finestra, bloccandola con una piastrina di alluminio imbullettata. In quel momento ero in classe e la mia mente, ormai stabilmente innestata sul programma di Terza, è volata spontaneamente ai vagoni piombati del bel tempo delle deportazioni. Sono riuscita a stare zitta perché l'insieme era abbastanza lugubre anche così.
Non so e non voglio sapere cosa hanno fatto con la finestra staccata nell'altra classe - ma immagino che avranno piombato anche quella con una piastrina di alluminio.
La ditta dovrebbe provvedere alle regolari riparazioni. Ma la ditta è fallita da diversi anni (cosa non del tutto sorprendente) e quindi rivalersi su di lei sembra abbastanza complesso.
Al momento siamo qui, con le nostre finestre rotte e bloccate con il robusto nastro adesivo o con le piastrine di alluminio e le aule completamente fuori norma.
Misteriosamente i Genitori, quella misteriosa entità sempre pronta a protestare contro il sovraccarico dei compiti a casa, non hanno ancora demolito il comune pezzo a pezzo per poi ballare danze demoniache sulle ossa degli addetti alla sicurezza nelle scuole. Va detto che a St. Mary Mead i genitori protestano molto di rado e assai raramente si lamentano persino del sovraccarico dei compiti a casa; solo la Cleptomane riuscì a smuoverli in qualche raro caso dalla loro paciosa accettazione dei casi della vita; e tuttavia mi è capitato di desiderarli un po' più disponibili alla protesta, a costo di vedermi criticata perché assegno troppi compiti a casa: sono sempre pronta a confrontarmi con l'utenza, o almeno così mi piace immaginarmi, ma vorrei tanto lavorare in condizioni che mi garantiscano la ragionevole certezza di riconsegnare i miei alunni in buona salute come l'ho trovati entrando in aula - un punto di vista, questo, che mi risulta in assoluta sintonia con la totalità del corpo insegnanti della scuola e pure degli ATA, ovvero i bidelli.
Con questo lugubre e sconsolato post chiudo il 2017, augurandomi che l'apertura del bilancio del 2018 metta il Comune in grado di provvedere alla questione - anche se in cuor mio ritengo che qualche soldo per quelle cazzo di finestre si sarebbe pure potuto trovare anche a fine anno, in un ente non commissariato per pesanti deficit né, per quel che ci risulta, spaventosamente povero.
In God We Trust.
Esse finestre infatti non chiudono. Non sempre. Anzi, tendono ad aprirsi a sproposito.
Per questo motivo il Comune, dopo apposito sopralluogo, ha deciso di chiuderle... col nastro adesivo. No, non lo scotch che usiamo di solito per riparare le pagine strappate, bensì un robusto nastro adesivo; per quello che può essere robusto un nastro adesivo, si capisce; e quando il robusto nastro adesivo è finito, si è rimediato con del nastro-carta. Giuro che non sto scherzando.
Nastro adesivo per fermare grosse finestre a doppi vetri di una singolare pesantezza.
Il tutto nelle settimane in cui tutte le scuole si facevano mostruose seghe mentali doppie e carpiate sul Grave Problema della Responsabilità Penale delle Scuole al Momento dell'Uscita degli Alunni.
A Novembre, nella valle di St. Mary Mead, ha tirato vento.
Non la bora triestina, non un vento siberiano a più di cento chilometri all'ora. Non ci sono state macchine rovesciate o motorini strappati ai loro parcheggi che vagavano in libertà, né tetti scoperchiati o tegole in caduta libera; solo un robusto vento, da allarme giallo. Tuttavia il vento da allarme giallo, pur non scoperchiando tetti né provocando particolari tragedie (per fortuna di tutti) ha avuto facilmente vittoria del robusto nastro adesivo. Così le finestre hanno cominciato ad aprirsi da sole, senza preavviso.
E' pericolosa una finestra che si apre all'improvviso in una classe mediamente affollata?
Certo che è pericoloso, che domande. E così, nel giro di tre giorni, tre classi in tre momenti diversi hanno potuto provare l'emozione di una finestra che si è spalancata senza preavviso rischiando di falciare l'alunno che stazionava nel banco lì vicino.
Per fortuna i tre singoli alunni hanno mostrato sufficiente prontezza di riflessi da fermare la finestra prima che facesse loro danno. I tre insegnanti presenti in quel momento a fare la loro doverosa lezione sono dimagriti ognuno di svariati chili e hanno cominciato a tempestare il Comune di fax con dettagliati resoconti.
La Responsabile della Sicurezza, che non è mai stata persona usa a sedersi in un angolo mormorando in tono fatalista "si sa che siamo tutti nelle mani d'Iddio" già da tempo tempestava a sua volta il Comune di dettagliati resoconti e allarmistiche previsioni. D'altra parte, si sa, quando l'acqua dell'Arno arriva alle spallette dell'argine e il cielo promette grandi temporali siamo tutti buoni a predire alluvioni anche senza un M.A.G.O. in Divinazione.
Dal Comune sono venuti più volte a fare sopralluoghi e hanno spiegato che "non ci sono soldi per le riparazioni". E hanno continuato a chiudere le finestre col nastro adesivo, mentre la Dirigenza e la Sicurezza continuavano a tempestare di telefonate, fino a spiegare in tono scocciato "Oh insomma, se non ci sono soldi non ci sono soldi, lo volete capire?".
E' partita formale denuncia, si capisce.
Infine, in un giorno senza vento, la Terza Amichevole è andata a fare la sua regolare lezione di Musica nell'Aula di Musica, che gode dell'ammirevole vantaggio di avere ancora i vecchi infissi.
Al suo ritorno Catone ha trovato il suo banco coperto da una finestra che si è staccata dall'unico cardine che teneva ancora (per pura forza d'inerzia, evidentemente. Ma si sa che anche la forza d'inerzia ha i suoi limiti).
La finestra è stata faticosamente rimontata e fermata con un banco sopra il banco di Catone (che si è spostato al capo opposto della classe. Solo che la classe non è molto grande, e se spostiamo gli allievi lontano dalle finestre... non siamo in condizioni di sicurezza. Vabbé, al momento questo sembrerebbe il minore dei nostri problemi.
Stavolta il Comune ha dovuto darsi una svegliata, anche perché il giorno dopo la prof Casini si è trovata casualmente a fermare con le nude mani una ulteriore finestra, in una ulteriore aula, che stava per sedersi a sua volta su un altro alunno, senza alcun preavviso né folata di vento che offrisse una pur parziale giustifica.
Sono venuti due operai e hanno piombato la finestra, bloccandola con una piastrina di alluminio imbullettata. In quel momento ero in classe e la mia mente, ormai stabilmente innestata sul programma di Terza, è volata spontaneamente ai vagoni piombati del bel tempo delle deportazioni. Sono riuscita a stare zitta perché l'insieme era abbastanza lugubre anche così.
Non so e non voglio sapere cosa hanno fatto con la finestra staccata nell'altra classe - ma immagino che avranno piombato anche quella con una piastrina di alluminio.
La ditta dovrebbe provvedere alle regolari riparazioni. Ma la ditta è fallita da diversi anni (cosa non del tutto sorprendente) e quindi rivalersi su di lei sembra abbastanza complesso.
Al momento siamo qui, con le nostre finestre rotte e bloccate con il robusto nastro adesivo o con le piastrine di alluminio e le aule completamente fuori norma.
Misteriosamente i Genitori, quella misteriosa entità sempre pronta a protestare contro il sovraccarico dei compiti a casa, non hanno ancora demolito il comune pezzo a pezzo per poi ballare danze demoniache sulle ossa degli addetti alla sicurezza nelle scuole. Va detto che a St. Mary Mead i genitori protestano molto di rado e assai raramente si lamentano persino del sovraccarico dei compiti a casa; solo la Cleptomane riuscì a smuoverli in qualche raro caso dalla loro paciosa accettazione dei casi della vita; e tuttavia mi è capitato di desiderarli un po' più disponibili alla protesta, a costo di vedermi criticata perché assegno troppi compiti a casa: sono sempre pronta a confrontarmi con l'utenza, o almeno così mi piace immaginarmi, ma vorrei tanto lavorare in condizioni che mi garantiscano la ragionevole certezza di riconsegnare i miei alunni in buona salute come l'ho trovati entrando in aula - un punto di vista, questo, che mi risulta in assoluta sintonia con la totalità del corpo insegnanti della scuola e pure degli ATA, ovvero i bidelli.
Con questo lugubre e sconsolato post chiudo il 2017, augurandomi che l'apertura del bilancio del 2018 metta il Comune in grado di provvedere alla questione - anche se in cuor mio ritengo che qualche soldo per quelle cazzo di finestre si sarebbe pure potuto trovare anche a fine anno, in un ente non commissariato per pesanti deficit né, per quel che ci risulta, spaventosamente povero.
In God We Trust.
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