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martedì 4 ottobre 2016

Lunedì Film - Il marchese del Grillo (Film per le medie)

Nel 1981 mai e poi mai mi sarebbe passato per la testa di andare a vedere qualcosa di sì ordinario come un film con Alberto Sordi. Così ho visto Il marchese del Grillo trent'anni dopo, in televisione, in una tranquilla serata in famiglia, con gli occhi dell'insegnante. Oltre ad apprezzarlo molto (è un film davvero divertente) lo trovai perfetto per introdurre il Risorgimento con una classe adeguatamente giocosa, e i fatti mi hanno dato ragione.
Se a qualcuno che passa di qui venisse in mente di domandarsi "Che mai ci azzecca il Marchese del Grillo con il Risorgimento?", la risposta è che il nostro Risorgimento è uno dei moltissimi figli che Napoleone seminò in giro nei brevi ma intensi anni in cui scorazzò da un capo all'altro dell'Europa.
Com'era l'Italia prima del Risorgimento?
Era un paese (più esattamente, un insieme di paesi) decisamente addormentato. Vennero i francesi e ci svegliarono, portando aria nuova e la vaga sensazione che, dandosi un po' da fare, le cose potessero cambiare.
E com'era lo Stato Pontificio prima del Risorgimento?
Un paese decisamente sprofondato nel più profondo dei sonni, praticamente in catalessi.

In una Roma più che addormentata il marchese del Grillo è un ricco aristocratico che si annoia a morte. Decisamente adagiato in una famiglia della nobiltà nera, si ricava dei piccoli spazi di libertà organizzando scherzi a volte decisamente perfidi, osservando il mondo intorno a lui come se fosse un teatrino e rimettendo le cose a posto dopo ogni perfido scherzo a suon di quattrini. Per il resto dorme anche lui, ma di un sonno inquieto, e la presenza francese (con cui lega volentieri, con grande sdegno della famiglia che possiamo senz'altro definire "conservatrice") gli insinua nel cuore un fondo di speranza, tanto da fargli persino venire in mente un viaggio a Parigi per vedere un po' di mondo - naturalmente giusto quando Napoleone è stato appena sconfitto in Russia e ormai sta concludendo la sua parabola*; così il viaggio non si farà, e il marchese ritornerà in gabbia - con un certo sollievo, sospetta lo spettatore, perché in fondo a fare l'uccello in gabbia c'è abituato, e forse fare il gentiluomo in viaggio di formazione per l'Europa gli richiederebbe un energia che non è convinto di avere.
Ne viene fuori comunque un personaggio interessante che, fin quando è lasciato nel suo piccolo regno, sa sempre come gestire e sistemare le cose nel migliore dei modi, ma che è profondamente consapevole di vivere in un microcosmo sull'orlo del collasso.
Il film si snoda in vari episodi, accortamente cuciti, e Alberto Sordi si toglie anche la soddisfazione di fare un pezzo di bravura impersonando oltre al marchese anche un suo sosia, carbonaro 


(no, non un patriota rivoluzionario: proprio un rivenditore di carbone) in un classico scambio di ruoli. 
Altro gran bel pezzo di bravura è la scena dove la scandalosa cantante francese (donne in palcoscenico! Signora mia, ma dove andremo a finire, io mi domando) cerca di tenere testa a un castrato - senza riuscirci perché il castrato vola più in alto di lei e con più forza nella voce. Non la fa Sordi, ma insomma non può fare proprio tutto.
Non c'è una vera trama che collega i vari pezzi, ma tutto l'insieme compone un quadro della società prerivoluzionaria: mendicanti, osti, soldati, vescovi, servitori, attori, cantanti, giovanissime mantenute, madri mezzane, carbonai, amministratori ladri (quasi un must), aristocratiche intransigenti, parenti povere che intransigenti non lo sarebbero per niente, ebrei maltrattati, briganti filosofi, giocatori d'azzardo alquanto bari, avvocati disponibilissimi a vendersi e un meraviglioso papa, interpretato da Paolo Stoppa, che a tratti sembra un marchese del Grillo troppo imbrigliato e che solo in circostanze speciali si concede qualche scherzo da prete.



Si ride molto, costumi, edifici e fondali recitano a meraviglia e le due ore e mezzo scorrono senza colpo ferire nel divertimento collettivo. L'insegnante si diverte un po' meno, ma solo perché due ore e mezzo di film, ahimé, corrispondono a tre ore di lezione bruciate e qua c'è ancora l'Italia da unificare - e di questo passo, signora mia, davvero non so dove andremo a finire.

Oh sì, ci sono ben due brevissime scene di nudo e una discreta serie di parole non del tutto adeguate al contesto scolastico - il che ha fatto ridere vieppiù i ragazzi. Salvo vederli piuttosto meditabondi dopo la frase più celebre del film, il famoso "Io so' io e voi nun zete un cazzo"



(in realtà citazione colta di Gioacchino Belli)  che a tutt'oggi, ahimé, resta piuttosto attuale. 

*anche se introdurre i soldati francesi di ritorno dalla Russia che passano da Roma richiede agli autori qualche forzatura cronologica e pure logistica. Ma son dettagli.

11 commenti:

Linda_chi? ha detto...

Me lo ricordo con piacere, sia per una buonissima interpretazione di Sordi sia per la suggestiva ricostruzione della mia città. E non ti nascondo che certe battute (der sor Marchese, di Ricciotto e di Gasperino) le usiamo ancora tranquillamente!
S'è svejato!! (con enfasi): per indicare qualcuno che finalmente si è svegliato e per il cui sonno siamo stati costretti a non fare rumore.
Mia cara Olimpia, mettente 'n pompa: in varie circostanze, e non tutte riferibili.
Guarda che chiamo ‘e guardie: per minacciare familiarmente qualcuno.
io so' io: per darsi un tono.
ecc. ecc.

dhaulagiri8167 ha detto...

Me lo ha fatto conoscere un mio amico, quando dice all'altro "Ma chessei n'pubazzo?", poi lo chiama "Pubazzoooo!" hahahahaha. Gran film!
Vi devo raccontare questa, l'altra sera un gatto mi ha fatto rischiare brutto! L'unica volta diciamo che posso parlarne male, anzi non ce l'ho con loro in quanto non si è reso conto di niente sicuramente. Ero in bicicletta sul marciapiede con delle casette a schiera subito lì, e andavo forte. Era sera, a un certo punto prendo una buchetta, o meglio c'era una irregolarità del marciapiede, sarà stata alta 5 centimetri, come quando si fa uno scalino in bici ecc ecc però resto sulla bici non cado, anche se non mi ero preparato e non avevo visto in quanto era buio, sta di fatto che dopo pochi attimi vedo un gatto che mi sfila davanti a tutta velocità, era nascoosto perché non lo vedevo e ha deciso di attraversare la strada quando passavo io, fosse rimasto dove era sarebbe stato al sicuro ma sicuramente è stato spaventato dal rumore dello scalino, ma mi sarà passato a 5 centimetri massimo dalla ruota davanti! Non avrei fatto neanche in tempo a mettere le mani sui freni, sarei caduto, l'avrei anche maciullato magari e mi sarei fatto anche parecchio male con tantissime macchine che passavano... la più brutta esperienza gattesca della mia vita XD, e speriamo l'unica brutta. Non potete capire quanto l'abbia sfiorato. Quel cavolo di scalino ha creato tutto il problema, altrimenti si sarebbe allontanato magari ma non avrebbe mai attraversato di colpo, hanno un orientamento impressionante non farebbero di queste castronerie o rischierebbero tanto. Vi è mai successo? Non facevo manco in tempo a rendermene conto...

wolfghost ha detto...

Ma lo sai che non l'ho mai visto? Forse era dell'epoca in cui i film italiani proprio non mi attiravano. Certo, a leggere la tua recensione... forse dovrei vederlo :-)
www.wolfghost.com

Eva ha detto...

Mitica Murasaki che mi hai fatta ridere fino alle lacrime ricordando questo "Monumento Nazionale alla Risata"😊L'ho rivisto quest'estate....ed ancora,la scena delle monete roventi mi sderena😁
Straconsigliato e poi è davvero ben fatto anche come ricostruzione storica semi-seria.
@dhaulagiri8167:
Bravo equilibrista che hai salvato te e il micio😊
Ciao

dhaulagiri8167 ha detto...

@ Eva:
Beh anche se equilibrista è un complimento non me lo prendo, anche se sarebbe comodo :-), ho appena fatto in tempo ad accorgermi del tutto, ma mica che sono lento io a realizzare eh, è che dopo qualche frazione di secondo che uno aveva realizzato tutto era già compiuto talmente è stato fulminea la faccenda, qualunque cosa fosse stata quel "tutto", non potevo fare nulla in nessun modo, comunque meno male è andata bene!!! :-).

Eva ha detto...

@dhaulagiri8167:
Allora diciamo che ti ha aiutato il resto senso del gatto😀Direi che è plausibile😊Ciaoooo

Eva ha detto...

Il SESTO SENSO.....maldida tastiera😊!!!

Murasaki ha detto...

@Linda-chi?
Ah, ma anche fuori da Roma certe battute sono famosissime!
Quanto al leggendario "Io so' io" la conoscevo e usavo perfino io che non avevo mai visto il film!
Altre le ho riconosciute via via mentre guardavo il film. Fanno ormai parte dell'italiano, come certe battute di Anna Marchesini.

@dhaulagiri8167:
ah, i mici fanno di queste improvvisate purtroppo, quando vediamo un gatto stirato lungo la strada non dobbiamo pensare che sia stato investito da un incosciente che andava a chissà quale velocità, a volte se la vanno proprio a cercare. Giusto qualche sera fa ho seriamente rischiato di stirare un gatto del condominio, e per fortuna andavo pianissimo perché ormai ero arrivata a casa. Bravissimo tu che sei riuscito a salvare te, la bicicletta e pure il micio imprudente - ma a volte, ammettiamolo, sono delle vere mine vaganti.

wolfghost:
anch'io ho una certa allergia ai film italiani, e in particolare per la famosa "commedia all'italiana" che mi deprime sempre parecchio. Questo però è venuto proprio bene, forse perché era una specie di canto del cigno della commedia all'italiana, o forse perché erano tutti in stato di grazia. Insomma, da non amante del genere mi sento di consigliarlo.

@Eva:
Sì, la ricostruzione storica è ottima e trasmette bene l'idea di quel che era lo stato pontificio in quegli anni, nel suo letargo. Tutti gli episodi hanno alle spalle una fonte o una possibilità di essere avvenuti - salvo, immagino, la storia del carbonaio, che rientra in un particolare filone letterario.
E sappiamo tutti che le tastiere sono perverse!

Eva ha detto...

Grazie Murasaki per le belle recensioni dell'ormai Mitico Lunedì Film....ma lo sai che mi viene in mente la sigla di Lucio Dalla del Lunedì Film Rai?
...a proposito di Mito...un saluto al carissimo Dario Fo....😣

Murasaki ha detto...

@Eva:
Quest'anno davvero non si ripara!
Anche se Dario Fo, per lo meno, non è morto del tutto prematuramente.

Eva ha detto...

@Murasaki:
Vero,ha vissuto una Bellissima Vita.Grazie a lui e a Dio😊