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venerdì 5 agosto 2016

Boy, Snow, Bird - Helen Oyeyemi


Di questo libro avevo sentito come parlare come di una riscrittura della favola di Biancaneve ambientata nell'America degli anni 50. Siccome le favole mi piacciono molto me lo sono procurata quanto prima, iniziando tosto a leggerlo con blando interesse.
L'interesse si è presto evoluto in un saldo apprezzamento e poi in un entusiasmo travolgente fino a farmi guaiolare di piacere sulla conclusione - che per alcuni è il punto debole di un romanzo altrimenti piuttosto valido, ma che io personalmente considero la conclusione più appropriata verso cui tutta la vicenda tendeva fin dalla prima pagina.
Il mio giudizio quindi è di totale e completo apprezzamento, e questa recensione sarà ancora più emotiva del solito.
Sarà però il caso di piantarla di parlare per enigmi, anche se questo è un romanzo molto difficile da riassumere senza spiattellare i due colpi di scena che sono parte integrante della storia. Personalmente non ho nulla contro gli spoiler, ma credo che in questo caso andrebbero proprio evitati.

Prima di tutto: nonostante la copertina balorda dell'edizione italiana e quella più gradevole ma piuttosto gratuita dell'edizione americana questo non è un romanzo fantasy, e nemmeno di genere fantastico. E' invece un romanzo che tiene conto del fatto che "ci sono più cose in cielo e in terra di quanto sogni la nostra filosofia". Niente prodigi, niente magia e niente miracoli, ma piuttosto qualcosina qua e là che ci ricorda che il mondo non è fatto solo di apparenze concrete.
Non è un romanzo sugli specchi, anche se la linea genetica della protagonista principale, Boy, ha con gli specchi un rapporto particolare. Suggestioni? Messaggi dall'inconscio? Segnali da un mondo parallelo? Tenderei verso la seconda possibilità. Ma gli specchi hanno da sempre valenze piuttosto simboliche in letteratura, senza dover necessariamente scomodare Biancaneve o Alice che va nel paese delle meraviglie.
Biancaneve c'entra il giusto, e anzi non mi sembra venga mai nemmeno apertamente nominata. C'è una matrigna, in effetti, ma la storia parla principalmente del rapporto madre-figlia: ci sono molte madri (anche più di quel che sembrerebbe a prima vista) e anche un buon numero di figlie, ma pure nonne, sorelle e financo zie, oltre a qualche amica. E', questo sì, un romanzo a forte prevalenza femminile, ma non per questo i personaggi maschili stanno lì a fare da decorazione, inerti e passivi.

Il titolo è dedicato alle tre protagoniste: Boy, Snow e Bird sono infatti tre femmine. Sì, anche Boy. Non sono soprannomi, sono i nomi registrati all'anagrafe, quelli che compaiono sui loro documenti. Perché Boy è stata chiamata così risulta abbastanza chiaro nel corso del romanzo, e lo stesso vale per Snow. Quando a Bird, il nome è scelto dalla sorellastra Snow: Si deve chiamare Bird sia se è un maschio che se è una femmina. Bird come un uccello che canta e che vola. E Bird si mostrerà infatti una creatura piuttosto difficile da tenere in gabbia, e con un rapporto particolare col canto (anche se nel libro c'era già una cantante, ed era la madre di Snow) e anche col mondo "altro", quello al di fuori della realtà fenomenica. Parlando della fiaba di Cenerentola chiede Ma è una storia vera? Non dico il fatto della fata buona e del vestito che a mezzanotte ridiventa di stracci; questo lo so che è vero. No, dico di Cenerentola che spazza tutti i giorni la cenere e non la mette mai nel mangiare della matrigna o cose così... possibile che questo sia vero?
Il rancore infatti è un altro dei temi portanti del romanzo: il rancore, la sua forza e i vari modi per sfogarlo e/o superarlo. Come si esce da un incantesimo, chiede Boy, stremata ma non doma, verso la fine della storia. La saggia donna cui ha fatto la domanda risponde Un incantesimo dura solo finché la persona che lo subisce non è sinceramente e profondamente stufa di essere sotto quell'influsso. L'incantesimo svanisce appena la prospettiva che continui diventa agghiacciante. Qualsiasi psicoterapeuta le darebbe ragione, e altrettanto farebbero Gandalf e Silente, entrambi grandi sostenitori del libero arbitrio.
La chiave del romanzo infatti è che nessuno è inchiodato al suo destino, per quanto sembri senza via d'uscita e per quanto forti siano i traumi da cui questo destino ha preso forma: nel momento in cui ti stufi davvero di una situazione, riacquisti la possibilità di scelta e puoi cambiare la tua storia.

Dopo tanto straparlare provo a dare qualche elemento più terra terra.
La vicenda è ambientata negli Stati Uniti, tra gli anni 50 e gli anni 60. Boy è una ragazza che, dopo molti anni di maltrattamenti, scappa di casa, approdando in una cittadina del Massachusetts dove potrà costruirsi una nuova vita che la porterà tra l'altro a sposare un vedovo, il padre di Snow. La nascita della loro figlia Bird porterà però non pochi cambiamenti negli equilibri familiari e costringerà qualche scheletro a uscire dagli armadi per prendere aria.
Lettura piacevole e interessante, va bene per tutte le stagioni, tutte le circostanze e tutte le età sopra i quattordici anni (prima potrebbe risultare di difficile lettura, ma non necessariamente di difficile comprensione). 
Ai miei occhi però il libro ha il difetto di essere corto (sotto le 300 pagine) perché ne avrei preso volentieri qualche altra dose.

Con questo post sono particolarmente lieta di partecipare al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro felici vacanze a tutti gli altri partecipanti e a chiunque passi da qui.

13 commenti:

dolcezzedimamma ha detto...

Segno,segno...ormai sei una certezza ;-)

Stefania ha detto...

Lettura particolare, dunque! Ne prendo nota! Buon fine settimana!

Eva ha detto...

Grazie sempre!!
Segno-segno anche io😊

la povna ha detto...

Mi ispira moltissimo, grazie!

Melchisedec ha detto...

Allettante la tua proposta di lettura . 😀

dhaulagiri8167 ha detto...

Scrivo qui perché l'altro articolo è vecchio, filmato molto bello non so se lo avete visto, volevo proprio cercare le parole degli altri due, sapere cosa dicevano in quel momento così importante, si trova oltre alle parole addirittura un video, consigliatissimo:

https://www.youtube.com/watch?v=8_vGa3qqiFw

Eva ha detto...

Visto😊Ma non aggiungo altro,che Anna non ci sia più....pure lei...è una gran perdita.....Grazie del link.Ciao

wolfghost ha detto...

In effetti non è facile leggerti così entusiasta per un libro, evidente merita per davvero! "Solo 300 pagine"? Manco ci esce la prefazione, dai! ahahah :-D

Un caro saluto! :-)

www.wolfghost.com

dhaulagiri8167 ha detto...

@ Eva:
;-).

vanessa ha detto...

Ciao
Ispirata dalla tua recensione l'ho cercato in una biblioteca in montagna.... E volevo condividere con te amante delle biblioteche questa chicca: in valle d'Aosta in biblioteca puoi prendere anche gli e-book- lo trovo una cosa meravigliosa.
Poi per questa estate ho preferito buttarmi su libri veri cartacei (forse peccando di ottimismo verso le mie nottate) ma sapere che ci sia possibilità illimitata di e-book mi esalta.
(Non sono molto normale, entro in biblioteca con lo spirito con cui entro in un negozio di bon bon)

Ciao e buona estate
V

Murasaki ha detto...

Anch'io entro in biblioteca con lo stesso spirito, ed è una sensazione deliziosa ^__^
Complimenti alla Valle d'Aosta, ma vedo che è un fenomeno in via di espansione - addirittura stanno distribuendo finanziamenti, anche se non proprio a pioggia, per le biblioteche scolastiche elettroniche. Certamente in vacanza è davvero comodo, specie quando vai a passeggio per i boschi o stai in piscina. Con tutto il mio amore per il cartaceo, poi, c'è da considerare che così risolvi il problema delle restituzioni in ritardo e anche del logoramento dei libri.

vanessa ha detto...

Per le biblioteche scolastiche effettivamente è comodo ... Molti meno libri rovinati! Chissà come funzionano i resi.

Per me gli e-book sono stati salvici nelle fasi di addormentamento dei bimbi. Per evitare di dormire anche io e cercare di avere una vita dopo le 22. E come compagni di nottate movimentate. Anche se leggere un romanzo come Tess of the d’urbervilles di Thomas Hardy sul blackberry è veramente brutto.
Ma quello è l'ormai lontano ricordo della mia seconda estate da mamma (con duenne ammalata )
Poi è arrivata la tecnologia e mi sono data alle letture di blog. Tipo il tuo mi ha tenuto compagnia per quasi un anno di letture notturne 😀

Murasaki ha detto...

Ma che bello! Sono contenta che il mio blog venga letto (anche) di notte, perché è proprio di notte che viene scritto, spesso ^__^