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venerdì 17 giugno 2016

L'arduo apprendistato di Alice lo Scarafaggio - Karen Cushman


Il libro che presento questa settimana è ormai introvabile in libreria, ma molte biblioteche  lo conservano - e naturalmente esistono anche i banchetti dei libri usati, per chi come me ama questo tipo di caccia.
L'autrice è statunitense e ha avviato un piccolo filone di romanzi incentrati su ragazzine inglesi medievali dalle storie piuttosto particolari: romanzi di formazione, ma anche analisi dell'animo  femminile non banali, il tutto immerso in una realtà storica ricostruita con cura che contribuisce a dare forma all'intreccio. 
Il primo della serie è stato proprio l'arduo apprendistato, uscito in Italia nel 1997 con un titolo piuttosto lontano dall'originale(che, tradotto letteralemnet, sarebbe stato L'apprendista della levatrice). Nella biblioteca scolastica di St. Mary Mead è arrivato tanto tempo fa, grazie al concorso del Giralibro.
Siamo nel XII secolo e la protagonista all'inizio del libro si chiama Marmocchia - o meglio, la chiamano così gli altri. Non ha nome e, in effetti, non ha proprio nulla: è un orfanella sui dieci anni, malnutrita e vagabonda. Gira di villaggio in villaggio, campa (molto male) di espedienti ed è povera al di là di qualsiasi grado di povertà concepibile. Con l'esperienza ha scoperto che nei tumuli di immondizia fa abbastanza caldo per riuscire a dormire senza morire assiderata d'inverno, e questo le vale il soprannome di Scarafaggio. Quando esce da quei tumuli non è che le facciano gran festa, ma un giorno una levatrice di paese decide di prendersela come sguattera e quello per la piccola Scarafaggio è l'inizio di una vita che comincia ad affacciarsi sul limite della decenza. Quasi subito arriva anche un gatto rosso, randagio quanto lei, che le si affeziona senza un perché. 
Col tempo la giovane Scarafaggio si costruisce un identità, si prende un nome (Alice, appunto) e comincia ad imparare il mestiere di levatrice.
L'apprendistato della ragazza è più complicato di così e comprende varie tappe, fra cui una lunga permanenza in una locanda (dove lei e il gatto impareranno a leggere e a scrivere) e l'aiuto dato a un piccolissimo orfanello; terminerà solo quando Alice, ancora giovanissima ma resa saggia dalla sua varietà di esperienze, imparerà "come provare, rischiare, fallire e tentare di nuovo senza mai arrendersi" e insomma a vivere. Sempre col suo bel gatto vicino, che queste cose le sa probabilmente già da molto tempo, e che si rivela un fedele compagno, molto amante del formaggio, e che alla locanda di cui sopra finirà per dare il nome.
Si tratta insomma di un romanzo di formazione al femminile, che racconta la storia di una ragazza che cerca e trova il suo posto nel mondo seguendo un itinerario piuttosto particolare ma molto femminile (così come sono estremamente femminili i lavori che svolge, ovvero sguattera, aiutante della levatrice e cameriera).
Intorno a lei si sgrana il mondo piccoloborghese dell'Inghilterra rurale del dodicesimo secolo, prospero e tranquillo ma spesso implacabile verso chi è rimasto abbandonato al margine. L'ambientazione storica è ben curata e molto incentrata sulla vita quotidiana dei comuni mortali.

Pubblicato nel 1991, il libro ebbe molto successo e raccolse gran messe di premi e riconoscimenti. Altri ne seguirono, e furono molto apprezzati - ma non tutti ottennero la grazia di una traduzione in italiano, perché allora come ora gli editori di libri per ragazzi in grado di riconoscere un buon libro da un paracarri rosa non sono mai stati molti, e spesso quando trovavano qualche direttore di collana in grado di farlo avevano cura di litigarci dopo pochi anni.
Tornando a Karen Cushman, nel 1994 pubblicò Catherine (in Italia penalizzato da una copertina assai balorda) spassoso diario della figlia quattordicenne di un piccolo feudatario perseguitata da tate che cercano di farne una brava cucitrice e ricamatrice, amante della cultura, delle belle lettere e dell'avventura e  impegnatissima a scansare - anche con espedienti più che sleali -  la miriade di pretendenti che il padre cerca di rifilarle; in effetti,  più che un romanzo di formazione, il racconto di una continua fuga.
Più avanti ci furono La ballata di Lucy Whipple (dove l'ambientazione si sposta nel Nuovo Mondo) e Matilde Bone, ultimo romanzo tradotto in Italia e che spero di riuscire a recuperare.
Nonostante la buona qualità e il fascino molto particolare delle protagoniste - e nonostante abbiano lasciato un buon ricordo nei lettori e soprattutto nelle lettrici di quegli anni - non sono stati più ristampati, al contrario di molta roba che sarebbe stato davvero misericordioso lasciare immerso in un pietoso oblio.
Naturalmente non ce n'è più traccia nemmeno nelle antologie per le medie, ed è un vero peccato. Ma, grazie alle biblioteche, a tutto questo si può rimediare; e visto che sono libri ben scritti, interessanti, agili e con trame originali suggerisco a chi può e ha una fanciulla in fiore nei dintorni di fare un piccolo tentativo: potrebbe essere assai apprezzato.

Con questo post all'insegna del "si stava meglio quando si stava peggio" partecipo al Venerdì del libro di Homemademamma e ringrazio caldamente Linda per avere fornito una copia di Catherine alla biblioteca della scuola media di St. Mary Mead.

11 commenti:

vanessa ha detto...

Misteri delle biblioteche... A Seveso ne hanno 5 copie.
Ma perché? Sarà un errore di data entry o era un libro di testo?
Invece nella mia città che è grande il doppio non ce n'è nemmeno una.
Pero ci sono Ballata e Matilde bone
Quasi domani mi prendo Ballata visto che il mio gatto si chiama Whip a volte storpiato in whipples
V

Murasaki ha detto...

@Vanessa:
Chissà per quale motivo a Seveso han sentito un tempo questo gran desiderio di scarafaggi... Magari davvero qualche insegnante lo ha richiesto per la sua classe? Però a volte le biblioteche, per fare posto, eliminano i libri che non sono più chiesti da almeno cinque anni per tenerne solo una copia per zona, da dare con il prestito interbibliotecario...

Linda_chi? ha detto...

"Catherine" è tra i libri più divertenti che ho letto e che ho letto perché incuriosita e contagiata dall'entusiasmo di un'insegnante-bibliotecaria che di letteratura per ragazzi (e di letteratura tutta) se ne intende assai. Non dimenticherò mai le risate fragorose in metropolitana e la gente che cercava di sbirciare il titolo del libro... ^__^
"Alice" non lo conosco, ma spero che mi capiti tra le mani!

Murasaki ha detto...

Catherine è un libro molto divertente (cosa che Alice non è), e l'autrice ha diverse corde al suo arco.
L'ho messo tra i consigli di lettura per le prime - e non avrei mai potuto metterci sopra le mani senza di te ^__^

Eva ha detto...

....e la Gasperini l'ha mai letta nessuno?
...eddajie un altro libro curioso questo "alice"...e pure "catherine"!
Siete sempre prodighe di consigli libreschi sorprendenti!
Ciao

Murasaki ha detto...

Sì che l'ho letta, ma mi piaceva più come opinionista che come romanziera - per quanto descriva molto bene gli anni 60 e 70.

Eva ha detto...

Oh beh io l'ho letta che avevo neanche 20 anni, un'amica mi aveva prestato i libri, tutti sgualciti e consumatissimi....non li avevano più pubblicati e lei era incavolatissima.
Fino a qualche anno fà...mi apre che al momento si trova di nuovo qualcosa.
Ho letto solo "noi e loro" ed "io e loro".
Questa mia amica da ragazzina è andata a ricercare la casa delle vacanze della Gasperini ed ha conosciuto i figli ed i nipoti...mi fece morire dal ridere quando mi descrisse l'incontro con il figlio Massimo, il"Pop" del libro: lei gli corse incontro e lo abbracciò frignando "oh Il Poooop...il Pooooop"!!
Ok buona notte ;-D

Murasaki ha detto...

Quei due devo averli letti anch'io, ed erano molto carini ^__^ Ma è vero che dopo la morte è stata molto dimenticata dagli editori, mentrre chi la leggeva non l'ha affatto dimenticata.
Magnifica, la storia del pellegrinaggio!

Eva ha detto...

La storia del pellegrinaggio è sempre parte del mio "personalissimo" Libro Cuore eheheheheheh

Stefania ha detto...

Ciao. L'ho appena letto anche io e devo dire che mi è piaciuto. Io non mi tiro mai indietro davanti a libri per ragazzi, pur essendo un tantino fuori quota. E quando sono ben scritti è sempre un piacere.

Murasaki ha detto...

@Stefania:
Son contenta. E' un peccato che questa autrice sia stata dimenticata, e che questo libretto - che in realtà funziona benissimo anche per lettori adulti, come hai notato - non venga più stampato, chissà perché ^__^