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venerdì 27 febbraio 2015

Il nostro amico inconscio

Nella Prima Effervescente la lezione di storia è appena cominciata; gli scolari stanno cercando la pagina del libro, quando Biondello alza la mano:
"Prof, volevo dirle: mio fratello ha fatto la tesina per l'esame di stato sull'inconscio...."
Annuisco cortesemente, domandandomi in cuor mio che cazzo c'entrano sia suo fratello che l'inconscio con gli ungari e la battaglia di Leichfeld (argomento su cui è prevista un interrogazione).
Biondello continua:
"E c'era uno di quelli che studiano queste cose che diceva quel che diceva lei ieri sugli iceberg".
Eh?
"Cioè che l'inconscio funziona come gli iceberg, i sette ottavi stanno sotto".
(Sulla percentuale degli iceberg che rimane sott'acqua si era invero aperta una ampia discussione il giorno prima: giurerei che ho sempre sentito dire che sono i nove decimi, ma in classe sostenevano sia la teoria dei sette ottavi che quella degli otto noni. In ogni caso il collegamento Internet una volta tanto funzionava, così alcuni bellissimi iceberg avevano dato un bel tocco azzurrino alla lezione)
"Ecco, le volevo chiedere... che cos'è l'inconscio?".
"Accidenti a te, perché non l'hai chiesto a tuo fratello, che a questo punto qualcosa sull'argomento deve ben saperla?" penso in cuor mio. Ma mi guardo bene dal dirlo.

Tra i tanti incerti del nostro mestiere c'è anche sentirsi chiedere di primo mattino cos'è l'inconscio, mentre i tuoi pensieri sono protesi verso Rollone duca di Normandia e Guglielmo il Conquistatore (o il Bastardo, a seconda dei punti di vista). Specialmente i primini adorano sorprenderti con questo tipo di vaste domande.
La classe segue con deplorevole attenzione i miei pasticciati tentativi di spiegare cos'è l'inconscio. Apprezzano. Le cose che non ricordiamo, le cose di cui non siamo consapevoli, i sentimenti che neghiamo di provare...
I sogni. Arrivata ai sogni comincio seriamente a temere che la lezione ormai sia andata: tutti si sporgono per fare domande, raccontare sogni, ricordare sogni, l'interpretazione dei sogni con i numeri del Lotto...

Poi avviene il miracolo. Con un abile colpo di coda qualcuno ritorna a storia - che era la materia di quel giorno.
"E quel sogno di quell'imperatore che aveva sognato la croce..."
Il sogno di Costantino. Citato quasi di striscio quattro mesi fa.
Se lo ricordano. 
Sono commossa.
"Non sappiamo se il sogno di Costantino veniva dal suo inconscio. Nell'antichità i sogni erano ritenuti magici, li inviavano gli dei. Dio, in questo caso. Ma in fondo non sappiamo nemmeno se davvero Costantino ha fatto questo sogno, o se gli tornava più comodo dire così...".
La lezione sta tornando lentamente nei suoi binari. Una piccola deviazione sui sogni profetici, poi gli imperatori come messaggeri della volontà di dio, e da lì tornare ai vichinghi è quasi semplice. Riesco perfino a fare non una ma ben due interrogazioni.

Ho visto molte lezioni deviare improvvisamente e immergersi in argomenti completamente diversi da quelli scelti dal docente, soprattutto nelle classi prime. E soprattutto nelle prime non sempre il docente ha il coraggio di riportare l'avventurosa scolaresca assetata di conoscenza e ricolma di domande come una torta è ricolma di crema sul banale sentiero del programma. Almeno, per me è difficile, e già mi considero un mostro di bravura se riesco a impedire che la discussione si trasformi in un immane bolgia dove tutti parlano uno sopra l'altro.
E' la prima volta però che vedo una classe che spontaneamente rientra nei binari, per di più nei binari della materia giusta - perché eravamo, anzi erano partiti dagli iceberg, che sono argomento di geografia, ma adesso siamo a storia, a parlare di Rollone duca di Normandia.

La Prima Effervescente è, invero, una classe molto particolare.

2 commenti:

acquaforte ha detto...

Quanto amore verso gli allievi traspare dai tuoi scritti! Dovresti raccogliere in un libro le tue Cronache. Ti sento molto simile a Pennac, nella scrittura s'intende.
Il nostro inconscio emerge sempre, per quanti sforzi facciamo a tenerlo sotto controllo.

dolcezzedimamma ha detto...

...a volte capita, dai! Di rado, ma capita...e com'è bello quando succede!