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lunedì 8 settembre 2014

L'orrendevole e drammaticissima Saga del Registro Elettronico - 3 - Ve' la tragedia mutò in commedia

Nel Ballo in Maschera di Verdi per un attimo si sfiora la commedia (anche se poi non va a finire niente bene)

Venne infine il giorno in cui i timorosi insegnanti dell'Istituto Comprensivo cui fa capo anche la scuola media di St. Mary Mead conobbero infine il temutissimo Registro Elettronico. 
L'ingegnere che doveva presentarcelo arrivò con un pizzico di ritardo, scaldò la platea con  tre o quattro battute di cui forse perfino il nostro ex Presidente del Consiglio si sarebbe vergognato e infine passò a parlare del Registro Elettronico 2.0 di Argo, nuova versione rielaborata sulla scorta delle critiche di chi lo aveva usato negli anni passati.
A titolo di esordio, costui ci spiegò come qualmente il registro elettronico non sia affatto obbligatorio, e naturalmente una scuola che decidesse di imbarcarsi in siffatta avventura dovrebbe prima di tutto assicurarsi di avere una buona connessione a internet, stabile e affidabile - e un lieve brusio passò sulla platea, come una brezza leggera su un prato in estate, ma nessuno commentò ad alta voce perché volevamo sapere com'era il mitico registro elettronico, stante che com'era la nostra connessione lo sapevamo benissimo.
Poi l'ingegnere ci descrisse la procedura di accesso, spiegandoci che era stata molto semplificata dopo le gran lamentele ricevute - e in effetti dalla descrizione adesso sembra semplice e rapida (se c'è la connessione, certo).
Come firmare, come segnare gli assenti, come segnare i ritardatari, come segnare le giustificazioni, come segnare le note disciplinari, dove scrivere che X deve ancora riportare il tagliando dello sciopero firmato; e mentre l'ingegnere parlava, in tanti cominciammo a considerare che, qualora e caso mai la connessione avesse funzionato, il registro elettronico, lungi dall'essere uno strumento di tortura della peggior specie, sarebbe persino potuto risultare uno strumento più ordinato di quello su carta - se non altro perché quanto scritto da taluni colleghi dalla scrittura assai ingarbugliata sarebbe diventato infine chiaro e comprensibile.
Abbiamo ascoltato pazienti, fatto domande accorte e chiesto chiarimenti, prendendoci il nostro tempo perché volevamo sapere e capire; ma in cuor nostro tutti friggevamo, aspettando il momento della descrizione del registro personale - insomma, quello dove Argo non ci avrebbe più permesso di mettere cinque meno e otto più.
Ma al momento dell'entrata in scena di Sua Capricciosa Maestà il Registro Personale ci è stato assicurato che i voti si possono scrivere con tutti i più e i meno che ci pare (sullo schermo che immortalava le gesta di una classe immaginaria apparivano alcuni sei, qualche sette, un dieci meno, un cinque più, un sette e mezzo e via dicendo (la Preside ha provato a dire qualcosa ma nessuno se l'è filata), oltre alla possibilità di inserire note di tutti i generi e tipi, visibili o non visibili alle famiglie a nostra scelta, nonché sigle e simboli a piacer nostro per censurare qualsivoglia mancanza didattico-disciplinare in cui ai nostri sventurati alunni avvenga per caso di incorrere (o per segnalare qualsiasi progresso o prodigio compiano gli alunni in questione, naturalmente). In effetti, dopo i registri personali su carta con sempre meno spazi e copertine sempre più orrende, più che un registro elettronico ci è sembrato l'Eldorado.
Addirittura l'ingegnere ci ha assicurato che disporremo di ben tre bacheche, una per i docenti, una per la classe e una per la scuola, in cui potremo scrivere quel che ci parrà più opportuno, in caso anche allegando file.

Ad ogni racconto delle mirabilie che il Registro Elettronico finalmente ci permetterà, rendendo Facebook e Whatsapp ruderi inutili quanto obsoleti, i sorrisi si allargavano, i cipigli si spianavano, gli sguardi si illuminavano; ma nessuno ha avuto modo di provare il giocattolino nuovo durante il fine settimana, perché il server è rimasto chiuso per lavori - sì, proprio quei lavori che permetteranno alfine al bellissimo Argo 2.0 di fare la sua rutilante apparizione in rete tra qualche giorno, bello e splendente come una principessa al ballo.
Perché Argo 2.0 è bello, buono e bravo e gli manca solo di farci il caffé la mattina e portarcelo a letto, ma al momento non ha fatto ancora il suo debutto nel reale mondo virtuale (si dice così?).

Pieni di fiducioso ottimismo abbiamo guadagnato l'uscita;  e tale è il nostro garbo e tanto salda la nostra buona educazione che nessuno di noi ha salutato la Preside col gesto dell'ombrello e il grido "Sette più si può, sette più si deve!".

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