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venerdì 19 settembre 2014

L'arte della guerra - Sun Tzu


Di questo libro esistono decine di centinaia di edizioni, dai sei euro in su. La copertina che ho scelto è quella dell'edizione Einaudi, che è più chic (e anche piuttosto costosa); invece la versione che mi portai a casa qualche anno fa costava  una decina di euro, con un ulteriore trattato cinese sulla guerra incluso.

Non so niente di storia cinese, non ho letto quasi niente di letteratura cinese e di mestiere non faccio il generale né l'ufficiale di stato maggiore, ma appena vidi il libro mi accorsi che avevo sempre desiderato un trattato cinese sull'arte della guerra e, dopo avere a lungo esitato fra tre diverse edizioni, infine ne scelsi una che portai a casa e divorai in gran fretta.

Si tratta, scoprii in seguito leggendomi diligentemente l'introduzione, del più antico trattato militare conosciuto, ed è stato scritto intorno al V secolo a.C. da un generale cinese.
Da allora ha conosciuto una fortuna ininterrotta ed è stato usato come guida non solo per le cose di guerra, ma anche per la gestione industriale, le strategie di vendita e un sacco di altre cose che a prima vista mal si accordano con un trattato militare. Ma, dopotutto, cos'è la vita se non una grande guerra, combattuta ogni giorno da tutti noi nelle situazioni più impensate?

Di fatto L'arte della guerra è un trattato militare scritto in quel tono assorto e filosofico molto orientale che dietro i suoi continui riferimenti al Tao e agli elementi offre una quantità di spunti di riflessione estremamente concreti. 
La guerra è un affare importante, e come tale va gestita e soprattutto accuratamente pianificata. Occorre calcolarne con precisione le spese, organizzare bene le truppe in modo da poterci fare affidamento e poter contare sul loro attaccamento agli ufficiali, organizzare con cura gli attacchi...
Ecco, appunto: non solo occorre organizzare con cura gli attacchi che conduciamo noi, ma anche quelli che farà il nemico. Il nemico va osservato con grande attenzione, aggirato e raggirato in tutti i modi possibili e soprattutto colto sempre alla sprovvista, ingannandolo e sorprendendolo.
L'esercito non si valuta solo in base al numero delle sue truppe. Dovete calcolare le vostre forze, analizzare quelle del nemico, e trovare il modo per sconfiggerlo. Chi manca di capacità strategica e attacca comunque il nemico verrà certamente sconfitto.

Perchè ci sono casi (ad esempio quando sono in gioco gli interessi del regno) in cui quel che conta non è partecipare, ma vincere. E per vincere è importante muoversi con cautela, usare molta astuzia e arrecare pochi danni, a sé stessi prima di tutto ma a volte anche al nemico - anche perché un nemico incastrato senza via d'uscita può farti molti, molti danni.

Il buon generale è quello che conosce bene le sue truppe e le organizza e  dirige in modo da poterci fare sempre affidamento, ma che sa anche evitare o rimandare lo scontro se le condizioni sono troppo sfavorevoli, non si infila in situazioni senza via d'uscita; insomma, sa quando combattere e quando scivolare via con discrezione, magari trovando il modo di farsi inseguire fino ad arrivare su un terreno molto più favorevole alle sue truppe. Il buon generale combatte per vincere, non per acquistare gloria o reputazione* - e dunque non si limita a sfruttare le situazioni favorevoli, le crea, con un paziente lavoro di studio ma anche con molta creatività: non a caso questo è un trattato sull' arte della guerra, non su come guidare un po' di truppe arrangiandosi con quel che c'è e sperando nella buona sorte.

Per stimolare il caos è necessario possedere un saldo controllo; per creare l'illusione della paura bisogna avere coraggio; per fingere debolezza si deve essere forti. Ordine e disordine richiedono capacità di controllo delle truppe (...) 
Perciò chi eccelle nell'arte di costringere il nemico a muoversi come vuole realizza una configurazione delle sue truppe che costringe l'avversario a reagire. Offre una possibilità che il nemico è costretto a cogliere.

I modi di farlo sono infiniti, ma oltre al tocco di creatività che può portare il buon generale a trovare una soluzione originale occorre basarsi su una grande capacità di valutare bene di tutti gli elementi in gioco: i nostri come quelli degli avversari e quelli esterni - oltre, naturalmente, alle circostanze dettate dal caso.

Tutto ciò costituisce ampia materia di riflessione per chiunque occupi una posizione di comando - non importa essere un generale o un presidente del consiglio, basta essere un modesto capufficio o l'assessore allo sport di un piccolo comune - ma anche molto meno, per esempio un capofamiglia o un insegnante. Ma chiunque dispone in ogni caso di un piccolo (e non sempre piccolo, in verità) schieramento di forze su cui deve fare affidamento per destreggiarsi nell'esistenza, ovvero sé stesso; ed esaminare con cura il terreno degli scontri, gli avversari e i possibili alleati è comunque utile regola sempre e comunque. Per questo il trattato di Sun Tzu nel corso dei secoli è stato tante volte riscritto e adattato ai casi più disparati, e sempre con risultati interessanti.

Si tratta di un classico libro da comodino, da aprire e rileggere e riguardare spesso, perché ha sempre molto da consigliare in un infinità di circostanze.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro a tutti, oltre che un felice fine settimana, molte e consistenti vittorie, tutte ottenute senza alcuno spargimento di sangue ma con grandi vantaggi personali.

*e tanto meno per fare le scarpe agli ufficiali del suo stesso esercito. Ma questo è un caso che Sun Tzu evita signorilmente di considerare, accennandovi solo in modo molto indiretto - del resto non sarebbe credibile pensare che, nonostante tutta la saggezza orientale di cui l'intero trattato trabocca, il problema non fosse ben presente anche negli eserciti della Cina del V secolo s. C.

9 commenti:

la povna ha detto...

Un singolare libro da comodino, eppure concordo con te sulla sua utilità in questo senso. E, in un modo tutto suo, mi sembra un libro molto Murasaki-style...

dolcezzedimamma ha detto...

...quindi, praticamente, dobbiamo leggerlo per imparare a destreggiarci fra alunni, colleghi e Autorità Massime...llll

Stefania ha detto...

Sono sincera... a pelle non mi attira per niente ma la tua disquisizione in merito mi fa ricredere.

Perdin.Dirigente ha detto...

Mi consigliarono di leggerlo durante la preparazione al concorso per dirigente ;-)

Mamma Avvocato ha detto...

Proprio quello che mi ci vuole in questo momento!
E poi a me le armi (quelle bianche, non quelle da fuoco), mi piacciono molto...bellissima la tua recensione!

Murasaki ha detto...

@la povna:
estremamente Murasaki-style: noi dame hejan siamo sempre state molto sensibili al fascino della cultura cinese, anche se l'abbiamo vissuta un po' a modo nostro ^__^

@Dolcezze:
credo che leggerlo aiuti a destreggiarsi in mezzo a qualsiasi cosa, in verità - non tutti ci sono avversari, ma tutti possono tornarci utili, spesso senza subirne alcun danno ^__^

@Stefania:
una cosa ti posso assicurare: se lo leggi non ti prenderà molto tempo. E' davvero breve, anche se un po' concentrato :)

@Palmy
era un ottimo consiglio. Ma, più che per il concorso, secondo me serve leggerlo DOPO - perché le insidie nel tuo lavoro sono davvero innumerevoli e sempre all'erta...

@ Mamma Avvocato:
di sicuro è stato scritto quando le armi erano ancora più bianche dei mulini :)

wolfghost ha detto...

Molto interessante :-) Certamente la guerra è spesso una metafora del vivere quotidiano e, immagino, diverse "applicazioni" sono replicabili. Da cui l'interesse sempre vivo per libri come questo ;-)

www.wolfghost.com

Linda_chi? ha detto...

"Ad ogni libro il suo lettore", in qualsiasi modo gli arrivi (aggiungo). Credo molto nelle leggi di Ranganathan e, a distanza di tanti anni, trovo che siano ancora attuali e bellissime. Trovare un libro e scoprire di averlo sempre desiderato è così emozionante...

Murasaki ha detto...

@Wolf
Come sono fatti questi trattati lo sai meglio di me ^__^
Quando li leggo, mi ritrovo sempre immersa in una spirale di riflessioni, considerazioni, paragoni che allunga la lettura, ma si rivela molto fertile.

@Linda:
Sì, è una sensazione speciale, come aprire il frigo e trovare un intero pollo in galantina tutto per me ^__^