Sin dalla sua prima visita, Bilbo si è sempre trovato molto bene a Gran Burrone
(sì, quelle sullo sfondo sono attrezzature sceniche. Anche l'asse in primo piano, mi sa)
E infatti proprio lì Bilbo si è insediato in pianta stabile, dopo breve peregrinazione. Lo ritroviamo nel Salone del Fuoco, seduto tranquillamente in un angolo, una poesia in mano da finire di ritoccare, una ciotola e un po' di pane accanto a lui come cena.
Ha assistito Frodo insieme a Sam ma non c'era al momento del risveglio e non ha partecipato al banchetto perché "quel genere di cose non lo attira più tanto"; proprio lui che ha salutato la Contea con una delle più colossali abbuffate che la storia hobbit ricordi, adesso preferisce uno spuntino accanto al fuoco per dedicarsi con più calma alla sua canzone.
L'inquietudine è sparita, ora che ha lasciato l'Anello; è tranquillo, un po' invecchiato; le sue canzoni non sono più inni al bagno caldo o alla cena dopo una lunga passeggiata, ma poemi sulle antiche storie elfiche; il suo Libro Rosso non è andato molto avanti (e infatti sarà Frodo a completarlo).
In pratica: ha smesso di scrivere romanzi ed è occupato a scrivere... il Silmarillion*.
Adesso sa cos'è quell'Anello che ha incautamente maneggiato con tanta confidenza, e soprattutto ha capito in che razza di trappola ha messo il suo amato nipote adottivo. E gli dispiace.
L'Anello ha ancora un'ombra di potere su di lui: quando Frodo glielo mostra (malvolentieri) succede Qualcosa, e improvvisamente Frodo vede ...
Non è chiaro se la trasformazione in un vecchio adunco e rapace con la mano tesa verso l'Anello è un'immagine proiettata da Frodo o è quel che Bilbo effettivamente diventa davanti al suo ex-tessoro, ma qualcosa comunque succede, ed entrambi lo percepiscono chiaramente.
La storia cambia a seconda del momento in cui la guardi, e adesso Bilbo sa che il momento culminante della sua vita non è stato - come aveva creduto un tempo - affrontare un drago saldamente insediato sul suo letto d'oro, ma la gara di indovinelli con cui aveva vinto un anello a un piccolo mostriciattolo che meditava apertamente di mangiarselo. E' con una certa vanità che racconta al Consiglio di Elrond di come l'Anello è diventato suo. Addirittura, si offre di completare quel che ha iniziato, portando l'Anello a Mordor, nel tentativo di risparmiare Frodo - che è, come sanno quasi tutti al Consiglio, il Predestinato: perché chi ha avuto compassione perfino per Gollum può ben avere compassione per il suo amato nipote, che è finito in quel pasticcio per colpa sua.
Ma Bilbo è troppo vecchio per affrontare l'impresa, senza contare che sarebbe pericoloso affidare di nuovo l'Anello a qualcuno che l'ha già posseduto e forse non se ne è mai completamente liberato (come infatti è); il vecchio hobbit ha recitato tutta la parte che gli spettava ed è ormai fuori dal gioco. "La tua parte è terminata, ed il compito che ti rimane è quello del narratore*" stabilisce Gandalf, e Bilbo non insiste perché sa che lo stregone ha ragione. "Suppongo di non avere più forza e fortuna sufficienti per trattare con l'Anello" ammette "Lui è cresciuto e io no". Che mi sembra una bellissima risposta, oltre che un'analisi molto precisa della situazione.
Bilbo però trova un altro modo di aiutare Frodo, regalandogli i due cimeli più cari della sua antica avventura: la spada Pungolo (che in realtà sarebbe Pungiglione), made in Gondolin, e la cotta di mithril che a suo tempo Thorin gli ha regalato, entrambi oggetti dall'enorme valore materiale ma soprattutto di grandissima utilità.
La meravigliosa cotta di mithril, leggera come una camicia, forte e impenetrabile più di qualsiasi corazza, elegantissima con le sue decorazioni di diamanti e preziosa oltre ogni calcolo umano e hobbitiano si rivelerà per Frodo un enorme aiuto, dandogli una protezione ineguagliabile. Pieghevole come lino, fredda come ghiaccio, dura più che l'acciaio... Da sempre occupa i miei sogni, con quel rumore leggero di ghiaccioli tintinnanti e quel colore di metallo chiaro e lucente, bianco-argento. Elegante e pratica nello stesso tempo, leggera e resistente, lucente eppur discreta. Frodo la porterà con la stessa nonchalance di Bilbo, perché, come Bilbo, sa che le cose davvero preziose sono altre.
*E di queste ciambelle al miele da gettare in bocca al critico letterario, Tolkien ne semina parecchie nel romanzo, quando parla di Bilbo. Sei d'accordo, povna?
4 commenti:
Assolutamente d'accordo. La ciambella era già pronta in parte nello Hobbit, del resto, con quel gioco meta-letterario che spinge il lettore a chiedersi, a fine libro, se quello che sta leggendo non sia per l'appunto il libro di memorie di Bilbo, con quel titolo "Andata e ritorno", che fa capolino...
Non solo: poi Bilbo, come ci dicevamo qualche tuo post fa, se ne va e con questo sceglie di passare a un ruolo compiutamente narrativo, e qui, a Gran Burrone, il luogo-repertorio delle grandi narrazioni per eccellenza (che cosa è il Consiglio di Elrond se non un grande convegno di racconti intorno al fuoco istituzionalizzato, in fondo?) il suo ruolo viene metaletterariamente sottolineato.
E infatti la narrazione, la parola, la necessità di tornare per raccontare per qualcuno diventa poi anche per Frodo e Sam il talismano più prezioso... (ma se sei d'accordo di questo riparliamo quando ci arriviamo, che ne dici?).
In ogni caso qui, sono d'accordo con te, il Tolkien critico letterario si deve essere divertito tantissimo: del resto lui, studioso di filologia romanza, sapeva bene che l'epica funziona così (e il modello dell'Odissea, con Odisseo, Demodoco e gli apologhi è lì dietro l'angolo, peraltro!).
Ti(Vi) prego continua(te).
Leggere te e Povna apre la mente a una rilettura che potrebbe essere l'ideale in vista di un lungo viaggio aereo :-D
E però pure Gandalf "dallo a Frodo": ma che consigli dà al povero Bilbo!?!
@ povna:
Vero, il Consiglio di Elrond è fatto soprattutto di racconti (anche perché quei disgraziati già lo sanno, chi è che dovrà togliere le castagne dal fuoco a tutti loro, quindi non c'è nulla di serio da decidere). E oltre che medievista, Tolkien è anche un appassionato di epica ^__^
@ viv:
Diamo forse l'aria di voler smettere? :)
@ Linda:
Assolutamente d'accordo! D'altra parte, a parzialissima attenuante per Gandalf, lasciarlo ai Sackville-Baggins forse nonsi sarebbe rivelata un'opzione delle più vincenti (per quanto, uno scontro tra Lobelia e i Cavalieri Neri, chissà...)
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