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martedì 5 gennaio 2010

Orgoglioso e perspicace, uomo di assai alto lignaggio



Ed ecco Gandalf che va a Minas Tirith
(raramente ho visto un paesaggio più toscano di così).


Dopo più di 600 pagine che ne sentiamo parlare fino allo sfinimento, finalmente vediamo Minas Tirith. La bella città del Sole però non è nella sua veste migliore: ormai da tempo è praticamente una fortezza, ma adesso è una fortezza che aspetta un grande attacco. Via le donne e i bambini dunque, e tutti a fortificare mura e difese, con grande e legittimo timore che comunque non basti a fermare il Nemico.
A capo di questa fortezza bella e indomita c'è Denethor, il Sovrintendente, uomo di sangue numenoreano quasi puro e di rara antipatia che se la tira infinitamente. Gandalf insiste, presentandolo a Pipino, sulla sua perspicacia - e fa davvero bene a insisterci perché in presenza di Pipino (e del lettore) il nobile Denethor non fa niente di sensato ed è dunque opportuno spiegare come ha fatto Minas Tirith a restare in piedi nonostante il sovrano che si ritrovava.
Cupo, lunatico, enigmatico e sarcastico, l'uomo perspicace e di alto lignaggio passa il suo tempo seminando frasi tese ad esaltare la sua superiore conoscenza e intelligenza del nemico e a sottolineare la suprema stoltezza altrui; nei ritagli di tempo cencia attivamente il figlio rimastogli, l'ottimo Faramir. Nel giro di mezzo capitolo infatti:
- lo rimprovera di essere vivo mentre Boromir è morto
- lo rampogna aspramente perché non ha portato a casa l'Anello, che avrebbe fatto da talismano a Minas Tirith, dove nessuno lo avrebbe adoperato se non, si capisce, in caso di estrema necessità (seee...)
- lo spedisce a rotta di collo in un'impresa dichiaratamente impossibile e pure un tantinello inutile.
Dopo quest'ultima prodezza, perfino i sudditi cominciano a considerarlo con una certa perplessità. Ma il meglio deve ancora venire...

2 commenti:

Thiliol Calime ha detto...

eheheh su Denethor si potrebbe scrivere un libro o un'intera enciclopedia, uno dei personaggi più interessantia mio parere (nonostante lo avrei buttato personalmente giù dalla Torre di Echtelion se non ci avesse pensato già da solo). Vorrebbe essere Re, sa di averne sia le capacità che il lignaggio, ma non può e nella sua sete di conoscenza cade nel tranello del Nemico e nella disperazione, perdendo così non solo la sanità mentale ma anche la sua sapienza. Troppo orgoglioso per accettare che il vero Re arrivi a fregargli il posto....insomma Denethor ce le ha un pò tutte e sta sulle scatole un pò a tutti (Gandalf in primis) però rimane un personaggio chiave.

Murasaki ha detto...

Bella analisi. Sì, sarebbe da scriverci un libro, su Denethor. Sarebbe da scrivere un libro su molti dei personaggi di ISDA, ma di solito tutti sono troppo occupati ad analizzarne la filosofia o a interpretarlo in senso religioso. I critici si sprofondano nei nassimi sistemi, ma quel romanzo è anche e soprattutto un ingranaggio narrativo perfetto e Denethor, facendo tutte le sciocchezze che fa, svolge anche molte utili funzioni narrative, oltre a fornirci un ritratto fantastico di padre-padrone...