Nei tre anni delle scuole medie ad ognuna delle creature mutanti che ci vengono assegnate capita in sorte di chiudersi in un bozzolo e poi uscirne - almeno una volta, abbastanza spesso due. Il fenomeno è senz'altro faticoso, ma la cosa più curiosa è che chi lo attraversa lo fa senza esserne consapevole. Ho un'ottima memoria, ma ricordo benissimo di non ricordarmene, né ricordo che qualcuno me l'abbia mai raccontato. Più avanti nella vita le metamorfosi sono molto più consapevoli.
Di solito i genitori osservano solo che "il ragazzo sta cambiando" - ma i genitori, vivaddio, non passano il tempo a interrogarti o a leggere quel che scrivi. Se in una normale conversazione sul tempo, la politica, il fatto che stai troppo alla playstation o l'ultima storia di Naruto l'esposizione del figlio non è logica, sintetica e brillante come al solito, il genitore non ci fa gran caso - anche perché non si preoccupa di classificare ogni intervento della prole in base agli indicatori OSA o agli obbiettivi formativi, cerca solo di godersi il tempo passato con il figlio (almeno si spera). Inoltre, spesso è troppo occupato a colpevolizzarsi e/o crearsi alibi per riuscire a osservare spassionatamente la carne della sua carne.
Quanto agli amici... mah, gli amici stanno entrando o uscendo dalla crisalide come te. E poi anche lì la comunicazione avviene su altri canali.
Da dietro la cattedra invece il fenomeno è molto evidente. Chi li interroga o corregge quel che scrivono si ritrova per forza di cose a constatare che lo Svagato da qualche tempo fa particolarmente onore al suo nome e Hermione Granger ha una scrittura incomprensibile e risponde fischi per fiaschi.
Dovrebbe essere l'età della crescita e dell'evoluzione ma improvvisamente i ragazzi involvono. Rispuntano vecchi errori di ortografia faticosamente debellati e addirittura ne spuntano di nuovi, le frasi diventano confuse, la calligrafia si attorciglia, le ragazze mettono su quell'orribile scrittura a festoni dove M, N e U si confondono in un'unica marmellata che non prende un senso nemmeno quando lo sventurato insegnante si mette a contare pazientemente tutte le zampette - perché va tenuti conto che spesso le I perdono i puntini e le T si abbassano improvvisamente, senza contare che le A e le O, che si sono sempre molto somigliate, cominciano a confondersi anche con le E. In compenso molti maschi adottano scritture talmente microscopiche che l'insegnante, in preda al mal di testa, arriva a contemplare l'acquisto di un paio di occhiali nuovi.
Tutti, maschi e femmine, diventano più insofferenti e vittimisti. Dal loro punto di vista la cosa ha un senso: hanno l'impressione di lavorare come prima, e non riescono a capire perché improvvisamente tutti i professori sbuffano appena loro aprono bocca, mentre quel che scrivono ritorna sempre indietro coperto da varie, indignatissime correzioni. In realtà lavorano un po' meno di prima, ma soprattutto sono molto meno concentrati, però non ne sono consapevoli. Per forza di cose, quelli che protestano meno sono quelli che han sempre lavorato poco, e che a vedere le annotazioni indignate sui compiti si sono abituati e ci si tormentano il giusto. Gli altri, quelli abituati a studiare e ad essere di ciò adeguatamente remunerati, vi cominciano a guardare con antipatia, più raramente con aria di scusa. E proprio non capiscono cosa c'è che non va.
In effetti la cosa ha un senso: provateci un po' voi, a guardare attraverso la parete di una crisalide, e ditemi se vedete tanto chiaro. Provate voi a concentrarvi mentre tutte le forze del vostro organismo sono impiegate per costruire il filo per il bozzolo. Provateci voi a studiare mentre l'organismo, stanco dopo il lungo sforzo, si immerge in un piacevole letargo rigenerator... (ronf... ronf... ronf...).
Una mattina la crisalide si apre. Lo scolaro si scrolla le ali ancora un po' bagnate (e nel frattempo cambia di nuovo scrittura) si asciuga un attimo al sole, si pettina le idee e riparte non da dove era rimasto, ma da un bel pezzo avanti.
L'insegnante fa appena in tempo a rallegrarsi della cosa che già le sue attenzioni sono assorbite da Cuorcontento e Riservata, che han lasciato a mezzo il compito di matematica, infilato una singolare serie di scemenze in quello di inglese, spostato l'Unità d'Italia nel 1848 e avviato una simpatica collezione di stò, fù, quà e via sgrammaticando.
Perché non gli viene nemmeno in mente di sintonizzarsi, alle nostre farfalline.
(Ad averci un bel pannello di polistirolo e qualche spillo...)
3 commenti:
lo diceva il mio prof di Scienze dell'educazione alla SSIS: sono impegnati in altri compiti evolutivi...
bella pagina, la condivido in pieno e mi è piaciuto leggerla; conffermo che da genitore non la posso individuare, impegnata come sono nell'improbo compito di colpevolizarmi/alibizzarmi etc
scusa i refusi dovuti a fretta nello scrivere, a presto!
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