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venerdì 24 ottobre 2008

Wir sind immer da...





...che in tedesco significa "Siamo tutti qui".
I "tutti", nella fattispecie, siamo noi insegnanti di St. Mary Mead.
E dove siamo, tutti noi insegnanti di St. Mary Mead?
Per le orecchie italiane la frase ha un forte potere evocativo. Ecco, diciamo che, al momento, noi insegnanti di St. Mary Mead siamo un tantino negli impicci.

E vengo al merito.
Come mi sembra di aver già scritto, St. Mary Mead è il classico paesello di provincia dove non succede niente finché succede di tutto - e infatti adesso abbiamo (avremmo? avressimo? avrebbimo? dovrebbimo avere?) anche il nostro scandalo sessuale. Almeno così sembrerebbe.

La questione sta così: sembra che dal parrucchiere una madre abbia raccontato che la figlia le avrebbe raccontato che corre voce tra le ragazze che alcune tra loro elargiscano prestazioni sessuali a taluni maschi di terza nei bagni della scuola in cambio di ricariche telefoniche.
Messa così è una notizia peggio di una anguilla, perché non c'è l'ombra di un dato concreto cui attaccarsi. Nel frattempo il paese mormora (oh se mormora!) e un paio di genitori sono venuti ad offrire il loro contributo, che però consisteva in voci di settima mano di scarsissima utilità.

Quando scoppia qualche scandalo (come quello che due anni fa coinvolse i miei Due Teppisti) sono dell'opinione che il meglio che si possa fare è prendere un megafono e chiamare le cose esattamente col loro nome. Qui però c'è ben poco da chiamare col suo nome, e può anche darsi che il vero nome di tutta la storia sia Bufala, così come può darsi che quel che sta venendo fuori sia solo la punta dell'iceberg.
Inventarsi storie è sempre piaciuto alla gente, specie nei piccoli paesi, e nelle seconde abbiamo un bel gruppetto di giovanissime mitomani e contaballe di consumata esperienza; inoltre a tutt'oggi, per motivi che mi sfuggono completamente, la massima soddisfazione per la maggioranza delle creature di sesso femminile, giovani o vecchie che siano, rimane quella di definire "troie" altre creature di sesso femminile, mentre ai maschi di varia età pagare o raccontare di aver pagato per ricevere prestazioni sessuali pare una cosa di cui andare fieri: sotto certi aspetti, il mondo è davvero immutabile.

Interrogati, un paio di maschi della Terza Cattiva (abbiamo una Terza Brava, una Terza Buona - che sarebbe poi la mia - e una Terza Cattiva che usualmente si prende la colpa anche per l'effetto serra, ma che non ha mai tenuto il racket di merendine che i due Teppisti gestivano nella mia Terza Buona quando era una Prima Buona) si sono alquanto offesi e han deprecato con altri insegnanti quel che era stato insinuato su di loro.
Quanto a me, da due giorni guardo con circospezione mista a perplessità i miei alunni e controllo i tempi delle uscite per il bagno (che mi sembrano, in verità, perfettamente congrui agli scopi con cui vengono richieste). E' possibile che qualcuno di loro...

Ovviamente è possibile. Tutto è sempre possibile. Ma esiste anche la presunzione di innocenza. Se vale per Previti e per Provenzano, dovrà pur valere anche per dei ragazzi sotto i quattordici anni contro cui non abbiamo uno straccetto di prova.

Ignoro come ne usciremo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando ero io studente alle medie, cose simili capitavano davvero.
Ma era un quartierone della periferia di Milano: immigrazione recente e tanto disagio.

sary ha detto...

io, invece, se anche fosse successa qualsiasi cosa,sarei stata l'ultima a saperlo, anche se vi fossi stata io stesso implicata...

Murasaki ha detto...

@vitadaprof

credo che capitino tuttora, infatti, anche in quartieri bene e senza particolari disagi: ai ragazzi piace ed è sempre piaciuto fare sciocchezze. Solo che, al momento, non sappiamo né se sia vero né come potremmo fare a saperlo (anche se il Cane col collare-spia ha risolto la cosa a modo suo, vedi più avanti)

@sary

Non fare finta di niente, se in una scuola di paese le voci decidono di correre non c'è nessuna speranza di ignorarle nemmeno se giri col prezzemolo nelle orecchie! In due giorni me l'hanno raccontata o iniziata a raccontare come minimo venti colleghi, e io l'ho raccontata a due (sono un tipo molto discreto, come ben sai ^___^) avendo però cura di sceglierne due che fossero ancora all'oscuro (= appena arrivate a scuola dopo il giorno libero)