Per la mia generazione, la parola "strangolatori" evoca i leggendari thugs, protagonisti in tanti libri di Salgari (questo libro, nello specifico, è di Salgari figlio, ovvero Omar) |
All'inizio dell'anno scolastica la Terza Sfigata non sembrava messa niente bene. Avevo lasciato tutti in grande spolvero, convinta che l'estate avrebbe portato consiglio e li avrebbe trasformati in una brillante Terza Rampante. La sontuosa accoglienza che mi avevano riservato vedendomi faceva ben sperare in tal senso ma... Insomma, il concetto che, per quanto potessimo essere legati da profonda simpatia e affetto, c'era però anche un po' di programmazione da svolgere non sembrava molto evidente ai loro occhi.
Non era solo un problema mio perché anche gli altri colleghi del Consiglio di Classe raccattavano il giusto. Inoltre negli intervalli avvertivo qualcosa di strano e che andava al di là dell'assurda confusione che qualche decina di fanciulli in fiore compressa in un corridoio riesce a produrre.
Passa così qualche settimana finché una mattina, mentre tutti intervallavano festosi e io sorvegliavo coscienziosamente - ma, per quanto coscienziosa, solo in un posto per volta potevo stare - mi ritrovai sotto gli occhi, in una specie di passaggio interno dietro le scale, uno spettacolo assai insolito che comprendeva un panino spiaccicato a terra in un gran rutilare di prosciutto e salsina, e dietro Akela, parimenti spiaccicato e pure sanguinante.
Accorremmo in molti assai preoccupati (cercando di scansare i resti del panino che si era spalmato su una superficie invero assai vasta) e i compagni vicino ci raccontarono una strana storia secondo la quale Akela era scivolato, il panino gli era perciò sfuggito di mano, lui ci era inciampato cascando in avanti e così aveva picchiato il naso, che come spesso avviene in questi casi sanguinava copiosamente.
Sono cose che succedono, e tutti i compagni che si erano premurosamente affollati intorno a lui mi confermavano il racconto a una voce; tuttavia la mia grande esperienza di cadute a inciampi mi lasciava un po' dubbiosa sulla sequenza, e soprattutto un qualcosa di indefinito in tutto l'insieme mi dava l'impressione che mi stessero raccontando una gran quantità di balle.
Comunque sia Akela venne soccorso, la famiglia avvisata, il sangue fermato e, finito l'intervallo, la lezione della Terza Sfigata riprese, seppure in un contesto un po' effervescente.
Nel secondo intervallo però due ragazzi al piano di sotto furono sorpresi in atteggiamento strano. Stavolta però si erano vistosamente contraddetti e nel pomeriggio la prof. Chantelle ci scrisse i risultati delle sue investigazioni.
Scoprimmo così che durante l'estate i ragazzi delle seconde e delle terze avevano imparato il Gioco degli Strangolatori, cui si erano assai appassionati tanto da praticarlo in ogni possibile momento, ad esempio negli intervalli a scuola.
Cotal gioco, che vanta una lunga e illustre tradizione, consiste nel prendere da dietro il compagno alla gola, bloccargli il respiro e strangolarlo, per fermarsi un attimo prima che il ragazzo perda conoscenza. Pare che quell'attimo prima fosse fonte di gran piacere e perciò tale gioco non rientrava in alcuna categoria di bullismo ma anzi era inteso come un favore che si riceveva, e che andava poi contraccambiato (e son quei casi in cui l'insegnante si domanda cosa c'è di male nel rubarsi piuttosto un po' di merendine, praticando così del sano bullismo con venature di teppismo).
La cosa non mi giungeva nuova: come raccontai alle colleghe che stavano incolpando i social, lo avevo già incontrato tanti anni fa durante una supplenza a Erewhon, quando ancora i social non c'erano, e ci ero di nuovo incappata a Hogsmeade. Addirittura, a Hogsmeade, quando comunicammo con grandi ululati ai genitori di questa perversa abitudine, un padre disse assai sereno "Oh, è una cosa che ritorna ogni qualche anno, l'abbiamo fatto anche noi" lasciandoci tutti assai interdetti. Va dato comunque atto ai genitori di St. Mary Mead che cascarono tutti dall'albero con grandi STUMP e invece di rievocare piacevoli ricordi di fanciullezza si mostrarono invero molto ma molto preoccupati.
Dunque Akela non era inciampato in nessun panino: semplicemente l'amico di turno doveva aver calcolato male i tempi e così Akela aveva avuto un breve svenimento, nel corso del quale era cascato in avanti facendosi sfuggire di mano il panino che aveva pestato, cosa che a quel punto sembrava decisamente il minore di tutti i nostri problemi.
Il giorno dopo perciò tutti gli insegnanti di St. Mary Mead deprecarono, ammonirono, rampognarono e addirittura la prof. Spini fece un bel giro delle seconde e delle terze raccontando una storia (che mi auguro caldamente fosse frutto della sua fantasia, ma mi sono ben guardata dall'indagare) su un ragazzo di un qualche paesello dei dintorni che non si era limitato a svenire ma era direttamente morto per arresto cardiaco - e sospetto che quel breve quanto accorato raccontino abbia fruttato da solo più di tutte le nostre rampogne.
E' stata poi eseguita una accurata mappatura per individuare chi aveva partecipato a quel nuovo gioco, unita a una corposa indagine che ci ha permesso di stabilire che nessuno era stato forzato a partecipare, che era stata una cosa assolutamente volontaria e che insomma i giocatori non erano cattivi, solo grulli.
Poi la palla è stata passata al Preside, che ha fatto doverosa circolare e comunicazione alle famiglie - che se non altro ci han dato un po' di soddisfazione prendendo la cosa assai sul serio. E gli intervalli per qualche settimana si sono trasformati in una sorta di Caccia allo Strangolatore dove tutti gli insegnanti vagavano per i corridoi sorvegliando arcigni qualsiasi capannello formato da più di un ragazzo*; infine, dopo qualche settimana, la tempesta è rientrata lasciando, sì come sogliono fare le tempeste, un'aria molto più respirabile.
E gli intervalli si sono fatti molto più vivibili.
* ebbene sì, si trattava di un passatempo rigorosamente maschile. Sorprendente, vero?
Per concludere, ecco la mia canzone preferita degli Stranglers, corredata da un gran bel video
6 commenti:
Ah, una di quelle cose che ciclicamente tornano fuori. Ricordo un vecchio fatto di cronaca, un gruppo di ragazzetti vicino a una fontana che si dilettavano, uno svenne, battè il capo contro uno spigolo di marmo e morì. Grande sdegno per l'insipienza e/o depravazione dei giovani per un paio di giorni poi più niente
Lurkerella
Sono senza parole. Il tuo racconto avvalora uno dei pensieri che spesso mi passa per la mente: la perfetta doppiezza degli alunni, capaci di tutto. Anche quelli al di sopra di ogni sospetto.
Sempre più allibita della piega demenziale a cui sembra abbandonarsi ( o essere abbandonata? ) la nostra gioventù. E sempre più felice , malgrado sia legato a problemi di anagrafe che recentemente si fanno pesanti, di essere fuori da sta gabbia di matti....
PS: è vero che negli anni '80 scoprimmo che la prova di maschio coraggio consisteva nel bagnarsi le dita e poi infilarle nelle prese di corrente. Ma almeno certe implicazioni erotiche erano escluse e ognuno faceva da sé, senza coinvolgere i compagni nel suo atto demenziale.
Ornella
@Lurkerella:
E' infatti una classica Notizia Da Due Giorni Di Indignazione: Ma forse un po' di diffusione questo tipo di passatempo la meriterebbe, perché è piuttosto pericoloso - e i nostri, a giudicare dalla loro espressione mentre la Spini raccontava anche il suo caso aveva battuto la testa contro un qualche spigolo, e del resto il mondo è pieno di spigoli, non soltanto metaforici) non avevano mai minimamente calcolato questa possibilità, come non avevano mai considerato la possibilità dello svenimento.
@ Mel:
Per quanto al di sopra di ogni sospetto, sono giovani e in piena Fase Di Passaggio, tutti quanti. Due dei nostri ad esempio erano il perfetto ritratto del Giovane Savio Ed Equilibrato...
E aggiungo che stanotte Blogspot ha cambiato il formato dei commenti, e spero adesso di riuscire a recuperare Ornella
Ah ecco, eri finita nella spam. Mi hanno messo la spam nei commenti. Oppure hanno deciso di riattivarla in tuo onore, anche se non è affatto la prima volta che commenti qui (segue evocazione del tutto irriguardosa degli organi riproduttivi maschili da parte mia).
Auguri per la tua salute, prima di tutto. Non c'è niente di particolarmente nuovo, comunque: ai miei tempi usava moltissimo fare l'impennata col motorino, e guarda caso la facevano soltanto i maschietti. tra l'altro in quegli anni non c'era ancora l'obbligo del casco, quindi con un po' di fortuna potevi farti VERAMENTE male.
Le dita bagnate nelle prese di corrente, vivaddio non le ho mai viste né me ne hanno mai parlato. E' vero che ognuno rischiava sul proprio, ma con un po' di fortuna anche lì potevi avviare un bel corto circuito, visto che gli impianti, anche quelli degli edifici pubblici, erano molto più approssimativi.
Insomma il nostro è sempre stato il classico mestiere dove non si è mai corso il rischio di annoiarci.
Posta un commento