Quest'anno l'Istituto Comprensivo di St. Mary Mead, in un occasionale soprassalto di buon senso, ha optato per una lectio brevis, ovvero alle medie usciamo alle undici e alle elementari alle dodici.
Il mio orario dunque prevede soltanto due ore con la Terza Brillante, e per tacito accordo, una volta fatto l'ultimo appello dell'anno e controllate le eventuali ultime giustificazioni e risposto alle eventualissime ultime domande sull'esame, sapevamo tutti che dopo saremmo andati in cortile dove chi voleva avrebbe giocato a palla e chi non voleva avrebbe fatto quel che altrimenti meglio gli sembrava, salvo l'osservanza dovuta al codice civile e penale.
Non devo essere stata l'unica a stabilire cotal silenzioso contratto con la scolaresca, perché mentre veleggio in corridoio intravedo un fanciullo coronato, una strega e pure un unicorno.
Il quale unicorno è di tipo moderno: non un lussuoso equino dalle movenze aggraziate e rigorosamente bianco, bensì una roba molto arcobalenata con un sacco di fiorellini. Anche se, a ben guardare, qualche fiorellino non mancava nemmeno nei bei tempi andati:
La nostra unicorna, per la precisione, aveva un mantello bianco, un corno arcobaleno e una ghirlandetta di fiori colorati; e naturalmente camminava su due gambe e non su quattro.
In classe faccio l'appello: una roba decisamente più lunga del solito perché gli alunni vanno e vengono, chiacchierano tra loro e insomma non è facile capire chi c'è e chi non c'è senza scorrere la lista uno per uno, e tuttavia qualcuno manca e l'appello dunque va in qualche modo fatto; e appena l'appello è faticosamente terminato, ecco che arrivano anche i due assenti. Barrata l'ultima giustificazione - che in verità era stata portata due giorni fa, ma c'è sempre qualche collega che incassa le giustificazioni, le firma ma non le inserisce nel registro - ci avviamo schiamazzando lungo il corridoio verso l'uscita. Cioè, loro schiamazzano, e io non faccio nulla per dissuaderli.
In corridoio ritrovo il re - diventato nel frattempo regina con un rapido passaggio di corona - l'unicorna col mantello e la strega, oltre a uno strano individuo vestito di pizzo nero con boa di struzzo (che detta così sembra una roba molto trasgressiva, ma tenendo conto che l'individuo portava cotal mise sopra jeans e maglietta bianca, la trasgressione era piuttosto annacquata). Grandi saluti, qualcuno mi chiede di restare con unicorni e reali. "Ma certo, ci raggiungerete più tardi" rispondo fregandomene del dovere di sorveglianza. Siamo a classi aperte, qualcuno sorveglierà.
Il cortile è relativamente tranquillo, solo una classe che gioca a pallavolo. Solita caccia alle palle, qualcuno chiacchiera all'ombra, un gruppo di ragazze colora non so che cosa e faccio un po' di salottino con loro.
Arriva la classe dei travestiti, che scopro contare anche un paio di fatine, un gatto con tanto di coda, un diavoletto, qualche ragazz* con pizzi e paillettes, e se non ho capito male c'è pure un marziano, anzi una marziana. Nel frattempo la regina è tornato re.
"Ma non è Carnevale" prova a prenderle in giro qualcuno.
"E perché mai? Carnevale è uno stato d'animo" ribatto io, per il puro piacere di contraddirlo, pur consapevole che lui ha detto una cosa vera e io una stupidaggine.
Dopo un po' l'Unicorna lascia perdere il mantello bianco, che è di pile e le fa caldo; niente di strano, visto che la temperatura comincia a salire. I gruppi che giocano a palla sotto il sole non mostrano invece il minimo segno di cedimento.
Alla terza ora si cominciano a temere i mitici Gavettoni di Fine Anno, e chi suggerisce di chiudere l'acqua, chi blocca i ragazzi che arrivano esibendo con fierezza grandi bottiglie d'acqua, chi assicura di avere dato rigorose istruzioni per fermare l'orribile scempio... tutto ciò comunque non mi riguarda, perché il mio orario della mattina è terminato. Saluto unicorni, colleghi, streghe, alunni e quant'altro e rientro dentro la scuola...
...dove passo due ore a stilare i compiti per l'estate della Prima Rabbiosa. Perché io per principio non do mai compiti per le vacanze, tranne nei rari casi in cui decido di darne.
Un po' di firme ai verbali degli scrutini, un po' di ripulitura del cassetto, un saluto ai custodi (che rivedrò comunque già il giorno seguente) ed eccomi pronta per il più sacro dei rituali di Fine Anno Scolastico, ovvero la gita in biblioteca a ritirare i libri prenotati: le mie prime letture vacanziere.
Perché sono in vacanza, finalmente: il più lunatico e irascibile anno scolastico della mia vita è ormai ufficialmente terminato e davanti a me si snoda la striscia dell'estate, lunga e riposante. Il sole mi accarezza la pelle, una piacevole brezza mi rinfresca.
Vacanze, che belle le vacanze. Quest'anno mi sento perfino più vacanziera del solito. Un bel falafel per festeggiare e finalmente a casa!
...dove alle tre e venti accendo il computer ed entro nella piattaforma, ché c'è la plenaria che apre l'esame. E dopo la plenaria ci sono ventun elaborati caldi caldi da valutare durante il fine settimana.
Quest'anno scolastico è finito, finalmente. Ma non del tutto, e non per tutti.
5 commenti:
Nella mia scuola molto silenzio, a parte un’iniziativa di solidarietà organizzata dagli studenti qualche giorno prima della chiusura; hanno portato a scuola degli abiti, se non erro, ma non ho capito un bel niente anche a causa degli avvisi scritti in inglese😭. Me ne sono tirato fuori per la mia galoppante tendenza all’asocialità, che la pandemia ha potenziato. Buon lavoro! 🤞🏻Dovrebbero essere snelli gli esami quest’anno. A me dovrebbero toccare il prossimo anno.
Ecco, no, noi di silenzio non ne abbiamo avuto molto!
In una scuola media è abbastanza difficile, credo ^__^
E grazie degli auguri, ci serviranno: come sempre con l'arrivo degli orali è arrivato anche un caldo infernale.
Il nostro ultimo giorno è stato in DID, quindi niente gavettoni. Buone vacanze, che ne abbiamo tutti bisogno
Grazie!
Sono ancora qui che sto cercando di ripigliarmi - e l'arrivo dell'ondata di caldo non ha aiutato molto...
Posta un commento