Per strano che possa sembrare, in casa ho alcune coperte a gatti |
Come mi sembra di aver detto, in questi giorni a scuola oltre ad essere molto, molto umido fa pure un gran freddo, tanto che spesso i ragazzi rumoreggiano e protestano quando apriamo le finestre per cambiare l'aria come previsto da regolamento Covid.
E una bella mattina, entrando in classe, trovo Perceval che mi dice "Prof, oggi ho la coperta a gatti".
Lo guardo, con una sensazione indefinibile di familiarità perché...
"Ehi, ho anch'io quella coperta. Nel senso che in questo momento ce l'ho nel salotto, su una poltrona. E quando sono uscita di casa su quella medesima coperta c'era un bel gatto nero molto acciambellato".
Seguono mirallegri di tutti i tipi. Perceval si drappeggia la coperta addosso con eleganza, annodandola intorno al collo.
"Qualcuno di voi tiri fuori un cellulare e faccia una bella foto, se Perceval è d'accordo. Poi la mettiamo sulla piattaforma".
Perceval naturalmente è d'accordo.
"Se non inquadrate la testa non corriamo nessun rischio sulla privacy" suggerisce l'accorta insegnante di sostegno.
Segue defilé di Perceval, con foto. Mi fanno vedere le foto, approvo.
Arrivano i ragazzi dei pulmini. Tutti festeggiano e ammirano la coperta.
Alla fine la lezione comincia, con Perceval ben ravvolto nella sua elegante coperta a gatti.
Che sfoggia anche durante l'intervallo. Un paio di colleghi guardano interessati.
"Un ragazzo intelligente. Forse dovremmo fare anche noi come lui".
Il giorno dopo, per fortuna, la temperatura si è alzata e di coperte non se ne sono viste più.
4 commenti:
Mi ero persa questo post. Nella mia scuola la copertina è comune, laddove non c'è la pompa di calore. Per dire... io vado a scuola con mega sciarpe e poncho che alle copertine fanno un baffo.
Da frreddolosa patologica quando sto ferma e calorosissima appena mi muovo sono TOTALMENTE solidale con il bozzolo sottocoperta.
Le influenze e i raffreddori che ho preso in ambienti sotto i 22° non si contano più. Che poi a me finiscono SEMPRE con sovrinfezioni batteriche che richiedono antibiotici, qualunque prevenzione prenda, con antipatiche conseguenze collaterali.
Per questo capisco benissimo quando per fermare il virus si è proposto di tenere fuori gli alunni con temperatura sopra i 37, 1. Siccome siamo tutti fissati con l’idea che sotto i 37,5 non si sia malati e sotto i 38 non si danno antibiotici, dimentichiamo che quei parametri si riferiscono ainfezioni batteriche. I virus sono più insidiosi ma fanno danno lo stesso.
E per questo non amo affatto che chi sa di stare male e essere raffreddato se ne vada in giro esponendo altre persone di cui non può sapere condizioni e reattività a beccarsi quei microbi che discrezione imporrebbe di tenere per sé.
@ Dolcezze:
Da noi abbiamo avuto una diversa perversione: qualcuno che si lamentava che tenendo le finestre aperte faceva freddo.
E' stato detto che le finestre sarebbero rimaste aperte, PUNTO. E che portassero pure la copertina - o, al limite, un bel maglione pesante.
@ Pellegrina:
In realtà, non so perché, ma la moda non ha attecchito e la coperta non si è vista più. Ma certo non è stato perché noi insegnanti ci abbiamo trovato da ridire!
(Sul resto mi taccio perché noi insegnanti, afflitti dal grave morbo di voler salvare il mondo a tutti i costi, di venire a scuola ammalati ce l'abbiamo per abitudine. E sì, lo so benissimo che non è una abitudine sana. Per quest'anno, comunque, l'abbiamo accantonata tutti e io ho comprato in reteb un grosso flacone di 300 pasticche di vitamina C, che pare funzioni bene come prevenzione)
Oh, non pensavo certo che voi trovaste da ridire alla coperta!
Buona vitamina C, anche io la uso, oltre a molto altro...
Per il resto, salvare il mondo contempla ahimé anche dettagli insospettati, come appunto la reattività altrui alle proprie malattie, a volte. Per dire al momento sono sotto trattamento da un mese e mezzo, preventivo.
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