Pur nella soverchia confusione degli interminabili lavori tuttora in corso (e uno si domanda: ma come avran fatto con la piramide di Cheope e l'Empire State Building, se qui da sei mesi ci strasciniamo un cappotto antisismico per una scuoletta di paese?), pur nell'eterna attesa di nomine che ancora non arrivano, pure nel gran rifrullo di orari provvisoriamente definitivi e definitivamente provvisori, la piccola scuoletta di St. Mary Mead procedeva la sua perigliosa rotta nel tormentato anno scolastico con qualche modesto tampone il cui risultato era sempre stato negativo.
Finché anche per noi è arrivata la feral notizia che un tampone era positivo.
Naturalmente l'annuncio è arrivato quando tutti eravamo più tranquilli e assorti nelle più domestiche cure, ovvero di Domenica pomeriggio.
Tampone positivo. Alunno positivo. Classe in quarantena. Professori in quarantena.
Siamo una piccola scuoletta, con tre sezioni.
Siamo poco più di venti insegnanti. Se ci togli gli insegnanti di una classe diventiamo istantaneamente una scuola nei guai.
Se per giunta un paio di ulteriori insegnanti nel fine settimana non han trovato di meglio da fare che ammalarsi per conto proprio (e una di loro si è pure fatta il tampone) diventiamo vieppiù una scuola nei guai.
E poi c'è l'indotto: in questo momento per esempio tra i nostri alunni contiamo ben due figli di insegnanti.
E poi siamo in un paesello: l'untore di turno ha amici e parenti, e giustamente un po' li frequenta. Guarda caso, sia amici che parenti frequentano proprio la stessa scuola. Non molto strano, in effetti. Così abbiamo ben quattro ulteriori alunni in "quarantena cautelativa" in attesa di tampone.
Oltre al fatto che ci continua a mancare un insegnante di inglese per questioni che la mia debole mente si rifiuta di seguire. E le mascherine scarseggiano. E, signora mia, non ci son più le mezze stagioni e infatti fa un freddo invernale e l'autunno deve essere andato in vacanza da qualche altra parte, alla faccia dell'estate di san Martino.
Qualcuno ha quindi passato la Domenica pomeriggio a ricomporre l'orario, ridotto nuovamente a quattro ore dopo ben una settimana in cui eravamo riusciti a fare quello pieno, nonché ad avvisare i colleghi della lieta novella.
Qualcun altro ha passato la Domenica a tormentare il Comune perché riorganizzasse il servizio pullmini.
Strano ma vero, ce l'abbiamo fatta. Lunedì eravamo lì, un po' straniti ma col coltello in mezzo ai denti al grido di "Scuola o morte!". E a mezzogiorno i pullmini c'erano.
E scuola è stata.
Poi è arrivato il tampone negativo dell'insegnante ammalata, e già ci stavamo un po' racconfortando quando i positivi sono diventati due.
Seconda classe in quarantena. E ulteriori insegnanti in quarantena, compresa quella appena dichiarata sana.
"Stavolta ci toccherò chiudere" ha scosso la testa qualcuno.
Ma misteriosamente l'orario è stato ricomposto e in qualche modo funziona - del resto, c'è una classe in meno dove fare sostituzioni.
E ogni mattina insegnanti, alunni e custodi varcano i due portoni e le lezioni e le sanificazioni si svolgono regolarmente (e siccome ha smesso di piovere facciamo perfino lezione all'asciutto).
Il primo che mi viene a parlare della tradizionale indisciplina degli italiani lo scuoio vivo.
6 commenti:
Ecco meglio,evitare di parlare di insegnanti e coltelli, ahimé...
Concordo sull’indisciplina. Anche qui sono tutti attenti, ma se poi ti devi stipare nel métro sotterraneo due ore al dì serve a poco.
Non si è voluto riorganizzare le condizioni di produzione, magari nella scuola di un paesino si nota poco, ma i grandi assembramenti stanno lì, trasporti urbani e periurbani, supermercati, uffici e fabbriche. Tutti luoghi meno frequentati in estate, peraltro.
Ma infatti io dall'inizio sostengo che la scuola si è sempre comportata bene, anche quando da un giorno all'altro abbiamo dovuto "inventare" la didattica a distanza. Sulla diffusione del contagio, poco da dire: a chi la tocca la tocca. Dalle mie parti finora tre positivi e tre classi in quarantena, ma nessuno dubita che possa capitare ad altri.
Per quello che riguarda i lavori eterni: i miei operai (e falegnami) dopo due mesi frequentano ancora assiduamente la mia casa. Forse potrò dichiararli congiunti.
Prima o poi doveva succedere. Dobbiamo farcela, non ci sono mica alternative!
@ Pellegrina:
Son d'accordo, ma mi sembra assurdo accorgersi ORA che i trasporti sono il punto dolente.
Ora si lamentano che gli alunni non fanno le entrate scaglionate, che non è vero perché molte scuole le fanno. Rimane il fatto che, se don decidi di spalmare la giornata scolastica su 24 ore, e perfino se lo decidi, ci sono comunque una decina di milioni di persone che fanno due corse in più sui mezzi pubblici che altrimenti non farebbero, e non si vaporizzeranno nel nulla solo perché c'è la pandemia.
@ Dolcezze:
In effetti, ripensandoci, lo stesso vale per gli operai dei lavori alla scuola: congiuntissimi anche loro!
@ Romolo:
Vero, non ci sono alternative. E quindi tiriamo avanti.
Certo che è assurdo. Semplicemente se avessero avuto l’onestà di dirlo prima, non avrebbero potuto convincere la gente a tornare al lavoro e forse anche a scuola. Ma che ci fosse un problema lo sapevano: le aziende dei trasporti, ad esempio quelle del milanese, le ferrovie nord (peraltro privatizzate in nome della libera concorrenza che sappiamo chi ci ha imposto) hanno detto subito che loro non avrebbero retto il limite del 50% dei posti occupati. infatti è stato aumentato prima al 60%, poi all’80% poi di fatto nelle ore di punta non rispettato più. Parigi come Italia. La cosa che fa pena e tenerezza insieme è che le persone rispettano finché possono le raccomandazioni di non sedersi vicine, i divieti di senso e di utilizzo di certi posti e spazi e altre cose che sono state messe lì per far finta di star agendo sul serio...
C’è stata una immensa disponibilità da parte della cittadinanza in generale, ed è stata sbeffeggiata e resa inutile da decisioni governative di puntare sull’attesa della pillola magica anziché sulla prevenzione e il contenimento dei contagi, circoscrivendo la trasmissione senza dover arrivare a chiudere in casa nessuno se non i positivi per brevi periodi come pure era stato detto che si sarebbe potuto fare (malgrado Ricolfi non mi piaccia né punto né poco):
https://www.ilmattino.it/primopiano/sanita/coronavirus_tamponi_immunologi_150_docenti_ricolfi_crisanti_ultime_notizie_news-5209641.html
Il testo del piano l’ho linkato nel blog è difficile trovarlo.
Persino Rezza dell’ISS aveva ammonito di stare attenti ai mezzi pubblici.
@ Pellegrina:
Personalmente sospetto che la seconda ondata sarebbe arrivata comunque, ma sui mezzi pubblici qualcosina in più, almeno nelle grandi città, francamente si sarebbe DOVUTA fare.
I tracciamenti sono un punto mooolto dolente. Tutti abbiamo visto cose che voi umani, tipo tamponi fatti a fine quarantena e simili. Anche lì era una questione di organizzazione.
Comunque, ti garantisco che convincere la gente a tornare a scuola non sarebbe stato difficile in nessuna circostanza: le tanto lamentose famiglie sono diventate adattabili come marzapane, gli insegnanti sbavano per stare a scuola gli alunni si strappano i capelli alla sola idea di non andare più - anche perché, come sappiamo, oltre alla scuola non gli è rimasto altro, povere creature!
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