Quest'anno la Festa della Donna è un po' diversa dal solito, almeno qui in Italia: poche mimose perché fa freddo, niente cene tra amiche, niente commemorazioni, annullate a tutti i livelli: dal grazioso spettacolo della scuola organizzato con tanta cura da Sary e che ormai vantava una tradizione pluriennale al solenne evento che tutti gli anni la Presidenza della Repubblica non manca di allestire, tutto è andato rigorosamente in vacca. E perfino su Facebook scarseggiano sia gli auguri che i soliti immancabili post sarcasticheggianti che tanti esponenti del genere maschile si sentono sempre in dovere di ammanirci e che talvolta suscitano una certa irritazione in molte di noi:
(a me comunque hanno mandato via mail una esortazione a prendere farmaci che migliorino le mie erezioni, e anche la pubblicità di un rimedio contro l'infiammazione della prostata. Me ne hanno sempre mandate a pacchi, non so perché).
Finora non ho nemmeno visto post nei gruppi tolkieniani in cui ci veniva regolarmente spiegato che Tolkien era in realtà un esagitato femminista che in gioventù era stato più volte arrestato per aver partecipato ai cortei che chiedevano il voto per le donne.
Comunque abbiamo personaggi di Tolkien che svelano talvolta un inaspettato lato femminista. No, non sto parlando solo di Eowyn:
Ma a quanto pare di droghi femministi ne abbiamo più di uno, e del resto, si sa:
Ma insomma, a parte i draghi, questo è un 8 Marzo in tono decisamente minore, nonostante l'impegno del buon Google.
E allora non rimane che sedersi accanto al focolare e riflettere.
È un giorno in cui usa lamentarsi perché c'è ancora molto, troppo da fare per assicurare alle donne di tutto il mondo pari opportunità per accedere al mondo del lavoro e decidere liberamente di quando e come accoppiarsi e con chi.
È vero, c'è ancora molto da fare. Ma anche se oggi è un giorno consacrato alle (legittime) lamentele, vorrei per una volta ricordare che, oggettivamente, molto è stato fatto, e non solo nel mondo occidentale.
In Italia per esempio siamo seriamente sulla strada per raggiungere il punto della parità perfetta in politica, ovvero quello in cui una donna incapace avrà le stesse possibilità di un uomo di accedere alle cariche più alte. Per ora abbiamo solo ottenuto di avere un buon numero di donne incapaci in ministeri minori e un buon numero di deputate e senatrici all'altezza del più stupido dei loro colleghi maschi, ma credo che sotto questo aspetto il soffitto di cristallo sia assai prossimo a crollare in un gran fragore di schegge iridescenti.
Un po' meno bene va nella finanza, dove le imprenditrici sono assai abbondanti, ma raramente guidano gruppi di una certa consistenza. Tra l'altro non abbiamo ancora avuto nessuna donna, né capace né incapace né mediamente funzionale, nei ministeri dedicati all'economia. Ci sono però state alcun e sindacaliste arrivate ai livelli massimi, e anche presidenti donne della Confindustria - ma lì, anche se posso avere opinioni personali in merito, non sono comunque in grado di stabilire se erano arrivate fin lassù perché incapaci o nonostante fossero capacissime.
Anche alla Corte Costituzionale abbiamo ormai una rappresentanza, ma non credo faccia testo perché per arrivare fin lì devi comunque avere notevoli capacità, uomo o donna che tu sia.
Anche nella ricerca abbiamo ormai conseguito una parità quasi perfetta, almeno per quanto riguarda le giovani generazioni, perché le nostre giovani e brillanti ricercatrici sono maltrattate e vessate (fino a scappare all'estero a gambe levate, dove se la passano molto meglio) né più né meno dei loro colleghi maschi; ma devo dire che non mi sembra una cosa di cui rallegrarmi, né come donna né come cittadina.
Inoltre mi sembra che le nuove leve maschili abbiano assai cambiato l'atteggiamento verso i cosiddetti "lavori di casa", perché prendono in mano la ramazza senza protestare quando l'insegnante lamenta che la classe somigli troppo a uno stalletto da maiali e puliscono proprio bene. Tuttavia, dal mio piccolo osservatorio, mi sembra che siano i maschi quelli che sporcano di più - ma magari è solo una impressione o una serie casuale di circostanze, non so.
Rimane tuttora una drammatica carenza di idraulici ed elettricisti donne (e di idraulici in generale): la gran parte dei genitori di ragazze non eccezionalmente amanti dello studio a tavolino trova normalissimo parcheggiare la loro prole femminile a qualche vago istituto con "scienze umane" nel nome invece di mandarle a qualche professionale che ne faccia una elettricista o una idraulica o una addetta alla riparazione di elettrodomestici.
"Ma chi mai si fiderebbe di un elettricista donna?" è il lamento che segue sempre questa mia banale constatazione.
No so davvero chi se ne fiderebbe. Ma mettetemene qualcuna a disposizione e poi ci possiamo ragionare su.
2 commenti:
Io ne ho una a casa (di idraulica). Ancora non ho capito come faccia, ma ti assicuro che è in grado di riparare una cassetta Geberit, smontandola e rimontandola....
https://viaggiermeneutici.com/2013/09/17/woman-do-it-better/
Homo fortunatissimus!
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