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venerdì 24 maggio 2019

Questa biblioteca non è una libreria! (ma dovrebbe diventarlo)

Per dieci mesi, durante la mia assenza, la biblioteca della scuola media di St. Mary Mead è rimasta allo stato brado non avendo chi la badava, la coccolava e le portava il caffellatte con i biscottini tutte le mattine e la tisana di equiseto, malva e melissa tutte le sere per calmarle i nervi; ogni tanto qualche classe o qualche insegnante ci si avventurava e qualche anima buona a volte perfino registrava i prestiti avvenuti (ma non sempre il programma si degnava di prendere atto della cosa, perché sta diventando piuttosto lunatico). Non con le nuove prime, naturalmente, perché Jorge si è dimenticato di inserirle e chiedergli di farlo adesso, a fine anno, quando come tutti ha trecento diverse cose per la testa delle quali duecentonovantadue vanno badate in contemporanea, sarebbe veramente fuor di luogo. 
Oltre a prendere libri in prestito molti li hanno pure riportati, lasciandoli in pile sempre più alte sul tavolino a ciò preposto. Strano ma vero, a nessuno è venuto in mente di rimetterli nella loro legittima collocazione nonostante essa collocazione sia disposta secondo uno schema assai logico e chiaro e illustrata con chiarezza in due grossi tabelloni che avevo appeso alle pareti della stanza.
No, non è vero che a nessuno è venuto in mente. A giudicare dalla spaventosa quantità di libri fuori posto (a Giugno avevo risistemato tutto in perfetto ordine) in parecchi ci hanno provato, con tanta lodevole buona volontà e risultati assai scadenti.

Riordinare una piccola biblioteca (meno di duemila volumi, per il momento) non è un lavoro complicato. Mentre andavo su e giù come una spoletta sull'ordito provavo a riflettere.
Come mai in quella scuola nessuno viene a capo della disposizione dei libri nella biblioteca? A me sembra semplicissimo e assolutamente logico, ma se nessuno riesce a rimettere al suo posto un libro è chiaro che qualcosa là dentro non va.
Passi per i ragazzi - anche se quell'ordinamento è stato studiato apposta per loro - ma gli insegnanti?
C'è un catalogo per autori e uno per titoli, che assai raramente mi risulta essere stato consultato da qualcuno. Ma in biblioteca, come in libreria, si va anche per trovare qualcosa che non sappiamo di voler leggere. E sia le biblioteche comunali che le librerie, ai miei occhi, sono disposte proprio come la piccola biblioteca scolastica della scuola media di St. Mary Mead: scaffali aperti, cartellini indicatori e utenti che vagano qua e là spulciando quel che gli interessa.
Allora qual è il problema?
Forse è proprio nel mio ordinamento logico, che magari tanto logico non è.
E vado nad illustrarlo.
Ci sono delle sezioni dedicate a matematica, scienze e tecnologia. Piccoline, ma ci sono, e sono in crescita. E c'è una sezione di storia, nemmeno tanto piccolina ma, garantisco, di gran lunga insufficiente.
Poi c'è una piccola sezione di fumetti, anche quella in crescita e una sezione mignon per la poesia. Una piccola sezione di libri in lingua originale, anche.
Poi c'è il calderone dei classici, libri scritti prima del 1950, uno scaffale dedicato alle raccolte di fiabe.
Una buona metà della biblioteca però è dedicata ai libri scritti negli ultimi settanta anni, e naturalmente i ragazzi vanno a pescare soprattutto lì.
All'epoca in cui eravamo in tre a organizzare la disposizione dei libri fu deciso di dividerli per "generi". Non da me, che lasciata a me stessa li avrei divisi come faccio da sempre per paese per poi mettere gli autori in ordine cronologico. Ma all'epoca stetti zitta perché dividere per generi mi sembrò una buona idea. Tuttora sono convinta che lo sia stata. O meglio, che lo sarebbe stata se la divisione per generi fosse stata applicata con criterio.
Il problema è che i "generi" non sono così facili da individuare.
Abbiamo elaborato dieci generi diversi.
Prima di tutto la letteratura fantasy e fantastica, e lì non ci sono (quasi) problemi, e infatti è uno degli scatoloni da cui i ragazzi pescano più volentieri.
Poi c'è Avventura, e va già meno bene. Dove la mettiamo La gabbianella e il gatto? Ci sono gli animali parlanti, ma è una storia di avventura, anche. Se mettiamo nel fantasy tutti i libri con qualche elemento fantastico quasi tutto diventa fantasy, nella letteratura per ragazzi. Tra l'altro, c'è anche il piccolo particolare che buona parte del fantasy è letteratura di avventura (e di formazione).
Seguono i gialli, che sono la terza sezione; ma sia i gialli scritti per ragazzi che molti dei gialli scritti per adulti hanno spesso e volentieri dei tratti avventurosi. Comunque lì un certo criterio di fondo si trova: ove c'è investigazione, fosse pure sul colore delle cartine da caramelle, ivi c'è un giallo.
Poi c'è la sciagurata sezione diari, lettere e autobiografie che ho accettato in un attacco di idiozia ma che temo ormai sia troppo tardi per cambiare. Il difetto principale di questa sezione, che è rimasta molto piccola, è che diari, lettere e autobiografie non sono generi, sono forme. Nella forma del diario ci puoi raccontare tranquillamente storie di mistero, dell'orrore, di avventura e via dicendo. E anche fantasy, si capisce.
Segue la sezione dedicata alla mitologia. Un tempo comprendeva anche le fiabe, ma poi le ho tolte per questioni logistiche (= non ci stavano tutte) - e anche perché spesso ci sono delle raccolte originali che andrebbero in realtà tra i classici. Ma se comincio a mettere Perrault e i fratelli Grimm tra i classici e le Fiabe italiane di Calvino nella mitologia i ragazzi ci diventano scemi e finisce che non trovano più nemmeno l'acqua in Arno.
Le sezioni successive sono fantascienza e horror, che al giorno d'oggi sono generi piuttosto scivolosi: la fantascienza comprende ormai anche le distopie; beh, le comprendeva anche prima, ma la fantascienza scritta per ragazzi di solito si basava soprattutto su astronavi, alieni in visita sulla Terra eccetera; senza contare poi che libri come Extraterrestre alla pari sono fantascienza all'incirca quanto una torta alla panna. L'horror, anche quello, un tempo ci aveva i suoi tratti ben definiti e di tendenza doveva far paura e finire male, racconti di fantasmi compresi. Ma ormai abbiamo vampiri affettuosi, fantasmi amichevoli, licantropi che si mettono insieme con la compagna di banco, mutaforma giocherelloni... insomma, a parte i Piccoli Brividichi vuole un po' di autentica letteratura da paura conviene che punti verso i classici (dove comunque manca Lovercraft, il che è una vera vergogna).
L'ottava sezione è quella dei romanzi storici, dove probabilmente ho fatto una bella sciocchezza a non separare sezioni distinte per i vari periodi limitandomi all'ordine alfabetico per autori - ma, se non altro, quella è una sciocchezza che si può rimediare in un pomeriggio, basta armarsi di pazienza e aggiungere un numero alla collocazione. Certo, anche lì c'è il non trascurabile dettaglio che buona parte di quei romanzi sono di avventura, di formazione o entrambe le cose, ma è un problema che il romanzo storico si porta indietro dagli anni della sua nascita: qualcuno se la sentirebbe di negare che I tre moschettieri  o Ivanhoe non siano a tutti gli effetti romanzi di avventura? E vogliamo parlare della categoria dei gialli storici, che oggi vanno assai di moda? Dovevo o non dovevo metterci le indagini di  fratello Cadfael o sarebbe stato meglio lasciarle tra i gialli?
Si arriva infine alla vera zona tossica: storie di formazione e storie di adolescenti. Ogni volta che le riguardo mi domando cosa mi è preso quando ho accettato sì balordo suggerimento. Insomma, eravamo tre insegnanti di Lettere, maneggiavamo libri da una vita, ci eravamo lette e rilette sterminate quantità di libri per ragazzi, nessuna delle tre aveva un problema con l'alcool... come è stato partorito quel mostro singolare? Che dio se c'è abbia pietà di noi, in quella biblioteca praticamente TUTTO il settore moderno è costituito da storie di adolescenti, che  non possono essere altro che storie di formazione visto che l'adolescenza è, per l'appunto, l'età in cui i giovinetti prendono forma!
Insomma, queste due sezioni comprendono in sé tutti quei libri che per un qualsiasi caso sono finiti in quella biblioteca, scritti negli ultimi settant'anni, che non sono fantasy né fantascienza né storici né scritti in forma di diario né polizieschi... e che non abbiamo messo nel settore "avventura" per chissà quale bislacca ragione.
Cosa distingue le "storie di adolescenti" dalle "storie di formazione"? Ce l'avevamo, un qualche criterio, quando abbiamo partorito questa duplice polpetta avvelenata?
Mettiamola così: se per un qualche caso il protagonista è adulto il libro viene sbattuto nelle "storie di formazione"; altrettanto dicasi per le storie che vanno a finire male. Tuttavia ci sono anche vicende tutt'altro che tragiche, mentre le non meglio definite "storie di adolescenti" possono essere assai drammatiche e tutt'altro che a lieto fine. Di fatto, le due sezioni sono quasi intercambiabili e alla fine la scelta di mettere un libro nell'una o nell'altra è legata soprattutto all'umore e al capriccio del giorno della bibliotecaria, che magari il giorno o il mese dopo cambia idea e corregge la catalogazione... per poi convincersi il mese ancora successivo che la sua prima intuizione era quella giusta.
Naturalmente esistono delle pubblicazioni dedicate alle biblioteche scolastiche, e in un lampo di stakanovismo me ne sono perfino procurate un po'. Come tutte e pubblicazioni del settore biblioteconomia (e archivistica) si trattava di roba di una pesantezza senza pari dove in un gran profluvio di Massimi Sistemi e di seghe minimali, in un gergo che non esito a definire barbaro* si parla soprattutto di come attrezzare una bella biblioteca scolastica (specialmente per le scuole elementari, superiori o financo materne; perché le scuole medie, è risaputo, non esistono) ricca di tecnologie avanzatissime (ai tempi della pubblicazione; ma già cinque anni dopo a leggerle sembra di andare per dinosauri) e fornita di un Bravo Bibliotecario professionista, non di roba gestita con mezzi minimali da insegnanti che ci lavorano solo nei ritagli di tempo come è da gran tempo la maggio parte delle biblioteche scolastiche. D'altra parte una biblioteca è anche una espressione d'ambiente e quel che va bene per una biblioteca scolastica di Milano non è detto che funzioni anche per quella di St. Mary Mead, senza contare che i ragazzi, che pur mi ostino a dire che sotto molti aspetti sono assai simili a quelli che mi ritrovavo come compagni quando le medie le frequentavo da allieva cambiano molto rapidamente gusti e inclinazioni, com'è sempre stato e com'è giusto e anche salutare che sia.
Ma, soprattutto, io sono una bibliotecaria-fai-da-te e, tra quei quattro gatti che insegnano nella mia scuola** sotto questo aspetto mi ritrovo piuttosto sola e non ho alcuna decana cui chiedere informazioni, consigli o anche solo appoggio morale - per tacere del fatto che ho passato gli ultimi due anni a farmi una cultura su malattie e cure nel settore gastroenterologico, che con i libri c'entra davvero il giusto.

*senza offesa per i barbari, naturalmente: è solo un modo di dire che io per prima disapprovo,. dall'alto del mio passato di medievista
**Miaow!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao. Leggo il tuo blog da un po' anche se non ho mai commentato. Lavoro in una biblioteca di pubblica lettura e ti assicuro che la suddivisione dei libri in sezioni, in particolare di libri per ragazzi, è un problema comune cui i manuali danno ben poche risposte. La mia idea è che troppe sezioni creano solo confusione tanto nel lettore che nel bibliotecario, meglio avere poche suddivisioni nel patrimonio e indirizzare gli utenti con bibliografie tematiche costantemente aggiornate. Un documento non può essere attribuito a più sezioni, ma nulla impedisce di inserirlo tanto nella bibliografia dei romanzi storici che in quella dei romanzi di avventura, e se a livello di collocazione una sezione di romanzi storici divisa per epoche è un delirio da gestire, puoi fare una bibliografia molto articolata senza spostare un libro. Noi seguiamo in linea di massima le suddivisioni di Casa Piani, la biblioteca per ragazzi di Imola: la non fiction è divisa per classi Dewey conttaddistinte da un colore, la fiction è divisa in Mitologia, Fantascienza (che comprende anche il fantasy), Gialli (in genere gli horror sono gialli), Fumetti, Favole e Poesia. Tutto il resto è semplicemente romanzi per ragazzi, in ordine alfabetico per autore. Non abbiamo una sezione di classici, francamente la trovo superflua ma essendo costituita sul criterio oggettivo dell'anno di pubblicazione, è facile da gestire. Lettere e diari non li dividerei dal resto. Le biografie, invece, in teoria appartengono alla saggistica e lì dovrebbero andare, per quanto il famigerato Storie della Buonanotte per bambine ribelli abbia dato il via a una serie di pubblicazioni che si sta rivelando una gatta da pelare a livello di collocazione. Spero di averti dato qualche idea, oltre al conforto di non essere sola a porti certi problemi, e ti faccio tanti in bocca al lupo per la salute e la scuola.

Murasaki ha detto...

Intanto ti ringrazio moltissimo e penserò su tutto con molta attenzione. Ma soprattutto GRAZIE per il conforto e l'appoggio morale! Alle buiografie tenmatiche stavo pensando da tempo, ma devo capire che forma dargli e... insomma, mi hai dato diverse cose su cui riflettere.