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giovedì 14 giugno 2018

La rilassante fine dell'anno scolastico della prof. Murasaki (parte seconda)

(dopo i castori, ecco un bel gatto-marmotta)

Nonostante il fine settimana non sia stato poi così incredibilmente riposante, Lunedì mi sentivo  molto meglio e perfino il mio aspetto era un po' meno lugubre.
La verifica di quel giorno era molto meno stancante (per me) di quella della settimana scorsa: vagamente ispirata alle ultime verifiche suggerite dal ministero, si trattava di scegliere un quadro da far descrivere agli alunni e aggiungerci un po' di domande o esercizi vari - tra l'altro ne avevano già fatta una simile, con la supplente.
Io però sospetto in cuor mio di essere l'unica insegnante d'Italia ad aver scelto un quadro preraffaellita per la descrizione:
sì, certo, le avanguardie, il Novecento, l'arte sperimentale, l'astrattismo. Ma io di arti figurative non ho mai capito granché, oltre al Medioevo vero apprezzo anche quello reinventato e soprattutto Leighton mi piace da pazzi. 
Nello specifico questo quadro sarebbe dedicato a Tristano e Isotta. Sempre nello specifico, so che la Terza Amichevole della storia di Tristano e Isotta non sa niente - credo che oggi sia meno conosciuta tra i giovanissimi, specie se l'insegnante che doveva raccontargliela sparisce all'ospedale per tre mesi, al contrario di quella di Giulietta e Romeo che credo imparino già a tre mesi. Dunque potevano guardare il quadro con occhi sgombri da preconcetti.
Oltre a una bella descrizione dettagliata ho chiesto di immaginare i rapporti che legano i personaggi e la storia che c'è dietro e di dedurre ora del giorno, stagione, territorio, epoca e cose di questo genere dall'immagine - rigorosamente proiettata in tutto il suo splendore sulla LIM che per l'occasione funzionava piuttosto bene nonostante la luce abbagliante che invadeva la classe.
"Possiamo scrivere che i due stanno flirtando?" chiede Hermione.
"Sì, certo" rispondo, e gli scrivo alla lavagna la grafia giusta di flirtare. E' uno dei motivi per cui ho scelto proprio quel quadro: la storia di Tristano e Isotta è una bella storia d'amore e di morte, con una carica molto drammatica fin dall'inizio - ma un accidente se si vede da questa immagine: qui ci sono due che stanno flirtando, magari con intenzioni serie ma ancora lo stadio della relazione sembra proprio quello: lei si fa un po' pregare, lui ci prova, lei sa benissimo che lui ci sta provando ma può ancora far quasi finta di niente...
A casa ho scartato il pacco con una certa curiosità.
Prima sorpresa: tre di loro hanno completamente ignorato la terza figura, concentrandosi solo sui due innamorati (e naturalmente avranno un voto basso, perché non mi puoi descrivere un quadro con tre figure facendo finta che ce ne siano solo due solo perché la terza figura non ti interessa).
Seconda sorpresa: nonostante la terza figura abbia in testa una corona di rispettabili dimensioni, qualcuno è convinto che sia un servo o qualcosa del genere. Tutti quelli che ne parlano comunque lo riconoscono come una figura malevola che si impiccia di ciò che non dovrebbe interessargli. "Spione" è il termine più comune che usano per descriverlo. Non è sbagliato, in effetti. A nessuno comunque  è venuto in mente che costui potesse essere il marito, molti invece hanno pensato che fosse il padre o qualcuno mandato dai genitori della ragazza. Molti si dono convinti che Tristano sia un servo perché è vestito in modo molto più dimesso della fanciulla - altro tratto interessante del quadro, visto che Tristano era in realtà il personaggio più importante della corte dopo re Marco.
Nel complesso comunque hanno fatto dei buoni lavori e posso scrivere dei bei voti piuttosto alti nel registro.
Il giorno dopo, una volta ritirati i compiti di storia, scopro con orrore che non avrò una lunga seduta di scrutini il Mercoledì, ma due diverse sedute di scrutinio la prima delle quali quel pomeriggio. In fretta e furia preparo le medie per le votazioni, dopo una rapida spulciata ai compiti di storia, ma quando torno a casa Mercoledì pomeriggio sono piuttosto cotta e i benefici del fine settimana di riposo sembrano essersene andati a ramengo.
Errore! Perché Giovedì, relativamente fresca e piuttosto pimpante sono in grado di affrontare le mie ultime tre ore di lezione nella Terza con un certo piglio. Molti esercizi di grammatica sui condizionali, un po' di esercizi dove costruiscono frasi con proposizioni finali, causali e temporali, un po' di restituzioni di compiti e infine una mezz'oretta finale dove gli impartisco utili suggerimenti e istruzioni sull'esame raccomandandomi soprattutto che per pietà facciano attenzione a rileggere con cura prima di consegnare il tema.
A questo punto l'anno scolastico è virtualmente finito.

Certo, resta ancora il Venerdì, ovvero l'Epico Ultimo Giorno di Scuola. Ma, per la prima volta nella storia scolastica di St. Mary Mead, la Dirigenza ha avuto la saggia idea di terminare la mattinata dopo tre ore invece di farci come sempre proseguire a sfinimento fino al termine della quinta ora, salvo poi deprecare il fatto che a fine mattinata i ragazzi sono fuori di controllo.
Tre ore l'ultimo giorno di scuola sono la durata perfetta, secondo me: si fa in tempo a festeggiare, a ingozzarsi di dolcetti e patatine, si fanno le classi aperte con gli insegnanti che vanno in giro rubando dolcetti e patatine a tutti e se si riesce a impedire che le classi mettano la musica* l'insieme si presenta piuttosto festoso salvo i capannelli occasionali di fanciulli piangenti per la tristezza della fine della Terza (che in un certo suo modo perverso fa parte anche quello dell'atmosfera festosa).
Quanto a me, sono in servizio solo per le prime due ore: restituisco le ultime verifiche, rispondo alle ultime domande e infine autorizzo l'apertura dei sacchetti di patatine e il taglio delle torte, prelevando solo una moderata tangente in caramelle (in questo momento sto seguendo una dieta che mi interdice praticamente tutto quel che i ragazzi hanno portato, anche se, dopo breve lotta interiore, stabilisco che un ultimo giorno di scuola senza patatine fritte non è un vero ultimo giorno di scuola e quindi intasco anche un paio di manciate delle suddette, che spelluzzico con cautela).
Alla terza ora saluto festosamente tutte le classi e mi rintano in biblioteca, dove registro i libri restituiti. Ne riemergo con cautela solo dopo l'ultimo squillo della campana, lasciando con piacere ai colleghi l'onore e l'onore di combattere contro l'immortale rito dei gavettoni sul piazzale davanti alla scuola.

La nostra dura giornata di lavoro di insegnanti però non è ancora finita, perché ci aspetta ancora il Rinfresco di Pensionamento di due colleghe con relativa consegna di regali. Tra mirallegri e bignoline alla crema e alla panna (quelle le posso mangiare) la cerimonia si svolge piacevolmente e tutti torniamo a casa piuttosto sazi.
Tuttavia l'anno scolastico non è ancora concluso: rimane l'ultimo e più ineffabile sigillo da mettere, ovvero la Consegna delle Schede.
Di per sé la cerimonia non avrebbe nulla di drammatico, se non fosse che da qualche anno la Segreteria si impegna ogni volta con tutte le sue forze onde consentirci di fare ogni volta   sempre più immonde figure. L'anno scorso, ad esempio, alcune classi si videro consegnare una selezione di schede da cui mancavano i primi due-tre nomi rimasti casualmente nella stampante. Quest'anno invece non erano riusciti a stampare il Consiglio Orientativo e dovevamo aggiungerlo a mano noi.
E passi, abbiamo aggiunto a mano il Consiglio Orientativo - peraltro ormai utile come un frigorifero in un igloo, visto che i ragazzi sono stati da gran tempo consigliati, orientati e si sono pure già iscritti definitivamente nella scuola che han scelto. Ma vabbé.
Solo che, al momento della consegna, ci siamo accorti con orrore che mancavano anche le valutazioni della condotta
E perché non avevano stampate le valutazioni della condotta, visto che nel primo quadrimestre erano state regolarmente stampate?
Nessuno lo sa perché non c'era tempo per chiederlo. Abbiamo fatto un sorriso a trentasette denti ai genitori in paziente attesa, ripescato i registri dei verbali e aggiunto a mano le valutazioni della condotta, mentre io evocavo immagini di belle oche bianche da spennare e di schede in pergamena da compilare a mano come ai bei vecchi tempi quando il registro elettronico non c'era ancora, le schede venivano compilate a mano durante lo scrutinio e non mancava mai nulla. 
E siccome ero troppo occupata a evocare queste splendide oche bianche per controllare ulteriormente le schede, solo dopo averne date via un buon terzo mi sono accorta che mancavano anche i giudizi di religione di alternativa - al che, non vedendo ormai modo di rimediare, ho deciso di far finta di niente e ho continuato a consegnare schede facendo grandi sorrisi ai vari e cortesi genitori che, tutti, con gran gentilezza e premura si informavano sulla mia salute rallegrandosi di rivedermi in buone condizioni.

*non ho niente contro la musica, nemmeno contro quella che non mi piace; purtroppo a St. Mary Mead per "mettere la musica" i ragazzi intendono "mettere una base ritmica insulsa a volume assolutamente intollerabile senza nemmeno ascoltarla", che è una pratica in cui non riesco a trovare nulla di commendevole sul piano didattico.

9 commenti:

Pellegrina ha detto...

Che risate per i temi sul quadro! Che poi la rappresentazione mi sa che viene da Wagner più che dai poemi medievali. Il che quadra con l'epoca del quadro. Non ricordo che quest'ultimi parlassero di arpe mentre mi pare che in Wagner abbia un ruolo più preciso.
A me però il medioevo ottocentesco fa un effetto plastica terrificante.

Murasaki ha detto...

Nonono, Wagner enfatizza un po' le tinte ma la storia di Tristano e Isotta è, appunto, una bella storia d'amore e di morte sin dalle fonti medievali, e l'arpa è tradizionalmente associata a Tristano sin dalla notte dei tempi. In compenso quel quadro non èassolutamente associabile a nessun punto dell'opera di Wagner, perché quando Mark li sorprende alla fine del secondo atto non stanno affatto flirtando!

acquaforte ha detto...

Suona molto bene il fatto che dopo una giornata faticosa basti una notte per recuperare.....è davvero un buon segno👍😸.....

dolcezzedimamma ha detto...

Ho finito oggi con le incombenze scolastiche. Mi hai messo invidia e racconterò anch'io di questo strano anno scolastico (soprattutto nel finale), sempre che l'Erede(che è sotto esami) mi lasci un'ora libera😜

Murasaki ha detto...

@Acquaforte:
E' indubbiamente un buon segno ^_^

@Dolcezze:
Assai malvagiamente, io sospetto che sei TU che dovresti lasciare un'ora libera all'erede per raccontarci un po' dei fatti tuoi ^_^

dolcezzedimamma ha detto...

Magari, magari! Ormai sono la copertina di Linus!

Pellegrina ha detto...

Glus, non sono molto wagneriana. Pensavo alla coppia e meno a Mark. La notte d’amore non è legata al suono dell’arpa? Forse la suona Brangwene? Ma il libretto non allude a Tristano arpista in quel momento?

Murasaki ha detto...

Ah, non ricordo se nel duetto del secondo atto c'è l'arpa - in tutti i casi non ci sarebbe niente di strano visto che, appunto, per antica tradizione Tristano suona l'arpa, allo stesso modo in cui per antica tradizione Isotta è maga e guaritrice.

Pellegrina ha detto...

Sì Isotta guaritrice ricordavo è lei a guarire Tristano. Di colpo mi fa ripensare con minore animosità a Tolkien. Ho sempre detestato la normalizzazione di Eowyn in crocerossina, ma effettivamente questo sarebbe un nobile precedente sia pur destinato a finire malissimo.