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giovedì 24 maggio 2018
Il futuro della scuola: quale ipotesi per angosciarci meglio?
Ai bei tempi della mia radiosa giovinezza, quando ero una precaria dalla posizione molto ballerina in graduatoria, tutto quel che mi interessava era sopravvivere fino all'inizio del successivo anno scolastico, migliorare un po' per volta la posizione di cui sopra e guadagnarmi onestamente il pane impartendo un decoroso insegnamento ai miei alunni. Poi, si sa, gli anni passano, la posizione in graduatoria si stabilizzano e si comincia a lavorare con prospettive più stabili e su arcate di tempo più lunghe - insomma, si diventa più ansiosi e pure un tantino paranoici.
Intorno a me fioccano lugubri previsioni sul futuro della scuola a seguito delle ultime elezioni politiche. Non ci faccio troppo caso perché, sin dal secondo o terzo giorno di scuola come docente, ho sempre sentito fioccare intorno a me lugubri previsioni sul futuro della scuola pur non avendone mai vista realizzare una - in base alla buona e vecchia regola secondo cui il colpo arriva sempre dalla parte che non ti aspetti e insomma le lugubri previsioni oltre a farci pensar male avevano il difetto (o meglio il gran pregio) di non azzeccarci mai, laddove numerose insidie di gran calibro ci hanno assai infelicitato la vita senza preavviso alcuno (la sostituzione dei giudizi con i voti da un giorno all'altro e senza uno straccio di istruzioni, per dirne una). D'altra parte ogni governo di stampo Fortemente Innovativo negli ultimi decenni ha sentito come un imprescindibile dovere quello di fare grandiosi interventi scolastici (sempre migliorativi, si capisce) onde lasciare un forte segno nella scuola - e in effetti, il segno è stato lasciato, talvolta anche in modo imprevedibile, lasciando in più di un caso gli insegnanti a smoccolare facendo abbondante uso di termini del tutto inadeguati al contesto scolastico.
Così ho deciso di improvvisarmi veggente in attesa della comparsa di quella sorta di ircocervo che promette di essere il governo prossimo venturo, e di azzardare qualche lugubre profezia. Se non ora, quando?
E azzarderò dunque qualche modesta previsione:
1) è purtroppo assai improbabile che detto governo decida di dar seguito all'eccellente progetto della ex presidente Boldrini per diffondere nelle varie scuole del regno tra gli alunni la conoscenza dei meccanismi e delle pratiche che regolano il funzionamento delle bufale telematiche, né che incoraggi le nuove generazioni ad una rigorosa e accurata analisi delle fonti per qualsivoglia notizia, dal momento che gran parte delle bufale (e in particolar modo quelle che riguardavano appunto la presidente Boldrini) che hanno rigogliosamente fiorito in rete provengono appunto dal sottobosco legato a queste due formazioni politiche né dette formazioni politiche hanno mai mosso la punta di un solo dito per regolare o temperare in qualche modo cotale bizzarra attività produttiva dei loro simpatizzanti.
2) Ancor più improbabile mi sembra la possibilità che il futuro governo promuova un controllo qualitativo dei contenuti dei libri di storia, cercando di eliminare almeno le più vistose incrostazioni accumulate e amorevolmente conservate nel corso dei decenni su piramidi feudali nel IX secolo, evocazioni delle brioche da parte di Maria Antonietta o togliendo un po' di polvere al nostro Risorgimento, perché se da una parte il Movimento Cinque Stelle sembra a malapena consapevole che c'è stata una storia, anche in tempi non recentissimi, e che l'umanità non si è formata per germinazione spontanea una trentina di anni fa, la Lega da sempre sulla storia passata ha mostrato di avere opinioni decisamente personali e molto, molto creative, che spaziano dai Celti e arrivano all'anno scorso (per tacere di una versione decisamente personale del Risorgimento in questione).
3) Difficilente detto governo si preoccuperà di incentivare gli indirizzi di studio scientifici (anche se potrebbe forse promuovere un atteggiamento più rispettoso verso i culti sciamanici e animisti), e in particolar modo non si preoccuperà di diminuire il distacco che separa le giovani leve italiane dai giovinetti di altri paesi nella matematica: entrambi i movimenti infatti han dato mostra sin dall'inizio della campagna elettorale di un supremo sprezzo per argomenti quali le somme e le sottrazioni, il calcolo di entrate e uscite, le previsioni di spesa e altri argomentucci secondari.
Forte di queste tre ragionevoli certezze nonché fiduciosa oltre che timorosa che questioni contabili di varia natura tengano assai occupato il Consiglio dei Ministri prossimo venturo per un bel po' di mesi, aspetto quel che deve venire con scarso ottimismo ma armata di grande pazienza.
In God We Trust.
*o forse dovrei dire di ricciocorno schiattoso? Chissà...
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12 commenti:
Credo che, effettivamente, possiamo solo confidare nella misericordia divina.
Posso aggiungere che, sicuramente, nessuno penserà di inserire l'insegnamento fra i lavori usuranti che consentono un anticipo di pensione (e, del resto, perché mai? In fondo gli insegnanti lavorano solo mezza giornata e godono di 3 mesi di vacanza!), che nessuno inviterà ad un potenziamento degli studi grammaticali (visto l'uso garibaldino dei congiuntivi), mentre vedo molto probabile l'apertura delle scuole per tutto luglio, così i genitori non avranno problemi di baby sitting (peccato che con 40° all'ombra al Sud tutto ciò sia impraticabile)
Potrebbero alla meno peggio NON FARE NIENTE...Che magari visti i soggetti che millantano corsi in prestigiose università (mio figlio ha detto che forse ha fatto al massimo pipì nei bagni e poi l'ha messo nel curriculum), dicevo visti i soggetti magari fanno meno danno se non fanno niente
Ciao
Betty
@Betty: guarda certo che la PI non è fortunata: vuoi mettere un pezzo da 90 dell'istruzione e della cultura come la sig. Fedeli??? del tutto avulsa da bufale più o meno telematiche, ça va sans dire. A me Conte pare un perfetto ectoplasma, e chi gli sta intorno di un'ingenuità stupefacente.
Mi permetto invece di osservare che la valutazione delle fonti dovrebbe essere comunque oggetto dell'insegnamento, senza stare a aspettare le indicazioni di Boldrini o di chiunque, e non solo per quanto riguarda le fonti del web.
Quanto ai numeri sono proprio in totale disaccordo, nel senso che non conosco assolutamente la confidenza del pdc incaricato con i medesimi, ma di certo l'ossessione contabile che pervade il nostro continente ha prodotto stragi e devastazioni indegne di un qualsiasi paese civile. L'unica cosa sensata sarebbe buttare a mare questa follia ideologicamente stantìa al più presto e cercare di ricostruire ciò che è stato scientemente distrutto.
Ad ogni modo, il governo non mi pare che ci sia, anzi, la mia impressione è che si stia no facendo i conti per raggranellare una maggioranza diversa, che renda felici i pa(r)titi del pallottoliere.
@doclezze: ma perché inserirlo tra i lavori usuranti? Tutti i lavori sono usuranti, anche inserire dati in un pc usura gli occhi e lo scheletro. Invece di invocare scappatoie di categoria, bisognerebbe far fuoriuscire dal nostro ordinamento un calcolo così alto delle pensioni, per tutti, anche tenendo presente che ormai i contributi si cominciano a prender a un'età sempre più alta, data la precarietà scientemente alimentata con contratti indegni, e evitare di tenere le persone al lavoro quando sono ormai indebolite e stanche, e smettere di assumerle a quarant'anni dopo lustri di patimenti anziché sotto i trenta, in tempo per raggiungere contributi più adeguati.
Finché accettiamo quest'impostazione qui, saremo sempre pronti a piangere sui nostri casi tristi e a trovare capri espiatori nella categoria vicina e le cose continueranno come si vuole che vadano.
Hai ragione: tutti i lavori sono usuranti e l'età della pensione dovrebbe essere abbassata per tutti e per qualcuno ancora di più (pensa al macchinista DI 61 ANNI coinvolto nell'incidente ferroviario dell'altro giorno), però ci sono vari tipi di usura. C'è un'usura fisica, c'è un'usura dell'attenzione, c'è un'usura del tempo. Già c'è un mondo fra me e i miei alunni (nonostante abbia i miei figli come cerniera fra i due mondi), fra 10/15 anni penso che parleremo lingue diverse, oltre che avere visioni del mondo distanti come era quella fra me e mia nonna. A ciò aggiungi che forse, dopo 40/45 anni forse è difficile trovare qualcosa di nuovo da dire...
Ognuno conosce l'usura che sperimenta. Ma i vari tipi si sommano tra loro, si può essere fisicamente provati quindi disattenti, si può essere annoiati e sentire di non reagire più alla realtà che ci circonda, magari per routine.
Sono stanchezze legittime: dovrebbe essere il contesto lavorativo a essere organizzato in modo tale da scongiurarle il più possibile, sia mentre ci si sta dentro, sia nel momento in cui per ciascuno diviene necessario uscirne.
Cosa che non è, anzi.
Di certo essere professionalmente a contatto con bambini piccoli diventa anche più delicato, proprio per la possiblità di parlare da contesti troppo diversi. Se in certi casi si può diventare testimoni di un mondo lontano con accenti quasi fiabeschi, forse è meglio che queste figure non siano quelle degli insegnanti.
Ad ogni modo paralvao tempo fa con un medico in pensione francese, in gambissima benché quasi novantenne, che strepitava perché in Francia (resti delle riforme mitterandiane) le maestre d'asilo andavano in pensione a 60 anni mentre in Germania erano molto ma molto più bravi perché le facevano lavorare fino a almeno 68. "Mio dio che orrore! Non vorrei proprio che l'incolumità di mio figlio piccolo anni dovesse esser affidata alle energie e alle capacità di reazione di una signora di quell'età!" ho risposto mentendo spudoratamente (tra l'altro non ho figli)...
@Dolcezze:
La proposta di continuare la scuola fino a Luglio compreso rispunta regolarmente tra i più vari indirizzi politici e muore regolarmente spiaggiata nel giro di pochi giorni per manifesta e totale impraticabilità. Peraltro NON è stata citata né in campagna elettorale né in quel curioso brogliaccio che han compilatoin fretta e furia, quindi secondo la mia teoria potrebbe riemergere... ma che dico, riemergerà senz'altro durante l'estate, quando c'è sempre qualche tuttologo che parla di scuola - e con questo governo, se mai si farà, oggettivamente i tuttologi si sprecano sia tra gli eletti che tra gli elettori, anche se per ora sono occupati soprattutto a discutere di quella che chiamano economia.
A proposito, mi sembra di ricordare che insegnare alle materne è stato riconosciuto come lavoro usurante già da diversi anni (e vorrei anche vedere, di sicuro io mi ci usurerei in meno di una settimana!)
@Betty:
È la mia segreta speranza, infatti - anche perché han parecchie gatte da pelare in settori piuttosto complessi... anzi AVREBBERO, perché non si sa se partiranno.
@Pellegrina:
La tanto deprecata (non da me) Fedeli non ha fatto danni, e certamente è stata meglio di tanti altri.
Quanto all'ingenuità di CinqueStelle e Lega, nutro da tempo moltissime riserve e per conto mio sostituirei volentieri la parola con "prepotenza". Che alcuni siano telecomandati non c'è dubbio, ma non è che in Forza Italia le cose andassero (o vadano) diversamente, non dovrebbe essere una novità per l'elettore italiano.
Sull'analisi delle fonti siamo d'accordo, ma un progettino come quello promosso dalla Camera dei Deputati aveva tutta una serie di aspetti ludici che ne faceva un lavoro più interessante - non è che quando insegni, specie alle medie, puoi risolvere tutto con una lezione frontale, e variare il piatto aiuta l'alunno a concentrarsi meglio su un argomento, specie se deve lavorare in proprio e non rimasticare quel che gli dicono.
Quanto alla contabilità: molto si può discutere sulla contabilità di Bruxelles, chiamiamola così. Ma io sto parlando di una ben più creativa contabilità, ovvero quella dove la stessa medesima cifra viene destinata contemporaneamente a tre o quattro usi diversi, salvo poi meravigliarsi che i bilanci sono in rosso, e dove si lavora su soldi fantasma. In campagna elettorale hanno letteralmente farneticato, ma tuttora certe dichiarazioni sono... diciamo ingenue, ma tenderei anche a dire "criminali".
Per quanto riguarda l'usura che provica l'insegnamento, la questione è complessa e oggetto di vari studi etra le malattie professionali di questo lavoro sembra sia piuttosto diffuso il burn-out. La mia personale teoria è che l'insegnante lavora con le correnti energetiche e quando non riesce a gestirle bene appunto si brucia; il guaio è che nessuno ci insegna a gestirle, queste benedette correnti, e l'altro guaio è che quelle dei ragazzi sono fortissime e talvolta negative. Qualcuno sa gestirle per capacità personali, qualcuno per istinto, ma quando il meccanismo si inceppa è comunque piuttosto doloroso e non ci sono ricette. L'età tutto sommato è un falso problema, secondo me, ma qualcuno si logora progressivamente con gli anni. Spero proprio che non aianil mio caso perché al momento mi diverto assai, e anzi mi sembra di uscire adesso, dopo diciotto anni, dalla fase dell'apprendistato e di stare finalmente imparando a farlo, questo lavoro. Va detto però che le scuole medie, come le elementari, hanno splendidi margini di manovra, mentre le superiori sono molto più vincolate dai programmi (giustamente).
@Murasaki: partiamo dalla fine. Mi chiedo, perché non so appunto quali dati comparabili tra loro esistano, se l'alto tasso di esaurimento riscontrato negli insegnanti non sia semplicemente dovuto al fatto che essendo un mestiere più delicato e in qualche senso controllato, perché svolto non solo al pubblico, ma a contatto di minori, il disagio, quando c'è, non venga semplicemente meglio monitorato e registrato. Pensiamo allo sportellista sgarbato alla posta, per fare un caso classico: ovviamente lo mandiamo al diavolo e riteniamo che sia ideale per Brunetta, non ci viene mai in mente che possa appunto trattarsi di un lavoro ben meno gratificante dell'insegnamento, tra l'altro, con un livello inferiore di autonomia e fantasia (in fin dei conti parlare a una classe può anche avere un effetto di sfogo terapeutico: bene o male ti devono stare a sentire e pure compiacere in qualche modo :-P) che magari, in certi casi, non in tutti, possa portare a scoppiare anch'esso, ad esempio in conseguenza situazioni organizzative e ambientali degradate, e del tutto trascurate da chi dovrebbe gestirle. Quindi queste situazioni semplicemente non vengono registrate, ma relegate a questioni caratteriali.
Quanto al gestire le interazioni psichiche che si creano in un rapporto di insegnamento, sfondi una porta aperta. In Francia mi ha colpito quanto si sia attenti alla formazione degli insegnanti per anni, sia prima che dopo l'assegnazione della cattedra, che avviene molto più per concorso di quanto non si faccia da noi. Non so però quanto si tocchino gli aspetti che tu indichi.
Questione Fedeli: al di là di come valutare la sua azione in quanto ministro, la risposta a Betty verteva sul fatto di millantare titoli e cv. Quanto meno la signora è stata un po' ambigua al momento di presentarsi per svolgere il suo ruolo. Si ha il diritto di pensare che stata bravissima, ovviamente, ma quando si parla di titoli qualche lieve imprecisione forse si potrebbe rintracciare.
Ciò posto che un PdC in cerca di maggioranza in una situazione di lotta spietata come l'attuale lasci andare in giro un cv "gonfiato" come è stato definito da fonti estere coinvolte (le università in questo caso) senza che attorno a lui nessuno abbia la testa per rimetterci le mani sopra, be', se non vogliamo definirla un'ingenuità possiamo passare direttamente al turpiloquio, o non sta bene sul blog di una signora?
Questione fonti: certo che una lezione frontale non basta: ma per altre cose basta? Ho i miei dubbi, anche se la mia esperienza di insegnamento è diversa e quantitativamente inferiore alla tua. Ho se non altro un'esperienza di allieva ancora molto viva, come sai, nei miei ricordi ;-) e una struggente consapevolezza di quante e quali cose mi siano mancate nei miei anni scolastici, compresi proprio quegli approcci non frontali. Per dire che in generale si dovrebbe essere comunque attrezzati a gestire sia la tematica sia le diverse modalità di erogarla su un argomento così importante.
Mi lascia invece perplessa che una simile questione sia gestita dalla Presidenza della Camera: istituzionalmente parlando la trovo una forzatura di un organo molto delicato, indipendentemente dalla natura e qualità dei contenuti o delle persone coinvolti.
2 Ovviamente amare il proprio lavoro e divertircisi è un'altra cosa, e in questi casi si tratterebbe d poterci restare finché ragionevolezza vorrebbe. Ma in entrambi i casi, sia più sia meno, i contabili in genere si irritano di cotanta iniziativa personale.
Ad ogni modo, resto convinta che sia fondamentale la qualità dell'ambiente di lavoro, sia materiale sia umana, invece di pensare che sia questione di zelo o di fortuna. Cose di cui ci si preoccupa assai meno che della propaganda, ahimé. Eppure una persona gratificata sarà assai meno propensa a abbeverarsi a madonne varie o a aver voglia di picchiare il prossimo.
Quanto ai bilanci, che vuoi che ti dica? Che il capitalismo si basa sul debito? Che un bilancio può essere in rosso tranquillamente se questo significa che hai investito che so, in un programma di prevenzione e screening e ti aspetti benefici negli anni futuri perché la gente si ammala di meno e curarla costa meno e comunque vive meglio? In una rete di trasporti? In più insegnanti? che lo stato non deve vivere per distribuire dividendi a tre mesi, ma programmare sul lungo periodo in funzione del benessere dei cittadini, ANCHE in rosso e ANCORA più in rosso in una situaizone di difficoltà o crisi (come sapeva già Roosvelt che si studia a scuola)?
Che i paesi con i bilanci meno in rosso sono anche quelli, tranne eccezioni, da cui la gente scappa per la disperazione nei paesi appunto più in rosso mentre non avviene mai l'inverso?
Di certo i conti in rosso non mi tolgono il sonno, e francamente mi stupisce che in questo momento si crei tanto allarme a partire dai più alti livelli istituzionali all'idea di spendere di più, con conseguenze catastrofiche peraltro tutte da dimostrare, quando sono ampiamente dimostrate le conseguenze certo non benefiche di avere speso di meno. E la ragione del mio stupore è che nel frattempo non si dice motto su possibili ministri che di rosso potrebbero farci vedere ben altro che quello del bilancio. Eppure ciò dovrebbe bastare per farci capire quali siano i veri interessi che stanno venendo protetti in questa lotta istituzionale senza quartiere scatenata esclusivamente in nome dei "mercati" e dei conti, non dei cittadini. Ma la propaganda è così ben orchestrata e convincente che nessuno sembra farci caso.
Trovo questo tuo post in ritardo, superato, direi, parafrasando Marx, dalla farsa. Intervengo solo per dire che sono lieta di non essere l’unica a pensare che la Fedeli abbia molti meno titoli a essere vituperata di quanto usi pensare la vox communis.
@ la 'povna:
Guarda, non so che dire. Tu pensa che ho aspettato più di due mesi a scriverlo, questo pist, perché ho aspettato di essere sicura che infine partisse quello che sembrava l'unico governo possibile e... bah, lasciamo perdere. Quanto alla vox commune, non so trovare parole per esprimere QUANTO sono stufa di sentirmi spiegare cosa devo pensare su X o su Y solo perché qualcuno si è svegliato una mattina e ha stabilito cosa ne devo pensare - ma immagino che lo capirai benissimo!
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