Come risulta assai evidente alla luce del più elementare buonsenso, è assai più facile costruirsi una reputazione di persona pettegola e indiscreta piuttosto che di persona discreta e accorta nel custodire i segreti altrui.
Nel caso della persona pettegola infatti sono le circostanze stesse che permettono di scoprirla in breve tempo: avete giusto ieri confidato a qualcuno in gran segreto che meditate di separarvi dal vostro attuale partner e il giorno dopo gente cui a malapena avete rivolto tre volte la parola nel corso della vostra vita vi domanda se per caso il partner in questione ha una relazione che avete appena scoperto? Avete raccontato, dietro giuramento di assoluta riservatezza, che siete assai preoccupati perché le analisi di vostra madre mostrano ombre sospette nei polmoni e poche ore dopo uno stormo di conoscenti, con l'aria molto solidale, vi racconta la dolorosissima morte dei loro genitori, parenti e amici per orribili forme di tumore ai polmoni e ad altri organi vitali? Avete detto, in un momento di debolezza, che sospettate in cuor vostro che l'ultimo fidanzato di vostra figlia abbia frequentazioni troppo strette con pasticche stupefacenti ed ecco che il pomeriggio seguente avete davanti una fila di persone ansiose di spiegarvi come tutto il paese, tutta la provincia, che dico, tutto il pianeta sa che il ragazzo in questione spaccia regolarmente tutti i Martedì sera sulla piazza principale del paese?
Inutile mentire: il sospetto di aver scelto male il confidente prima o poi arriva.
Oppure: siete al corrente di tutte le relazioni coniugali, vere o presunte, di X e di Y anche se non vi è mai passato per l'anticamera del cervello di informarvi sull'argomento? E' inevitabile che in voi sorga il sospetto che chi ve l'ha raccontate sia persona cui conviene a malapena confidare di avere due piedi o uno stomaco.
Tuttavia, se il vostro vicino di scrivania non vi ha mai intrattenuto con le tresche del capo reparto né vi ha mai spiegato che il figlio di Z è sospetto del grave reato di tendenze omosessuali, non per questo siete immediatamente portati a dare per scontato che costui sia persona cui confidare con fiducia il sospetto di avere più palchi di corna del padre di Bambi senza che la notizia faccia il giro della città in meno di mezz'ora - perché in effetti costui potrebbe non avervi raccontato mai i fatti degli altri semplicemente perché non ne è informato.
Certo, con l'andare del tempo si finisce per riflettere sul fatto che è strano che il vicino di scrivania in questione non sia mai informato di niente di niente, pur conducendo una normalissima vita sociale e anzi intrattenendo rapporti cordiali con tante persone; e magari con gli anni potreste persino prendere in considerazione la possibilità che costui o costei non spartisca facilmente col primo venuto quei fatti che gli sono stati narrati in confidenza. Ma ci vuole, appunto, molto tempo.
La persona che non spiattella in giro le confidenze degli altri non si contraddistingue infatti per il fatto di spiegarvi appena vi conosce che non le racconta (che anzi è un chiaro indicatore di gran tendenza al pettegolezzo) ma al contrario perché dà l'impressione di non avere mai niente di particolarmente succoso da raccontarvi. Avvolge la confidenza ricevuta in un morbido bozzolo di oscurità e scansa abilmente ogni domanda indiscreta, senza nemmeno lasciar intendere che ha capito cosa gli state chiedendo e guardandosi bene dal seminare indizi sul fatto che sì, lui sa, e volendo potrebbe dirvi un sacco di cose. Non ne parla e basta.
Esauriti questi indispensabili preliminari, è ora tempo di illustrare in che modo la questione della discrezione riguardi il complesso mestiere dell'insegnante.
Com'è noto, tra i doveri dell'insegnante delle medie c'è quello di farsi presentare i suoi futuri alunni dagli insegnanti delle elementari. In questa complessa cerimonia viene solitamente dedicato un po' di spazio al profitto generale degli alunni in questione, abbastanza spazio ad eventuali problemi di apprendimento e molto spazio alle sue brache personali, che finiscono inevitabilmente per coinvolgere anche quelle della sua famiglia. Il virgulto è stato adottato? Se sì, da molto o da poco tempo? Dov'è nato e soprattutto che esperienze ha avuto? I suoi genitori sono in buoni rapporti tra loro? Oppure sono notoriamente di fuori come balconi? Godono buona salute? Ci sono conflitti in famiglia?
Non si tratta di bieca tendenza al pettegolezzo, anche se talvolta, al momento di elargire i particolari più succosi di certe separazioni l'impressione (talvolta più che giustificata) è proprio quella: se il futuro alunno si è fatto il giro di sette orfanatrofi uno più disastrato dell'altro, se è stato raccattato per la strada da qualche associazione umanitaria, se la madre sta morendo di tumore, se i genitori lo usano come ostaggio per vendicare torti effettivi o presunti subiti nel corso di una relazione tutt'altro che positiva, se il padre soffre di depressione cronica o se la famiglia è in carico ai servizi sociali è molto, molto probabile che tutto ciò incida sullo stato psicologico (e talvolta anche fisico) della giovane creatura che presto sarà affidata alle vostre cure, ed è opportuno che almeno sappiate che è opportuno evitare certe domande o certi argomenti o non dare per scontato che i compiti a casa vengano sempre eseguiti nel migliore e più solerte dei modi. E qualche volta è opportuno anche scendere nei dettagli, a volte sentendosi terribilmente impiccioni - ma che parte ha il nonno in tutta la faccenda, chi si prende cura della bambina quando la madre è all'ospedale, con i cugini e le zie vanno d'accordo? E via indagando, neanche dovesse venire preparato un rapporto per i servizi segreti sulla questione, prendendo furiosamente appunti che verranno poi nascosti sotto il materasso o fra la biancheria intima e di cui non sarà mai scritta una parola in alcun documento salvo un eventuale in considerazione della delicata situazione attuale dell'alunno nella relazione finale per giustificare come mai l'alunno viene ammesso alla classe successiva all'unanimità anche se ha cinque insufficienze di cui due gravi.
Tutte queste faccende assai private verranno poi sciorinate al Consiglio di Classe dai fortunati che hanno partecipato all'incontro con i maestri, e magari integrati dalle chiacchiere di corridoio - perché gli altri insegnanti del Consiglio non è che vivono sulla Luna, spesso hanno avuto tra i loro allievi i fratelli minori o i cugini del virgulto in questione, o addirittura i genitori stessi medesimi e ricordano, sanno, comparano - magari raccontando che la madre o il nonno gli sono scoppiati in lacrime nel bel mezzo del colloquio raccontando nuove tragedie.
Tutto ciò, anche se all'apparenza può sembrare indiscreto, è professionalmente cosa buona e giusta ed è di grande aiuto nel delicato lavoro dell'insegnamento. Tuttavia occorre sempre ricordare che si tratta di materiale altamente riservato, che andrebbe maneggiato con lo stesso riguardo che si ha per le bombe inesplose, evitando rigorosamente di parlarne con chi non insegna nella stessa scuola e al di fuori delle quattro mura scolastiche se non ci si trova in luoghi isolati e - ovviamente - con colleghi, a rischio di sembrare o anche di essere paranoici - evitando con gran cura di fare nomi se per una qualche circostanza si desidera il consiglio o l'assistenza morale di qualcuno che non fa parte della scuola - e questo vale sia per la scuoletta del paesello come per la grande scuola a dodici sezioni della capitale.
Una accorta riservatezza non causerà danno alcuno alla vita sociale dell'insegnante: mai nessun coniuge ha mai chiesto il divorzio perché non gli venivano raccontati i particolari più ghiotti di una separazione di cui in teoria non era tenuto a sapere niente, nessun parrucchiere ha mai rifiutato clienti che non lo intrattenevano con questioni dinastiche, nessun amico di lungo corso (o anche di breve) si è mai offeso perché non gli veniva spiegato per filo e per segno cosa hanno fatto le famiglie quando X è stato sospeso e certo nessun figlio di insegnanti si è mai lamentato perché non era a conoscenza degli affari di gente che non conosceva. L'insegnante troverà di sicuro alternative più che valide per intrattenere parenti e amici con la sua brillante conversazione*.
Altro aspetto assai delicato è quando di certe cose, anche tra colleghi, anche in sedi e luoghi opportuni e pertinenti, si parla troppo e troppo spesso. Questo avviene soprattutto sugli affari privati delle famiglie. D'accordo ricordare che Edwige è stata brutalmente traumatizzata dalla separazione dei suoi genitori che è avvenuta in questa e quest'altra circostanza (...dieci anni fa) o che i rapporti tra i vari padri dei vari figli di Berta dal Lungo Pié sono così e cosà e che questo rende la struttura della famiglia un po' complicata - per quanto, le circostanze della separazione non sono sempre del tutto pertinenti, e non sempre è necessario riferire tutta la storia di una stirpe partendo dal tempo in cui Adamo vagava tra i pruni dopo essere stato cacciato dal paradiso terrestre. Non è sempre necessario esternare la propria opinione su come si sono comportate male le famiglie né fare l'albero genealogico della dinastia dai tempi delle crociate: il consiglio di classe si occupa del percorso degli alunni, non di storiografia comparata, e quando una determinata storia viene narrata per la terza o quarta volta in pochi mesi conviene che qualcuno, a rischio di sembrare molto scortese, ricordi con fermezza che del gossip si occupano già i giornalisti, che certo sanno fare benissimo il loro lavoro anche senza l'aiuto dei docenti. Tale salutare pratica del darci un taglio è altamente raccomandabile non solo per limitare le perdite di tempo, ma anche e soprattutto per evitare che un Consiglio di Classe di gente che si conosce da tanti anni si trasformi in un gallinaio dove il livello qualitativo degli interventi risulti deplorevolmente basso anche quando le brache degli alunni vengono accantonate per passare a temi più pertinenti al lavoro - perché c'è un certo tipo di pettegolezzi che sporca anche chi si limita ad ascoltare e rende tutto più meschino; senza contare l'assoluta necessità di non scandalizzare il supplente di turno, che già al terzo risvolto della prima saga familiare si domanda un po' schifato tra che razza di gente è andato a finire.
* sì, d'accordo, suona strano detto da me che da nove anni tengo un blog dove racconto i fatti degli altri e quasi niente dei miei; però sui fatti degli altri ho fatto qua e là un certo lavoro di editing e assolutamente nessuno delle scuole dove ho lavorato sa che tengo un blog - e se anche capitasse qui e capisse chi sono, ben difficilmente riconoscerebbe di chi sto parlando. Credo. Spero. Confido. Succede sempre così, vero?
8 commenti:
Argomento delicato. Non sempre il carattere segreto di certi dati relativi agli studenti rimane tale; succede pure che i docenti siano gli ultimi a sapere notizie, che già i compagni e la scuola tutta hanno acquisito tramite l'ignobile e pur sempre verdeggiante arte del pettegolezzo. Tra l'altro i social danno il loro apporto. Poi ci sono i docenti esperti nell'arte del gossip, maschi e femmine parimenti.
Il mio procedere nel Consiglio è il seguente: bando al gossip e presa in carico soltanto di quegli studenti, la cui situazione è stata vagliata da un apposito team(psicopedagogiste, docenti non facenti parte del C.d.C, eventuale psicologo interno ed esterno)che siano in grado di produrre un minimo di documentazione che attesti l'ostacolo all'apprendimento. Non sempre è così facile. A noi spetta di rimuovere, per quanto possiamo, gli ostacoli, non di avallare promozioni a pioggia. Certo c'è da lottare però.
errata...che sia in grado.
Approfitto della correzione apportata per aggiungere che sono rari, se non nulli, i casi in cui qualche genitore, invocando la legge sulla privacy, si sia rivolto alle autorità competenti. Questo la dice lunga sull'applicazione di tale legge.
Il grosso problema in questo caso è la professionalità in ordine alla trasmissione di notizie su studenti e famiglie. In caso di colloquio tra elementari e medie, la prudenza mi ha sempre spinto a comunicare il minimo. Del resto alcune schede, pagelle, relazioni parlano già da sé. Oramai sappiamo che la famiglia tradizionale non esiste quasi più, per cui le domande in ordine a padre madre fratelli nonni eccetera devono essere quanto mai caute.
Devo confidarti tuttavia che mi dispiacque molto veder promosso con buono all'esame di terza media un alunno intelligente, ma con problemi familiari, e con lo stesso voto o addirittura distinti un altro fanciullo le cui difficoltà di apprendimento erano tali da avere necessità di sostegno pure alle medie.... mah. Forse un miracolo, pensai.
Ma,a proposito di gossip, tu cara Murasaki, cosa pendi di quelle amiche che, quando vi trovate per un caffè , oppure al telefono, riescono a farsi raccontare tutto, ma proprio tutto degli accadimenti tuoi.... mentre dei loro non si lasciano sfuggire una sillaba? Un tempo pensavo fosse altruismo e interesse per gli gli altri. Ma recentemente sto cambiando parere.
Pensi, cosa pensi.... accidenti a me che non rileggo.
...io la pettegola la "uso" quando voglio SI SAPPIA qualcosa😊
...e tempo fa ho disprezzato profondamente una tizia che svolgeva il suo "ruolo" da "insegnante di sostegno" descrivendoci un paio di BAMBINI della sua classe come "sofferenti" di ansia da "prestazione"(alla materna?)....e rideva pure fiera della sua diagnosi...mah....
E' molto bella la descrizione della persona discreta, nella quale ho riconosciuto pienamente il mio collega Esagono, che infatti è una garanzia, da questo punto di vista. Complessissima la gestione della privacy scolastica, a mio avviso, perché non manca volta che una regola si trasformi, poiché abbiamo a che fare con quella che tu una volta definiti molto giustamente la Funzione Essere Umano, in eccezione.
@la povna:
Non avevo mai considerato Esagono sotto questo aspetto ma sì, quando ti ho letto ho pensato "E' vero, è lui!".
E' vero, per la privacy scolastica non ci possono essere regole precise (salvo non spiattellare certe cose ai quattro venti, che rientra nella Funzione di Essere Decente) perché ogni singolo caso fa repubblica a sé.
@Mel:
naturalmente alle superiori è diverso, anche per le promozioni. E certo nessuno vi verrà a stressare per il Gran Trauma di una separazione dei genitori avvenuta otto o dieci anni fa (almeno, si spera!). Si spera che a una certa età i ragazzi siano un po' più robusti. In compenso potrebbero esserci problemi legati alle droghe.
Da noi i genitori non si sono mai preoccupati troppo per la privacy, ed è un bene perché in un piccolo paese non si salva nessuno. Pure, a volte, cerco di salvarmi io perché trovo che certe cose rientrino VERAMENTE nella sfera privata e ad un certo punto penso che sia bene che restiamo soli, io, l'alunno/a e la valutazione puramente legata al rendimento, al metodo di studio eccetera.
@Ornella:
Proprio perché molte famiglie sono diverse dal modello standard a volte capita di tirare in ballo nonni e zii.
Quel che mi manda in bestia però è quando certe cose, anche piuttosto importanti, saltano fuori alla seconda riunione, quella che si fa ad Aprile e che qualcuno un giorno mi spiegherà forse a che accidente serve. "Sai, alla riunione non lo abbiamo detto ma..." segue elenco di disagi psichiatrici della creatura.
D'accordo, non ce l'avete detto quando ce l'avete presentato e magari avete anche fatto bene, ma ci dite a cosa serve dircelo dopo otto mesi che maneggiamo 'sto figliolo? Se è una cosa che serviva, ci serviva anche prima, se non serve, allora è inutile dircelo. Oppure volete un té con dei pasticcini, nel qual caso si potrebbe anche parlare della separazione tra Bread Pitt e Angelina Jolie, almeno siamo sicuri di non far danno a nessuno parlandone.
Sulle "amiche" che ti spremono come un limone ma si rifiutano di raccontare i fatti loro... c'è di buono che prima o poi c'è senz'altro qualcuno che ti informa di quel che non ti è stato detto - certo che dopo un po' si comincia a desiderare meno comprensione e più condivisione, e magari si finisce per cambiare giro.
@Eva:
Ah, sugli insegnanti che si improvvisano psicologhi si potrebbero scrivere non uno ma molti, molti volumi.
C'è anche da dire che analizzare i complessi del figlio è spesso un modo indiretto per tagliare i panni ai genitori - una cosa che gli insegnanti fanno davvero troppo spesso, secondo me. Ricordo un fantastico consiglio dove si procedette a un processo su una famiglia che mandava troppo facilmente il figlio a fare colazione al bar, la mattina. La cosa era vista come un trattamento di favore immeritato perché, oggettivamente, il ragazzo non studiava un cavolo di niente. Ci misi un po' a riavermi dallo sbalordimento e a interrompere la raffinata disanima dicendo che delle colazioni di X avremmo parlato un altro momento, si potevano sapere i voti, per favore?
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