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venerdì 11 agosto 2017

La forza della bufala scorre potente in questi giovani (ma sapeste negli anziani!) - 1

Sì, il giorno di Star Wars è il 4 Maggio. Ma io sono rimasta un po' indietro. Capita.

Non so quando ho cominciato a preoccuparmi della precisione di quel che dicevo o scrivevo - qualche traccia di questa inquietante perversione si è senz'altro mostrata in me già in tenera età (pur risparmiandomi molto quando mi avveniva di tradurre dal greco e dal latino, ove seminavo con grande disinvoltura non dico errori, non dico orrori, ma autentici abomini in grande quantità) ma fiorì in modo piuttosto deciso ai tempi dell'università: è probabile che, semplicemente, abbia frequentato troppi filologi.
Sta di fatto che, arrivata alla tesi, mi ritrovai tra le mani un argomento molto scivoloso dove si andava avanti soprattutto a colpi di interpretazione. Occorreva dunque tenersi ben stretti quei pochi elementi concreti di cui si disponeva, e utilizzarli con gran cura - e ricordo infatti che venni lodata in sede di discussione per non avere tratto conclusioni laddove i dati che avevo a disposizione non me lo consentivano.
Proprio mentre preparavo la tesi un evento insignificante venne a scuotere molta della mia fiducia nel genere umano: scorrendo un testo che esponeva una teoria assai articolata dandola assolutamente per certa ed elencando fieramente le infinite pezze d'appoggio di cui il suo ideatore era convinto di disporre, trovai un riferimento al fatto che il Tal dei Tali, nella biblioteca del suo convento, aveva certamente a disposizione un dato testo, com'era stato ampiamente dimostrato dallo studioso XY.
Io l'articolo di XY l'avevo letto, e anche con una certa attenzione; e mi meravigliai fortemente di non aver minimamente fatto caso a quel particolare tutt'altro che secondario. Così tornai nella biblioteca apposita, ripresi in mano l'articolo, andai al punto segnalato... e scoprii che XY accennava vagamente alla possibilità che forse, magari, il Tal dei Tali avrebbe potuto anche avere in biblioteca quel testo, qualora il testo in questione fosse stato fatto copiare dal monastero ZZ (cosa di cui non risultava l'ombra di una prova ma che in effetti non era nemmeno impossibile).
Rimasi attonita. Guardai meglio. Riguardai. 
Ma, niente, era proprio come sembrava: uno studioso si era inventato senza una prova al mondo, semplicemente per aggiungere un altro punto d'appoggio alla sua teoria, la possibile presenza di un manoscritto in una biblioteca dove non ne restava traccia, e un altro studioso sulla base di questa fantasiosa ipotesi aveva deciso che quel manoscritto c'era senz'altro, anzi che la sua presenza in quella biblioteca era stata dimostrata.
Orrore e abominio! Com'era mai possibile tanta cialtroneria e faziosità in due nobili filologi, cioè gente che per contratto era tenuta ad avere la minor quantità di fantasia possibile, almeno quando scriveva saggistica?
Ebbene sì, era possibile. Peggio, era successo davvero.
O mondo infido e crudele, in chi mai si poteva confidare se perfino i filologi ti raccontavano serenamente un mare di balle?

Con gli anni scoprii che il fenomeno non era così insolito, e che non erano rari gli studiosi che ritoccavano qua e là un po' di dati per amore di una teoria - e non solo, ahimé, nel campo della filologia mediolatina e della storia medievale; e nemmeno erano rari gli studiosi che su teorie confermate da dati taroccati lavoravano e ricamavano con impegno per costruirci teorie ancor più taroccate. In effetti uno degli studiosi che aveva lavorato di più sul mio argomento aveva imbastito una teoria fascinosissima (e che credo in parte fosse anche valida) utilizzando all'incirca lo stesso metodo del "quattro indizi fanno una prova, anche se due dei quattro indizi stan su solo con gli stecchini" che aveva guidato gli autori del mio amatissimo Santo Graal nella costruzione della teoria storica che parte da Gesù sposo di Maria Maddalena fino ad arrivare al priorato di Sion che custodisce tuttora la sua discendenza. A me la teoria del Santo Graal era piaciuta moltissimo e per certi aspetti mi aveva anche convinto, ma vedevo bene che buona parte dei dati era piuttosto opinabile e i blocchi della storia non erano collegati tra loro in modo valido. La cosa non mi disturbava in un libro di storiografia alternativa; da un filologo però mi aspettavo una roba scialba ma  attendibile e un metodo di lavoro rigoroso.

Passarono gli anni. Scoprii l'esistenza delle leggende metropolitane e imparai che i coccodrilli uscivano talvolta fuori dallo scarico della doccia mentre la Polizia (per motivi mai del tutto chiariti) lanciava vipere nei boschi dagli elicotteri, e che la sigla di Jeeg Robot era stata cantata da Piero Pelù ancora giovanissimo. E tutto ciò era piuttosto divertente e, mi sembrava, assolutamente innocuo - tranne che per le povere vipere che si spiaccicavano al suolo, naturalmente.
Ma davo per scontato che solo qualche sprovveduto molto anziano potesse prendere sul serio queste storie (tranne nel caso della sigla di Jeeg Robot, che veniva creduta soprattutto dai giovanissimi che però venivano prontamente redarguiti dai postatori più navigati sui siti specializzati nell'animazione giapponese).
Col tempo queste leggende assunsero un colore più inquietante. 
Qualche anno fa un collega Tuttologo portò un giorno dei volantini a scuola che raccontavano dei parlamentari che si erano alzati la settimana prima lo stipendio (il tutto condito con i soliti "Vergogna!" e "Il mondo deve sapere!").
Lo mangiai per pane dicendo che su quel cazzo di volantino non c'era un cazzo di data e nemmeno si diceva da dove cazzo avevano preso la notizia, e per giunta la storia che la settimana prima i parlamentari si erano alzati lo stipendio la vedevo non meno di una volta al mese da almeno sei anni, e insomma a questo punto quanto cazzo di stipendio prendevano questi parlamentari?
Il Tuttologo ci rimase molto male, e borbottò qualcosa del tipo che "era il pensiero che contava" e che qualche volta l'avevano pur fatto.
Me lo mangiai vieppiù per pane dicendo che un insegnante era tenuto a valutare con un po' di senso critico le notizie che diffonde, visto che si suppone che avendo studiato abbia qualche strumento critico per farlo.
Lo lasciai molto deluso.

Non era la prima volta che sotto questo aspetto gli insegnanti mi deludevano: il primo anno a St. Mary Mead una collega di Tecnologia (emigrata per nostra fortuna in altra scuola l'anno dopo, e meno male perché era una persona piuttosto scorretta) mi spiegò che le fragole avevano al loro interno il disegno di una specie di lisca bianca perché erano state incrociate con dei pesci, e glielo aveva detto il tecnico della Coop venuto a fare una lezione sull'alimentazione.
Non ho idea di cosa potesse avergli raccontato il tecnico della Coop, ma il fatto che ti raccontino una pura follia non ti obbliga a crederci, almeno non senza prima consultare appositi testi e aver trovato un qualche straccio di conferma.
Ci tengo a precisare che sono una persona disponibilissima a tutto: credo agli UFO, ai miracoli, ai sogni profetici, alle visioni mistiche, alla telepatia - ma prima di parlarne in classe e rifilare telepatia e telecinesi come cose attendibili ai miei sventurati allievi voglio come minimo una dichiarazione ufficiale dell'Organizzazione Mondiale per la Sanità o una direttiva speciica del MIUR. A casa mia credo a quel che mi pare, ma quel che dico a scuola deve essere condiviso anche da persone meno disponibili di me al sovrannaturale.

Tuttavia, un paio di anni fa ho scoperto che la collega di Tecnologia e il Tuttologo non sono gli unici, nel corpo docenti, disponibili a prendere per buone cose molto, molto strane.



(to be continued...)

2 commenti:

Senzapre7ese ha detto...

Devi essere amatissima, tra i colleghi... :-D

Murasaki ha detto...

Ora che mi ci fai pensare, effettivamente il Tuttologo non ha mai brigato molto per ottenere la presidenza del mio FanClub...