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mercoledì 14 giugno 2017

Quattro elefanti si dondolavano lungo il filo di una ragnatela (ultimo giorno di scuola)

Ultimo giorno di scuola. Stavolta la professoressa Murasaki, stanca ma in ottima forma fisica, ha preparato tutto e stampato tutto per tempo. 
Perché la professoressa Murasaki non dà compiti per l'estate se la classe si è adoperata per fare ragionevolmente il programma, ma se dopo tre mesi passati sui pronomi in prima media, più altri due mesi passati su pronomi e aggettivi con la Supplente (che chissà perché ha insistito proprio su quella parte del programma; pòle essere che dipenda dal fatto che tuttora nei testi scritti dalla Seconda Amichevole se appena c'è una subordinatina si fatichi seriamente a capire chi fa che cosa? Non ne ho parlato con lei, resta il fatto che nel compito di analisi logica parecchi hanno risolto la questione scrivendo sotto i pronomi "pronome" senza analizzarli e nessuno si è degnato di riconoscere i pronomi relativi scrivendoci sotto "congiunzione" e risolvendo così il problema, anche se c'erano ben tre che soggetti e pure un che complemento oggetto), se, dicevo anzi scrivevo, i pronomi sono ancora una zona incognita della nostra bella lingua, allora si impone una cura di riparazione - anche perché corre voce che creino parecchi problemi anche in inglese e in spagnolo.
Restituisco i compiti di analisi logica, li rampogno garbatamente, gli consegno una bella sfilata di esercizi e ben tre diverse spiegazioni attinte da tre diverse grammatiche della differenza tra che congiunzione e che pronome, per la serie La vecchia guardia muore ma non si arrende. 
Poi consegno anche le ormai arcaiche verifiche di storia, che avrei dovuto correggere durante le vacanze di Natale e che invece avevo corretto appena in tempo per gli scrutini, e consegno pure i temi fatti due giorni prima delle vacanze suddette, che riguardavano la loro identità personale, di cui gli chiedevo di tracciare un accurata mappa e che avevano fatto con molto entusiasmo. Dopo tre mesi era inutile riportarglieli, ma adesso hanno una graziosa aria vintage che li ha divertiti assai - se c'è un periodo in cui alle medie si cambia particolarmente, è proprio nella seconda parte della seconda media (non che nel resto del triennio restino uguali, si capisce).
Suona la campanella e vado nella Seconda Non Eccessivamente Perfezionista, dove avevo lasciato in sospeso due interrogazioni di cui non mi ricordavo affatto. Dopo che le ho concluse con esito più che positivo scopro con piacere che aggiustando i voti per lo scrutinio (che l'altra Seconda sa benissimo essere già avvenuto, mentre la Seconda Non  Eccessivamente Perfezionista ne sembra beatamente ignara) avevo previsto anche l'esito delle interrogazioni che non  ricordavo di dover fare. Ne concludo che la mia memoria, assai brillante prima dell'operazione, perde tuttora colpi ma ciò nonostante le valutazioni finali continuano a venirmi bene (almeno, a me sembra che mi vengano bene).
Niente compiti per la Seconda Non Eccessivamente Perfezionista, nemmeno l'ombra di un compito formale: perché gli alunni Non Eccessivamente Perfezionisti di quella Seconda  cialtroneggiano assai e di compiti ne farebbero comunque ben pochi, mentre altri hanno assai rispettabilmente lavorato e fatto tutto quel che pretendevo da loro e dunque è inutile e ingiusto dargli dei compiti per l'estate. 
Accenno però che l'anno prossimo lavoreremo in modo molto diverso perché gestiremo stati un tantinello più grandi - e gliene indico qualcuno.
Suona la campana per l'intervallo. Apro la porta per farli uscire e uscire a mia volta in corridoio, e mi trovo davanti la Terza Effervescente in versione trenino che percorre il corridoio cantando a squarciagola il celebre mantra sugli elefanti che si dondolavano lungo il filo di una ragnatela e ritenendo la cosa interessante vanno a chiamare altri elefanti, per poi trovare il tutto un po' pesante e mandare via gli altri elefanti ad uno ad uno; canzoncina assai giocosa, che ho cantato a squarciagola a suo tempo (sì, è una di quelle canzoni senza tempo che viene trasmessa di decennio in decennio dalle vecchie alle nuove generazioni) ma che fino a quel momento avevo associato più alle gite scolastiche che ai rituali di Addio alla Scuola Media - ma in effetti non ci sta niente male.
Ho appena finito di sgranare gli occhioni che il trenino ripassa, sempre a passo assai serrato, e gli elefanti chiaramente sono cresciuti di numero.
Facendo un paio di vasche in corridoio incrocio la prof. Spini, che mi apre il suo cuore: "Tutti gli anni l'ultimo giorno è sempre un incrociare le dita e sperare che non succeda niente di grave".
"Secondo me, se il massimo che combinano è un trenino dove si canta la canzone degli elefanti e della ragnatela, grosse tragedie in arrivo non dovrebbero esserci" provo a confortarla.
Sono frasi sempre pericolose da dire ma in effetti i fatti finiscono per dar ragione al mio incrollabile ottimismo e no, nella Terza Effervescente non succede nulla di grave, o meglio nulla di pregiudizievole per la salute e il benessere fisico dei nostri amati alunni. Nemmeno la loro linea dovrebbe subire grossi danni, perché entro nella loro aula e mi prendo una generosa tangente in patatine fritte - le mie prime patatine fritte dell'anno, e vanno giù tranquille senza far danni.
Alla fine dell'intervallo, piuttosto caotico in verità, striscio verso la Sala Insegnanti dove mi rilasso un po'.
Quando entro, alla quarta ora, nella Terza Effervescente, trovo diversi fanciulli in lacrime.
"Perché piangete?" chiedo come un idiota.
Già, perché mai gli alunni di una Terza dovrebbero piangere l'ultimo giorno di scuola? Davvero non si è mai visto un fenomeno così insolito dall'alba del mondo in poi. Vabbé, immagino che anche questo sia uno strascico dell'operazione (...speriamo...). Ma c'è anche da dire, a mia parzialissima discolpa, che mentre facevano il trenino sembravano tutti di ottimo umore. 
Ma che fenomeno curioso, un adolescente che sembra di ottimo umore e invece è triste! Anche questo, un caso che non si è mai verificato a memoria d'uomo, e meno male che finalmente arrivo io a registrarlo. Pensa se non c'ero per notarlo, l'umanità non avrebbe mai saputo che si verificano eventi così insoliti.
Mi viene comunque fatto osservare in tono polemico che non è proprio una domanda astutissima, e che alcune persone possono essere anche sensibili, eh.
"Ma Roderico e Matilde non si sono mai molto interessati a quel che succedeva qua dentro" ribatto, dimostrando così che a una singolare intelligenza e fine comprensione dell'animo umano unisco anche un tatto davvero notevole. Forse dovrei candidarmi per il Premio Talleyrand? O entrare direttamente nella carriera diplomatica? 
Magari potrei occuparmi di una zona calda, tipo la Siria: chissà che bell'aiuto fornirei a quelle povere popolazioni al momento così in angustia.
Mi viene spiegato che chissà, magari, non è detto che quel che uno mostra coincida completamente con quel che quel qualcuno sente.
Nel mio piccolo cervellino si affaccia faticosamente la considerazione che sì, in effetti Roderico e Matilde non si sono mai molto interessati alle lezioni che gli propinavamo, ma che questo in effetti non gli impediva in alcun modo di essere profondamente legati ai loro pur studiosissimi compagni.
"Prof, ci porta fuori?".
"Sì, mi sembra un ottima idea".
Certamente meglio che stare a conversare con me, visto quel che gli ho scodellato finora.
Nel cortile della scuola, chi vuol piangere piange in libertà e viene adeguatamente consolato (non da me, per sua fortuna), altri si mostrano assai propensi a fare due chiacchiere con me nell'unica, piccola zona d'ombra e un bel gruppo gioca a calcio sparando pallonate a cento chilometri all'ora come hanno sempre fatto nell'intervallo della mensa sin dalla prima (centrandomi più di una volta, devo dire, ma per fortuna risparmiando le vetrate).
All'ultima ora rientro nella Seconda Amichevole, dove i banchi sono stati spostati contro la parete. Accetto di portarli fuori e prometto di non interessarmi minimamente dei bottiglioni d'acqua che possano avere con loro nei bagni, ma li avviso che l'acqua dei bagni è stata chiusa. 
Si lamentano che non è giusto e concordo apertamente con loro. Non mi spingo però a dirgli cosa penso davvero, e cioè che più che non essere giusto la trovo una cazzata di alto livello. Tra l'altro è una splendida giornata, il sole picchia alla grande, in cortile si potrebbero cucinare il pollo al mattone e le uova alla piastra senza problema alcuno, non capisco l'utilità dello sforzo profuso dalla Dirigenza nella Nobile Missione di Evitare i Gavettoni (ormai tornati di sola e limpida acqua: il tempo della farina e delle uova sembra ormai del tutto tramontato).
In quel momento si affaccia un ragazzo della classe accanto a braccia piene: "Scusate, ci sono rimasti quattro pacchi di patatine e ci chiedevamo se vi interessavano...".
"Ma certo che ci interessano, e vi ringraziamo di cuore" assicuro. Sono quattro pacchi di dimensione monstre. Li distribuisco tra quattro volonterosi e tutti insieme scendiamo, nel cortile che non è certo diventato più fresco nel frattempo.
Le patatine spariscono in meno di un quarto d'ora, ma non per questo i ragazzi sembrano annoiarsi. La confusione va raggiungendo livelli da inquinamento acustico ma nessun insegnante sembra preoccuparsene molto, nemmeno la prof. Spini.
La campana libera tutti: con un immane ruggito le classi corrono verso i pulmini e finalmente si scambiano i doverosi gavettoni. Quando in fine i pulmini sono partiti col loro carico urlante, lasciando un piazzale piacevolmente umido, mi domando perché è stato impedito a tutti i costi che quell'ottima acqua venisse usata per rinfrescare il cortile della scuola, che invero raggiunge temperature da forno crematorio.
Poi torno a casa, dove mi aspetta un piacevole pomeriggio di relax e un ancor più piacevole fine settimana di bagordi.
Il virus, molto rispettoso degli orari lavorativi, si dispiegherà in tutta la sua possanza soltanto nella tarda serata di Domenica.

L'Anno scolastico è finito, evviva l'Anno Scolastico.

3 commenti:

Melchisedec ha detto...

Spassosa questa cronaca dell'ultimo giorno, mi pare di capire che stai bene e che a scuola è filato tutto liscio, nonostante la tua assenza. Buon inizio d'estate! 😁

Ornella ha detto...

Molto spassosissima davvero. A parte la spina dei pronomi, di cui conosco la perfida abitudine ad essere confusi con articoli, congiunzioni e pure avverbi.... Buone vacanze,carissima Murasaki!

Murasaki ha detto...

@Mel:
Tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile, vivaddio!

@Ornella:
Non posso nemmeno dare la colpa alla mia prolungata assenza, perché i pronomi erano un bel disastro anche prima. Comunque l'importante è provarci 😅

E grazie a entrambi per gli auguri, farò tutto il ssibile per avere una bellissima estate dopo aver avuto un inverno davvero TROPPO casalingo perfino per i miei standard 🌞 🌻 🌞 ☀️ 🌈 🌤 🌊