Corre voce che i cosiddetti preadolescenti al giorno d'oggi amino indulgere a rapporti sessuali cosiddetti precoci, con la conseguenza di rischiare spesso di incappare in gravidanze ancor più precoci.
Scrivo "cosiddetti preadolescenti" e "cosiddetti precoci" perché, se l'adolescenza è caratterizzata dallo sviluppo sessuale, nel momento in cui hai un rapporto sessuale completo e passibile di portare a una gravidanza è segno che, più che preadolescente, ormai sei adolescente a tutti gli effetti, altrimenti quel che fai non si chiamerebbe "rapporto sessuale" bensì "giocare al dottore" o al massimo, volendo essere più fini e colti, "esplorare il tuo corpo con l'aiuto di qualche coetaneo/a". D'altra parte, se hai raggiunto lo sviluppo sessuale, definire il rapporto "precoce" sembra un po' una contraddizione in termini, e forse "improvvido" potrebbe essere una definizione più accettabile.
In molti si stracciano le vesti e deprecano cotale attitudine attribuendola ai nefasti costumi dei tempi moderni, ad una precoce sessualizzazione dei giovinetti indotta dalle pubblicità e dalla società tutta e ad una deplorevole decadenza dei valori morali. Qualcun altro collega la cosiddetta precocità ad un anticipo dello sviluppo sessuale fisico, cui si accompagnerebbe però una minore maturità psicologica e affettiva di quella raggiunta un tempo ad una determinata età, mantenendo però intatta la scervellaggine tipica degli anni della giovinezza. Senza volermi impelagare in sì spinose questioni, mi sento comunque di affermare serenamente che l'attitudine di cui sopra non è poi così nuova quanto tutti oggi sembrano credere: già quando ero alle elementari, con mulini e grembiulini ancora bianchi e mentre l'Italia del boom si apprestava a girare la boa degli anni 70 del secolo scorso, ricordo come ogni tanto arrivassero alle mie caste orecchie storie di ragazzine che in terza media si erano trovate piuttosto incinte.
All'epoca c'era il vecchio diritto di famiglia e il tutto era spesso sistemato con un matrimonio cosiddetto riparatore, che si poteva fare già a quattordici anni. Vivaddio adesso non ci si può più sposare prima della maggiore età e questo semplifica le cose, perché tra quei matrimoni precoci non ho notizia di uno solo che abbia retto al passare degli anni: di solito a quattordici anni ci si sceglie per motivi che già a sedici ti sembrano del tutto incomprensibili, e un matrimonio avviato in circostanze così fortunose e con quattro genitori esasperati alle spalle offre poche possibilità di permettere alla giovane coppia di sviluppare quella complicità che è alla base di qualsiasi matrimonio duraturo.
Vennero poi gli anni Settanta e Ottanta, tempo in cui gli adulti non trovavano così inconcepibile che i giovinetti si dessero al bel tempo e venne di moda la scuola di pensiero del "diamogli un po' di informazioni, così almeno sapranno quel che fanno".
A partire dagli anni Novanta però questa scuola di pensiero cominciò ad essere sentita come sciagurata e peccaminosa, e prevalse il concetto che i giovanissimi quelle cose non dovevano farle punto e basta, e dunque le informazioni non gli servivano - ed è in quel periodo, tra l'altro, che cominciarono a censurare i cartoni animati, ad esempio nei punti in cui si parlava di (oh, scandalo!) mestruazioni.
In barba alle varie scuole di pensiero e alle censure (di cui non di rado venivano informati nei dettagli tramite Internet) i giovinetti hanno continuato ad accogliere in cuor loro pensieri lascivi e ad essere assai incuriositi da quel che riguardava il sesso; strano, ma vero.
Negli anni seguenti andò rafforzandosi in molti adulti la convinzione riassumibile nella frase "Non lo devono fare punto e basta", cui veniva sovente accostato un corollario che sosteneva che "se poi lo fanno le ragazze, sono delle zoccole".
(Sul fatto che solo le ragazze siano zoccole quando indulgono a cotali attività, mentre gli zoccoli declinati al maschile continuino ad essere caratteristica anatomica naturale per gli equini e i camoscidi* nonché accessori leciti a bagnanti d'ambo i sessi in spiaggia, senza che la parola in quel caso venga caricata di alcuna valenza sessuale o di biasimo, dicevo, su questo fatto sarebbe interessante soffermarsi ancora, forse - o magari sarebbe il caso di accantonare questa teoria tra le stupidaggini immeritevoli di una replica).
Ad ogni modo con gli anni prevalse l'ordine di idee "se noi non gliene parliamo loro non ci penseranno né tanto meno lo faranno" che, per inspiegabile che possa sembrare, non condusse esattamente al risultato sperato. E' pur possibile, come sostengono taluni, che questa tecnica da struzzo avrebbe portato risultati migliori se gli individui di ogni età non fossero quotidianamente bombardati da messaggi assai apertamente sessuali ovunque vadano e dovunque stiano - per quanto anche questo, a ben guardare, non sia proprio un fenomeno nuovissimo.
Comunque, al giorno d'oggi abbiamo un vasto numero di giovinetti ben sviluppati sessualmente e in buona salute, ai quali non si può parlare di sesso in termini scientifici rispettabili e rispettosi, ma che sono circondati ovunque da allusioni sessuali spesso assai viscide, dai quali giovinetti si pretende che non pensino al sesso e tanto meno lo pratichino perché non è cosa decorosa né che li riguardi, e che purtuttavia, in barba alle savie raccomandazioni adulte, ci pensano quanto possono e lo praticano assai, nemmeno troppo di nascosto - con grande scandalo dei savi adulti che deprecano la superficialità con cui costoro si approcciano ad atti sì solenni e ricchi di mistero.
Tuttavia, per quanto riguarda il mistero, direi che non c'è di che lamentarsi perché chiunque abbia a che fare con i giovinetti in questione si rende conto che, nonostante il gran parlare che si fa di sesso e il gran numero di allusioni e riferimenti in cui tutti noi, volenti o nolenti, navighiamo ogni dì, costoro avran forse imparato, praticando il metodo sperimentale del buon Galilei, come farlo concretamente, ma hanno idee decisamente confuse su cosa succede all'interno dei loro stimabili organismi mentre sono impegnati in sì importante attività. Per dirla tutta, sotto questo aspetto i giovani d'oggi sono ignoranti al di là del comprensibile e dell'immaginabile, e mancano pure della grande radice del sapere, ovvero la consapevolezza dei limiti delle loro conoscenze - insomma, non sanno di non sapere, mostrandosi così ben più ignoranti di Socrate.
Quando ero ragazza, nei gloriosi anni 70 del secolo scorso, tutti reclamavano a gran voce per le nuove generazioni insegnamenti in tale ambito, si criticavano assai le scuole perché non provvedevano e si tempestavano per ogni dove i giovinetti con le nozioni basilari di tale complesso argomento.
Oggi invece le scuole sono apertamente diffidate dall'intervenire in merito perché "spetta alle famiglie", le famiglie si rifiutano molto spesso di intervenire sostenendo che l'argomento è troppo serio per essere approcciato da ragazzi troppo giovani e Internet (ove qualsiasi giovinetto può approdare senza difficoltà nonostante le illusioni dei genitori) abbonda assai di materiale pornografico dove però molto spesso l'approccio fornito non è dei più realistici.
Qualche acrobata verbale complica vieppiù le cose sostenendo che per i giovani è importante un educazione all'affettività olistica, che inquadri la questione nel suo complesso e permetta di esprimere la sessualità insieme ai sentimenti - che di per sé non è affatto un programma malvagio, va pur detto, ma affronta la questione partendo da Adamo fra i pruni per poi fermarsi all'alto medioevo, scansando accuratamente la parte più brutalmente anatomica - insomma, per uscire dalla raffinata metafora in cui mi sono imboscata, si parla sì di sentimenti ma poco della parte fisica - che comunque, è stato stabilito, i ragazzi non possono ancora affrontare perché immaturi**.
Il risultato è abbastanza noto: alla faccia dei saggi proponimenti degli adulti, i giovinetti immaturi hanno sovente rapporti ben poco protetti, con conseguente espansione di due fenomeni, quelli sì, decisamente inadatti a loro - ovvero le gravidanze precoci e le malattie e infezioni veneree. Per giunta, tali gravidanze precoci si svolgono in un mondo dove la legge 194 (quella che consente l'aborto volontario, o meglio lo consentirebbe se le cose funzionassero) è diventata sempre più difficile da applicare, dove i farmacisti si sono inventati, senza alcuna pezza di appoggio giuridica, l'obiezione di coscienza per la pillola del giorno dopo e anche prendere la pillola RU486 è diventato complicatissimo, con la scusa che "troppi ormoni fanno male alle ragazze"; in compenso tutti quelli che mostrano tanta squisita sensibilità verso l'organismo femminile e ricordano come l'aborto sia un trauma indimenticabile (che temo sia vero, visto che oggi per abortire di traumi ne devi superare davvero parecchi, oltre a numerose forche caudine) si guardano bene dal caldeggiare un po' di diffusione dei contraccettivi e un po' di informazioni in più - che ridurrebbero assai i casi in cui ci si trova costretti a decidere se ricorrere o no all'aborto volontario.
Il ragionamento funziona secondo la seguente linea di pensiero (se pur di pensiero si può parlare in questo caso):
1) i giovani non devono trombare perché non lo fanno per le ragioni giuste
2) se li educhi adeguatamente non tromberanno
3) se non tromberanno non ci saranno gravidanze precoci né infezioni veneree
4) se ci sono le une e le altre è perché i giovani non sono educati bene e quindi si deve intervenire ad insegnargli i veri valori della vita, primo fra tutti quello che non si deve trombare da giovani
5) contraccezione, aborto e prevenzioni delle malattie veneree sono implicite autorizzazioni per i giovani a trombare, e sappiamo che i giovani non devono trombare.
Continuando ad utilizzare l'impropria definizione di pensiero per questa curiosa raccolta di postulati, possiamo senz'altro affermare che si tratta di un pensiero assai presuntuoso - non già o non soltanto perché chi lo elabora si ritiene l'unico depositario della conoscenza di ciò che è giusto fare o non fare, ma soprattutto perché presume che ai giovani in questione interessi alcunché di ciò che pensano gli adulti in materia, e non tiene conto che, oggi come 50.000 anni fa, i giovani curano ben poco ciò che gli adulti pensano che loro debbano o non debbano fare in questo particolare settore della loro vita e si regolano in base ai loro criteri - che non si rivelano necessariamente infallibili, ma insomma fanno così e basta.
Quando ho cominciato a insegnare, sedici anni fa, a semplice richiesta una classe delle medie, almeno in Toscana, aveva a disposizione due o tre esperti della USL che venivano in classe per sei-dieci ore e spiegavano i fatti della vita, oltre a rispondere alle domande degli alunni. La trovavo una pratica bella e molto sensata, che toglieva piacevolmente le castagne dal fuoco a famiglie e corpo docenti e permetteva agli alunni di spaziare in libertà con estranei competenti.
Adesso, e con grande fatica e difficoltà, si riesce a ottenere una lezione di un paio d'ore con un singolo psicologo, denominata pomposamente percorso sull'affettività - praticamente una ciotolina di pop corn spacciata per un banchetto nuziale.
Con tutta la retorica che circola oggi sulla centralità dell'alunno e delle sue esigenze e l'importanza dell'accettazione delle diversità intese come ricchezza eccetera ecccetera, non sarebbe forse il caso di smetterla di prendersi in giro e permettere alla scuola di dare almeno un piccolo contributo alla nobile causa della lotta contro la gonorrea e l'AIDS e spiegare alle giovinette come evitare, qualora lo desiderassero, di restare incinte a tredici anni? Alle poche, sciagurate creature senza principi morali e maturità adeguata che fanno già sesso nonostante tutto risulterà utile da subito, ai molti che non praticano ancora e magari nemmeno desiderano davvero farlo, servirà in un futuro che, comunque vada, difficilmente sarà molto lontano nel tempo. Dopotutto, educazione alla salute non è solo far mangiare la frutta.
*classe di animali da me inventata sul momento per indicare i mammiferi che madre natura ha provvisto di zoccoli e che non sono equini
**(Lo sono davvero? Siamo in grado di stabilirlo? Lo sono tutti? E il fatto di essere adulti siamo sicuri che ci renda necessariamente più maturi emotivamente dei nostri alunni? O più credibili? Quanto dobbiamo essere adulti e maturi per immischiarci, non richiesti, in un campo così delicato? E chi garantisce che la mancanza di esperienze immature fatte immaturamente non aiuti a raggiungere un adeguata maturità emotiva? Non stiamo sempre a ripetere che sbagliando si impara? E quanti di noi adulti oggi sono convinti che tutto quel che abbiamo fatto in quel campo quando eravamo immaturi fosse solo e soltanto sbagliato? Esiste davvero un unico pensiero maturo su siffatti argomenti? Ah, saperlo, saperlo)
4 commenti:
Hai ragione su tutto, e, sì, forse hai ragione che il contenuto dovrebbe essere ovvio, ma purtroppo anche a me pare che non lo sia per niente, nelle patrie scuole così come nelle patrie strade. E questo crea tanti, ma tanti danni, purtroppo. E come tu ricordi si sta sottovalutando la questione malattie veneree, che sono in netta ripresa proprio anche a causa di questa fobia per la prevenzione.
Ma poi perché gli "immaturi" se pure lo fossero, non dovrebbero avere e soddisfare desideri sessuali eni limiti ovviamente che essi si danno? Forse fino a 18 anni (ammesso che poi si diventi maturi per incanto) siamo tutti asessuati? Forse non facciamo una serie di cose che servono a crescere, quindi a maturare, nei limiti dell'età? Tipo mangiare latte E pappe durante lo svezzamento, andare per strada da soli senza avere l'età della patente, fare dei viaggi senza genitori MA senza traversare il Sahara, gestire piccole somme di denaro SENZA avere a disposizione il conto corrente familiare... allora per quale patologica fobia di controllo e grottesca repressione sessuale degli italici (e spesso cattolici) adulti, persone giovani non dovrebbero praticare una delle rare gioie che non danneggia nessuno se non l'angoscia morbosa di quei cretini che dovrebbero aprirli alla vita anziché castrarli?
Che stupidità ABISSALE.
Sarà che qui il discorso ginecologo-pillola è considerato parte normale della formazione degli adolescenti e a un certo momento la pillola era anche gratis per alcuni mesi per le giovanissime... la laicità fa effettivamente la differenza, finché dura, almeno. Certo l'ideale sarebbe che anche i ragazzini conoscessero fisiologia della riproduzione e contraccettivi per entrambi i sessi... ma la cosa più ridicola è il divieto di parlare di contraccezione in Italia. Come se non si spiegasse che le macchine arrivano per strada e che eistono le strisce e i semafori. Peccato che la vergogna e la repressione sessuale facciano davvero un sacco di danni, non solo agli adolescenti ma pure agli adulti. Chi cresce ignaro a porno e turpiloquio non diventerà certo un grande amante una volta "maturo", ammesso che maturi mai... pero' salterà su ogni volta che leggerà una riga vagamente attinente alla sessualità come se fosse un invito rivolto a lui in persona... maschi del genere son un pessimo investimento per le nostre ovaie!
@ la povna:
Immaginavo che tu fossi d'accordo, ma a quel che sembra siamo una piccola minoranza isolata :(
@ dhaulagiri8167:
Non è un argomento "che comunque si può ricondurre alla scuola e anche all'insegnamento", è un argomento su cui a scuola noi insegnanti battiamo le corna quasi tutti i giorni e appunto per questo l'ho affrontato dal punto di vista scolastico :)
Per il resto: al momento i maschi vanno verso i quattro miliardi, e le femmine pure, e quindi guardo con grandissima diffidenza tutte quelle generalizzazioni che "gli uomini fanno così e pensano così e sentono cosà e le donne invece fanno colì" e via dicendo, specie in un campo dove non sempre si è molto sinceri. Tutto quello che mi sento di dirti è che personalmente non faccio molto caso alle mani di nessuno, mentre mi interesso molto alla voce e anche al modo di articolare le parole e di accentare le frasi - e di cantare, naturalmente.
A questo proposito sono estremamente legata alla versione in lingua originale dello Hobbit (sono perfino andata a guardarmeli in inglese, al cinema, che è una cosa che non faccio mai) proprio perché le voci degli attori mi piacciono particolarmente e le sanno usare con un abilità davvero notevole. Mi ci sono affezionata dai primi trailer, che erano ovviamente in inglese perché ancora nessuno aveva doppiato niente. Il fatto che i DVD abbiano i sottotitoli (e c'erano anche quando sono andata al cinema) chiaramente mi ha molto aiutata perché il mio inglese è quello che è...
@Pellegrina:
Ah, questa storia dell'immaturità davvero non l'ho mai capita. Si parte dall'idea che esiste un tipo di sesso "giusto" e che va fatto solo quello. Ora, a parte che se non cominci da qualche parte non arriverai mai a nulla, c'è anche da dire che NON TUTTI abbiamo le stesse idee in merito, una volta diventati "maturi" e questo è proprio un cammino che ognuno deve fare a modo suo, seguendo le sue proprie inclinazioni. Se ci pensi però, è lo stesso criterio che si usa per le letture dei ragazzi (o per quello che ascoltano o guardano in televisione) e c'è sempre un grande desiderio di "educarli" alle cose "giuste", che siamo convintissimi di sapere quali sono.
Bellissima l'idea del pessimo investimento per le nostre ovaie!
Comunque sono assolutamente d'accordo con te, riga per riga.
@M E pensa che proprio grazie al fatto di avere idee diverse in giro si puo' addirittura avere la fortuna di continuare a maturare fino all'ultima delle nostre notti!
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