I radicali entrarono nella mia vita quando ero ancora giovanissima. Dopo il grandioso referendum del 1974 che non abrogò la legge sul divorzio presero la rincorsa per legalizzare l'aborto e io passai la terza media seguendo tutte le fasi della lotta sull'Espresso, che gli dedicava grande attenzione, molto frustrata per non poter firmare per il referendum abrogativo contro la legge che considerava l'aborto un reato. Col tempo imparai anche qualche nome: Pannella, Bonino, Aglietta, Spadaccia. Non potei votare radicale nel 1976 ma lo feci appena ebbi il diritto di voto, tutte le volte che li ho trovati sulla scheda per le elezioni parlamentari italiane e europee e sono sempre andata a votare tutti i loro referendum, che condividevo in toto.
In effetti ho sempre condiviso tutte le iniziative radicali, proprio tutte, con l'unica eccezione della lotta per l'esperanto. Sì, apprezzai anche l'idea di mandare Toni Negri in parlamento perché ritenevo che il suo interminabile processo non fosse condotto con giustizia - e in cuor mio ho sempre pensato che fece benissimo a scappare in Francia avendone la possibilità. Approvai il fatto che fossero disponibili a trattare con le Brigate Rosse ai tempi del rapimento Moro, e ancor più che candidassero (riuscendo a mandarli in parlamento) terroristi pentiti dopo che avevano scontato regolarmente la loro pena; trovai estremamente simpatica l'idea di mandare Ilona Staller in parlamento (no, non la votai, ma solo perché non era nella mia circoscrizione), mi piaceva l'idea di legalizzare l'obiezione di coscienza, ero e sono tuttora fieramente antiproibizionista, nonché a favore dell'eutanasia, mi convinsi subito che appoggiare le rivendicazioni degli omosessuali era cosa buona e giusta e via dicendo.
I quattro radicali che entrarono in parlamento nel 1976 sconvolsero la politica italiana. Insieme ai quattro (anzi, sei) gatti di Democrazia Proletaria portarono una serie di temi di cui mai alcun politico si era interessato se non assai marginalmente. Nel 1979 entrambi i drappelli aumentarono (anche se mi sembra che DP avesse cambiato nome e sigla). Erano pochi, ma sembravano una legione - e lavorarono come castori.
In questi giorni di interminabili commemorazioni pannelliane tutti ricordano come dischi rotti il divorzio e l'aborto, ma la zampata radicale si è insinuata in una miriade di leggi e leggine e riforme, alcune portate a maturazione molti anni dopo l'arrivo di quell'epica, prima pattuglia: il nuovo diritto di famiglia, l'obiezione di coscienza, la questione delle barriere architettoniche e in generale dei diritti dei disabili, lo spinello depenalizzato, le unioni civili faticosamente approvate qualche giorno fa, l'opposizione alla micidiale legge sulla fecondazione assistita (quel referendum non raggiunse il quorum, ma la legge faceva talmente schifo che pezzo a pezzo la Corte Costituzionale l'ha smantellata), il tribunale internazionale per i crimini contro l'umanità (nato ai tempi della guerra in Iugoslavia, che solo attraverso Radio Radicale era possibile seguire in modo dettagliato). Sto dimenticando un sacco di cose, ma questo è un post autobiografico e la memoria è selettiva. Comunque posso aggiungere anche il caso Tortora, la fame nel mondo e il grosso contributo dato dai radicali per il referendum per l'abolizione del proporzionale, il referendum contro il nucleare e quello per la responsabilità dei magistrati (che vinsero, ma che è ancora lì che aspetta di essere applicato), i diritti dei carcerati e l'ignobile condizione delle patrie galere, la pubblicazione dei bilanci delle Camere...
E Radio Radicale. All'inizio la potevi ascoltare su una serie di frequenze locali, poi dopo lunghissimo patire, quando ogni tanto veniva sospesa per mancanza di soldi, finalmente venne più o meno stabilizzata. Con gli anni, Radio Radicale è diventata la mia fonte di informazione, comodissima perché da lì puoi seguire tutto: congressi di partiti, approfondimenti internazionali, sedute parlamentari, spiegazioni dettagliate delle proposte di legge, e la meravigliosa rassegna stampa di Massimo Bordin dall'affascinante titolo di Stampa e regime. Ma anche tante simpatiche rubriche sui più vari argomenti e un infinità di dibattiti e presentazioni di libri.
Alla base di quasi tutto c'è Pannella, naturalmente, che già nel 1976 alle tribune politiche parlava di diritti dei carcerati e di eutanasia (ma non ancora di cellule staminali e nemmeno di fecondazione eterologa, ché ancora era roba che non esisteva); Radio Radicale l'ha inventata lui, ma non costruita pezzo per pezzo fino a farne quella meraviglia che è oggi. Pannella era la figura più appariscente e meglio spendibile in televisione, almeno fino agli inizi degli anni 90, quando diventò inascoltabile e dimenticò l'esistenza dei punti che chiudevano i discorsi, ma la galassia radicale si è sempre mossa di vita propria.
Se potrà sopravvivere alla morte della sua figura più famosa, proprio adesso che Emma Bonino, che per me è sempre stata la vera incarnazione dello spirito radicale, si sta rapidamente consumando per malattia, è quello che scopriremo presto.
Le premesse, purtroppo, non sono delle migliori. Se la galassia scomparirà, per l'Italia sarà una grossa perdita, ma per me sarà una tragedia personale, perché perderò il mio baricentro politico.
E mi sentirò estremamente sola.
4 commenti:
In questo momento di commemorazioni e di distinguo (spesso ipocrite), mi è tornato in mente un piccolo periodo della mia vita. La lettura del Signore degli Anelli aveva suscitato in me un grande interesse per il Medioevo e, su indicazione di una nostra allieva di Medicina, avevo iniziato a comperare una rivista specialistica sull'argomento, non ricordo più quale. Sono passati molti anni e io ero decisamente più giovane. Avevo in mente un medioevo molto barbarico, cupo e crudele che mal si adattava alla narrazione delle gesta dei cavalieri. Scoprivo che la loro vita non era così rozza e primitiva come avevo incasellato ben bene nei miei ricordi scolastici. La mia giovane ed entusiasta amica mi aveva spiegato che i poeti che narravano le gesta dei cavalieri avevano ANCHE una funzione educativa. Mostravano cioè come avrebbero dovuto essere i veri cavalieri, a difesa dei più deboli, piu ingentiliti, più umani, più eroi.
Tu eri già antiproibizionista per carattere, formazione, famiglia. L'incontro con un cavaliere ha contribuito a farti diventare quella che sei. Lui ha combattuto contro i potenti, a difesa di tutti quelli che non avevano voce per difendersi, in tempi e con modi allora sconosciuti. Perché questo è il compito degli "eroi", anche se imperfetti.
oh, leggo davvero con piacere, al di là dell'esperienza personale. trovo anch'io abbastanza stucchevole l'ipertrofica ovazione nei confronti di aborto/divorzio di questi giorni, a scapito delle molte altre preziose conquiste in tema di diritti. brava che hai ricordato anche quel trait-d'union con DP (a differenza di capanna, poi, pannella ha scelto di restare, nonostante tutto).
Credo di essere uno dei tuoi (pochi? tanti?) lettori ai quali il termine "galassia radicale" risuona con una consapevolezza pregnante. Non li ho mai votati, con molta convinzione, eppure in quel biennio della legge 40 fummo compagni di strada dei radicali con molta convinzione, tanto da finire molto marginalmente a gravitare intorno alla galassia (se googli ad hoc trovi ancora parecchi miei interventi a RR). Mi sono fatta anche un Congresso, e svariati comitati. Sempre oscillando tra estremo scetticismo e innegabile fascinazione. Credo che sia anche perché io ho visto la fase di Pannella senza virgole, e ho toccato con mano come, e quanto, la sua presenza di fatto impedisse a tutti i militanti cresciuti negli anni Ottanta di farsi un'idea propria (non è un caso che Elio Vito venga da lì, perché la sensazione dei ripetitori la danno un po' tutti).
Diverso il suo ruolo all'esterno del partito, secondo me, dove è stato un lievito assai più interessante e creativo (anche se io non le ho condivise tutte, le battaglie, e in particolare trovo assolutamente miope la pretesa di pensare di cambiare un sistema politico in base a un sistema elettorale, con quell'innamoramento per gli USA che non corrisponde alla storia di Italia). E lì poco importa quante ne abbiamo condivise o meno. Il fatto che ci fossero era importante di per sé, credo.
Io non ho molta fiducia, con la Bonino che sta come sta, nella possibilità del partito di avere energia e idee attive, politiche e culturali, gliele ha brasate lui con criterio negli ultimi venti anni. Ma spero di sbagliarmi. Ci sono alcune figure eretiche (da lui coscienziosamente cacciate, penso a Viale per esempio) che potrebbero. Potrebbero, chissà... E lo speriamo tutti, per l'Italia.
ps. tra le trasmissione di RR secondo me vale la pena aggiungere il filo diretto del lunedì, quando c'era.
pps. su DP e i Radicali un bel ricordo della Castellina qui: http://ilmanifesto.info/con-pannella-un-incontro-scontro-durato-tutta-la-vita/
@Acquaforte:
Una schiera di cavalieri che ci insegnavano come combattere, inventando nuove forme di protesta (come non ricordare la meravigliosa idea di farsi riprendere imbavagliati?).
E sì, Pannella aveva qualcosa di Parsifal. Decisamente ^__^
(tuttora sul medioevo scrivono delle grandissime sciocchezze, nei manuali per le scuole. Ammetto però che le scrivono anche su altri periodi storici)
@Ammennicoli:
Erano della stessa razza, DP e radicali, in quei felici anni '70: alti, giovani, belli.... e col maglione a collo alto, possibilmente scuro. Ricordo che ci fu un tentativo per obbligarli a portare la cravatta in parlamento, e mi sembra che alla fine l'ebbero vinta (l'obbligo di cravatta lo rimise Fini molti anni dopo. E come dubitarne?). Insomma, entrambe le formazioni venivano da quel mondo che era nato in quegli anni e che la politica di allora non conosceva assolutamente. Poi gli anni passarono...
@la povna:
Ho visto (anzi, ho sentito) ^__^
Neanch'io ci andavo matta, per il sistema maggioritario, ma quello vecchio, in quel momento, non era più sopportabile. In quegli anni Pannella fece una notevole serie di mosse sbagliate, anche a livello di partito. La galassia radicale potrebbe avere la forza di ripartire, se... se... appunto, se avesse la forza. Vedremo, ma nemmeno io sono molto fiduciosa.
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