Le nuove tecnologie sono sempre più complesse,
e anche le nuove generazioni faticano talvolta a dominarle appieno...
Ed eccoci al compito di matematica, da me sorvegliato insieme alla prof. Spini. Stavolta tutti gli alunni arrivano all'ora prevista, il pavimento è ancora fermo dov'era il giorno prima, il distributore di bibite è ben fornito di acqua sia naturale che gassata e la temperatura è scesa a livelli perfettamente vivibili.
Tutti depositano il loro cellulare nell'apposito cestino, poi viene fatto l'appello e vengono distribuito i fogli a quadretti. La prof. Spini legge il compito, ricordando con bel garbo che se un prisma a base rettangolare reca su di sé una piramide a base quadrata, ciò vuol dire che le basi dei due solidi non coincidono, mentre io scrivo alla lavagna gli orari della prova. Poi tutti cominciano a lavorare.
La prima ora scivola serena, alla seconda la Spini passa trai banchi per un rapido controllo, qualche parola di conforto e un paio di caute indicazioni, poi ritorna a posto abbastanza soddisfatta.
Suona un cellulare. Alta e limpida, la sua suoneria si staglia nel quasi-silenzio dell'aula. Tutti guardano un po' perplessi il cestino.
La Spini fruga, e finalmente tira fuori un cellulare non troppo smart con una custodia bianca e nera.
Rupert von Deutz lo riconosce prontamente come suo, ma assicura con grande serenità che non ha suonato, perché è spento. Il brusio divertito di commenti anticipa l'ovvia constatazione della prof. Spini che, se ha suonato, è segno che forse tanto spento non era.
"Ma io l'ho spento!" ribatte Rupert offesissimo.
"E allora levagli la batteria, e vedrai che dopo non suona più!" lo esorta la Spini, un po' esasperata, cercando nel contempo di chetare con apposite reprimende il resto della classe.
La batteria viene tolta e il cellulare così decerebrato è rimesso nella cesta. Rupert torna a posto borbottando qualcosa sul fatto che quel cellulare si riaccende sempre quando c'è un messaggio del gestore. La Spini evita di puntualizzare che un cellulare spento non può riaccendersi da solo, nemmeno se arriva un messaggio dall'imperatore.
Mezz'ora dopo uno strano ronzio di sottofondo turba l'aula. Cos'è, cosa può essere...
Ebbene sì, è un cellulare in modalità vibrazione.
Si alza Dhuoda, fanciulla usualmente tranquillissima e caratterizzata da un incarnato assai chiaro (che in quel momento spazia per tutte le sfumature del rosa acceso e del rosso); guarda lo schermo del suo smartphone e mormora con un filo di voce "E' mia madre!".
Un po' schifata la Spini le fa un cenno con la mano. Dhuoda si affaccia sulla porta, dice un paio di parole all'improvvida genitrice spenge* l'infido oggettino, lo riporta al cesto e torna a posto ormai pericolosamente vicino all'incandescenza.
La Spini infila un paio di parole sull'estrema distrazione di quella classe ma infine il compito riprende.
E così, commento con la Spini, la Terza Effervescente ha stabilito un altro primato; perché mai finora né io né lei avevamo sentito suonare un cellulare in corso d'esame.
Da notare che nessuno mette in dubbio la buona fede di entrambi i ragazzi: entrambi sono stati ammessi con un media del nove abbastanza vicina al dieci, e con dieci a matematica. Non esiste persona, tra le sei sezioni che stanno svolgendo quel compito,che abbia qualcosa da insegnargli su come svolgerlo nel migliore dei modi. Ma, soprattutto, difficilmente un ragazzo è così sventato da consegnare il cellulare con cui intende darsi a illecite manovre durante gli scritti d'esame. Nemmeno la Classe dei Tordi lo avrebbe fatto (e infatti durante il loro esame non suonò l'ombra di un cellulare).
Chi consegna un cellulare acceso prima di una prova scritta d'esame?
Non chi vuole copiare con l'aiuto di quel cellulare, bensì un allievo molto, molto distratto.
E gli alunni della Terza Effervescente, tutti, sono invero caratterizzati da un indice di distrazione davvero elevato.
Non solo per colpa loro, si capisce: anche la genetica deve averci il suo peso. Infatti, cosa dobbiamo pensare dell'affettuosa madre che telefona alla figlia, tra tanti momenti a sua disposizione, proprio in piena prova di matematica dell'esame di Stato?
Perciò la Spini li ha di nuovo avvisati "Domani c'è la Prova Invalsi. Controllate bene prima di consegnare il vostro cellulare, caso mai toglietegli la batteria. Perché un telefono che suona durante la Prova Invalsi potrebbe portarvi a dei problemi piuttosto seri".
In God We Trust.
*...forse...
La Spini fruga, e finalmente tira fuori un cellulare non troppo smart con una custodia bianca e nera.
Rupert von Deutz lo riconosce prontamente come suo, ma assicura con grande serenità che non ha suonato, perché è spento. Il brusio divertito di commenti anticipa l'ovvia constatazione della prof. Spini che, se ha suonato, è segno che forse tanto spento non era.
"Ma io l'ho spento!" ribatte Rupert offesissimo.
"E allora levagli la batteria, e vedrai che dopo non suona più!" lo esorta la Spini, un po' esasperata, cercando nel contempo di chetare con apposite reprimende il resto della classe.
La batteria viene tolta e il cellulare così decerebrato è rimesso nella cesta. Rupert torna a posto borbottando qualcosa sul fatto che quel cellulare si riaccende sempre quando c'è un messaggio del gestore. La Spini evita di puntualizzare che un cellulare spento non può riaccendersi da solo, nemmeno se arriva un messaggio dall'imperatore.
Mezz'ora dopo uno strano ronzio di sottofondo turba l'aula. Cos'è, cosa può essere...
Ebbene sì, è un cellulare in modalità vibrazione.
Si alza Dhuoda, fanciulla usualmente tranquillissima e caratterizzata da un incarnato assai chiaro (che in quel momento spazia per tutte le sfumature del rosa acceso e del rosso); guarda lo schermo del suo smartphone e mormora con un filo di voce "E' mia madre!".
Un po' schifata la Spini le fa un cenno con la mano. Dhuoda si affaccia sulla porta, dice un paio di parole all'improvvida genitrice spenge* l'infido oggettino, lo riporta al cesto e torna a posto ormai pericolosamente vicino all'incandescenza.
La Spini infila un paio di parole sull'estrema distrazione di quella classe ma infine il compito riprende.
E così, commento con la Spini, la Terza Effervescente ha stabilito un altro primato; perché mai finora né io né lei avevamo sentito suonare un cellulare in corso d'esame.
Da notare che nessuno mette in dubbio la buona fede di entrambi i ragazzi: entrambi sono stati ammessi con un media del nove abbastanza vicina al dieci, e con dieci a matematica. Non esiste persona, tra le sei sezioni che stanno svolgendo quel compito,che abbia qualcosa da insegnargli su come svolgerlo nel migliore dei modi. Ma, soprattutto, difficilmente un ragazzo è così sventato da consegnare il cellulare con cui intende darsi a illecite manovre durante gli scritti d'esame. Nemmeno la Classe dei Tordi lo avrebbe fatto (e infatti durante il loro esame non suonò l'ombra di un cellulare).
Chi consegna un cellulare acceso prima di una prova scritta d'esame?
Non chi vuole copiare con l'aiuto di quel cellulare, bensì un allievo molto, molto distratto.
E gli alunni della Terza Effervescente, tutti, sono invero caratterizzati da un indice di distrazione davvero elevato.
Non solo per colpa loro, si capisce: anche la genetica deve averci il suo peso. Infatti, cosa dobbiamo pensare dell'affettuosa madre che telefona alla figlia, tra tanti momenti a sua disposizione, proprio in piena prova di matematica dell'esame di Stato?
Perciò la Spini li ha di nuovo avvisati "Domani c'è la Prova Invalsi. Controllate bene prima di consegnare il vostro cellulare, caso mai toglietegli la batteria. Perché un telefono che suona durante la Prova Invalsi potrebbe portarvi a dei problemi piuttosto seri".
In God We Trust.
*...forse...
3 commenti:
Ho visto che i colleghi hanno ritirato i cellulari solo durante la prova Invalsi. Nelle altre prove c'ero sempre io (a far da spalla al collega di turno) e non mi ha nemmeno sfiorato l'idea! Mannaggia!
D'altra parte, la Terza Deficienti l'ho sorvegliata così da vicino che se qualcuno avesse avuto un cellulare avrei potuto controllare la ricarica senza troppo disturbo.
Ovviamente, non commento la madre che telefona durante un esame (noi ne abbiamo avuta una che non ha svegliato la figlia perché, ops, non credeva ci fosse l'esame anche martedì...
(del prisma a base rettangolare con sopra piramide a base quadrata faccio una stampa per le mie colleghe di matematica, che sono riuscite soltanto a piazzare nella prova un rettangolo che ruotava per diventare un cilindro. Oppure, secondo qualche mio alunno, ruotava per diventare un parallelepipedo rettangolo)
Ma la signora è la sorella della mamma o del papà dell'alunna che non si è svegliata per la prova di Italiano? Davvero la genetica ha il suo peso ^__^
@La Prof:
in verità vedo ritirare cellulari sin dal mio primo esame, nel lontano 2001, quando l'Invalsi non c'era né se ne sentiva la mancanza. E' la prima volta però che ne sento suonare uno. Il giorno dell'Invalsi, vivaddio, i telefoni hanno taciuto.
(solidarietà con le colleghe di matematica: ricordo ancora una delle insegnanti di Hogsmeade che entrava sconfortata in Sala Professori lamentando che la classe aveva ruotato un triangolo rettangolo e ne era venuta fuori... una piramide)
@Linda:
Domanda legittima ma no, Dhuoga non è la Bella Addormentata, né guardandole una vicina all'altra sembra probabile che abbiano un genitore in comune.
E tuttavia in quella classe sembrano tutti un po' fratelli, quanto a distrazione ^__^
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