Mi scuso con i gatti Sphynx e i loro umani per l'implicito paragone, ma non ho voluto lasciarmi sfuggire questa possibilità assolutamente unica di associare Gollum con un gatto
Nello Hobbit Gollum vive il suo momento di gloria in un capitoletto e l'autore lo lascia lì a strepitare, con scarso rimpianto del lettore. Nel Signore degli Anelli invece è un'ombra che riappare sin dal primo capitolo, quando Bilbo lo cita, e prende sempre maggior consistenza: a Moria un eco fantasma di soffici passi, a Lotholorien un'apparizione indistinta sugli alberi vicino al confine, sull'Anduin un ceppo con gli occhi che rema....
Infine, dopo settecento pagine rieccolo in tutta la sua sibilante e scheletrica concretezza. Sam e Frodo riescono a catturarlo e infine a vincolarlo con un giuramento sul Tessoro, l'unico che possa avere un valore per quella sventurata creatura.
Oppure è Gollum che ha imprigionato loro?
I vincoli che legano il singolare terzetto sono perversi in sommo grado: gli hobbit si portano dietro Gollum perché averlo con loro è pur sempre un modo di sorvegliarlo ed evitare che li strangoli mentre dormono per poi allontanarsi col suo Tessoro; Gollum li segue e li guida per restare vicino al suo Tessoro e nella speranza di riuscire a vederlo, toccarlo, RIPRENDERSELO e ricominciare la stessa miserabile vita che ci conduceva prima che Bilbo arrivasse a spezzare il cerchio malefico che lo aveva imprigionato.
Per Gollum tutto ritorna come in quel maledetto giorno di quasi ottant'anni prima, quando avviò una gara di indovinelli nella speranza di mangiarsi un tenero hobbit, eppure tutto è diverso: c'è una promessa che lo lega e che vuole infrangere, ma infrangere un giuramento fatto sul Tessoro non è così semplice; c'è un Baggins che ha l'Anello, ma non è lo stesso Baggins, e Gollum lo odia perché ha l'Anello e lo ama perché ha l'Anello, immerso in una micidiale sindrome di Stoccolma in cui è coinvolta perfino una parte di sincero affetto e di riconoscenza per la gentilezza che Frodo gli dimostra, insieme ad un legame ancor più perverso dato da una comune comprensione - perché Frodo è l'unico essere vivente sulla faccia della Terra di Mezzo che può capire cosa prova lui, e viceversa. E come allora c'è una spada elfica che lo minaccia, ed è la stessa spada che, allora come adesso, non lo ferirà mai ma potrebbe farlo; e infine c'è Sam, che all'epoca non c'era, e che Gollum odia in sommo grado perché è del tutto immune al potere dell'Anello e perché l'altro Baggins, quello buono, lo ama. Perfino Sam finisce invischiato in questi legami perversi, perché oltre a temere Gollum ne è in parte geloso, dato che Gollum è l'unico che conosce quella parte dell'anima di Frodo ormai legata indissolubilmente all'Anello. E insomma, se i nodi del cuore sono duri da sciogliere, i nodi dell'Anello sono peggio che mai.
In queste condizioni il terzetto fa il suo cammino, prima nelle stomachevoli Paludi Morte - con spettri buoni e cattivi incorporati, poi al Cancello Nero che sbarra la strada per la Torre Oscura, fino all'avvelenata valle di Morgul e all'orribile Crocevia che li porterà al peggio del peggio, ovvero Cirith Ungol. E invero, se i luoghi sono spiacevoli, la compagnia di Gollum lo è ancor di più.
Come un raggio di luce che attraversa la tenebra più fitta, la traversata dell'Ithilien porta una pausa di sollievo agli hobbit, ma proprio in questa pausa Frodo si troverà a tradire Gollum per aiutarlo, in una sequenza del tipo "Devi solo entrare nella gabbietta e tutto andrà bene" che ogni umano che porta il micio dal veterinario conosce molto bene (Gollum però non ha niente di micioso, proprio no, tesssoro mio). E c'è poi il tradimento più nero che incombe dietro l'angolo: la povera creatura derelitta che guida Sam e Frodo crede di seguire il suo amatissimo Tessoro e non sa che lo sta portando verso la distruzione. Oppure non vuole saperlo, o non può nemmeno riuscire a immaginarlo - resta il fatto che Frodo l'ha fatto giurare su qualcosa che ha la ferma intenzione di distruggere.
C'era un'altro modo per entrare a Mordor? Oh no, Tessoro, non c'era. Gandalf ed Elrond e Glorfindel hanno discusso e programmato e pianificato, ma per loro il problema era passare le montagne. Di come entrare a Mordor nessuno di loro aveva idea, di come raggiungere il Monte Fato men che meno. Nessuno dà istruzioni agli hobbit su come fare arrivati al dunque, perché nessuno ha la minima idea di come potrebbero fare. E' vero, come ricorda Frodo sulla torre di Cirith Ungol, che senza Sam non avrebbe combinato granché. Ma, e questo Frodo preferisce non dirlo, o non pensarlo, senza Gollum non avrebbero combinato niente del tutto.
I nodi dell'Anello sono davvero impossibili da districare.
3 commenti:
I nodi dell'anello sono quasi impossibili da districare. Diciamo però che questa partita a tre, tra hobbit ed ex-hobbit era l'unica via possibile. Anche se imprevedibile e imprevista, come in effetti è stata.
Sam è immune dal potere dell'anello perché qualcuno che racconta deve restare, ed essere narratore della storia. Torniamo lì. Ciò che Frodo sa quando compie anche lui il suo atto di pietà, come Bilbo prima di lui.
Non riesco a pensare a "Il Signore degli anelli" senza Gollum: un essere petulante, falso, puzzolente, fastidioso, subdolo, bugiardo, crudele, orrendo, malvagio, odioso eppure fondamentale, credo. E' vero, Frodo e Sam sarebbero mai arrivati a Mordor senza di lui? E Frodo avrebbe davvero buttato l'anello nella bocca del vulcano, se Gollum non fosse caduto? Probabilmente Sauron avrebbe vinto senza Gollum, paradossalmente una delle creature più maligne dell'opera. Chissà...
Sì, Gollum è un personaggio indispensabile e insopportabile. Come molte cose nella vita ^__^
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