Il mio blog preferito

sabato 9 giugno 2012

Didattica del gelato (ultimo giorno di scuola)


Pare, sembra, dice, assicurano, che uno degli ultimi giorni di scuola, lavorando sui soliti e tormentosi tempi verbali da usare correttamente nelle subordinate, io abbia detto "e se riuscite a fare questo esercizio andiamo tutti a mangiare il gelato". Giuro di non ricordare niente del genere, ma la Rumena Rampante garantisce di sì. E ad un certo punto ha detto "L'esercizio l'abbiamo fatto bene. Allora, ci porta fuori a mangiare il gelato?".
La Rumena Rampante è la mia Supercocca di quest'anno, e rifiutarle alcunché mi sembra sempre contro natura. Così farfuglio qualcosa, un po' confusa. La classe mi guarda interessata: l'idea del gelato appare assai gustosa a tutti. Rifarfuglio qualcosa sul fatto che serviva l'autorizzazione dei genitori, per uscire dalla scuola. Come un sol alunno, tutti tirano fuori i diari.

Fu così che dettai una richiesta di autorizzazione alle famiglie per una lezione esterna di "didattica del gelato" (usai proprio questa precisa espressione). Ovviamente, il giorno dopo TUTTI avevano l'avviso firmato, Cristaccecami compreso. Matematica mi raggiunse implorando di poter partecipare anche lei all'evento didattico e con buona grazia le accordai la concessione di farsi due ore di orario extra e pure aggratisse, così mi garantivo anche il secondo accompagnatore senza colpo ferire. Informai la Vicepreside che borbottò qualcosa del tipo "bene, una terza in meno, faranno meno gavettoni". Subito dopo arrivò l'insegnante di una seconda chiedendo se l'ultimo giorno potevo lasciargli l'aula e la LIM per far vedere un filmato alla sua classe. Insomma, mai si vide un gelato accolto da sì gran plauso universale. Pensare che nemmeno mi ricordavo di averlo promesso.

Alla terza ora dell'ultimo giorno di scuola riunii la classe, compreso Cristaccecami che a quell'ora era pure scoperto, e insieme percorremmo i duecento metri che ci separavano dalla pasticceria del paese. Mangiammo il gelato nella piazzetta, passammo da casa di Oyster per prendere un paio di palloni e finimmo verso il parco del paese, un posticino simpatico e tranquillo dove, secondo le migliori tradizioni, i maschi si misero a giocare a pallone (incluso Cristaccecami che quel giorno sembrava un agnellino travestito da orsacchiotto di pelouche) e le femmine si radunarono intorno a un tavolo di legno con panche per pettinarsi, chiacchierare e ascoltare musica con gli Ipod. Sempre secondo le migliori tradizioni Matematica, più dinamica e sportiva di me, giocava con i maschi mentre io chiacchieravo blandamente con le femmine su vacanze, Justin Bieber, musica, campi scout, tagli di capelli e altre profonde tematiche. Non una parola fu spesa per esami o voti. Relax allo stato puro.
Dopo un'altra ora di idillio raccattammo felpe, borsine e borsette e palloni (oltre che qualche forcina) e, accompagnati da un Cristaccecami che in quelle due ore non aveva detto nemmeno un piccolo, singolo e isolato "vaffanculo", siamo tornati a scuola dove tutti sapevamo (ma noi insegnanti facevamo accortamente finta di non sapere, non avendocelo detto nessuno che dovevamo saperlo per forza) che ognuno di loro aveva due o tre bottiglioni d'acqua nello zaino per i gavettoni di fine mattinata, vanificando così le speranze della Vicepreside.

A scuola abbiamo trovato, nell'ordine:
- l'Educatore che entrava in servizio alla quarta ora su Cristaccecami,  comprensibilmente scocciata perché nessuno le aveva detto dove eravamo né le aveva dato il cellulare cui contattarci (avevamo lasciato detto l'una e l'altra cosa ai custodi, che per l'occasione hanno avuto una delle loro pochissime defaillance)
- il modellino di buco nero, amorevolmente preparato da uno dei ragazzi per l'esame, distrutto dalla classe ospite, riunita in cerchio intorno a due furibonde insegnanti che volevano sapere il chi e il come e  il quando e il perché e strozzarli tutti uno per uno con le loro proprie medesime budella perché andare nelle classi degli altri a rompergli la roba proprio non era cosa.

Vabbe', comunque è stata lo stesso una bella esperienza rilassante, ha sostituito la Cena di Fine Anno (che nessuno della classe ha mostrato la minima tendenza a organizzare, nonostante le garbate esortazioni di Matematica) e alla fine la Vicepreside ha effettivamente ottenuto una classe di gavettoni in meno, perché la Seconda Ospite, avendo rifiutato ostinatamente di dire il colpevole, si è vista aprire gli zaini e sequestrare le bottiglie d'acqua ad una a una.
E l'anno scolastico è finito.

3 commenti:

la povna ha detto...

Una lezione di didattica del gelato fu timidamente tentata non l'ultimissimo, ma uno degli dall'Ingegnera Tosta durante la terza dell'Onda. Approfittando del fatto che per Scrittura del territorio loro hanno una autorizzazione permanente a uscire anche all'ultimo momento e in più di 15, l'Ingegnera propose di "andare a fare un rilievo in gelateria". Fui invitata a prendere parte all'evento (dopo il mio orario di servizio). E così siamo andati. Ma era ancora il tempo sconclusionato della terza e - a parte la lettura del racconto con cui Corto Maltese aveva vinto il premio al concorso - la spedizione fu, tutto sommato, un successo magro.

melchisedec ha detto...

Una conclusione "fredda" nel gusto e calda umanamente. Ma è uso farsi i gavettoni a scuola? pare un'abitudine da caserma. :-)

Murasaki ha detto...

@ 'povna
son sempre cose piene di incognite, strano ma vero. Il fatto è che, nel mio caso, non era partita da me, ma da loro.

@Mel
Allora, è un uso assolutamente incrollabile e irrinunciabile farsi i gavettoni all'ultimo giorno dell'anno a partire dalla zona di Firenze sud e giù verso quella parte di provincia, e l'unica scelta che hanno insegnanti e dirigenza è tra far finta di non vedere, farsi perculare alla grande cercando di impedire o limitare il fenomeno (che senza violenti mezzi di coercizine è assolutamente inarrestabile) oppure prendere in mano la situazione e organizzarlo, come vidi fare con notevole abilità in una scuola limitrrofa a Fienze.Lo fanno TUTTI, inclusi classi e ragazzi dal comportamento angelico.
Nella zona di Firenze Nord e circondario, per quel che ho visto, non passa una goccia d'acqua né a nessuno verrebbe in mente di dedicarsi a sì sconveniente attività.

Tradizionali invece i gavettoni a Ferragosto, nei luoghi di mare. Ma non èquestione che riguardi le scuole, vivaddio.