GERARCHIA AZIENDALE
Il fenomeno è anche detto "dei figli e figliastri" ed è piuttosto diffuso, non tanto tuttavia da poter essere considerato una costante fissa della vita scolastica. Non è affatto tipico ed esclusivo della scuola, e la sua presenza o meno, in una scuola come in qualsiasi altro posto di lavoro, dipende esclusivamente dalla Dirigenza.
In sintesi si tratta di un gruppetto di insegnanti* che godono il favore speciale del Dirigente Scolastico, vuoi perché sono riusciti a renderlo loro succube a forza di lusinghe ed abili manovre, vuoi perché sono in grado di favorirlo a loro volta (ad esempio con prestazioni professionali del coniuge, dandogli la possibilità di tenere lezioni universitarie etc.); talvolta, più semplicemente, si è creato un forte legame di solidarietà e amicizia lavorando insieme nel corso degli anni, che è degenerato definitivamente quando una delle future Compagne è diventata Dirigente Scolastico.
Il fenomeno non va confuso con quei privilegi che finiscono spesso per spettare agli insegnanti con maggiore anzianità di servizio in una scuola (un determinato giorno libero, un orario costruito un po' su misura, classi depurate dai casi più spinosi): le Compagne di Merende godono di privilegi più consistenti, ai limiti dell'illecito: l'assegnazione di progetti particolarmente ben retribuiti, settimane di "aggiornamento" in luoghi turistici, diritto all'assenteismo, esenzione dai compiti più noiosi, uso pubblico del cellulare in ore di lezione per i propri affari personali, gestione alquanto sportiva dell'orario, licenza di ritardo perenne etc.
Questi ultimi tre privilegi sono, in certe scuole, estesi liberamente a tutti gli insegnanti che desiderino accedervi (con eventuale eccezione per i precari con situazioni particolarmente scomode, ai quali è chiesto di non derogare di un capellesimo di millimetro dalla più rigorosa osservanza delle regole); si tratta insomma di casi che si creano quando nella Dirigenza c'è un vuoto di potere, cioè il DS non conta o non vuole contare un cazzo e lascia fare a tutti tutto ciò che vogliono, salvo qualche occasionale sfuriata con i precari con i contratti più precariamente precari (i quali precari di solito, soprattutto per mancanza di esperienza e giovinezza estrema, non sanno ancora difendersi e vivono nel terrore di sbagliare qualcosa e fare un errore grave senza accorgersene, e sono quindi facili capri espiatori qualora questi dirigenti desiderino dimostrare "chi è il capo").
A sua volta questo vuoto di potere della Dirigenza è dovuto a mancanza di personalità del DS e soprattutto a menefreghismo completo di costui verso il proprio incarico: in pratica il DS si è assunto la mansione di dirigenza al solo ed esclusivo scopo di incassare lo stipendio, ed è quella l'unica parte del suo lavoro che gli interessa, lasciando in tutto il resto la gestione della scuola a totale disposizione di chiunque desideri assumersela.
In queste scuole di stampo, diciamo così. "anarchico"** nessuno è tenuto ad osservare regole particolarmente tassative, alunni compresi, e il disastro o l'incidente sono regolarmente dietro l'angolo (ma spesso non lo girano, l'angolo, perché c'è un dio anche per i lavativi e gli incoscienti, e pare anzi essere attivissimo, più di tanti suoi colleghi di divinità). In tali circostanze, il gruppo delle Compagne di Merenda si può creare o non creare, e talvolta si crea per semplice inerzia: i privilegi sono spesso spalmati con equità, con una lieve ma non gravissima discriminazione a danno di quei docenti che, in barba agli usi e costumi locali, osservino scrupolosamente gli obblighi sanciti dal contatto nazionale insegnanti. Ci sono addirittura casi in cui il gruppo delle Compagne di Merenda finisce per creare una Dirigenza ufficiosa riducendo al minimo la licenza sul lavoro, con l'unico inconveniente di una certa prepotenza di fondo, dettata dalle simpatie e antipatie che queste Compagne di Merende, come tutti gli esseri umani, hanno.
Là dove, invece, il Gruppo di Compagne di Merende si crea per volontà esplicita della Dirigenza, si possono avere illeciti anche a livello penale, ad esempio nella gestione dei bilanci.
Come può opporsi a questa situazione l'Insegnante Normale, ovvero quella creatura che desideri guadagnarsi lo stipendio onestamente?
La questione è complessa e spesso senza soluzione. Laddove l'Insegnante Normale è precario,vuoi a contratto saltuario, vuoi a contratto annuale, gli conviene mostrarsi cieco, sordo e pure cerebroleso e non dare l'impressione di aver notato nulla di insolito, salvo sfogarsi occasionalmente con i colleghi precari, meglio se fuori dalla scuola e lontano da orecchie indiscrete; nel caso però in cui vengano lesi i suoi diritti contrattuali (ad esempio quando si pretende da lui la frequenza di tutti gli organi collegiali pur avendo costui un contratto a orario ridotto), qualche occasionale visita ai sindacati potrà essergli di grande aiuto. Imbarcarsi in crociate per il ripristino della legalità, sia pure al seguito dei colleghi di ruolo, è rischioso e senza prospettive particolarmente vantaggiose.
(D'altro canto essere precario lo garantisce molto bene in situazioni come quella in cui la Dirigenza gli chiede di alzare i voti agli scrutini o di diminuire i compiti assegnati per casa alle proprie classi: lì basta fregarsene alla grande, eventualmente scegliendo un'altra sede per l'anno successivo, e tenere i registri in ordine, adattandosi eventualmente a qualche sfuriata occasionale che basterà farsi passare sopra, come acqua sulle penne di un'anatra).
Gli insegnanti di ruolo potrebbero invece coordinare un'azione anche molto decisa di opposizione, che potrebbe portare, sia pure sobbarcandosi qualche conflitto aperto e un po' di rogne, a debellare il gruppo delle Compagne di Merende e costringere la Dirigenza ad emigrare verso altri lidi. Tuttavia, stante che la stragrande maggioranza dei docenti di ogni ordine e grado ama assai la lamentela, il mugugno e la maldicenza ma vive nel continuo terrore di uno scontro frontale, sia pure uno scontro contro un blocchetto di gelatina tenuto insieme dalla colla di pesce, molto spesso tale azione concertata non si appalesa nimmanco di lontano.
Sono del tutto sconsigliabili crociate individuali, anche se apparentemente iniziate con l'appoggio di gran parte dei colleghi - appoggio spesso promesso a gran voce in Sala Professori quanto del tutto invisibile al momento opportuno.
A livello individuale è però possibile far capire con garbo alle Compagne di Merende, in modo velato e quasi casuale ma citando all'occorrenza articoli e norme di legge, che questa e quest'altra intromissione non saranno tollerate, ottenendo così una situazione lavorativa decente, almeno a livello individuale.
*va da sé che "compagne di merende" è indeclinabile, e la categoria include insegnanti di ogni sesso (maschi, femmine, neutri, ermafroditi, altri)
**fermo restando che l'uso del termine "anarchia" in questa accezione è del tutto improprio, anche se entrato ormai nell'uso corrente.
8 commenti:
Più ti leggo e più penso che lavoriamo nella stessa scuola.... fatti riconoscere: al prossimo collegio docenti vieni con un ombrello giallo, una rosa rossa in mano e un giornale arrotolato nell'altra mano... farò lo stesso anch'io!!!!
LOL
Cerco di riderci sopra, ma è molto triste
Un ombrello giallo? Non sarà facile procurarmelo!
Scherzi a parte, se la tua scuola non è in provincia di Firenze non è la mia. Ma ne ho girate parecchie, soprattutto ai tempi delle supplenze brevi, e ho anche ascoltato molti racconti - e il fenomeno, oggettivamente, è abbastanza diffuso... (il che è triste come cittadini, più che come insegnanti)
Grazie al cielo sono sempre riuscito ad appollaiarmi su un alto palo. Con alcuni amici sullo stesso posatoio ... :-)
Altro non alto. Scusa.
Ormai io mi sono ridotta da vicepreside a spronare i miei colleghi a ribellarsi alle cose che sembrano loro ingiuste o fuori legge, come per esempio il recupero dei 5 minuti della riduzione delle unità orarie approvate per emergenza e non per ragioni didattiche...
@ Grigio
Sì, senza quella R diventavi un bifidissimo Compagno di Merende, per giunta fiero di esserlo!
@ Palmy
E infatti spesso i Vicepresidi sono preziosi aiuti contro le Compagne di Merende... se non lo sono essi stessi, si capisce ^__^
Sì, davvero triste leggere di queste preferenze all'interno delle mura scolastiche.
Se ripenso alla mia ex preside Grazia C., che sapeva far sentire ognuno di noi insegnanti (perlomeno di lettere), the best one...
Donna in gamba, quella!
I bravi presidi sono rari ma esistono, e quando esistono ti fanno venire in mente quel detto evangelico sulla perla di gran pregio...
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