Una foglia si nasconde in una foresta, un foglio (o una lettera) in un mucchio di carte.
(...ma se l'intenzione non fosse quello di nascondere il foglio?)
A Hogsmeade, come in tutte le scuole del regno, i ragazzi consegnano al docente eventuali giustificazioni all'inizio della mattinata. A Hogsmeade, contrariamente a quanto succede in buona parte delle scuole del regno, il docente in questione le prende e, non avendo lì sul momento un caminetto da accendere né orate o branzini da fare al cartoccio, le infila dove gli capita per poi dimenticarsene subito dopo.
Cioè, voglio dire: non si tratta di procedere ad una minuziosa archiviazione o soggettazione che richieda ore di ricerca in un titolario particolarmente articolato, si tratta di prendere due o tre foglietti di scarso peso e sbatterli alla rinfusa in una busta o cartellina nel primo cassetto della cattedra.
Onestamente, non è un lavoro molto complesso.
Anzi, a me sembra tutto sommato più lungo ficcare le giustificazioni alla rinfusa in cassetti, cartelle, altre buste che non c'entrano niente e soprattutto nel registro di classe - all'inizio, alla fine o in una pagina qualsiasi.
Eppure, regolarmente, in ogni classe, indipendentemente dal coordinatore (che a volte è quello che le ficca più a casaccio di tutti) la prof. Murasaki inizia la lezione salutando i ragazzi, firmando sul registro e dando una piccola caccia (che si rivela sempre assai fruttuosa) ai foglietti sparsi per ogni dove nel mentre i ragazzi tirano fuori il libro loro richiesto.
Non è un lavoro lungo o faticoso - in realtà ai miei occhi ha un suo fascino perverso.
Inoltre è utile, perché evita al docente di turno di seminare un prato di giustificazioni ogni volta che per un qualche motivo alza il registro di classe dalla cattedra.
Soltanto, non riesco a capire perché mi venga data l'occasione di farlo.
15 commenti:
anch'io sono sempre perplessa da queste strane abitudini.
allora, io ho 4 giorni su 5 la prima ora in prima (dove non sono coordinatrice) e metto sempre ORDINATAMENTE tutte le giustificazioni nella busta trasparente in fondo al registro.
in seconda sono invece coordinatrice e, non avendo mai la 1^ora ed essendo quella una classe MOLTO assenteista, ho predisposto un bustone nel primo cassetto della cattedra (in cui poi riordino anche i fogliettini in mazzetti mensili) e ho avvisato i colleghi. nulla: foglietti bianchi e gialli sparsi ovunque. allora ho detto ai ragazzi di ricordare ai colleghi della 1^ora la presenza del bustone nel cassetto. ancora nulla. quindi, quando entro alla 2^ o alla 3^ ora in seconda, mi tocca anche la caccia al tesoro.
mah.
Quindi a Hogsmeade non siamo un caso isolato.
Ricordo che rimasi perplessa, al primo collegio, quando sentii una diatriba sul tema "Ma noi che abbiamo poche ore in una classe non vogliamo perdere tempo a raccogliere le giustificazioni" e "Nossignori, chi fa la prima ora deve per forza prendere le giustificazioni". Li ascoltai un po' stranita, perché non mi era mai capitato di veder vivere questa cosa come un problema.
(Tra l'altro, se alla prima ora non gli prendi la giustificazione, non è che l'alunno di turno si ricorda più di darla - e devo dire che comprendo in pieno il suo punto di vista)
la 'povna si copre il capo di cenere, con vergogna. dai 101 lei ha sempre la prima ora, e per lei gestire tutto quello che sa di registro è solo, e puramente, un gran casino. per questo lo sceneggiatore quest'anno le ha mandato Rolly, che segna, scrive, compila, controlla e insomma la aiuta a mantenere la baracca più o meno in direzione. Senza Rolly la 'povna sarebbe perduta. Per quanto riguarda le giustificazioni, è aiutata dal fatto che non ci sono fogliettini. La giustificazione è sul libretto, e va trascritta sul registro (e controfirmata dal prof). E, fino a lì, persino lei ci può arrivare: perché lei controlla la firma del genitore (e, in quanto a scoprire forche e falsi, è davvero molto brava) e il fedele Rolly trascrive tutto sul registro, a modino. Poi, ogni mese, Rolly mette in ordine il variopinto casino da cui la 'povna è circondata. Alla fine, scrolla la testa, dimena la coda, e poi, educatissimo e perplesso, timidamente, fa: "Ecco, è tutto a posto, prof."
Sorelle mie! (tranne la 'povna, ovviamente :-P)
Io incarico il capoclasse: per favore, ricorda alla collega della prima ora che c'è la busta trasparente nel primo cassetto.
Niente da fare.
Perché?
Ma peeeerchééé?
(e perché la 'povna non stacca la giustificazione dal libretto? Ecco un altro mistero. ora chiamo Giacobbo :-P)
cara profe, la 'povna non stacca la giustificazione dal libretto perché nella sua scuola non è previsto staccare la giustificazione dal libretto, che è di cartone rigido, ma semplicemente (come già diceva): controllare la firma (e lì la 'povna ne ha beccate parecchie, l'ultima stamani, anche perché disordinata sì, logorroica pure, dunque per ogni giustificazione che lei firma segue, in giornata, telefonata al genitore competente per verificare), siglare il libretto cartonato e riportare correttamente sul registro che in data tale l'alunno giustifica l'assenza del giorno talaltro (questa ultima parte, al posto della 'povna, la fa Rolly).
'povna cioè tu telefoni ai genitori per verificare indipendentemente da eventuali sospetti????
Fortuna che:
a- non sto in classe tua
b- non sto più in classe di nessuno da molti anni...
Se avessero telefonato ai miei per ogni assenza starebbero ancora a rispondere al telefono...
Viv, ebbene sì. In prima, e per un intero quadrimestre, sempre. Poi pian piano le cose si stabilizzano. Nel senso che tu impari a conoscerli e i genitori imparano a conoscere te. Risultato: tu sai, con matematica certezza, di chi ti puoi fidare e di chi no; loro, in molti casi, ti mandano sms di aggiornamento se i figli sono a casa malati.
Quindi, se tu fossi stata in classe con me, forse alla fine avresti fatto meno assenze!! :-p
(Murasaki perdona la parentesi personale :-D)
'Povna forse avrei fatto meno assenze (forse non avrei perso un paio di chili all'ammissione alla maturità causa troppe assenze) ma certamente sarei stata gambizzata dai miei... ma vuoi togliere l'adrenalina di quando scappavi dal cancello di scuola, filo filo alle macchine parcheggiate, conoscendo a menadito gli orari dei prof che entravano in seconda?
Roba a livello di strategia militare... ehehehhe
Viv, non ti scusare.
Anzi, tu ringrazio perché oggi ho avuto una giornata piuttosto impegnata senza tempo per postare, e tu hai espresso esattamente quel che avrei detto.
Ahimé, la gioventu'di oggi è sorvegliata e oppressa a livelli direi polizieschi, e non può nemmeno più farsi una bella forca in pace.E a me sembra davvero un po' troppo, anche perché ho un ottimo ricordo delle mie, di forche,
E ci credo che poi si drogano e ci hanno l'ansia da prestazione!
Potrei aprire una pagina pedagogica ma essendo stata una giornata pesante potrei anche dire una strunzata...
Ai "miei" tempi (ne ho 38 e non 120) eravamo liberi di fare cazzate ma consci di pagarne le conseguenze, i genitori non erano i sindacalisti dei figli (almeno i miei).
Era comunque un bagaglio di esperienza che ti portava a dire, se beccato, che avresti potuto fare meglio (parlo delle forche ma anche di tutto il resto), oggi gli si toglie anche il gusto della bugia a questi ragazzini...
poiché si sente chiamata in causa, la 'povna interviene. i suoi alunni sanno perfettamente, all'inizio dell'anno, quello che lei farà. li avverte. sta a loro trovare stategie alternative, se ne sono capaci (esattamente il senso di prendersi le responsabilità). alcune volte le trovano, altre no. e vengono beccati. tutto qui. sicuramente non si sentono sorvegliati da un regime poliziesco (né la 'povna è in grado, in alcun modo, di incarnare la polizia - né lo vorrebbe); né si sentono incapaci di sbagliare.
e sicuramente, e soprattutto, i loro genitori non sono sindacalisti dei figli.
funziona, tutto qua. e si basa su fiducia reciproca. e molto, molto divertimento.
Ma io non dico che non funzioni, e nemmeno che sia necessariamente sbagliato.
Dico che ai bei tempi radiosi della mia giovinezza potevo far forca e la scuola non ci perdeva il sonno, e a me stava bene così.
E così pare che fosse anche ai tempi assai meno radiosi (primo dopoguerra) della giovinezza del mio signor padre
(non di mia madre- Erano gli stessi anni ma lei era una signorina per bene e non faceva forca) ^__^
Poi, si capisce, non è che fare forca debba essere l'unica ragione che rende una vita meritevole di essere vissuta.
Voglio dire, si campa anche senza.
avevo capito (almeno credo) ciò che intendevi. infatti dicevo che funzionava basandosi su fiducia e divertimento (come mi disse una volta una mia alunna: "che senso c'è a far forca con quella, tanto si sa che con lei [= la piùcheretta collega] tu poi fa' i'cche ti pare. quando invece mi riuscirà di farla con lei [ = io, cioè la 'povna], invece..." :-))
Che fico si continua a parlare di forche (mi adeguo a voi perchè a Roma la definizione può essere fraintesa).
Vedi 'Povna io ricordo le fughe da 007 dal lungo rettilineo che portava alla scuola, dietro le macchine accucciata, ricordo che conoscevo abitudini ed orari dei prof (farsi beccare alle 8.40 da quello della seconda ora che entrava in anticipo non era intelligente .-P)
E' anche vero che all'epoca non c'erano i cellulari e al massimo la scuola si limitava a telefonare a casa dove avendo una voce bassa e profonda mi sarei potuta confondere con mio padre (lo faccio ancora oggi con il telemarketing :-P).
Però questa "palestra" unita forse a doti personali mi ha fornito di un'attenzione ai particolari che oggi trovo molto utile .-)))
Non tutte le forche vengono per nuocere :-P
Posta un commento