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domenica 23 maggio 2010

Gli improvvidi folletti


















I folletti domestici esistono in molte culture, compresa quella italiana. Com'è noto a tutti, aiutano a badare alla casa in cambio di una piccola ricompensa in panna, latte, burro, pane e dolci; particolarmente utili, negli ultimi anni, si sono dimostrati i folletti da computer, che si occupano di funzionamento, manutenzione e pulizia interiore (da virus e da polvere) dei nostri strumenti informatici. Per quanto riguarda la ricompensa, i folletti informatici non differiscono nei gusti da tutti gli altri folletti - niente hamburger o coca-cola, ma i tradizionali piattini di pane e latte. Vivono dentro al computer durante il giorno ed escono per farsi la vita loro soprattutto di notte o quando il computer è spento.

Non ricordo esattamente come nacque la storia dei folletti, ma è stato in rete e in una conversazione tra brigatisti, tre o quattro anni fa. Il brigatista in questione era Lucky, già allora padre di due bei bambini e stimato disegnatore. Sosteneva di non avere la minima idea di quel che succedeva nel suo computer e di essere convinto che erano dei folletti nascosti al suo interno a farlo funzionare.
Questa conversazione mi tornò in mente tre mesi fa, mentre combattevo con la LIM in classe; ad un certo punto sbuffai che quel che mancava in quella scuola erano due buoni folletti da computer e aggiunsi che probabilmente non ci degnavano delle loro attenzioni perché nessuno si ricordava mai di lasciargli il latte e la panna.
Incuriositi, i ragazzi mi chiesero cosa fossero i folletti da computer, io lo spiegai più o meno come l'ho spiegato qui sopra (tralasciando di citare Lucky), rinunciai a usare la LIM per quel giorno e la cosa finì lì, almeno credevo.

In realtà qualche tempo dopo qualcuno mi richiese come funzionava la storia dei folletti. Lo rispiegai con grande candore, del tutto ignara del ginepraio in cui mi stavo cacciando.
Non realizzai il problema nemmeno quando qualcuno suggerì che erano i gatti che mangiavano il latte e la panna che lasciavo come offerte.
"Impossibile" spiegai sicura "Nessun gatto sano di mente toccherebbe mai le offerte ai folletti, e quand'anche lo facesse, i folletti lo rimetterebbero al suo posto a gran velocità".
Provarono a spiegarmi che i folletti non esistevano, esattamente come non esisteva Babbo Natale.
"Babbo Natale è una leggenda" risposi "I folletti sono una realtà oggettiva".
E a quel punto il disastro era fatto, ma io me ne accorsi solo col passare delle settimane.

I folletti sono ritornati in ballo con sconcertante regolarità. Ogni volta qualcuno provava a spiegarmi che non esistevano. Col tempo mi sono accorta che un folto gruppo era seriamente convinto che l'insegnante di Lettere fosse un po' suonata, mentre qualcuno si diceva convinto che fosse uno scherzo.
La discussione si è protratta a lungo e, temo, non si è evoluta a mio favore. La prova definitiva l'ho avuta quando Sirius mi ha preso da parte e mi ha domandato se credevo sul serio ai folletti.
"Ti sembra una domanda cui posso rispondere?" gli ho chiesto di rimando.
Non ha capito perché me l'ha fatta di nuovo, ottenendo la stessa risposta. Mi ha inquietato, perché lui faceva parte del gruppo che mi difendeva (!).
Mi sono sentita (e mi sento tuttora) in un vicolo cieco: mi sembra fuori del mondo mettermi a spiegare seriamente se credo o no ai folletti, come mi sembra assurdo che un gruppo di ragazzi figli di una generazione cresciuta a pane e videogiochi fantasy si sconcerti davanti a un'insegnante che gli parla dei suoi folletti da computer.
Se ci ritorno l'anno prossimo, che accidenti dovrò fare?
Le insidie del nostro mestiere sono davvero tante e imprevedibili.

(L'unica persona che capisce qualcosa là dentro, a quel che sembra, è Lunastorta - che, nella relazione sulla visita della polizia postale che è venuta a parlar loro delle varie insidie che può presentare la rete, ha concluso scrivendo "E ci hanno anche detto che nel computer non c'è nessun folletto!").

4 commenti:

LaProfe ha detto...

E comunque, io dico sempre alla prima che mi capita, che devono stare attenti a no prendere tutto per ora colato, e che di sicuro, nel corso dei tre anni di scuola media, avranno da me qualche informazione assolutamente falsa, che dovranno essere in grado di smascherare, o almeno di dubitare, e che rivelerò solo alla vigilia degli esami. Se ci torni, per te sarà la storia dei folletti :-)
Educascional

Murasaki ha detto...

Eh?
Prof, non vorrai dirmi che non sai dell'esistenza dei folletti da computer?
(...e poi si neraviglia se non le funzionano nemmeno i Mac. Roba da non credersi!)

il grigio ha detto...

Il mio folletto ha le scarpe verdi e il berretto rosso. Sono riuscito a vederlo di sfuggita una notte misteriosa quando il computer si è riacceso da solo ...

Murasaki ha detto...

@ Grigio

Tu sì che mi capisci! ^__^
(...ma sei riuscito a fargli una foto?)