Il mio blog preferito

domenica 11 aprile 2010

Onorateli con grandi onori!



Il campo di Cormallen: "Onorateli con grandi onori!"



Con gli anni in Italia è arrivata anche un po' di critica tolkieniana; spulciando qua e là ho scoperto con mio immenso stupore che c'era anche un ramo di pensiero che considerava una "caduta" e un "fallimento" da parte di Frodo (che risultava così un "eroe mancato") essersi arrogato l'Anello quando arriva sull'orlo della Voragine del Fato. Da questa caduta poi si partiva per una serie di considerazioni legate alla fede (cristiana) che mi sembra che con tutta la questione c'entrino veramente il giusto. Evidentemente, per questi critici, era almeno vagamente immaginabile che Frodo, giunto davanti alla Voragine, buttasse l'Anello nel fuoco con un sospiro e un bacio d'addio, come una sposa con la fede nuziale ai tempi del fascio: ahimé, mi dispiace farlo ma è necessario (aggiungendo, eventualmente: "La Patria / Il Consiglio lo vuole").
Sfugge alla mia umana comprensione come si possa vedere una "caduta" nell'essere sopraffatto da forze schiaccianti. Forse che Pompei "cadde" sotto la lava? Forse che "fallirono" gli impiegati che lavoravano nelle Twin Towers in quello sciagurato 11 Settembre? Mancarono di fede gli sventurati spazzati via dallo tsunami?
Ad impossibilia nemo tenetur. Nessuno è tenuto a far miracoli. Missione o non missione, negli ultimi capitoli del viaggio verso l'Orodruin viene spiegato chiaramente, molto chiaramente, che l'Anello logora le forze e divora vivi i portatori. Sono cose che in teoria sapevamo fin dal secondo capitolo, ma con cui solo adesso ci confrontiamo davvero. Frodo viene divorato fino all'osso: perde il sonno, i ricordi, la sensibilità. La volontà lo sostiene quasi sino all'ultimo, la compassione anche (l'ultimo suo gesto è risparmiare Gollum per la 797ima volta). Quando il potere dell'Anello raggiunge il suo apice, lì, proprio dove venne forgiato, Frodo viene travolto.

Tutto questo era prevedibile, e forse il Consiglio l'aveva previsto. Qualcuno* ha  infatti ricordato che durante il Consiglio Frodo si era impegnato soltanto a portare l'Anello, non a distruggerlo, e questo Elrond lo ripete al momento della partenza quando espone il giuramento che vincola Frodo - e nessuno dei punti di quel giuramento viene tradito, in effetti.
Frodo era l'unico che poteva portare l'Anello fin lassù, e anche lui non ce l'avrebbe fatta senza Sam; distruggere l'Anello volontariamente è fuori della portata di qualsiasi mortale e (sembra di capire) pure degli immortali; ma è comunque grazie a Frodo che l'Anello viene distrutto, perché Gollum è vivo solo e soltanto perché Frodo l'ha risparmiato un'infinità di volte, perfino quando le frecce degli uomini di Gondor avrebbero potuto farlo fuori senza che gliene venisse incomodo alcuno - ed è Gollum che alla fine salva la situazione, anche se in modo abbastanza involontario
I vecchi peccati hanno le ombre lunghe, ma anche i gesti di misericordia possono avere conseguenze del tutto imprevedibili. Il Consiglio, che ha rischiato il tutto per tutto con un gesto azzardato che sconfina nella follia, dimostra di aver visto giusto.
Tra l'altro nessuno nel libro ha mai una parola di biasimo per il "fallimento" di Frodo - anzi, giustamente, tutti onorano con grandi onori lui e Samwise, al Campo di Cormallen.

E vorrei anche vedere.

*Gianluca Casseri Frodo Baggins, l'eroe che non ha fallito in "Albero" di Tolkien, cur. G. De Turris, Milano, Bompiani (Tascabili Bompiani 377), pp. 183-198.

Nessun commento: