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domenica 14 giugno 2009

Bastard Inside (ultimo giorno di scuola)


E viene l'ultimo giorno di scuola: una mattinata calda e serena, con l'aula sempre più simile a un forno nonostante la porta aperta. L'umore della classe è medio-alto e circolano numerose bottiglie d'acqua che faccio del mio meglio per ignorare (i gavettoni di fine anno sono una tradizione ben radicata a St. Mary Mead e io sono sempre stata molto rispettosa delle Tradizioni Culturali, specie quelle legate ai Riti di Passaggio).

Riporto gli ultimi temi, gli ultimi esercizi, le ultime verifiche. Riporto anche una caramellina del tutto inattesa: per tre anni il primo giorno di scuola gli ho fatto compilare una scheda con preferenze letterarie e cinematografiche, qualche aggettivo per descriversi, cibi preferiti e simili. Oggi la restituisco. La classe frulla deliziata confrontando le schede con quelle dei compagni e degli anni passati. Ne approfitto per infilare un commento sull'importanza della memoria, dei documenti e delle fonti storiche che ci riportano frammenti dimenticati del nostro passato.
Poi una piccola chiacchierata sull'esame prossimo venturo. Le bottiglie vagano. Alcune, forate in un angolino, lasciano una scia d'acqua. Il pavimento comincia a grondare.
Mando i due colpevoli a prendere il mocio per pulire, ma poi pulisce soltanto uno.
"Perché vuoi fare tutto tu?" chiede l'altro.
"Non ho mai pulito un pavimento e voglio vivere quest'esperienza fino in fondo" risponde l'interessato passando il mocio sotto i banchi.
"Eh, aspetta a sposarti e poi di pavimenti ne pulirai quanti ne vuoi!".
Ascolto e approvo in cuor mio.
"Mica è necessario sposarsi" puntualizzo "Basta andare a vivere da soli".
I maschi convengono che sì, anche quando andranno a vivere da soli, ma è chiaro che la considerano un'ipotesi molto improbabile: St. Mary Mead è un paese dove la struttura familiare si mostra assai robusta.
Le bottiglie stanno allineate sulla cattedra, il mocio viene riportato ai custodi. Entrano tre allievi dell'anno scorso. Sono passati a trovare il loro ex-compagno, il Ripetente. Che nonostante il caloroso saluto che i tre gli rivolgono non sembra proprio entusiasta di rivederli.
Due pacche sulle spalle, poi gli infilano una frase dove riescono a mettere non so quanti accenni al fatto che ha ripetuto l'anno. Gli altri li guardano perplessi.
"Vedete di sparire" suggerisco con garbo "E abbiate la gentilezza di non farvi mordere da una vipera perché la poveretta potrebbe morire avvelenata".
Escono.
"Ha ragione la collega di matematica" considero in cuor mio "Quella era una vera classe di carogne".
Il pavimento è asciutto, il cortile libero, le prediche pre-esame le ho finite. I ragazzi chiedono di scendere. Non c'è motivo di non accontentarli.
Giù troviamo un'altra terza. Qualcuno gioca a palla sotto il sole a picco, qualcuno si rimpiatta dietro i cipressi per chiacchierare dei fatti suoi, un buon gruppo rimane su panche e tavolo, nella zona all'ombra, vicino alle due professoresse. Tra questi il Ripetente e il Teppista.
Ritornano i tre. Hanno stampato in faccia un sorriso dolciastro e un'aria divertita. Prima si rivolgono al Teppista, infilando una strana storia sul fatto che l'hanno chiamato poco prima al cellulare e lui ha risposto. Il Teppista risponde a monosillabi ma dichiara con fermezza che lui non ha risposto a nessuna chiamata di nessun cellulare.
Non so che dire e quindi mi taccio. Che io sappia, mentre eravamo in classe nessun cellulare ha squillato. D'accordo, il Teppista avrebbe potuto avere la vibrazione inserita, invece della suoneria. Oppure la chiamata potrebbe essere arrivata mentre i ragazzi si scambiavano le schede dei tre anni, o si leggevano passi scelti dei temi e il rumore di fondo era alto quanto bastava a coprire la suoneria. In tutti i casi, chissenefrega? Se l'ultimo giorno qualcuno ha usato il cellulare in classe non bandirò certo una crociata sull'argomento.
Stante che il Teppista non se li fila né poco né tanto e io nemmeno, i tre tornano a puntare sul Ripetente, il Grande Ripetente, Ripetente Per Sempre, la certezza della scuola dove resterà per sempre (a ripetere, si capisce).
Il Ripetente non ribatte. Ha un'aria un po' rassegnata.
Siamo tutti piuttosto interdetti. Comunque gli dico di levarsi dai piedi.
Mi guardano con un sorriso sempre più dolciastro, del tipo "Tanto lo sappiamo che non puoi mandarci via".
Alzo la voce, dichiaro che non hanno nessun diritto di stare lì e dunque se ne devono andare. Subito. In cuor mio però sospetto che non sarà tanto semplice.
Invece se ne vanno, zitti zitti e senza replicare. E hanno anche l'aria un po' sorpresa.
Nessuno commenta l'accaduto (tanto meno il Ripetente, che è ancor più privo di espressione del solito) ma qualcuno si stringe nelle spalle con l'aria di pensare "certo che i cretini non mancano mai".
Ci ripenso su; e più ci ripenso e più ho l'impressione di aver assistito a qualcosa di veramente brutto. Che i ragazzi si prendano in giro tra loro, anche in malo modo, non mi è del tutto nuovo; e la collega di matematica mi aveva ben spiegato che, nella classe precedente, il Ripetente faceva di mestiere lo scemo del villaggio e che nella mia terza "l'atmosfera era molto più gradevole". Però quei tre imbecilli avevano tranquillamente fatto il loro show in presenza di due insegnanti, una delle quali (io) li aveva già mandati al diavolo.
Peggio ancora: ritornando in visita nella vecchia scuola si erano ben premurati non una ma due volte di venire a perculare il loro caro, vecchio compagno di classe un tantino ripetente.
Possibile che in un anno non gli sia venuto in mente un modo un po' più divertente per passare il tempo?
E, soprattutto: possibile che trovassero tanto normale farlo in presenza di due insegnanti?

Il che porta ad altre due domande.
1) Possibile che l'insegnante di lettere che avevano li lasciasse fare, limitandosi a qualche vaga rimostranza? Dopotutto, lei stessa aveva inventato il "Teorema Ripetente", che si basava sul fatto che per lo sventurato ragazzo, in verità non troppo portato all'analisi linguistica, il soggetto della frase era sempre quello che veniva per primo (teorema, in verità, molto diffuso anche tra gli alunni che non ripetono affatto, e che ogni insegnante di Lettere trova qualche difficoltà a scardinare); e si racconta che per ogni classe tenga un quaderno, detto "Libro delle cazzate" dove riporta le più notevoli sciocchezze dette dagli alunni, e dove a suo tempo il Ripetente faceva la parte del leone.
2) Possibile che i ragazzi che lanciano i sassi dal cavalcavia e allagano i corridoi dei licei tanto per vedere di nascosto l'effetto che fa abbiano quello stesso sguardo vuoto e quel sorriso un po' dolciastro?

Perché, certo, le Istituzioni, la Società, i Modelli, le Famiglie, i Traumi dell'Infanzia. Ma c'è pure qualcuno che, semplicemente, nasce stronzo. No?

6 commenti:

sary ha detto...

a parte la malinconia di assistere a episodi di questo genere e la totale approvazione nei tuoi confronti per come hai gestito l'episodio, devo sottolineare che i tre ragazzi non frequentando più la scuola, non avevano nessun diritto a starci e anzi avevano il dovere di sloggiare, ed è tristissimo il loro commento: tanto lo sappiamo che non puoi mandarci via. potevi, eccome. infatti se ne sono andati. storia veramente molto squallida. vediamola, come sempre, al positivo: l'anno scolastico 08/09 che ha vissuto il ripetente è stato per lui importante per capire che il mondo non è tutto a quel modo.

viviana ha detto...

Spero con tutta me stessa che presto anche loro facciano parte dell'esercito dei ripetenti: bastrdi loro, bastarda io (che ripetente lo sono stata ahahah).
Prima di postare il commento sono dovuta andare a fumare una sigaretta per reprimere il desiderio di sopprimerli...

lanoisette ha detto...

sai, ci sono tanti colleghi che fanno orecchi da mercante, perchè è molto più comodo. io continuo a stupirmi di come nella "mia" terza abbiano continuato imperterriti a prendersi gioco delle debolezze dei compagni... mi chiedo: forse sono stata io l'unica insegnante a riprenderli? i colleghi mi dicono che sono così da 3 anni, e allora perchè non hanno fatto nulla?

il grigio ha detto...

La seconda che hai detto.

palmy ha detto...

Non c'entra niente: vieni a rispondere al mio quesito "riassumiti in 3 tag" sul mio blog?
Riguardo al post: bella l'idea della "caramellina". Tutto il resto lascia un po' l'amaro in bocca...

Murasaki ha detto...

@ tutti
Sì, è stato molto squallido; anche perché eravamo tutti allegri e soddisfatti come pitoni dopo il pasto e del tutto impreparati all'attacco. Capita spesso che gli alunni dell'anno prima vengano a trovarci l'ultimo giorno di scuola, e infatti ce n'erano diversi in giro: chi a salutare professori, chi a trovare amici e fratelli...

@ palmy
Ricevuto!
(In realtà l'avveo visto già stamani, ma non è facile rispondere)