In una terza media, naturalmente, si legge L'amico ritrovato di Fred Uhlman. La cosa è talmente consueta che qualcuno ha la copia già usata dal fratello (o sorella) maggiore*. Con l'occasione, gli spiego anche qualche minima regola di pronuncia tedesca che ci tornerà utile molto a breve perché io la repubblica di Ueimar e il Furer non li voglio neanche intrasentire di lontano.
E giusto ieri che era San Valentino i due protagonisti si sono messi insieme, dopo un regolamentare colpo di fulmine e un cauto corteggiamento.
"Lui però sembra innamorato, più che amico" osserva alla fine qualcuno.
Eh sì, sembra proprio, e l'autore non fa niente per evitare l'equivoco - proprio niente. I due protagonisti sono evidentemente innamorati. Però non sembrerebbero gay - Konradin ha una simpatia per una fanciulla del suo aristocratico giro, il narratore si sposa e non sembra che il suo matrimonio sia infelice. Però i due sono innamorati - anzi sono amici che, volendo, è molto di più.
Provo a spiegare che l'amicizia può essere un'esperienza emotiva più intensa dell'amore, specie in certi momenti, che i due sentimenti si somigliano... ascoltano con attenzione ma nei loro occhi è scritta una certa perplessità.
Non è la prima volta che mi succede. Una vera storia d'amore tra due ragazzi (come Maurice di Forster) non creerebbe problemi, ma questa forma ibrida li mette un po' a disagio. Quando ci si ama non ci si limita a parlare, no?
Non è detto. "Il primo amico che ti tradisce, o che tradisci tu" come rappa Jovanotti raccontando appunto il sollievo di aver passato i vent'anni, è ancora oggi una tappa molto consueta ma viene molto meno celebrata. Le lodi e gli inni all'amicizia abbondano, ma celebrano soprattutto i gruppi di amici - il team, la squadra, il quintetto, il quartetto, almeno il trio. L'amico o l'amica del cuore sono diventati quasi marginali.
Non per questo hanno smesso di esistere o di essere importanti, però.
*rigorosamente in edizione scolastica, che così costa qualche euro in più e c'è anche un sacco di esercizi-zavorra.
1 commento:
Grazie per questi pensieri. Molto belli. Io non so se riuscirò a legegre in classe il libro (che, ai tempi, mi aveva colpito moltissimo). Dovessi riuscirci, mi ricorderò di questo post :-)
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