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venerdì 5 gennaio 2024

Leggere, forte! - 3 - Un libro per tutti, tutti per un libro

Quest'anno la Terza Sfigata dispone di un Consiglio di Classe davvero sontuoso: oltre ai consueti insegnanti delle consuete materie contiamo infatti ben due insegnantesse di sostegno, e altrettante di Potenziamento*: una di loro lavora con Tecnologia e Arte e fa l'ora di Alternativa, mentre l'altra è la professoressa Ghirlandai, stimata collega di Lettere che quindi lavora con me, le rare volte che ne ha l'effettiva opportunità.
Inoltre i due Sostegni sono una di Lettere e l'altra di Inglese, senza contare che quella di Inglese, non so quando e dove ma comunque in tempi recenti, ha fatto un corso assai specialistico sul mitico progetto Leggere, forte! 
Come ho già raccontato, il progetto Leggere, forte!, nato per le elementari e poi esteso alle medie, ha lo scopo di promuovere la lettura collettiva ai ragazzi dell'intero Consiglio.
Dopo le esperienze piuttosto positive dell'anno scorso, quando in verità avevo letto quasi sempre io sola, ho pensato di tentare una versione più collettiva: fra tredici docenti tredici era ben possibile che qualcuno fosse disponibile a collaborare. Così, già al primo Consiglio di Classe dell'anno, provai a proporre la questione con bel garbo: l'esperienza era piaciuta ai ragazzi, c'era qualcuno disponibile, fermo restando che la partecipazione doveva essere del tutto volontaria perché ogni docente è padrone di disporre come meglio crede delle sue ore e nessuno si doveva sentire obbligato, e naturalmente capivo bene che soprattutto per chi aveva poche ore poteva essere un problema e bla e bla e bla.
Hanno accettato tutti, come un solo insegnante.
Magnifico!
Adesso si trattava solo di trovare il libro giusto: doveva essere un libro non troppo lungo né troppo corto, che si sapeva già per certo che piacesse ai ragazzi e che non avesse illustrazioni e... qualcuno offriva dei suggerimenti?
Ne ho raccolti diversi, che ho ponderato con attenzione. Mi aveva particolarmente colpito quello della prof. Regale di Potenziamento che mi descrisse la gran fascinazione che aveva esercitato su una classe il romanzo autobiografico di Liliana Segre Fino a quando la mia stella brillerà.
Ammetto che avevo sperato in una storia a base di draghi, ma là dentro la vera esperta di letteratura draghesca sono io, e anche se coltivo da tempo il sogno di leggere a qualche Terza A me le guardie di Pratchett mi rendevo conto che era un po' lunghetto e prenderlo come primo esperimento di letteratura collettiva poteva non rivelarsi una grande idea, anche perché alla maggior parte del mio Consiglio i draghi non interessano né tanto né poco.
Il libro di Segre presentava invece un sacco di buoni argomenti a suo favore: prima di tutto affrontava la spinosa questione dei campi di concentramento, che è solita piombare in Terza fra capo e collo alla fine di Gennaio, ovvero in un momento in cui a Storia stiamo a pasticciare con le guerre in trincea e insomma tragedie di qua, tragedie di là e tragedie pure in mezzo e d'accordo che ai ragazzi di quell'età piacciono le emozioni forti, ma si finisce per fare confusione, secondo me, e d'altra parte a tutti farebbe gran piacere che l'Armata Rossa fosse riuscita ad aprire i cancelli di Auschwitz a metà Aprile dell'anno prima, ma insomma ognuno fa quel che può e loro nell'Aprile del 1944 erano impegnati da tutt'altra parte.
Invece in quel modo i ragazzi sarebbero già stati preparati ad affrontare la questione, che non rischiava di confondere nessuno perché sul momento noi stavamo a parlare di Carbonari e Restaurazione, e confondere tutto ciò con i campi di concentramento non era davvero possibile.
Inoltre il libro di Segre non è troppo lungo né troppo corto, si spolpa in poche settimane ed è diviso in tanti comodi capitoletti perfettamente segmentabili in sessioni di venti-trenta minuti; e soprattutto non parla solo dei campi di sterminio, ma descrive molto bene il processo con cui una bambina ricca e fortunata, cresciuta tra tutti i comfort dell'epoca (abbastanza lontana dal nostro mondo per presentare un certo fascino storico) si ritrova gradualmente trasformata in una nemica della razza italiana da votare allo sterminio nonché i problemi dei sopravvissuti a rientrare nel mondo "normale", e andava bene spezzarlo in piccole tranche perché in dosi massicce sarebbe risultato troppo pesante da digerire ad un giovine stomaco - meglio usare una più insinuante omeopatia, che entra con bel garbo nelle fibre dell'organismo per restarci, per tacere dei vantaggi dell'identificazione che inevitabilmente i suoi quasi coetanei avrebbero provato per lei.

Una volta scelto il testo, con l'orario di classe alla mano, costruii una perfetta scansione dove ogni giorno per quattro settimane i ragazzi avrebbero avuto la loro pastura e ogni insegnante aveva un numero di letture proporzionato alle sue ore*, sostegni compresi. Per me, in qualità di insegnante di Storia, tenni i capitoli più drammatici, quelli dentro Auschwitz, condivisi con il Sostegno di Lettere, ancora agli inizi della carriera ma che un giorno probabilmente non lontano insegnerà anche lei Storia. La lettura conclusiva sarebbe stata il giorno prima del ponte dell'Immacolata.
Ho così imparato il vero motivo per cui Leggere, forte! è un pprogetto che funziona meglio alle elementari: lì molto banalmente, il Consiglio di Classe è composto da tre o quattro insegnanti e dunque il numero di inconvenienti è necessariamente ridotto, salvo casi singolarmente sfortunati. Insomma, per lo stesso motivo per cui è più difficile organizzare le nozze della regina d'Inghilterra che una cena con quattro amici.
Primo Inconveniente: Arte era lì che voleva e non voleva e le tremava un poco il cor perché in quei giorni era impegnata in non so quale progetto e non sapeva come avrebbe reagito la classe... L'ho dovuta lisciare un po', spiegandole che avevo deciso di assegnare proprio a lei quei capitoli perché erano una introduzione un po' incantata sui ricordi dell'Infanzia Perfetta***. Alla fine l'ho commossa e il giorno dopo ha letto.
Secondo Inconveniente: avevo tre copie del libro, prese alla biblioteche comunali. Di due edizioni diverse, ma di formato molto simile. Al terzo giorno Sostegno Inglese mi ha spiegato che le pagine non coincidevano e che lei non sapeva cosa doveva leggergli la mattina dopo. Le mie istruzioni non citavano i capitoli, davano solo il numero delle pagine.
Così ho riscritto tutto, con i titoli dei capitoli, deprecando la mia idiozia: nemmeno non avessi mai preso in mano un libro e non sapessi che con le varie edizioni cambia anche la numerazione delle pagine.
Terzo Inconveniente: arriva il prof. Jorge "Ho visto il file che ci hai mandato, sono contento di partecipare al progetto. Soltanto volevo sapere: chi devo far leggere?".
Pace all'anima sua, siamo stati per almeno mezz'ora in Consiglio a spiegare che il progetto consiste nel far leggere gli insegnanti, e l'esperta ha spiegato nel dettaglio come andavano distribuite le quote di lettura. E tu dov'eri?
E' cosa nota in effetti che ai Consigli Jorge non sempre ascolta, e con gli anni il problema si è accentuato. Ma benedetto te, hai pure accettato quando ho chiamato il tuo nome, e senza far storie o chiedere niente. Ti sembra serio alla tua età accettare le cose senza chiedere di che si tratta?
"Ehm. Dovresti leggere tu" ho spiegato, consapevole che lo stavo sprofondando in un doloroso stupore. Pare che poi non abbia letto nemmeno male.
Quarto e Quinto inconveniente: in quelle settimane abbiamo avuto uno sciopero, cui hanno partecipato anche i custodi e dunque nessuno è entrato a scuola, e pure la matinée al cinema, tutta la scuola media di St. Mary Mead e tutta la scuola di Crifosso, come l'anno scorso. Le letture di quei giorni hanno dovuto essere ridistribuite in corsa.
Sesto Inconveniente: ben due colleghe si sono ammalate in giorno della lettura e han dovuto essere sostituite ancora più in corsa (per fortuna abbiamo due insegnanti di Sostegno).
Settimo inconveniente: Tecnologia arriva spiegandomi che la classe aveva insistito per avere altri capitoli, e lei glieli aveva letti. 
Averne, di inconvenienti così. Con grande soddisfazione ho ristrutturato i giorni seguenti. E' successo anche altre due volte, e ogni volta i lettori sono stati molto lusingati e io ben lieta di ristrutturare il piano.
Ottavo Inconveniente: mentre preparavano gli zaini per uscire Marian ha chiesto "Come mai oggi non abbiamo letto?".
"Perché toccava a me e me ne sono platealmente dimenticata" ho confessato sentendomi eccezionalmente idiota. Ecco cosa succede a preoccuparsi troppo delle letture degli altri: si finisce per saltare il proprio turno. Pensare che giusto il giorno prima ero rimasta nell'aula qualche minuto di più appunto per provare la lettura e avevo messo amorevolmente il libro nell'armadio, col suo ben segnalibro.
Ho rimediato la mattina dopo e siccome per tre giorni di fila si leggeva nelle mie ore è bastato spezzare la sequenza dei capitoli e ricomporla allungandola un po'.
Nono Inconveniente: la mattina in cui la prof. Ghirlandai doveva leggere non è venuta in classe perché impegnata in una sostituzione. Così ho letto al posto suo, ma mi è dispiaciuto, e anche a lei.
Decimo  (e ultimo) Inconveniente: si presenta la prof. Spini col capo coperto di cenere per confessarmi che anche lei si era dimenticata di leggere, persa in non so quale avvincente esperimento di Scienze e promettendomi che sarebbe stata due ore sui ceci per penitenza, ma potevo per favore leggere io nelle mie ore per quel giorno?
Siccome l'orario ci favoriva, è bastato scambiarci i turni per quel giorno e il successivo.
Undecimo Inconveniente: vivaddio si è dimenticato di arrivare. Avrà avuto un impegno.

Ammetto di aver trovato il tutto molto più faticoso di quando avevo letto da sola, ma la classe ha partecipato con grande interesse, ci ha tempestato di domande e ha vissuto il tutto con grande piacere. Che bello quando il cliente è soddisfatto.
Così ho deciso che l'esperimento andava ripetuto, anche se stavolta non era necessario che leggessimo proprio tutti; e prontamente Tecnologia è arrivata con un altro libro che le sembrava molto adatto (e secondo me lo è), ma è di una tipologia completamente diversa e...
Febbraio ci aspetta con nuove esperienze.

* una strana roba nata ai tempi del governo Renzi per cui ci sono dei docenti aggiuntivi che aiutano gli insegnanti curriculari, in teoria curando specifici progetti. Sembra una buona idea, vero? Peccato che vengano regolarmente usati per le supplenze, soprattutto quelle che arrivano all'improvviso la mattina alle otto, e che quindi i loro progetti vengano condotti a pezzi e bocconi.
** come mi aveva spiegato la collega che aveva fatto il corso su Leggere, forte!
*** che poi era la pura verità: la prof. Olivieri ha una voce leggera, vagamente sognante e lei stessa sembra uscita da un quadro di Botticelli.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Da ragazzina lettrice, ho odiato cordialmente tutti i libri letti a scuola e per la scuola. Alle medie erano edizioni scolastiche, sulle quali la mia opinione è esattamente uguale alla tua. Ho fatto pace con le letture scolastiche solo in quinta liceo, quando la prof ci lesse integralmente La coscienza di Zeno e Il fu Mattia Pascal, spiegandoci tutto il sottotesto. Non erano per niente il mio genere, ma evidentementein qualche modo li fece arrivare. Credo che da studentessa avrei apprezzato molto un progetto pensato e curato come il tuo. Da genitore apprezzo, ovviamente, ma mi viene anche da pensare che ascoltare un libro non è come leggerne uno. Non è una critica, piuttosto un dubbio su come, nelle ore scolastiche, sia effettivamente possibile indirizzare i ragazzi a leggere. Chiara

Murasaki ha detto...

@ Chiara:
E non sei la prima a raccontarmi che quel che hai letto a scuola non ti piaceva, anzi rientri in un ricco filone.
Il mio scopo non è MAI indirizzare i ragazzi verso la lettura, è di intrattenerli. Leggeranno se credono, ma il gradimento di quel che gli viene letto è indispensabile.
SENTIRE leggere un libro in classe però funziona quasi sempre, se è fatto con sentimento, perché i ragazzi percepiscono l'intenzione di prenderci cura di loro, intrattenerli eccetera. Credo sia indispensabile che chi legge apprezzi quel che legge.
Faccio parte di una classe che al biennio ha amato molto i Promessi Sposi (un caso rarissimo, a quel che ho capito) e credo che il fatto che la professoressa ce l'abbia letto TUTTO e che le piacesse molto abbia avuto parecchio peso. Del resto, la prod. De Divinis era davvero speciale.