Un genitore implora di essere ricevuto dagli spietati insegnanti della scuola media di St. Mary Mead |
"Ma nel caso in cui nessuno si sia prenotato, l'insegnante può considerarsi libero?".
Ascolto distrattamente perché il problema non mi riguarda: da sempre parlo volentieri con qualunque genitore si presenti a qualsiasi ora, purché non sia in classe a far lezione - mi sembra il classico caso in cui si fa bella figura con poca spesa.
In effetti fanno così anche tutti gli altri, per quel che mi risulta.
"In teoria si può, perché dovrebbero prenotarsi"
"In teoria non si può perché quella è la tua ora di ricevimento"
"In teoria si potrebbe se la Preside stabilisse di fare così".
" In teoria forse si potrebbe qualora...".
E via con i più vari tipi di periodo ipotetico.
Ma non è così semplice: ci sono i genitori che non aprono il registro. Quelli che non riescono a prenotarsi. Quelli che credono di aver prenotato, anime candide, ma hanno sbagliato qualcosa, chissà che cosa, e in realtà non hanno prenotato proprio per niente. Quelli che prenotano e poi non vengono. Quelli che nemmeno si pongono il problema, vengono e basta. Quelli che...
"Potrebbero mandare un avviso sul diario".
"Sì, ma magari ti mandano l'avviso e tu hai già troppi appuntamenti e non li puoi ricevere. Come puoi controllare che non sia così?".
"Io prendo pochi appuntamenti proprio in previsione di questa possibilità"
Ma ci sono tutti i casi di cui sopra: il genitore che crede di aver prenotato, il genitore che non sa di doversi prenotare eccetera eccetera eccetera. Una casistica infinita, da fare invidia ai canonisti medievali quando cercavano di stabilire in quali circostanze un rapporto sessuale tra coniugi era lecito. A quanto pare un ricevimento settimanale a scuola è più complicato da organizzare di un matrimonio regale in mondovisione..
"Dobbiamo stabilire un criterio che sia valido per tutti e osservarlo".
Sempre, sempre e ancora sempre, dove c'è un gruppo di insegnanti che discute una questione c'è qualche bella anima che stabilisce che dovremmo stabilire un criterio valido, una linea d'azione comune, delle regole che valgano per tutti. Qualche volta si fanno anche riunioni e proclami per stabilirle, queste regole comuni, e mai una volta che abbia visto qualcuno applicarle salvo la sottoscritta che talvolta ancora, nonostante il passar degli anni e l'ormai consistente esperienza, tuttavia abbocca come una carpa e solo dopo qualche giorno smette, accorgendosi che nessun altro le segue, le nuove e condivisissime regole, nemmeno quelli che le han richieste a gran voce.
Di fatto, la scuola, soprattutto la Scuola Inclusiva e dell'Accoglienza non può avere regole troppo precise salvo gli obblighi di legge, perché regolarmente si presenta la situazione particolare, l'eccezione, le circostanze speciali, il caso lacrimevole e via dicendo - succede, quando si ha a che fare con esseri umani, ognuno con la sua storia e i suoi drammi personali.
"Ma se il registro elettronico non funziona dovrebbe essere la Segreteria a farsi carico della gestione dei colloqui con i genitori!".
"Seee, la Segreteria non riesce nemmeno a stamparci delle schede decenti a fine anno, figurati se son buoni a gestirci i colloqui con le famiglie".
La Segreteria del Comprensivo di Sty. Mary Mead è una sconcertante raccolta di imbranati (tuttavia, se il registro elettronico funziona male e le password generate dal registro elettronico in questione sono in gran parte farlocche, non può essere solo per colpa sua).
Non ho voglia di intervenire. Non ho voglia di fare una tirata sulla Funzione Insegnante. Anche Fisica, che è specializzata a chiedere sempre Regole Condivise che poi non segue mai (anche perché si è pure dimenticata di averle chieste e parla principalmente per tenersi in esercizio con la lingua italiana) alla fine è una brava persona (credo) e ha a cuore il benessere psicofisico dei nostri amati alunni, come tutti noi.
"E se è Lunedì', c'è la luna nuova e il genitore indossa calzini di colori diversi?".
"Allora deve fare formale richiesta di un colloquio speciale, specificando dettagliatamente le motivazioni che lo spingono a chiedercelo e i punti che vuole discutere con noi".
"E se invece la luna è crescente"?
"Vabbé, è chiaro che stiamo discutendo in generale. Se la luna è crescente lo riceviamo e basta".
Alla fine chiedo "Scusate, io ricevo sempre tutti se appena posso. Posso continuare a farlo?".
"Certo che puoi. È quel che facciamo un po' tutti, mi sembra".
Forse ho perso qualche anello di congiunzione, in tutto quell'urlío. Forse sono troppo tonta per capire. Forse...
Li lascio discutere e mi immergo in una profonda riflessione: al supermercato stasera per le gatte sarà meglio prendere il cuore, lo spezzatino di manzo o i cuori di nasello surgelati a sconto? Da qualche tempo ho l'impressione che il pesce non gli piaccia molto.
Forse potrei provare col tacchino? È da tanto che non gli compro il tacchino...
4 commenti:
Io faccio esattamente come te: ricevo quando posso, sempre, purché non in classe. E devo dire che sostanzialmente questo garantisce orari di ricevimento canonici meno affollati e una più armonica gestione della collaborazione con le famiglie.
Aggiungo che la questione delle gran regole condivise è presente, come prevedibile, anche da me, qualunque me io abbia abitato negli ultimi anni. Ma in tutte le (poche) scuole in cui sono stata una caratteristica mi è balzata agli occhi che accomunava chi chiedeva a gran voce un protocollo minutissimo che determinasse ogni singola fattispecie. Ed era, ed è, l'estrema credenza e praticanza di chi lo chiedeva. Un elemento che, non lo nascondo, mi ha dato da pensare.
La ricerca di regole certe per ogni situazione è una condizioni esistenziale che mal si addice all'Italia dove le regole ci sono per far vivere le eccezioni. Lodevole proposito irrealizzabile! Comunque l'indisponenza di certi professori su questa storia dei colloqui con le famiglie è davvero intollerante. ma come in tutte le categorie e in tutte le situazioni, c'è sempre chi si mette o cerca di mettersi nei panni dell'altro (e magari evita di convocarti alle 11 della mattina in un giorno feriale, quando se non sei un disoccupato o un pensionato, forse hai qualche altra cosa da fare) e chi va dritto per la sua strada e se ne frega di tutto. Comunque, in conclusione, fai bene tu a pensare ai tuoi gatti, che seguono solo le regole che vogliono loro, però su quelle difficilmente sgarrano!
Nella mia scuola non si usa Argo per le prenotazioni. Non esiste il concetto di prenotazione, che mi pare più adatto per un biglietto di viaggio che per un colloquio tra esseri umani. Sono gli studenti che si fanno portavoce dei genitori per un appuntamento. Chiaramente diverso è il caso del ricevimento mensile. Quello resta fisso una volta al mese senza prenotazione, quindi nessuno di noi si schioda dalla sala insegnanti.
@ la povna:
Cio ho mmesso un po' a capire cosa intendevi per "credenza" e "praticanza", ma alla fine ci sono arrivata. Non conosco però abbastanza la Grande Amante delle Regole, che è una nuova arrivata, per dire se rientra nel tuo identikit. Mi informerò.
@ Romolo:
I gatti sono sempre una consolante certezza. Purtroppo qua a scuola ne circolano pochi :(
@ Mel:
l'idea di prenotare non mi sembra sbagliata di per sé; in fondo prenotiamo anche altre cose, oltre ai biglietti - gli appuntamenti dal parrucchiere, per dirne una, che alla fine è pure lui un essere umano, e in fondo anche i genitori lo sono e avrebbero diritto a gestirsi al meglio il loro tempo. Solo che l'insieme, per come funziona da noi, non mi sembra gestito in modo del tutto ottimale, ecco.
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