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domenica 24 aprile 2016

Boschi della Terra di Mezzo - 2 - La Vecchia Foresta

La Frattalta segna il confine tra Terra di Buck e Vecchia Foresta - o almeno, ci prova

"Molte sono le storie narrate sulla Vecchia Foresta" ricorda Elrond al Consiglio "Tutto ciò che ne rimane costituisce soltanto le propaggini degli antichi Confini a nord. Vi fu un tempo in cui uno scoiattolo poteva, saltellando da un albero all'altro, giungere da quella che oggi è la Contea fino al Dunland ad ovest di Isengard. Viaggiai un tempo attraverso quelle contrade e conobbi cose strane e selvagge".
La Vecchia Foresta è dunque solo la traccia fortunosamente sopravvissuta di un enorme bosco che comprendeva anche la foresta di Fangorn. E' anche il primo luogo misterioso e incantato che incontriamo nel romanzo, e quanto a cose strane e selvagge è davvero ben fornita.
Si trova a est della Contea, più esattamente a ridosso della parte meno provinciale e tradizionalista della Contea: la terra di Buck, abitata dagli hobbit del ramo più strano, quelli che vivono sulla parte sbagliata del fiume.
Il confine tra la Terra di Buck e la Vecchia Foresta è segnata da una siepe molto alta, la Frattalta, e l'unico varco è chiuso da un cancello di ferro e foderato da un muro di mattoni. La Vecchia Foresta è considerata un posto tutt'altro che raccomandabile, anche se gli abitanti della terra di Buck ostentano indifferenza e ci vanno talvolta, quando gli gira. Solo che non gli gira poi molto spesso, par di capire.

Come mai è stata costruita la Frattalta?
Per proteggersi dagli alberi. Secondo il racconto di Marry questi alberi "molto tempo fa attaccarono la Siepe: avanzarono, e le si piantarono molto vicino, curvandosi dall'altra parte. Ma gli Hobbit vennero, tagliarono centinaia di alberi, facendone un gran falò in mezzo alla Foresta; poi bruciarono tutto il terreno compreso in una lunga fascia ad est della Siepe. Dopo questa sconfitta gli alberi rinunciarono ad attaccare, ma divennero nemici dichiarati. Esiste ancora, nel punto in cui fu fatto il falò, un vasto spiazzo completamente nudo".
In realtà, spiega Merry, nella Vecchia Foresta si può andare in giro tranquillamente, a patto di andarci di giorno e non allontanarsi troppo dalla Siepe; perché "la Foresta è strana: tutto in lei è molto più vivo, più conscio di ciò che succede intorno". 

Spiega poi che "gli alberi non amano gli estranei: ti osservano e ti scrutano. Generalmente si accontentato di guardarti, finché è ancora giorno, e non fanno gran che. Può darsi che rare volte i più ostili abbassino un ramo o caccino fuori una radice, o ti afferrino con una liana. Ma di notte avvengono le cose più allarmanti, o perlomeno così raccontano".

Insomma, come ammette apertamente Merry, siamo in presenza di alberi consapevoli di quel che fanno e che sono apertamente ostili agli hobbit. Dopo l'episodio del falò la cosa sarebbe anche comprensibile, ma... perché all'inizio gli alberi hanno attaccato la Contea? Gli hobbit non sembrano gente da inimicarsi senza motivo una foresta, o da comportarsi male con lei. Qualsiasi boschetto bennato e costumato, viene da pensare, dovrebbe essere contento di avere gli hobbit ai suoi confini e trattarli in modo gentile e amichevole.
Ma la Vecchia Foresta non è solo strana, è proprio stronza sin nelle barbe.

Frodo sceglie di attraversare la Vecchia Foresta per depistare i Cavalieri Neri, ammettendo che si tratta di una misura estrema davanti a una situazione estrema. E di per sé sarebbe anche una buona idea se (ma questo Frodo non può saperlo) i Cavalieri Neri non avessero allertato sia la Vecchia Foresta che i vicini Tumulilande, e se non fossero comunque pronti ad accoglierli non appena gli hobbit risbucano, dopo qualche giorno decisamente avventuroso, nella Terra di Brea. Per fortuna la Vecchia Foresta (e i Tumuli) non sono completamente indipendenti e anche altre presenze sono state allertate (probabilmente dagli elfi di Gildor): Tom Bombadil e la sua compagna Baccadoro.
Beatamente ignari di tutto ciò gli hobbit raggiungono il bosco con una certa apprensione, e il bosco non si mostra particolarmente accogliente sin dal suo primo apparire:
"Guardando di fronte, riuscivano a vedere soltanto tronchi d'albero di infinite varietà e dimensioni: dritti o curvi, contorti, inclinati, tozzi o slanciati, lisci e lisi o ruvidi e nodosi; ma tutti erano grigi o verdi, ricoperti di muschio, licheni o altre piante parassite viscide o ispide".


Lode Claes - The Old Forest

Nel bosco l'atmosfera è ostile e opprimente sin dall'inizio, e peggiora sempre più. Pipino è il primo a cedere e supplica gli alberi di lasciarlo passare, Frodo si rimprovera per la malcauta idea che gli è venuta. La foresta non reagisce, ma aumenta la sua ostilità.
Il progetto originario era di attraversare la Foresta scansando il fiume Sinuosalice, di cui si dice che sia "il luogo più strano e misterioso dell'intero bosco, addirittura il nucleo da quale proviene e si sviluppa tutto il mistero" e da cui si innalza una specie di vapore o di fumo bianco.


Withywindle - (di TucksMa)

Ma è difficile scegliersi la strada in un bosco dove gli alberi sono dotati di volontà e soprattutto si spostano a loro piacimento. E così, nonostante tutti i loro sforzi, nel primo pomeriggio i quattro hobbit si ritrovano sulle rive del Sinuosalice, accaldati e assonnati. I passaggi stretti li hanno costretti a scendere dai pony, che vagano allontanandosi da loro, e un grande albero (che scopriremo poi chiamarsi Vecchio Uomo Salice) canta loro fresche canzoni di acqua e di sonno. 

Old Man Willow by Iolanthe

Merry e Pipino - destinati sin dall'inizio ad una particolare intimità con gli alberi, soprattutto con quelli che si muovono - vengono ingoiati nel suo tronco; Frodo viene scaraventato in acqua da una radice ed evita l'annegamento solo grazie a Sam... infine, e quasi per caso, arriva Tom Bombadil - per inciso uno dei personaggi più misteriosi del romanzo - e rimedia rapidamente la situazione facendo una vera sfuriata al Vecchio Uomo Salice:
"dopo aver staccato un ramo che pendeva vicino, colpì ripetutamente il fusto dell'albero. "Lasciali uscire immediatamente, Vecchio Uomo Salice!" disse "Che ti salta in testa? Non dovresti essere sveglio. Mangia la terra! Scava profondo! Sorseggia l'acqua! Dormi subito! Bombadil te lo ordina!""
Con molta malagrazia l'albero obbedisce e scaraventa fuori Merry e Pipino "Poi ambedue le fenditure si richiusero ermeticamente con un rumore secco. Un brivido attraversò la pianta dalle radici all'ultima foglia, seguito dal silenzio più assoluto".
Il Vecchio Uomo Salice è costretto a cedere davanti a un potere troppo più forte del suo, ma non c'è in lui ombra di pentimento. Non avrà mai occasione di vendicare l'affronto subito, ma non c'è dubbio che coltiva rancore, e del resto il rancore è il sentimento dominante in lui*.
Più avanti Tom Bombadil (il più antico, colui che ricorda anche la prima ghianda e la prima goccia di pioggia) spiegherà agli hobbit il punto di vista alberesco:
"Le parole di Tom mettevano a nudo il cuore e i pensieri degli alberi, che erano spesso cupi e bizzarri, pieni di odio per tutto ciò che cammina liberamente sulla terra e che rode, morde, strappa, rompe, sega e brucia: distruttori e usurpatori. Non a caso veniva chiamata Vecchia Foresta, poiché era estremamente antica, l'ultima superstite di immensi boschi dimenticati. In essa vivevano ancora, invecchiando insieme alle brulle colline, i padri dei padri degli alberi, memori del tempo in cui erano ancora loro i signori. Gli innumerevoli anni li avevano riempiti di orgoglio, di profonda saggezza, ma anche di malizia. Ma il più pericoloso di tutti era il Grande Salice: il suo cuore era marcio, ma verde era la sua forza; era astuto, padrone dei venti, e il suo canto e il suo pensiero attraversavano i boschi, seguendo le due rive del fiume. Il suo spirito grigio e assetato traeva vigore e potenza dalla terra in cui si diffondeva con una fitta trama di radici, mentre nell'aria si espandeva come la linfa di infiniti, invisibili rami: ebbe così sotto il suo dominio quasi tutti gli alberi della Foresta, dalla Siepe fino ai remoti Tumulilande".



Tuttavia, come spiegherà Barbalbero molte pagine dopo, si possono trovare foreste e alberi più pericolosi e implacabili del Vecchio Uomo Salice della Vecchia Foresta:
"Esistono alberi nelle valli, ai piedi delle montagne, sani e solidi come colonne, e cattivi da cima a fondo. Sembrerebbe una cosa contagiosa. Vi erano in questo paese alcuni posti assai pericolosi. Vi sono tuttora dei punti assai neri".
"Vuoi dire come la Vecchia Foresta su al Nord?" domandò Marry.
"Sì, sì, qualcosa del genere, ma molto peggio".

Gli hobbit non dovranno mai affrontare da soli il molto peggio. Questo succoso privilegio sarà destinato agli orchetti - che non vi troveranno alcun motivo per rallegrarsene.

La Vecchia Foresta dunque non è un semplice bosco incantato e pieno di prodigi: è un bosco che si muove a suo piacimento, che frusta o strangola o cerca di annegare le presenze che non gradisce, che porta rancore ai bipedi. Ha una sua personalità e molti poteri. Ha una sua storia, molto antica, e ricorda il tempo in cui i bipedi non scocciavano, anzi proprio non c'erano.
Il cattolicissimo Tolkien, quando parla di boschi, sembrerebbe piuttosto animista. Non so se la questione è stata studiata a fondo - gli studiosi cattolici hanno versato fiumi di inchiostro sulla Grazia e la Redenzione in Tolkien, ma per quel poco che so dei boschi non si sono occupati molto.
(Se qualcuno ne sa di più sull'argomento, è pregato di farsi avanti: gli sarò molto riconoscente).

*curiosamente, nei fiori di Bach lo stato negativo di Willow (salice) è proprio il rancore che si cova per le sventure di cui diamo la colpa agli altri, solo agli altri e sempre agli altri, crogiolandoci dentro l'autocommiserazione.

32 commenti:

Pellegrina ha detto...

Di corsa, manco a dirlo (io), però bello come al solito. E' stupefacente come sempre la bravura di Tolkien che di certo amava le foreste e le montagne, ma, essendo un genio e non un moralista (checché ne vogliano dire oggi certuni che pretendono di arruolarlo), conosce benissimo l'ambiguità e il senso di ostilità che l'ambiente naturale allo stato puro trasmette agli uomini (includendovi anche la gentry campagnola con servitù chiamata Hobbit). Quindi non commette mai l'errore di creare un bosco puramente idilliaco o una montagna alla Heidi. Certo il bosco delle favole è inquietante per definizione, il luogo della magia o/e della prova. La VF con Bombadil è la classica forestaccia che ridiventa "bella" solo finché c'è l'aiutante magico a portata di mano, o almeno di voce. L'Ithilien è in parte diverso, ma è anche il bosco più umano/umanizzato e svolge un ruolo quasi di espansione tragica prima degli episodi di Shelob e di Mordor che anche se si concludono "bene" in realtà avvelenano definitivamente il portatore. E' vicino a Gondor e gli uomini lo frequentano abitualmente. Lì c'è quasi una compenetrazione tra uomini e boschi: Faramir e i suoi portano maschere piumate e vestono di verde. Hanno antropizzato l'elemento selvaggio deviando la cascata e creando non solo un rifugio, ma valorizzandolo soprattutto con un BEL rifugio, la Finestra del tramonto, utilizzando l'ambiente senza stuprarlo, almeno non troppo, come fanno invece Saruman o anche Sauron, vedi la desolazione di Mordor e le furie di Barbalbero. Non a caso Faramir si prende l'Ithilien e Faramir è il simbolo dell'equilibrio nel romanzo.
Devo chiudere, comunque la coppia TBB è come al solito uno dei miei infiniti personaggi preferiti. E una delle cose che non perdonerò mai a quel rozzone di PJ è l'averli eliminati, come pure Faramir. In realtà il taglio di questi personaggi è una delle pochissime occasioni in cui potrebbe valere la famosa scusa del "linguaggio cinematografico che impone blbblbablabal" in realtà adoperato per far passar le peggiori banalizzazioni mainstream. Ma lasciamo da parte quel barbàro ché sennò m'innervosisco :-P.
P.S.: non mi ricordo nel testo l'allertamento del bosco da parte dei Cavalieri neri :-/.

Pellegrina ha detto...

P.S.: Barbalbero (altro dei miei pp, ehm) praticamente li preferisco tutti tranne Frodo, Aragorn e il povero Boromir che è predestinato a non essere il preferito. Ah, no! ecco chi è il mio vero non personaggio-preferito, quello che ti sta antipatico perché è obbiettivamente antipatico e che in ogni romanzo non deve mai mancare ;-P: Elrond. Troppo spocchioso - insomma Barbalbero è quasi lo specchio dell'old man willow. La sua evoluzione in positivo. L'esser albero è latente in lui, forse un giorno si addormenterà. Però domina tutto Fangorn, come spiega non lui che ha troppo stile, ma Gandalf. mannaggia non posso approfondire adesso, ovviamente la sovrapposizione non è così meccanica. Buona festa!

Pellegrina ha detto...

Ehm, i fiori in questione di quando sono? perché Tolkien era parecchio affascinato come molti alla sua epoca da una new age avant la lettre (vedi la sua amicizia con Narnia) e molti temi si ritrovano nell'ultima parte del romanzo, quella apparentemente più recente. Quindi può persino darsi che conoscesse la simbologia di cui tu parli e che da bravo sincretista ne abbia approfittato. dopotutto mette una ruota buddista sul petto di Frodo, figurarsi un fiorellino.

Eva ha detto...

Io sono in tutto e per tutto dalla parte del Vecchio Uomo Salice e della Vecchia Foresta. Dalle mie parti ci sono un sacco di piccole località che hanno nomi "naturali" o "boschivi":
Le Selve, L'Olmo, L'Oppi,il Querciolo, Frassineto..ecc...
PURTROPPO gli "uomini cattivi" han fatto di tutto e di più per radere al suolo questi luoghi verdi dei quali rimangono comunque fazzoletti di bosco, Alberi Secolari singoli(L'Alberotondo ad esempio era una quercia abnorme, morta appena 20 anni fà....purtroppo).
Trovo interessante l'allusione al "rimedio" WILLOW dei Fiori di Bach!!
Edward Bach era Gallese, nato nel 1886 ed è probabilissimo che abbia conosciuto Sir Tolkien o che il Professore stesso ne abbia sentito lungamente parlare. Anzi, Tom Bombadil e Barbalbero me lo ricordano pure eheheheheh, soprattutto quando Barbalbero nutre i due Hobbit con acqua di sorgente dalle proprietà curative. Infatti i Fiori di Bach vengono trattati con acqua pura, le loro proprietà estratte grazie al sole e poi diluite in brandy o cognac, la famosa "tintura madre".
Ciao Murasaki, bellissimo articolo!!
Buon 25 Aprile!!

acquaforte ha detto...

"Old Man Willow " è stato lo screensaver del mio computer per anni. Non potevo credere che un così splendido albero potesse essere malvagio. Mi sa che è così anche per altre cose, la bellezza che si accompagna alla malvagità.
Quanto mi è sempre piaciuto il capitolo prima della Vecchia Foresta, Una congiura smascherata! È la pace prima della tempesta. L'ultimo momento di spensieratezza. Sono ancora nella Contea; Frodo ritrova parte del suo mobilio, il bagno caldo con annessi spruzzi e canzoni lo fanno sentire spensierato ancora per un po, anche se non trova le parole per dirlo..... Ha incontrato un pericoloso nemico, ma anche amici come Gildor e Maggot. Quando la congiura viene svelata, Frodo può ben dire che si sentiva felice come non lo era da molto tempo.
Tolkien ci fa conoscere meglio Sam, Merry e Pipino; il loro ruolo nella storia e il forte legame che non verrà mai meno.
Quando rileggevo questo capitolo, mi fermavo qui per un po', prima di oltrepassare la Frattalta. Volevo rimanere ancora nella Contea......

Eva ha detto...

@Acquaforte:
io amo questo vecchio e saggio "detto":
"quando l'albero è bello fronzuto, il piantatore è deceduto"
Se ci si pensa bene e si riflette sulle parole non c'è malvagità in questa frase...

Anonimo ha detto...

Che bella questa serie di post, grazie. Leggo questo blog da tempo ma non ero mai riuscita a dimostrare che non sono un robot... Sono arrivata al tuo blog da appassionata di Murasaki Shikibu ma ho trovato tantissime cose interessanti e curiose - e poi ho ben due figli alle Medie!

Murasaki ha detto...

@Pellegrina:
Buono, quando arriverò al bosco dell'Ithilien ti citerò senza ritegno - soprattutto la parte di Faramir.
PJ aveva dei buoni motivi per saltare la parte di Tom Bombadil, che in apparenza lascia la storia tale e quale era prima e quindi può essere saltata. Ma se consideri che in sei film l'unico bosco che ha almeno in parte azzeccato è Bosco Atro - che per inciso è anche quello più normale nelle tradizioni letterarie - direi che è andata benissimo così. Diciamo che nei film l'elemento boschivo non è stato da lui pienamente utilizzato, ecco - e con Barbalbero ha fatto un vero disastro IMHO.
Di sicuro, la Vecchia Foresta non è affrontabile senza l'aiutante magico - probabilmente non lo sarebbe nemmeno Fangorn.
Dell'allertamentoi di Foresta e Tumuli da parte dei Cavalieri Neri si accenna nelle Appendici (Cronologia, mi pare) e nei Racconti Incompiuti, e in effetti spiega abbastanza bene quel concentrato di avventure che gli hobbit si beccano in cinque giorni scarsi (includendo anche la fermata al Puledro Impennato).
Barbalbero è senz'altro una versione positiva (armonizzata, potremmo dire, visto che siamo in tema di floriterapia e di fiopri di Bach) del Vecchio Uomo Salice. Spero che potrai approfondire meglio quando farò il post su Fangorn - Barbalbero è sempre stato tra i miei personaggi preferiti, comunque a me piacciono anche Frodo e Aragorn, anzi credo che Frodo sia il preferito fra tutti. E mi garba anche Elrond, sono un caso senza speranza ^__^

@Pellegrina e @Eva:
Leggendo un commento a questi ultimi post (di Linda, mi pare) mi è venuto in mente negli ultimi giorni che forse sì, Tolkien aveva sentito parlare dei fiori di Bach: i fiori stanno in infusione nell'acqua all'aperto, e poi si usa l'acqua dove i fiori hanno lasciato le loro vibrazioni energetiche. In pratica, per le bevande di Barbalbero funziona così. I due sono più o meno contemporanei.
Io però NON sono dalla parte del Vecchio Uomo Salice, che tratta troppo male i quattro hobbit, nemmeno fossero orchetti in vena di devastazioni! D'accordo, preservare l'ambiente è importante, ma nella Contea l'ambiente è tenuto benissimo, a quel che ci dicono. Un po' di distinzioni andrebbero pur fatte...

Eva ha detto...

@murasaki:
poveri Hobbit, sì lo so che loro non c'entrano nulla...ma il Vecchio Uomo Salice è un po' Nuvola Rossa, Toro Seduto e Cavallo Pazzo....difende il suo territorio, da chiunque, perché non si fida più di nessuno....
mitakuye oyasin
;-)

Eva ha detto...

..dimenticavo che è fantastico questo "collegamento" tra Tolkien e Bach, ci deve essere per forza una reale connessione...Ho letto, su uno dei suoi libri, che Bach è morto felice, perché sapeva di aver concluso la sua Missione su questa Terra...secondo me è un dettaglio importante, dal significato più profondo di quello che può sembrare e sui cui riflettere...Personalmente mi fa pensare anche alla frase dei nativi Americani "tutto è connesso"
...Esagero?
Ciao ;-)

Pellegrina ha detto...

Che onore, mi fa piacere.
Se gli ent non fossero così poco frettolosi credo che Barbalbero starebbe scortecciando perbenino quell'ignorante di PJ per non aver capito un emerito accidenti di lui e soprattutto per non averci neppure provato. Tutto l'elemento boschivo naturale paesaggistico dell'intero romanzo è stato raso al suolo da Jackson, mentre con appena un po' più di cultura, ecco, avrebbe potuto essere una miniera senza fine di fantasia e invenzione visiva, perché nel romanzo c'erano, eccome, lo spunto, la volata e la trama. Siccome non ho visto lo H, non mi azzardo, senza dubbio quel bosco è esattamente quello più vicino all'immaginario da videoclip che J è capace di utilizzare... un po' come i prodotti confezionati che ci impongono ovunque i supermarket come desiderabilissime golosità: l'antitesi di Tolkien in tutto e per tutto (io poi preferisco la sponge cake).
Detto ciò sono convintissima che effettivamente in un film l'episodio TBB sia tagliabile, se vuoi fare un film dal ritmo incalzante e tradizionale, ovvio, che in sé non mi dispiace. Perché se invece volessi fare come Ocelot in Azur e Aznar e rovesciare tutte le proporzioni... comunque sì, non è il suo peggior peccato e date le vette di brutto kitsch (pare un ossimoro ma lui l'ha reso limpidamente reale) raggiunte a Lothlorien meglio, molto meglio così... cosa avrebbe messo al posto dei gigli e delle gocce di rugiada sull'abito di Baccador meglio non saperlo, va'.
Non so se conosci il musical anni'70 The fiddler on the roof che mette in scena un villaggio ebraico invaso dai nazisti. Io ne ho visto solo la presentazione, ma mi è venuto in mente il tuo discorso sull'appropriazione delle ambientazioni appiattita sul proprio unico stile visivo da parte dell'industria cinematografica USA: praticamente il villaggio in questione ha una scenografia da film western; una strada con cavalli e personaggi che fanno lo struscio e all'occasione se le danno di santa ragione. Forse vuole essere una satira a doppio taglio verso entrambe le cose, in ogni modo illustrava perfettamente il tuo discorso.
Cercherò di approfondire il discorso su Barbalbero... l'Ithilien è ammetto il mio bosco favorito, dev'essere l'aria di Faramir al posto di quella di Numenor ;-). Aragorn è sempre un po' a metà: mi piace quando fa Grampasso e in alcuni momenti in cui fa Aragorn, ma quando fa troppo il re, non tanto. Esternazione di alta profondità letteraria...
(segue)

Pellegrina ha detto...

(segue da)

Se vuoi si possono leggere i boschi dello H-SdA come un progressivo avvicinarsi alla loro umanizzazione, intesa come avvicinamento al mondo degli uomini che è quello che si apre alla fine delle guerre epiche in ogni civiltà letteraria che si rispetti. Nell'Ithilien, Gollum a parte che infatti è ben legato, agiscono soltanto umani o macchine da guerra punica: è una battaglia come ce ne sono tante, almeno quasi, disturbata da un pci nic, o viceversa. Questo processo quindi culmina nell'Ithilien, per non parlare poi dei giardini ricreati granello per granello da Sam: la pianificazione assoluta, il controllo totale dell'albero che diviene agricoltura e decorazione, o pianificazione del territorio. Quanto di più lontano dal bosco Atro e si sa che nella Contea i giardinieri sono assai stimati. Un altro modo per dire addio alla Terra di Mezzo, con la sua avventura e imprevedibilità. Barbalbero rientra nel percorso, perché con lui si passa dall'albero immobile e selvaggio al centro di un dominio volutamente lontano dalle umane o politiche faccende a un elemento che mantiene qualcosa di selvaggio e inquietante ma lo dirige (e qui Eva mi ha suggerito la strada) su un bersaglio non casuale, vale a dire Saruman, alla maggiore utilità di alberi, Ent e Terra di mezzo tutta. Anche l'elemento dell'acqua, altra presenza importantissima e articolata nel romanzo, a partire dai cavalli di Gandalf, anzi dal Brandivino, viene ribaltato: per VS è un mezzo di soffocamento degli intrusi, per B di vita e di accoglienza. La non ospitalità del VS verso gli stanchi viandanti che porta alla deviazione verso TB, altro personaggio al riparo dal mondo e che se VS non fosse malvagio potrebbe non esserci affatto, è l'opposto del servizio cocchio ristorante locanda chiacchiera di B. Se vuoi Fangorn/B è anche lontano dal bosco misto di Gran Burrone: perché 'sti Elfi alla fin fine non schiodano mai dal loro resort di lusso... lui invece doma la sua parte selvatica, che scarica sugli Ucorni, e interviene "politicamente" nel mondo, assumendone la presenza anche nelle recondite valli di Fangorn, facendo scelte e dando una mano. Il suo aspetto VS latente proiettato sugli Ucorni è utilizzato organizzandolo e strutturandolo in vista del combattimento che si svolge non più all'interno di un bosco dove capitano degli eroi, ma andando o meglio portando gli alberi mezzo vivi mezzo selvaggi nel mondo degli uomini. In certe circostanze, insomma, bisogna svegliarsi e uscire. In questo mondo degli uomini gli Ucorni/VS se la vedono con ciò che dagli uomini è più lontano, vale a dire con gli orchetti (mi sembra) letteralmente inghiottendoli, selvaggio-malvagio dentro selvaggio-selvatico. Inoltre il VS condivide con TB il potere sulla vallata, mentre Barbalbero riunisce in sé il potere ciecamente distruttivo con una buffoneria alla TB, pur se involontaria, che lo sdrammatizza e lo rende irresistibilmente simpatico. Mentre TB è argento vivo lui è il contrario: niente fretta! VS poi è totalmente immobile sulle sue radici. Però questo processo non può vivere fuori dall'antichissimo Fangorn: e alla soglia di Fangorn Barbalbero ahimé si ferma. Il bosco successivo mi pare sia l'Ithilien, e poi ancora la buffa foresta di Ghan-Buri-Ghan (che dice tra l'altro la battuta più divertente del romanzo), un inciso anch'esso quasi del tutto umano.

Vado a ctrl i cavalieri. Meno male che hanno fatto passare la voce perché - toh! - le avventure da Gildor a Brea sono uno dei miei ehm tanti momenti PREFERITI del romanzo...

TOLKIEN ERA UN GENIO. ASSOLUTO. Originalissima conclusione, non c'è che dire.
P.S.:se non si capisce, chiedi. Mai letta una sola riga di critica letteraria su Tolkien, :-( quindi verosimilmente sono appropriazioni totalmente indebite del suo testo.

raffaelelecce ha detto...

"Ma la Vecchia Foresta non è solo strana, è proprio stronza sin nelle barbe".
Come definizione mi è piaciuta parecchio
Non sono un esperto di Tolkien, però i film di Peter li giudico positivamente

acquaforte ha detto...

A me Lo Hobbit di PJ è piaciuto tutto, ma proprio tutto tutto, dimenticanze e svarioni compresi. E mi piacciono pure molti videoclip. Ieri ho rivisto quello dei Police "every breath you take", sublime per ambientazione, musica, bianco e nero. Con Sting che al solito se la dà alla grande suonando il contrabbasso, non un basso qualsiasi.
Uno dei ricordi più vivi del ISDA di PJ è l'incipit, con Elrond che dà il via alla battaglia degli elfi. Il suo grido di battaglia fu un colpo al cuore e fu amore per sempre.
A me Totò piaceva anche quando era ancora vivo, con la sua comicità un po grezza e popolare. Ma io di cinema ne capisco una cippa, Murasaki, se consideri che amo film come "la tigre e il dragone"... e considero "la corazzata potemkin" di una noia mortale.....
E non mi piace Alda Merini, ma della Dickinson amo sensi e controsensi.

Eva ha detto...

@raffaelelecce:
beh visti i nostri "trascorsi" li giudico PARECCHIO BENE pure io ;-)
@acquaforte:
ma lo sai che anche a me l'incipit con Elrond che dà il via alla battaglia contro Sauron e tutta quella parte così Potente, MAI VISTA al cinema prima d'ora, realizzata con tale Epicità, mi fà sempre venire un brivido e la pelle d'oca, oltre ad una lacrimuccia di commozione? La lacrimuccia soprattutto perché penso al destino di tutti....
...e W TOTO' che ancora ci farà ridere per millenni!!

...e NON posso NON salutare il Principe Prince con un GRANDE...KISS!!!

acquaforte ha detto...

Prince poteva piacere o no. A me piaceva e "Sign o'the time" è una delle più belle canzoni di ogni tempo. La sua musica faceva ballare, ma faceva anche pensare, come si chiede a ogni musicista di razza, moderno e no. Il tempo è stato troppo breve per lui.

Eva ha detto...

....vero....

Pellegrina ha detto...

@acquaforte: lo H non l'ho visto quindi non ne parlo di proposito. A Murasaki è piaciuto e ne ha scritto una divertentissima critica, magari un giorno lo vedrò e a quel punto riprenderò il discorso. La scena iniziale del film di Jackson, che non è nel corpo del romanzo, tra l'altro, è effettivamente la sola e unica sequenza di quel film che sia guardabile, anzi, decisamente molto suggestiva, persino per me che sono totalmente critica su tutto il resto. Sul resto, be', una sequela completamente scollata e visivamente rozza di clip, appunto.
La questione non è se amare o meno i videoclip o Totò, ma se quel liguaggio visivo e narrativo sia adatto a un testo lungo, complesso e vario in tutto, compresi i registri espressivi, come SdA. A mio parere assolutamente no, perché lo impoverisce e lo banalizza, riducendolo, né potrebbe fare altrimenti, appunto a una sequela di stereotipi per di più macchiettistici. Come quando nella lounge music ti metton su tre note riarrangiate di canzoni splendide, veri classici, appunto, ma che non fai in tempo a ricordare nella loro complessa bellezza perché non devi fare quello: devi essere pronta, senza pensare e senza approfondire, a passare a consumare la prossima, magari con una vaga affermazione nostalgica: "come era bella... quanto mi paiceva... l'ho sentita con... ah che tempi" ecc.
Ma mi rendo conto che proprio la familiarità visiva di molte persone con quel tipo di linguaggio e di immaginario che ti ritrovi ovunque e con pochissimi altri li rende facile e sicuro investimento in un veicolo commerciale realizzato per smerciare prodotti fatti con lo stampo, film e poi gadget, esattamente come il cibo industriale da supermercato: zucchero, coloranti e olio di palma. Rassicura, perché è tutto già visto, solo più lungo e più grande. Comunque Sauron come 'a malafemmena potrebbe pure divertire, purché ben fatto, cioè almeno con una sceneggiatura decente (assente in PJ), ma probabilmente non è ancora stato realizzato (se non forse, chissà, a livello amatoriale ma sarebbe altra cosa) e verosimilmente non lo sarà mai non per una scelta stilistica o di fedeltà al libro, ma proprio e solo perché il mercato sottostante a quel particolare tipo di comicità non sarebbe abbastanza vasto. Per non parlare degli attori che potrebbero recitarlo... altro che i pali infilzati dello SdA - pur di riuscire a vedere un'espressione a Morstersen si pagherebbe oro, dato che il fisico insomma ci sarebbe tutto, inutile negarlo, e il povero Gandalf che al contrario recitare decisamente sa molto bene cosa sia, è reso talmente una macchietta da una sceneggiatura appunto da clip e da videogioco e da un regista convinto e contento di ciò, che persino nel duello in realtà solo verbale con Saruman, cruciale per mostrare le rispettive visioni del mondo che si affrontano durante tutto il libro, vien solo voglia di chiudere gli occhi...

acquaforte ha detto...

@Pellegrina
Dici cose molto serie e condivisibili sulla mercificazione dell'arte in generale.
La tua stroncatura di Peter Jackson non lascia spiragli, quindi non mi ci proverò nemmeno. Però mi hai fatto pensare, con salti mentali veramente strambi, alla musica. Io posso ascoltare "Quadri di una esposizione", suonata al piano da Peter Rösel , oppure dal compianto Keith Emerson con tutto il suo ambaradan di tastiere. Esecuzioni assolutamente diverse, eppure godibili entrambe anche se provenienti da mondi e culture differenti. Mi piacciono, mi emozionano. Se Glenn Gould mi fa una versione per 13 strumenti dell' "Idillio di Sigfrido" io mi sciolgo in lacrime. Murasaki invece potrebbe aversene a male e inveire contro chi osa toccare il suo adorato Wagner.
L'opera del genio viene studiata, interpretata, e diventa nostra ogni volta che ci avviciniamo ad essa.
Tu sei convinta, come lo è Christopher Tolkien, che non solo non è possibile realizzare una trasposizione cinematografica decente di ISDA, forse, ma soprattutto non poteva e non lo ha fatto Jackson. Io non ho gli strumenti culturali per contrastare questo giudizio così negativamente drastico; posso solo dire che la ISDA di Jackson complessivanente mi è piaciuta, mi ha aiutato a conoscere di più Tolkien, mi è stata di stimolo per continuare a leggerlo. Nel giudizio che diamo di un'opera noi ci mettiamo non solo cultura ed esperienza, ma anche sogni e desideri e bisogni spesso inconfessabili.
Perciò, tanto per dire una ovvietà, tra i diversi livelli di lettura di un'opera qualsiasi, io cerco quello che fa felice me.

Murasaki ha detto...

@Anonimo:
Benvenuto! Sono davvero felice che tu sia finalmente riuscito a dimostrare a quella palla di captcha che non sei un robot.
Ribadisco una volta di più comunque che io non ho NIENTE contro i robot, e che quell'aggeggio infernale è lì contro la mia volontà e non posso far niente per rimuoverlo, altrimenti sarebbe volato via da gran tempo.

Murasaki ha detto...

@ Eva:
io continuo a pensar male del Vecchio Uomo Salice, ma insomma ognuno ha le sue idiosincrasie ^__^
E mi è piaciuto molto il proverbio sull'albero fronzuto e il piantatore deceduto. Hai ragione tu, non c'è malvagità: sono i tempi della vita che sono così.

Murasaki ha detto...

Ci tengo a precisare che non inveisco contro nessuno e ho il massimo rispetto per Glenn Gould, però ammetto che Wagner lo voglio con tutta l'orchestra e tutte le voci, ma se altri lo apprezzano in altre forme facciano loro.

La prima trilogia di Jackson non mi è piaciuta MOLTO, e non ho mai capito perché tanti la tengono sull'altarino.
Ci sono però diverse cose da considerare:
prima di tutto, se la prima trilogia non avesse avuto tanto successo non avrei mai avuto il mio adorato Hobbit.
Ma soprattutto: a parte che Jackson all'epoca secondo me certe cose di Tolkien non le aveva proprio capite, c'è da dire che aveva dei tempi strettissimi (ci sarebbero voluti almeno due film per ogni parte della trilogia, ma all'epoca nessuno si azzardò nemmeno a PENSARE una roba del genere. Poi, la macchina produttiva era complicatissima.E' stato talmente complicato fare tutta quella roba che io, onestamente, mi meraviglio ancora che ne sia uscito vivo (e credo se ne meravigli anche lui). A me non è piaciuto molto, ma vedo che ci sono dentro molte cose riuscite benissimo. Poi c'è da considerare che sono film costosissimi da fare, e quindi dovevano raccogliere il maggior pubblico possibile. La sceneggiatura era veramente piena di difficoltà - resta il fatto che è venuta male, d'accordo, ma avrebbe potuto venire molto peggio. Mi piacerebbe molto che saltasse fuori qualcuno che facesse una nuova versione del Signore degli Anelli con un taglio diverso, e non dispero che qualcuno un giorno ci riproverà.
Credo che faccia bene a un libro essere portato sullo schermo, ogni tanto. Muove un sacco di riflessioni. E mi ricorda sempre quella poesia sulla via che prosegue senza fine. Il Signore degli Anelli è alla base di tanta letteratura e di tanta musica e di tanti videogiochi ed è comunque un processo utile perché sono tutte strade che proseguono senza fine.
Detto questo, quando mi capita di vedere qualche scena di quella trilogia di solito mi innervosisco.

Murasaki ha detto...

Ci sono delle cose che Jackson ha colto molto bene e ci sono degli aspetti che secondo me non ha scelto di ignorare, ma proprio non aveva capito. La sottotrama dei boschi e dei fiumi, per esempio, e tutta la parte legata alla storia antica della Terra di Mezzo. La sua trilogia manca di uno spessore che nel romanzo c'era e si poteva almeno accennare. Per questo spero che qualcun altro ci provi.

Comunque state tutti facendo dei commenti bellissimi (sospetto che siano anzi nettamente migliori dei miei post) e sono davvero contenta di parlare di Tolkien in un gruppo come questo. Non vi merito, ma vi amo moltissimo!

Eva ha detto...

"...dovrò vincere l'idiosincrasia!!"
"che cos'è una specie di psoriasi?"
...ehehehehheh tu mi scrivi "idiosincrasie" ed io faccio il collegamento-automatico con Grease eheheheheh
Sì sì no problem, io scherzavo, figurati...è che sono una "alberista/animalista" eheheheheheh
Quella dell'albero fronzuto l'ho trovata su un vecchio librone che parla di leggende irlandesi e del Piccolo Popolo....
Ovviamente concordo sulla tua opinione riguardo il Lavoro di Peter Jackson.Stop ;-D
Grazie intanto da parte mia(che ho minimamente contribuito ai commenti)per il "commenti bellissimi" ma sappi che SE non ci fossero i tuoi Post ad Ispirarci con la loro acutezza e profondità, sarebbero pochi e stanchi gl'interventi.....Quindi l'artefice di questo bel blogo che parla di scuola, quindi cultura e sentimento è merito tuo al 100%.
Ciao ;-)

Linda_chi? ha detto...

Nella Vecchia Foresta mi sembra che la faccia del nemico si manifesti piano piano. Prima, e a lungo, un inquietante groviglio di alberi senza nome, tronchi di varia dimensione e varietà, una massa di entità indistinte e minacciose. Poi, molto lentamente, il nemico fa vedere il suo volto: ecco le querce e i frassini, i pini e gli abeti, i salici e il Vecchio Uomo Salice. Infine l'agguato da parte di quest'ultimo e il salvifico intervento di Tom BombaDil (lo spirito della Natura?). Peccato che PJ non abbia inserito questa parte: sarebbe stAta di grande effetto (amo moltissimo entrambe le trilogie ^__^).

Pellegrina ha detto...

@Acquaforte: innanzitutto grazie per l'apprezzamento sia pur parziale delle mie osservazioni e per la risposta.

Poi: "Tu sei convinta, come lo è Christopher Tolkien, che non solo non è possibile realizzare una trasposizione cinematografica decente di ISDA,".
Io? Mai detto. Ma proprio mai, guarda, né qui né altrove.

"Non poteva e non lo ha fatto Jackson": sul non poteva non so, perché non conosco tutta la sua filmografia. Certamente non poteva così, perché ha scelto una formula totalmente commerciale E totalmente incolta, per ragioni e con approcci che ha spiegato abbastanza Murasaki. Poteva farlo? Be' l'ha fatto, quindi... emoziona? bo' a me emoziona Il colosso di Rodi (sul serio, sono un'appassionata dei peplum e quel film ha un bell'intrigo), ma non mi sognerei di dire che I dieci comandamenti (che mi piace molto meno) è "un'interpretazione" della Bibbia e non perché si tratta di un testo anche religioso. Comunque, possibile che emozioni, perché no? proprio perché ha usato senza alcuna audacia né inventiva un linguaggio commerciale totalmente usueto e canonizzato, per di più ormai veicolato nell'immaginario collettivo. Cosa che Tolkien alla sua epoca non mi pare che abbia fatto, al contrario - e infatti il romanzo ha spiazzato, è stato guardato con sospetto dalla critica "seria" per decenni e ancora oggi in Italia viene considerato con una provincialissima diffidenza. Tolkien ha innovato su materiali vari, in parte tradizionali, in parte alla moda all'epoca sua (tutto il discorso sui fiori di Bach e in generale l'attenzione all'elemento esoterico), in parte di sua invenzione, come la costruzione di una nuova lingua totalmente inutile ai fini della trama ma essenziale nell'equilibrio poetico del testo. Ha creato un mondo, un linguaggio, un genere. PJ no. E non ha nemmeno rappresentato l'audacia innovativa del mondo creato un tempo da Tolkien. Ha fatto, a mio parere male, un lavoro di mestiere, banalizzante, NON un'interpretazione.
Per questo e proprio per questo la mia critica è tanto drastica.

Dov'è che PJ mostra un minimo di fantasia visiva? Proprio nelle scene che in Tolkien non ci sono, come la battaglia iniziale (bella, ripeto) e le infinite compiaciute scene sui più repugnanti pupazzetti nelle caverne di Saruman (molto meno necessarie a mio parere). Sono esattamente le scene in cui meglio si può esprimere un immaginario stereotipato da videogioco. Ma la mia critica verte sul fatto che così facendo dell'infinita complessità e ricchezza di Tolkien non ne ha scelto una parte, anche forzandola, ma semplicemente l'ombra, non perché non ne rispetta la trama o lo suona con un'ocarina anziché un'orchestra (discorso sulla Malafemmena), anzi il film gronda di mezzi, ma per la semplificazione costante di TUTTI i livelli del romanzo, per farne appunto un qualcosa in cui si può ritrovare poco più di una reminescenza della trama tolkeniana ma molto di più dell'immaginario di tutto il fantasy generico e epigono venuto dopo (quando Murasaki dice che ha scoperto con delusione che non esisteva niente di simile).

Manca completamente una sua lettura personale, contestabile finché vuoi per carità, ma coerente. Dopodiché se invece di parlare di "emozioni" generiche vogliamo esaminare concretamente come PJ tratta personaggi, elementi, situazioni, scene, oggetti, forse riusciamo a contestualizzare meglio di cosa stiamo parlando, motivandolo, anziché discutere di atteggiamenti personali e analogie in generale che non portano mai molto avanti.

@Murasaki mi perdoni se invece che con Wagner lo faccio con Mozart?
Grazie della paziente ospitalità.

Murasaki ha detto...

@Eva:
non è vero che non stai contribuendo. Comunque per quanto riguarda Cavallo Pazzo e Nuvola Rossa eccetera ce li vedrei meglio come Ucorni, che hanno una collera molto mirata - almeno sembrano scegliersi meglio gli obbiettivi di quanto fa il Vecchio Uomo Salice.

@Linda:
quasto arrivare graduale del pericolo, questo Nemico che all'inizio sembra non esistere, o esistere come diceria, e non si sa bene come funzioni e poi viene configurandosi con sempre maggiore chiarezza è senz'altro uno degli aspetti più affascinanti di questo bosco così particolare. La Vecchia Foresta è uno dei miei capitoli particolarmente preferiti anche per il modo in cui fonde favola, leggenda, mistero e alberità ^__^

Eva ha detto...

@Murasaki:
Verissimo, anche i nomi sarebbero adatti agli Ucorni!Grazie

acquaforte ha detto...

@ pellegrina
Come ho già detto qualche commento fa, siccome di cinema ne capisco poco (come di altro, invero) lascio ad altri il compito di "contestualizzare meglio di cosa stiamo parlando". Mi fermo all'elementare "mi piace, non mi piace", è più nelle mie corde. Penso che, come me, molti lettori di Tolkien non si siano accorti della sottotrama di boschi e fiumi, della profondità quindi di tutta la storia. Abbiamo dato una lettura superficiale dell'opera, vuoi per ignoranza della storia della TdM, vuoi per incapacità. Noi quindi abbiamo apprezzato il lavoro di Peter Jackson; ci ha raccontato alla sua maniera un mondo che potevamo capire, con immagini, musica, variazioni sul tema. Interpretazioni che derivano dalla sua comprensione del testo. Come ha detto Murasaki, " non ha scelto di ignorare, non ha proprio capito". Ecco, proprio come me.
Frequentare dama Murasaki significa approfittare della sua profonda conoscenza del mondo di Tolkien; mi può portare ad un livello più profondo di comprensione. E sono sicura che lei sopporta bene le mie esternazioni emotive....^__^

Murasaki ha detto...

@acquaforte:
più che SOPPORTARE benignamente le tue esternazioni emotive, le apprezzo molto! ^__^
(comunque anch'io con il cinema non vado molto oltre al "mi piace / non mi piace")

Pellegrina ha detto...

@Acquaforte: la questione è che qui non si sta discutendo il fatto che a qualcun altro piaccia qualcosa, avrà i suoi motivi e tutto sommato sono fatti suoi. Il discorso che viene fatto è tutt'altro, vale a dire se il linguaggio utilizzato da Peter Jackson sia adatto a rendere il mondo tolkeniano. Su questo bisognerebbe avere l'umiltà di confrontarsi, argomentando in tutta semplicità. Non sulle proprie emozioni, semplicemente perché esse non sono e non sono mai state in discussione.

acquaforte ha detto...

@ Pellegrina. Mi scuso per non essermi spiegata chiaramente, ma è proprio la mia poca frequentazione del cinema (e sicuramente anche altro) che non mi permette di stabilire se " il linguaggio utilizzato da P.J. sia adatto a rendere il mondo tolkeniano". Lascio questo ad altri che per cultura, sensibilità, esperienza sono in grado di farlo. Non ci penso proprio a confrontarmi e men che meno a contestare. Dico solo, e questo in tutta onestà, quindi umilmente, che a me l'opera di PJ è piaciuta, probabilmente perché è stata al mio livello di conoscenza. Ma per saperne di più, leggo con estremo interesse Murasaki e chiunque possa aver compreso la profondità del genio Tolkien. Non c'è arroganza nelle mie parole, mi scuso di nuovo per aver dato questa impressione.
Ma, certamente, ho voluto spezzare una lancia jn favore di PJ, perché alcuni giudizi mi sembrano troppo severi.