Negli anni 70 del secolo scorso imperversava il progressive rock, dove gruppi blasonatissimi di grandi strumentisti suonavano brani sontuosamente lunghi e sontuosamente orchestrati nonché eseguiti con grande sfoggio di strumentazione elettronica. A me piaceva alla follia e anche se all'occorrenza spelluzzicavo un po' di tutto apprezzavo soprattutto i Pink Floyd e gli Emerson, Lake and Palmer.
I Pink Floyd hanno avuto una storia decisamente lunga e variegata, mentre la cometa degli Emerson, Lake and Palmer bruciò in una decina di anni (il resto sono stati soprattutto strascichi) lasciando però una traccia profonda e incancellabile nel mio cuore.
Oltre che per le loro composizioni (che non sempre capivo o apprezzavo completamente) mi piacevano molto le loro rivisitazioni della musica cosiddetta classica; e nelle loro abili mani, brani che mi erano sempre sembrati un po' incompleti prendevano nuova vita e nuovo ritmo risultandomi improvvisamente godibilissimi. E per quanto mi piacesse molto la voce di Greg Lake e riconoscessi che Carl Palmer era un grandissimo batterista, il mio prediletto era Keith Emerson, autentico virtuoso della tastiera elettronica (ma che se la cavava molto bene anche con il piano).
In tempo reale riuscii a seguire solo il loro ultimo album Works, dove una facciata su quattro era dedicata a un concerto per piano scritto ed eseguito da Keith Emerson che tante volte ho ascoltato, senza mai riuscire a decidere se mi piaceva davvero o no. Andavo invece matta per la loro versione di Fanfare for the common man di Aaron Copeland (molto meglio di quella eseguita con l'orchestra tradizionale, secondo me)
così come ho sempre preferito la loro versione dei Quadri di Mussorsgky a quella per orchestra
Ma in effetti, dove c'è un Moog a cosa serve un orchestra?
(Senza contare che gli orchestrali non vestono quasi mai di broccato).
Dicevo del pianoforte. Ecco, il pianoforte è uno strumento che non mi ha mai troppo entusiasmato, anche se qualche concerto per piano e orchestra lo ascolto volentieri. A dirla tutta preferisco il clavicembalo, o la spinetta.
Ci sono comunque molti tipi di pianoforte, e molti modi di suonarlo. Emerson era un virtuoso dalle dita veloci che sapeva scegliersi il repertorio, oltre che scriverlo.
Così in Italia molti lo ricordano soprattutto per due brani che furono le sigle finali di Odeon, trasmissione televisiva di gran pregio di quegli anni: Honky Tonky Train Blues, un simpatico brano che usa miliardi di note per descrivere l'ingresso di un treno in stazione
e Maple Leaf Rag di Scott Joplin, qui in versione elettronica.
Gli anni passano e la vita fa il suo corso, ma la musica resta.
20 commenti:
Al ginnasio eravamo tre amiche (del cuore, si dice così?)e in classe ci chiamavano Emerson Lake and Palmer, dove io ero Greg Lake, non per via della mia voce, magari, ma perché come Lake ero un po' pienotta, la più pienotta delle tre e ho sempre portato questo soprannome con orgoglio.
Grazie a loro mi sono avvicinata al Progressive e, paradossalmente, anche alla musica classica (Mussorgsky: prima di loro, chi era costui?).
E comunque, tornando al nostro: era bellissimo, sontuoso nel vestire, simpatico, un mago sulla tastiera. E anch'io, come te, mai dimenticherò quella meravigliosa sigla di Odeon, che si seguiva fino alle ultime note...
"Honky Tonky Train Blues" che ricordi!!!!!
Un mio compagno di classe alle medie, che sapeva suonare il piano, un giorno, dopo la lezione della prof. di musica ci divertì con una specie di reinterpretazione di questo pezzo...e per un ragazzino di 12 anni non fù affatto male!Che ricordi eheheheeh
Non sono mai stata una fan degli ELP. Negli anni 70 io ascoltavo soprattutto hard e metal, e i Pink Floyd, che per me erano un gruppo fuori schema. Poiché suonavo il flauto dolce (solo molto più tardi sono passata al traverso) le mie contaminazioni si fermavano a Jan Anderson e ai suoi Jethro Tull. Amavo la musica barocca ma tenevo i due mondi ben distinti, con l'ostinazione e la sicumera che solo ai giovani dovrebbe essere permessa. E qui, chissà perché, mi vengono in mente tanti interventi letti su Hobbit.it. ...... dura e pura, insomma.
Poi la giovinezza passa e si diventa, spero, un poco più saggi. Amo sempre la musica barocca e il rock classico e trovo interessanti e vitali le contaminazioni. Gli Apocalyptica (finlandesi) e i 2cellos (croato-sloveni) sono due gruppi di violoncellisti di formazione classica, che mischiano felicemente AC/DC, Metallica, Guns N'Roses, ecc.fondendo musica rock e classica.
Mi ha incuriosito il tuo accenno ai Quadri di Mussorgsky, che io ho sempre sentito x piano. Vederli suonare è veramente uno spettacolo. Erano giovani, belli e bravissimi. Mi ha colpito soprattutto il batterista, che non si è limitato a dare il tempo, come in genere viene loro richiesto, ma ha punteggiato gli interventi di Emerson nella Promenade dando rilievo al fraseggio delle tastiere. Come un tratto di carboncino in un disegno a matita.
Beh, me li sono persi, allora.
È vero...la musica resta e ci accompagna. Pensa al potere evocativo di una canzone,di una melodia. Grazie x questo"ripasso" di band e di musiche
@Linda:
Addirittura come soprannome mi mancava. E, detto sinceramente, ti invidio quel soprannome.
E il nostro era bravo e bello ma, sai, per me i musicisti bravi sono tutti belli, sempre e comunque. Li guardo sul palco (o sul video) e mi sciolgo in rivoli, così.
@Eva:
anch'io avevo amiche pianiste, ma del tipo "per me Chopin è già un contemporaneo"; di Honky Tonky Train Blues manco a parlarne!
@Acquaforte:
Io invece ho sempre navigato con grande serenità tra classica e contemporanea (dove la contemporanea includeva veramente un po' di tutto, compresa la disco music del genere più andante). Sono sempre stata abbastanza onnivora su tutto: letture, film, telefilm, musica... con il vantaggio che nessuno si azzardava a trovare da ridire sulle mie preferenze - ma se qualcuno si azzardava lo lasciavo dire, che mi sembrava tempo perso cercare di rispondergli. Erano anni molto divisi tra il Bene e il Male, come ricorderai, anche in politica. Per questo mi sono piaciuti tanto gli anni (=, quando sembrava che tutto si potesse amichevolmente conciliare (o solo io li ho vissuti così?).
Carl Palmer... che dire, di Carl Palmer? No, non era solo uno che dava impeccabilmente il tempo, era davvero Uno dei Tre. In mano sua la batteria diventava un altro ago per ricamare insieme alle tastiere (de alla splendida voce di Greg Lake).
"Erano giovani, belli e bravissimi". Vero. E purtroppo lì sono rimasti, definitivamente inchiodati a quel periodo, al contrario di Bowie, per esempio. Ma li ho amati molto, e li ascolto ancora spesso.
@Dolcezze:
La musica resta, sempre. E ci accompagna, anche con i ricordi. Ma quest'anno stiamo tutti ricordando un po' troppo spesso, ahimé.
@Murasaki:
SE sapevano suonare bene almeno "Notturno Op. 9 No. 1" le perdono ;-D
Siamo tutti, dolce Eva, un po' romantici, e anche sentimentali, chi più chi meno.
Non amo particolarmente i Romantici, in musica come in letteratura. Tra "Cime tempestose" e "Orgoglio e Pregiudizio" preferisco di gran lunga il secondo. Ma, come disse non ricordo chi, "la notte crea il paesaggio che risveglia quanto di più segreto ed autentico vi è in noi". Così quando voglio sprofondare nella dolce malinconia, ascolto Chopin e i suoi Notturni. Perché non sono mielosi, c'è in loro come una esaltazione emotiva che porta alla serenità. Un po' melanconica, certo, ma ci piace, devo ammetterlo.
Ho cancellato il commento perché avevo sbagliato a scrivere e dimenticato l'intestazione.....
Ci riprovo ;-)
@Acquaforte:
Non ho mai capito perché a me la notte facesse così paura, da bambina. Quando andavamo a trovare i parenti ad Anghiari la sera era un rito passare a fare un saluto agli zii nella Casa Grande. La mamma o la nonna mi prendevano per mano ed a piedi, nella fresca notte estiva, attraversavamo i viottoli bui pieni dei suoni e dei profumi della natura. Io mi sentivo avvolgere dalla notte per la sua immensità e mi aggrappavo al loro braccio senza fiato....Solo un luogo mi affascinava talmente tanto da annullare quella incredibile paura, "il recinto delle oche", formato da vecchie travi, che racchiudeva un cerchio di frondosi sambuchi....Lì la magia delle lucciole, che come una nube luminescente avvolgeva le infiorescenze bianche, mi ipnotizzava e quel profumo mi calmava e mi faceva sorridere...La prima volta che ho ascoltato il Notturno di Chopin mi è tornato in mente quel momento ma solo la sua dolcezza e non la paura. Forse è per questo che l'ho citato....;-)
Ciao ;-)
Che bella l'immagine delle lucciole nelle notti profumate d'estate! Mi ha ricordato una poesia di Yu Che-Nan (558-638 d.C.) che sono andata a cercare:
Un tenue lume scintillando nuota.
Lì volteggia la lucciola
Con ali fragili;
Nelle tenebre luccica
Perché ha paura di restare ignota.
(Murasaki finirà per bannarci).
NOOOOO è bellissima!!!
Oddio che commozione....
"...Nelle tenebre luccica
Perché ha paura di restare ignota."
Allora le lucciole mi capivano....
Grazie @acquaforte, davvero tanto!!!!
@Eva:
Non mi ricordo di notturni, ma di Chopin suonavano benissimo i valzer. In realtà erano (sono) due carissime ragazze, solo che il loro interesse per la musica di quegli anni era molto relativo, ecco.
@Acquaforte (ed Eva):
il vero Romanticismo non è MAI smielato, soprattutto in musica!
E non avrebbe senso bannarvi quando parlate di struggente malinconia legata ai ricordi (o della breve e pur ricca vita delle lucciole, coraggiose e consapevoli nello svelarsi e nell'accettare la loro sorte): entrambi sono temi assai cari alla cultura giapponese, e anche se qui si parla soprattutto di scuola, se guardate la colonnina dove mi presento vedrete che non siete in alcun modo OT ^__^
La malinconia
Da giovane non conoscevo il gusto
Della malinconia.
Allora mi piaceva
Di salire in soffitta -
E salito in soffitta,
Poi per comporre dei poemi nuovi
Cercavo di sentirmi malinconico.
Or la malinconia
Io la conosco a fondo;
Vorrei parlarne - ed esito,
Vorrei parlarne - ed esito.....
Mi contento di dire
"Oh, com'è bello questo fresco autunno !"
Sin K'Itsi (114O-1207 d.C.) Liriche Cinesi, Einaudi Ed.,1987.
@acquaforte:
.......ma sono un po' io....bellissima, grazie!!!
@Acquaforte:
Questa è davvero una stilettata ^__^
Io però anche da giovane avrei saputo scrivere poesie sulla malinconia senza troppa difficoltà (se avessi saputo scrivere poesie, naturalmente). Però è vero, era una malinconia di un tipo diverso... meno malinconiosa, sì.
^__^
Però, però ..... la nostra esperienza ci ha insegnato che, se anche è impossibile eliminare dalle nostre vite le rotture e brutture, di varia importanza e dimensione, possiamo nondimeno, con la fantasia, coltivare quella malinconia che ci fa sentire senza età, o quasi. La mia ricetta per stasera è Lo Hobbit, parte 3^ di P.J. C'è tutto quello di cui ho bisogno per sentirmi languidamente malinconica : una storia epica, immagini che mi raccontano di un mondo in cui potrei persino fermare il tempo, una musica che è struggente anche quando sottolinea il quotidiano, figurarsi l'eroico.
Keith Emerson, il più grande tastierista virtuoso di Rock Progressivo Inglese anni 70', insieme a Rick Wakeman degli Yes.
Ehilà @dhaulagiri8167!!!! Appena ho letto il commento quì "sopra" di @acquaforte mi sei venuto in mente e volevo commentarle "chissà che ne pensa dhaulagi 8167 del tuo programma di stasera con lo Hobbit!!"
Ma tu sei stato più bravo di me perchè non sei andato off-topic!!!
Un saluto grande!! Ai prossimi commenti!
@Acquaforte:
A me la terza parte dello Hobbit non fa sentire languidamente malinconica, mi fa strappare i capelli - e davvero non so perché continui a vederla e rivederla, sempre con regolamentare fazzoletto in mano...
@dhaulagiri8167:
ma c'è da dire che il celebrissimo Rick Wakeman per me continua ad essere uno sconosciuto, mentre due giorni prima della Ferale Notizia mi ero riascoltata un paio d'ore di EL&P. Ahimé.
@Eva:
In questo blog lo Hobbit non sarà MAI off-topic (e nemmeno Keith Emerson)!
E buona visione ad Acquaforte, naturalmente ^__^
.....lo so, lo so....ho pure lo stato d'animo di un Hobbit e devo dire che è molto confortante anzi confortevole.......'notte a tutti
Posta un commento