Il romanzo è stato pubblicato nel 2009 e ne hanno anche tratto un film assai apprezzato. Mi ci sono imbattuta per puro caso durante una navigata e dopo averlo preso in biblioteca e letto ho finito per comprarmelo e comprarlo anche per la biblioteca della scuola. Non è un libro specificamente per ragazzi, ma dai quattordici anni in su può essere molto apprezzato, anche in qualità di romanzo storico.
Siamo nel Mississippi, ovvero la quintessenza dello stato razzista degli USA, agli inizi degli anni 60, nel pieno di quel sogno americano assai simile all'incubo dove lo scopo principale delle signorine bianche è sposarsi e avere due o tre figli nonché organizzarsi in terrificanti circoli di beneficenza che ogni anno producono pranzi, balli e gare di torte.
I neri sono ancora negri (e come tali vengono chiamati per tutto il libro) e hanno i loro quartieri, i loro ristoranti, i loro negozi eccetera eccetera. Però sono anche la manodopera più a buon mercato, e per le famiglie bianche è normale avere una tata nera che cresce i bambini ma di cui si cerca di rimuovere in un certo senso l'esistenza. Non tutti i bianchi sono completamente assorbiti in quest'ordine di idee e buona parte dei neri, dietro una facciata impassibile, nutre opinioni assai personali su questo stato di cose.
Una ragazza bianchissima e di ricca famiglia, Eugenia detta Skeeter, torna a casa dopo gli studi. Stare lontano dalla cittadina dov'è nata l'ha assai pervertita e adesso sogna un lavoro, una carriera e soprattutto di uscire da quella provincialità soffocante. Un agente letteraria di New York ha compassione di lei e le offre un piccolo aiuto, diciamo un barlume di possibilità; da quello Skeeter inizia a coltivare il progetto di raccogliere in un articolo qualche testimonianza da parte delle tate nere sulla loro vita con i padroni bianchi.
Il fatto di essere stata "fuori" le impedisce di capire appieno le regole del mondo che la circonda e il fatto di trattare con i neri come se fossero normali esseri umani le è all'inizio di grande ostacolo. Tuttavia il tempo e le circostanze le offrono la possibilità di entrare in confidenza con Aibileen, una nera che ha fatto la tata per tanti anni e in tante famiglie. Con grande paura e preoccupazione Aibileen comincia a fidarsi di lei, e insieme avviano un piccolo complotto - uno di quei sassolini da cui nascono talvolta le valanghe - che finisce per includere anche Minny, domestica nera celebre per il suo caratteraccio che le è costato più volte il posto di lavoro. Insieme le tre donne avviano quello che ben presto diventa un lungo articolo e poi un libro, coinvolgendo altre domestiche in un gioco che potrebbe facilmente trasformarsi in disastro - cosa di cui Aibileen e Minny sono ben consapevoli sin dall'inizio e che Skeeter impara a capire un po' per volta.
Attraverso questo lavoro terribilmente clandestino le tre donne si rendono gradualmente conto del valore delle loro tranquille e domestiche testimonianze, e di quante cose riescano a raccontare. La forza della vita quotidiana e dei legami dell'affetto (e il racconto che l'autrice sviluppa con grande abilità attraverso i punti di vista delle tre protagoniste) aiutano a vedere la questione dei rapporti tra bianchi e neri in un ottica molto diversa da quella che siamo abituati a conoscere attraverso il racconto delle lotte per i diritti civili dei neri - un punto di vista femminile tripartito dove non si parla mai nemmeno di striscio di emancipazione femminile ma in cui il lettore contemporaneo, grazie all'accorto lavoro dell'autrice contemporanea, riesce a vedere come per le donne la questione fosse comunque (e come sempre) "diversa" appunto in virtù della condizione femminile che le accomuna indipendentemente dal colore della pelle.
Apparentemente leggero, molto scorrevole, pieno di quei piccoli e grandi dettagli che disegnano nel migliore dei modi il quadro d'insieme, il libro lascia un piacevole retrogusto e offre lo spunto per una gran quantità di riflessioni di ogni taglia, spessore e qualità. Anche se piuttosto lungo (supera le 500 pagine) e decisamente ricco di personaggi si segue senza difficoltà e riempie in modo proficuo un fine settimana lungo o una noiosa influenza, ma può anche essere un piacevole appuntamento per molte brevi sedute la sera prima di dormire.
Con questo sperticato elogio ritorno, dopo l'ennesimo e si spera ultimo disastro telefonico (stavolta su larga scala), all'appuntamento col Venerdì del Libro di Homemademamma con l'augurio che l'ombra della discriminazione e dell'intolleranza possa allontanarsi una volta per tutte dai nostri orizzonti, lasciandoci in un mondo migliore.
10 commenti:
E' una lettura di qualche anno fa per me, però ne conservo un bel ricordo. Anche il film mi piacque molto. E condivido l'augurio che fai.
Ottimo film (il libro non l'ho letto) che ho anche fatto vedere per il cineforum due o tre anni fa. I ragazzi l'hanno apprezzato molto, e anch'io :-)
Non l'ho amato visceralmente come te, ma trovo l'accoppiata libro film molto utile per dei bei lavori, anche sulle sceneggiature non originali. Trovo che sia entrambi ottimi rappresentanti di quella onesta fascia media di cui c'è sempre gran bisogno educativo, nella società come a scuola.
Concordo con tutto ciò che scrivi.
"The Help" è delicato e spietato al tempo stesso, è scritto in uno stile fluido per una trama ben articolata, è forse un po' troppo lungo, ma comunque gradevolissimo. La tre protagoniste, Aibileen, Minny e Miss Skeeter sono tre donne diverse per età, colore della pelle e per temperamento, ma unite e salde nel raggiungimento dell'obiettivo comune: il Bene e la Giustizia, anche a costo di sacrificare ciò che hanno. Aibileen è la più saggia e la più coraggiosa, Minny è la più irrequieta e la più generosa, Miss Skeeter la più giovane e la più determinata: insieme si trasformeranno in una bomba contro una società arcaica, razzista,tradizionalista e crudele che vede in Miss Hilly la rappresentate più ignobile e cattiva, che fa il male per il male, con l'intento solo di dominare e di umiliare le altre donne nel nome della razza.
Un'opera per tutti che non va letto come un testo di storia e di saggistica, ma "solo" come un romanzo corale scritto dalle donne non solo per le donne, ma per tutti coloro che credono nel rispetto reciproco, nel bene comune, nella serena convivenza tra pari.
Io ho visto il film, che mi è piaciuto proprio per la dimensione corale al femminile. il libro...prima o poi
Bel film, ben fatto e storia incredibile; ci sono delle "figure" femminili, descritte nel racconto/film, che definire rivoltanti è un eufemismo.....come del resto tutti gli accadimenti e le storie umane, legate al periodo della segregazione e dei primi tempi della post-segregazione, con le battaglie, pubbliche e personali, per i diritti civili di tutti.
Con la tratta degli schiavi questa è una tra le pagine più vergognose, barbare, imperdonabili, della storia americana ma direi anche dell'intera razza umana . Grazie per la recensione, non sapevo avessero pubblicato il libro anche in Italia....sarà mio!!!
Ciao
...ovviamente il termine RIVOLTANTE è riferito alle figure femminili(e maschili)NEGATIVE della storia raccontata su "the help" e più in generale legate ai drammatici anni della segregazione razziale.....
@la povna e Dolcezze:
Immagino che bastino il libro O il film... anche se credo che cercherò di procurarmi anche il film, per la scuola. E sono curiosa di vedere cosa ne hanno tirato fuori, visto che parecchi me ne hanno parlato bene.
@Linda e Eva:
Non ho parlato dei cattivi (Miss Hilly sopra tutte) ma ho visto tutte le figure femminili come sfaccettature del malessere legato al Grande Sogno Americano di quegli anni: un marito, due bambini, le partite a bridge con le amiche una volta a settimana e la festa di beneficenza a fine anno - un sistema di vita che ha come unico sbocco l'alcolismo, il suicidio o la depressione, secondo me. Anche Miss Hilly, certo: sarebbe stata comunque una creatura odiosa e insopportabile, ma lasciandole fare qualcosa a raggio un po' più vasto c'era se non altro la possibilità che il veleno che si portava dentro venisse un po' diluito. Oppure la padrona di Aibileen, che non aveva il minimo desiderio di fare figli, o la struggente padrona di Minny - non so voi, io me la sono immaginata dalla prima pagina con i tratti di Marilyn Monroe - bloccata in quell'infernale provincia, e invece era un ottima persona, con tanta energia a disposizione...
Vero, verissimo @Murasaki. Alcolismo o suicidio come "unico "sbocco" o "via di fuga" se, tra l'altro, ti "rendevi conto" di cosa ti accadeva....altrimenti era una discesa agli inferi della quale non ti accorgevi...secondo me....Poi magari non era proprio così ed io lo dico perché ho l'esempio della madre di mia zia, 18 anni nel 58, rimasta incinta di un ufficiale dei marines, suo fidanzato, mentre frequentava la scuola infermiere. 4 figli, ma contro la volontà dei genitori e del marito, che la volevano casalinga, ha proseguito la carriera, "sparata" al massimo come assistente del chirurgo...Ora è pensionata d'oro.
Ne abbiamo fatti di "passi avanti" nella società e nella cultura anche se per tante altre situazioni siamo "ancorate"....
Buona Giornata della Donna, care Donne con la D Maiuscola....Questo articolo non poteva essere più appropriato!
Ciao
La padrona di Minny è deliziosamente struggente, esattamente come Marilyn... non ci avevo pensato!
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