Esiste forse, in questo capriccioso universo, qualcosa di più illogico dei computer della nostra scuola? Sì.
L'anno scorso il computer di quella che impropriamente chiamo "la mia classe" non si era rivelato di grande utilità: si accendeva di rado, spesso con un cupo rumore di sottofondo, spesso si spengeva da solo e regolarmente lamentava i soliti errori irreversibili, definitivi e catastrofici di cui Windows è così prodigo. D'altra parte in quella classe il collegamento in rete non arrivava quasi mai, quindi il problema era soprattutto di Matematica, che con fiduciosa ostinazione ogni mattina ci provava. A fine anno perciò tale computer fu classificato come inservibile e mandato al macero.
Non dico che quello che abbiamo trovato quest'anno sia un modello aggiornatissimo; tuttavia se non altro si accendeva regolarmente e ogni giorno provavamo tramite lui ad aggiornare il nostro amato registro elettronico (ritornato in grande spolvero sui nostri schermi a inizio Ottobre) riuscendo nell'impresa non meno di due volte su tre.
Tutti però eravamo ancora ricolmi di pregiudizi, così quando il computer in questione si è spento all'improvviso mentre ADSL stava felicemente inserendo la quinta riga del suo testo (e naturalmente non aveva ancora salvato niente) tutti, come un solo alunno e professore, abbiamo dato la colpa al computer. Una rapida ispezione mi ha fatto trovare uno spinotto non ben saldo al suo posto. Ho rinfilato tutto con attenzione e ADSL si è rimesso pazientemente al lavoro e da allora, quando scriveva là sopra, è stato ben attento a salvare ogni due righe - e faceva bene, perché il computer continuava a spengersi senza preavviso.
Martedì scorso, dopo l'ennesimo incidente, sono rientrata in classe finite le lezioni per una nuova, capillare verifica prima di iniziare la caccia grossa a Jorge perché ci scucisse infine un computer affidabile, dal momento che, a parte il registro elettronico, abbiamo tre dislessici tre in classe e prima o poi dovrò metterli a fare un vero tema. Così, esaminando con cura la situazione*, mi sono accorta che il computer si spengeva quando muovevo il tavolino... e che dalla presa partivano scintille.
Ho tolto cautamente la spina e ho così scoperto che la presa era rotta ed evidentemente faceva contatto.
A seguito di tutto ciò ho avvisato le custodi e due giorni dopo è arrivato l'elettricista dal Comune; casualmente ero proprio nel gabbiotto delle custodi quando è arrivato col responso, perciò ho avuto il privilegio di ascoltarlo in diretta.
"La presa è rotta".
Sì, ha confermato la custode, la presa era rotta. In effetti lo avevano chiamato proprio perché la presa era rotta.
"Ma dovete far attenzione. E' pericoloso! Nella presa ci passa la corrente elettrica. Qualcuno si può far male!"
Sì, ha confermato la custode. Appunto perché nessuno rischiasse più di farsi male avevano chiamato in Comune chiedendo un elettricista.
"Ce l'avete del nastro isolante? Perché quella presa non va usata fin quando la ripariamo!".
Sssì, ha detto la custode, forse un po' di nastro isolante lo avevano.
E lo avevano davvero, di color grigio scuro.
Adesso la nostra presa è sigillata col nastro isolante in attesa che dal Comune facciano qualcos'altro oltre a tappare la presa - che comunque nessuno ha la benché minima intenzione di utilizzare finché non sia stata riparata a puntino.
Il computer, vecchiotto ma funzionante, dorme di un sonno profondo in attesa di tempi migliori, mentre il Grandioso Registro Elettronico della classe viene aggiornato a fine mattinata in Sala Professori, proprio come l'anno scorso.
Quanto a me, mi piacerebbe capire se Jorge ha guardato quella presa, che oggi ha l'aria così disastrata, prima di inserirci la spina quando a Settembre ha allestito le postazioni, e ho delle teorie in proposito.
E insomma tutto ciò è seccante. Parecchio.
E non sempre è tutta colpa delle Nuove Tecnologie.
*che poi non è che richiedesse chissà quale minuzioso lavoro di ricognizione o competenza speciale: a vedere le scintille siamo buoni tutti, purché la vista ci assista
*che poi non è che richiedesse chissà quale minuzioso lavoro di ricognizione o competenza speciale: a vedere le scintille siamo buoni tutti, purché la vista ci assista
6 commenti:
Situazione a dir poco kafkiana. L 'elettricista del comune è il correlativo oggettivo dell'impotenza provata dagli insegnanti. Si richiede di calcolare l'effetto di ogni singola situazione kafkiana sull'animo dell'insegnante in questione e sommare dette situazioni n volte. Si otterrà lo stato d'animo a fine anno del/la poveretto/a.
😉
io pensavo pure a Marcovaldo....
Ah beata me che non ho vissuto l'era digitalizzata a scuola...
beh, se tra le prime voci (se non è addirittura la prima) delle "risoluzione dei problemi" delle varie guide/manuali di apparecchi elettronici c'è sempre (*sempre*): "l'apparecchio non si accende" --> "verificare di aver inserito correttamente la spina nella presa di corrente", ecco, un motivo ci sarà...
@Aliceland:
La scuola è una grande metafora dell'umanità, dopotutto ^__^
(E gli impiegati del comune pure, temo. Perché non credo che quell'uomo, avendo a disposizione i pezzi necessari, avesse poi niente in contrario a ripararci la presa...)
@Eva:
In effetti nemmeno noi la stiamo vivendo. Non nel suo massimo splendore, comunque.
@Ammennicoli:
Naa, la spina era ben inserita e soprattutto L'APPARECCHIO SI ACCENDEVA.
Però vedendolo spengersi senza preavviso in effetti un sospetto poteva venirci un po' prima, in effetti...
Che figo avere un elettricista del comune che viene! Da noi fa tutto FacTotum per buona volontà... :-(
Le scuole medie dipendono dai comuni per la manutenzione dell'edificio.
Nei paesi piccoli poi le scuole medie dipendono anche dal fatto che nel consiglio comunale c'è sempre qualche parente di un insegnante e ogni anno qualche alunno ha un Genitore Importante. E dunque vengono ^_^
(ma non sempre risolvono, ahimé)
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