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venerdì 1 agosto 2014

Maschi = Femmine. Contro i pregiudizi sulla differenza tra i sessi - Cordelia Fine


Per noi che siamo state ragazzine negli anni 70 era noto e scontato che tutto quel ciarpame culturale rubricato sotto il titolo "si sa che le femmine sono così" era roba da cavernicoli, destinata a sparire nel giro di pochi anni sotto l'effetto di un educazione sana ed equilibrata, che avrebbe finalmente permesso alla natura femminile di dispiegarsi in tutte le sue infinite potenzialità.

Com'è noto, le cose sono andate diversamente: se in effetti l'educazione si è fatta un po' più equilibrata, nel senso che le donne occidentali hanno mantenuto l'accesso all'istruzione di base, al voto e all'autonomia economica, passata la prima metà degli anni Ottanta i pregiudizi legati alla Vera Natura Maschile e Femminile sono proliferati peggio degli armamenti atomici. Al giorno d'oggi le Scientifiche Certezze su come siano strutturate le menti maschili e femminili spuntano da ogni dove, mentre i più insulsi stereotipi legati al genere - roba che negli anni Cinquanta sarebbe stata guardata con vivo compatimento - si vendono a un soldo alla dozzina, quando pure non li regalano in omaggio con le buste di figurine.
Abbiamo così riscoperto le buone, vecchie frasi fatte che ti spiegano come le donne siano più consapevoli dei loro sentimenti e più portate all'empatia, meno aggressive, più casalinghe, meno avventurose, più protettive, più propense agli studi umanistici rispetto a quelli scientifici, meno logiche, più sbrilluccicanti, più portate alla cura degli altri e qui smetto per compassione verso chi legge*.
Tra le cause (o gli effetti) di questo movimento inverso del pendolo rientrano anche gran copia di studi scientifici sulle innate differenze tra i due sessi, che sorprendentemente hanno coinciso assai con le teorie altrettanto scientifiche che da secoli i maschi han fatto circolare sulle femmine. Più o  meno forzati, questi studi hanno condotto a capolavori quali Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere oppure Codice DeU: Codice donna e uomo.

Con l'andare degli anni, e nonostante tutti i miei sforzi, questi capolavori sono approdati fino a me e a malincuore ho finito per dargli una scorsa, almeno fin quando lo stomaco teneva**. E ogni volta alla mia femminile testolina multi-tasking si affacciava il dubbio che, in questi esperimenti scientifici, gli sperimentatori vedessero quel che volevano vedere - come, secondo il racconto del mio professore di filologia romanza, successe anche con l'atomo, che agli inizi del secolo, quando gli scienziati erano colmi di certezze e senso dell'armonia, aveva una bellissima forma simmetrica e regolare ma che con gli anni è diventato una struttura decisamente varia e irregolare che rispecchia il nostro senso di frantumazione della realtà; senza contare che  nemmeno alla mia illogicità femminile riusciva a sfuggire che l'umanità, nel passare dalle caverne ai grattacieli, ha accumulato una cultura e dei condizionamenti che hanno un peso abbastanza forte nella sua struttura mentale, che per superare certi condizionamenti potrebbero essere necessarie un buon numero di generazioni e che quindi, ancora lontani dalla metà del guado, pretendere di fare un analisi della reale natura maschile e femminile è assai prematuro visto che al momento dell'educazione sana ed equilibrata - nel senso di "priva di pregiudizi di genere" - ancora non s'è vista nemmen l'ombra di una traccia.

Noto che ho già scritto tre paragrafi e non ho ancora detto nulla del libro di cui voglio parlare (sarà forse dovuto alla mia femminile loquacità?). 
Ad ogni modo la tesi di fondo dell'autrice è proprio questa: al momento il rumore di fondo è troppo alto perché possiamo avere idee chiare in proposito. Il titolo quindi è provocatorio: non sappiamo se il fatto di essere maschi o femmine ci rende emotivamente e intellettualmente diversi per genere, e non sappiamo nemmeno il contrario, perché la questione è assai difficile da analizzare.
A questo proposito i capitoli più interessanti sono quelli dedicati alle differenze tra cervelli maschili e femminili: la letteratura in merito è stata pazientemente ripresa in mano, testo per testo, analizzata e smontata, rivelando talvolta un notevole tasso di approssimazione*** già alle origini, talvolta un ancor più alto tasso di approssimazione nelle sue interpretazioni, per tacere del fatto che i campioni studiati spesso erano... come dire... un po' ridotti numericamente - e che tutti gli umani studi sul funzionamento del cervello presentano a tutt'oggi ampie zone di incertezza sulle conclusioni che se ne possono trarre.
Altri capitoli tuttavia, a partire dal primo, presentano grandi motivi di interesse:  di come sia facile influenzare anche i più semplici test attitudinali con pochissimi accorgimenti iniziali - ad esempio i celebri test sulla maggiore attitudine maschile alla matematica e agli studi scientifici; di come in generale, nei test e nelle risposte aperte chi viene testato mostra una curiosa tendenza a uniformarsi all'immagine di sé che ritiene gli altri abbiano di lui o di lei (un tema su cui il nostro Pirandello avrebbe avuto davvero molto da dire***), e che a sua volta può essere influenzata anche da stimoli minimi prima del test; di come il muro che compare davanti a certe scelte lavorative femminili incoraggi, diciamo così, le donne verso determinate carriere; di come sia praticamente impossibile anche ai genitori meglio intenzionati, impostare per la prole un educazione neutra riguardo al genere, a meno di non vivere su un eremo dell'Himalaya*****perché la società circostante influenza comunque con forza le scelte del bambino.

Al di là del tema trattato, che per molti è interessante di per sé, il libro racchiude molti e inquietanti interrogativi sulla forza con cui i preconcetti dei ricercatori possono influire sulle famose ricerche scientifiche oggettive, anche quando i media non ci mettono del loro nel divulgarne i risultati dopo qualche inevitabile aggiustamento.

Consigliato a uomini, donne, genitori e figli - ma anche i nonni potrebbero trarne un certo giovamento- oltre che agli insegnanti. Anche se specialistico, il testo è scritto in modo scorrevole e chiaro, e può funzionare anche come lettura da spiaggia o per un escursione in montagna, se si ha accanto qualcuno con cui parlarne.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homamademamma, e auguro un felice fine settimana a tutti, con caldo e sole ma serate giustamente fresche.
Che i gelati siano con voi!

*da questo si può ammirare la mia propensione all'empatia. Del resto, sono una donna
**ahimé, ho uno stomaco resistentissimo (forse una tipica caratteristica femminile?)
***detta anche cialtroneria, in gergo unisex
****pur essendo maschio, e perciò inadatto all'introspezione
*****mi sento in dovere di precisare che l'eremo e l'Himalaya li ho tirati in ballo io, non l'autrice; garantisco però che il concetto è quello.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh diciamo che per come la vedo io ci sono cervelli maschili e cervelli femminili.
Ma non è detto che siano dentro corpi/teste di sesso corrispondente: conosco donne con teste da uomini e uomini con teste da donne. E l'omosessualità non c'entra.
Il mondo, comunque, è bello perchè vario. O avariato, come spesso accade.

Anonimo SQ

PS So con questo commento di scatenare l'inferno, almeno chiedo il rispetto del coraggio di un ariete ascendente ariete di dire sempre ciò che pensa. Anche se non siete daccordo !

Murasaki ha detto...

@Anonimo SQ:
Massimo rispetto per le opinioni degli Arieti con ascendente Ariete, e anche per quelle dei Pesci con ascendente Sagittario e Nettuno nella terza casa, se per questo, o per qualsiasi altra combinazione astrologica^__^

Sui cervelli maschili e femminili... sì, le nuove teorie si basano appunto su quello. Ed è previsto che ci siano uomini con un cervello femminile e donne con un cervello maschile.
Il punto però è che se si accetta che ci siano uomini che con un cervello femminile funzionano benissimo, e viceversa, insomma se il cervello femminile non è solo per femmine, allora forse gli si potrebbe trovare un nome più rispondente a quel che è, magari, senza scomodare troppo le differenze innate tra i sessi?
La mia è solo un opinione personale, intendiamoci.

la povna ha detto...

Mi sembra un gran bel libro, che, mi pare, possa fare piazza pulita di una serie di luoghi comuni che fanno capo a quella famosa moda argomentativa che comincia con "io non sono razzista, ma...".
E, per fortuna, del mio segno astrologico non me ne è mai fottuto un emerito...

Anonimo ha detto...

Ho usato cervello "femminile" e "maschile" tanto per capirci.
Se abbiamo altri sinonimi o, meglio, determinanti più precisi ben venga.
Sommario elenco di caratteristiche di "femminile":
- è capace di tenere a mente tutte le relazioni tra le persone della famiglia, gli amici ed i conoscenti, e tutti i fatti ed i trascorsi di ciascuno (nomi, soprannomi, compleanni, amanti etc) e di tesserci sopra molto;
- è capace di valutare per intuizione, più che per ragionamento, cosa utile quando non c'è completezza o c'è troppa sovrabbondanza di elementi di giudizio;
- ragiona ad alta voce, esponendo tutte le ipotetiche e tutte le loro conseguenze sino a consunzione dell'ascoltatore (se dell'altro "sesso") o con grandissimo interesse e partecipazione dell'ascoltatore (se dello stesso "sesso"); in sostanza vuole condivisioni, non soluzioni

Sommario elenco di caratteristiche di "maschile":
- è portato a risolvere o trovare la soluzione ai problemi, possibilmente in modo semplice, risolve, e poi dimentica, e opassa al problema successivo;
- discute solo per portare proposte alla risoluzione dei problemi, dopo averci pensato in proprio, non ragiona ad alta voce, anche per non imbarazzare chi lo ascolta con ragionamenti incongrui;
- analizza i problemi in modo razionale, se c'è soluzione razionale trova la procedura corretta e la applica; se non c'è si blocca.

Secondo me sono caratteristiche, spesso attribuite tipicamente ad un sesso o all'altro, che spesso si trovano invertite rispetto al "canone", oppure anche mescolate tra i due gruppi nella stessa persona.

Anonimo SQ

PS Io non sono per i pregiudizi, ma per avere chiavi di lettura. E anche i temi natali, spesso, aiutano. Checchè se ne dica.

Anonimo ha detto...

approvo in pieno il poscritto di "anonimo" sull'astrologia. io ho sempre pensato che non siamo maschi e femmine, ma soltanto persone. io semmai divido la gente in buona e cattiva, stupida e intelligente, frequentabile e no. Ho sentito di recente una specie di piccola barzelletta che rappresenta la quintessenza del pregiudizio, te la giro: "se si potesse suddividere il cervello in settori più o meno grandi a seconda dell'interesse -casa, lavoro, famiglia, denaro - il settore maschile più grande porterebbe la scritta: SESSO SUBITO... il cervello femminile porterebbe la scritta: VOGLIO QUELLE SCARPE!" L'ho trovata disgustosa. f.to: Albaplena (amica di Mel)

wolfghost ha detto...

Mah... francamente non credo che "oggi" si stia peggio di "ieri", credo che siamo più consapevoli e perciò lo "uno" di oggi ci sembra peggio del "dieci" di ieri. Ricordo recentemente di aver visto un servizio sulle racappriccianti pubblicità americane degli anni cinquanta, lì sì che il modello femminile era stereotipato all'ennesima potenza... e verso il basso. Ovviamente non sto affatto dicendo che non ci sia ancora tanta strada da fare, ma dire che abbiamo fatto come i gamberi... no, non lo credo.
Il cervello maschile è biologicamente diverso da quello femminile? Bé, francamente non vedo cosa ci sia di strano, se tutta la biologia maschile è diversa da quella femminile, non vedo perché non dovrebbe valere per il cervello. Anzi, la vita, la natura, l'evoluzione stessa si basano sulla diversità. Guai se fossimo tutti uguali! Ci saremmo già estinti (guai per noi... per il pianeta, forse, chissà, sarebbe stata una fortuna!).
Credo che ciò che bisogna evitare è di farsi portare fuori strada da considerazioni di nessuna importanza. "Diversità" non è "meglio" o "peggio".
Ho dato anche un'occhiata agli altri commenti. Già Jung usava i termini "anima" e "animus" a indicare le diverse componenti femminili e maschili che ognuno ha dentro di sé, perché ogni uomo ha anche un po' di donna, e ogni donna ha anche un po' di uomo. "Quanto" e "come" variano da persona a persona.
Dici di usare altri termini da "maschile" e "femminile"? Ma perché? Sono solo termini, parole, usate per capirsi. Non diamogli più valore di quello che hanno.

www.wolfghost.com

Murasaki ha detto...

@ povna:
Sarà un caso, che l'editore è Ponte alle Grazie? ;)

@Anonimo SQ:
Infatti, è una buona descrizione del Cervello Femminile e Cervello Maschile secondo Baron-Cohen (che conta anche un buon 30% del campione ambosessi sotto la voce "Cervello Equilibrato" perché aveva caratteristiche di entrambi i tipi)

@Albapiena:
oddio, mi sembra che ci facciano miglior figura gli uomini, a questo punto... (di barzellette disgustose sulle differenze tra uomo e donna si è di nuovo riempito il mondo, e devo dire che ne facevo a meno volentieri)

@Wolf:
Quanto alle pubblicità, garantisco che in Italia non ci siamo mai fatti mancare nulla. Ma il libro non parla tanto della questione femminile, quanto di un revival dei più classici stereotipi spacciati per "risultato di ricerche scientifiche".
Da quello che scrivi nel blog credo che per il tuo tipo di mentalità tutti questi discorsi siano abbastanza superati, ma ti garantisco che la maggior parte delle persone è decisamente lontana dalla questione junghiana di "animus" e "anima". Ed è un tema molto più forte per le nuove generazioni, purtroppo. Per la nstra generazione è stato diverso (e per fortuna!)

la povna ha detto...

Conoscendoli, direi proprio di no... :-)

Mamma Avvocato ha detto...

Molto molto interessante, grazie del prezioso suggerimento!