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lunedì 14 luglio 2014
Le competenze di Kumagoro
Kumagoro è un bravissimo figliolo, dolce e gentile, di quelli che non studiano nemmeno a sparargli ma che non ti portano rancore se glielo fai osservare, e forse non te ne porterebbero nemmeno se tu, nel (vano) tentativo di farli studiare effettivamente gli sparassi. Corre voce che stia sveglio fino ad ore improponibili sul PC; di sicuro la mattina abbiamo il suo corpo ma non la sua anima - quando pur abbiamo almeno il corpo, perché non è infrequente che manchi. Le sue schede pullulano di sei che in realtà sono dei cinque e mezzo, facciamo 5,55, quelli che alle medie noi insegnanti alziamo così facilmente al sei. L'unica eccezione è un otto a inglese e qualcosa di più della sufficienza a spagnolo - e infatti il nostro orsetto farà un tecnico linguistico.
Le rare volte che è presente sia nel corpo che nello spirito si può facilmente constatare che c'è vita su Marte. Tutto ciò è molto irritante, perché con poca fatica e solo un minimo di continuità potrebbe facilmente incassare dei rispettabili sette; ma, nonostante la dolcezza di temperamento che lo caratterizza, lui quel minimo di fatica non ha nessuna intenzione di spenderlo. Così viene ammesso all'esame con una media del sei stirato e ben quattro insufficienze alzati a sei per voto di consiglio, uno dei quali è il mio cinque a italiano - e garantisco che per strapparmi un cinque a italiano ci vuole una certa determinazione, perché non lo do alla leggera. Kumagoro però ha un ortografia decisamente approssimativa, una sintassi opinabile, non usa quasi mai gli accenti e i suoi passati remoti sono decisamente creativi, senza contare che il suo personalissimo modo di usare i pronomi fa sì che spesso nei suoi scritti non si capisca bene chi fa che cosa.
Arrivato all'esame, l'orsetto si risveglia. Fa un bel tema di quasi quattro colonne dove non ci sono altri errori che una batteria di accenti mancanti e così, in virtù di una griglia di correzione che si può senz'altro definire indulgente, raccatta un sette che, con gli accenti a posto, avrebbe avuto in realtà tutti i titoli per aspirare all'otto. Sempre in virtù di una griglia vieppiù indulgente, raccatta un sette anche a matematica e il colloquio, per quanto non arricchito da rutilanti effetti speciali (se non vogliamo considerare effetto speciale il fatto che Hitler salse al potere nel 1933) mostra di essere stato ben preparato. L'Invalsi è un mezzo disastro, ma alla fine si arriva comunque alla media del sette perché gli scritti di lingue sono buoni; e con sette Kumagoro passa.
In cuor mio disapprovo, tanto da prendere seriamente in considerazione la possibilità di abbassargli il voto al tema; ma, anche prescindendo dalla generosa griglia di correzione a maglie larghe, quello è oggettivamente un tema a cui in qualsiasi momento avrei dato sette, se fatto da lui, in quanto privo di quasi tutti i suoi errori caratteristici.
Viene poi il momento di compilare il foglio delle competenze* con cui gli alunni si presenteranno alle superiori. E sono, queste competenze, delle strane bestie su cui il Ministero non si è mai soffermato granché a parte poche generiche indicazioni e gran promesse di decreti esplicativi assai dettagliati ma mai pervenuti**; tutto quel che si sa è che i voti assegnati alle competenze non devono necessariamente corrispondere al voto sulla scheda, bensì a quello che effettivamente l'alunno sa fare, e che possono essere solo dal sei in su in base al principio (non privo di logica) che una competenza insufficiente è, a tutti gli effetti, una competenza che non c'è.
Sulla scorta di quel principio non sempre le competenze si scrivono per tutti; e quando arrivo a Kumagoro non le segno né per Italiano né per Storia né per Geografia.
Arriva il giorno degli scrutini e la Presidente di Commissione si intromette fino all'esasperazione perché questo non le torna, e quest'altro non le sembra coerente, e quest'altro ancora... Qualcuno ci aveva ben suggerito di arrivare là con i voti già pronti e impacchettati, essendo la Preside dell'Esame una nota impicciona, ma mi ero opposta dicendo che se qualcosa ci lasciava in dubbio era meglio lasciar riposare il dubbio nei nostri cuori, ché a mente fredda spesso le cose si chiariscono da sole. E poi, sinceramente, non pensavo di fare gli scrutini con un ape impazzita che mi ronzava intorno alla testa.
"Come mai Kumagoro e Sparkling non hanno le competenze in italiano?"
"Perché non le hanno".
"Ma Kumagoro ha sette come voto di uscita".
"Ce l'ha nonostante la sua produzione scritta e orale in italiano".
"Ma ha preso sette nel tema!"
"Preside" interviene qualcuno "Per gli scritti c'erano delle griglie molto generose".
"Ma c'è la definizione delle competenze dell'Istituto. L'ha guardata?".
"Sì, e Kumagoro non raggiunge il livello necessario".
"Ma se guarda qui vede che è scritto che basta che l'alunno riesca a farsi capire..." (la definizione delle competenze di Italiano della scuola di St. Mary Mead non dice niente del genere, in realtà, tanto da indurmi a sospettare che le competenze di italiano, almeno a livello di comprensione del testo, non ce l'abbia nemmeno la Presidente).
"Per l'appunto, non sempre Kumagoro si fa capire, soprattutto quando scrive. E' stato ammesso con il cinque a italiano".
"Sì, ma se ammettiamo che il tema era da sette..."
"Se non ho capito male le competenze le assegnano i docenti, e io non intendo assegnare a Kumagoro una competenza che non ha".
A questo punto la Presidente minaccia di parlarne con la Preside titolare. Non accenno a nessun tipo di reazione.
C'è poi la Gran Questione che un paio di alunni non hanno la competenza di Inglese e di Spagnolo, e uno di loro è pure dislessico.
Spagnolo rimedia chiudendosi in un dignitoso silenzio, mentre Inglese assicura che per lei non c'è problema e non ha nessuna difficoltà a scrivere la competenza; tutto ciò calma le acque e lo scrutinio si avvia a termine (scoprirò in seguito che né Inglese né Spagnolo hanno scritto nessunissima competenza ai loro due incompetenti personali, e questo mi lascia amplissimo campo di riflessione riguardo a quanto poco sappia io stare al mondo e quanto abbia da imparare dagli altri in merito).
"Non capisco cos'è questa storia di parlare alla preside titolare. La Preside non può mica intervenire sugli esami fatti in sua assenza" mi confido con Matematica mentre riponiamo in bell'ordine carte e cartacce.
"Oh, non farà niente del genere" mi rassicura Matematica "Era chiaramente una minaccia a vuoto".
Ma, una volta tanto, quella carissima e bravissima e intelligentissima ragazza si sbaglia.
La riunione di fine esame (la mitica Plenaria) è fissata per mezzogiorno e io alle nove dormo ancora il sonno del giusto quando suona il telefono.
"Murasaki, sono Grembiulini, la VicePreside"
"(grunt) Sì?"
"Sono qui con la Nostra Preside perché la Presidente di Commissione ci ha fatto notare che non hai scritto le competenze di italiano di Kumagoro e Sparkling".
"Non le ho scritte perché non ci sono".
"Sì ma vedi, l'alunno esce con sette e ha preso sette nel tema, e quindi che non ci sia la competenza di italiano sembra abbastanza irrituale..."
La lascio sciorinare tutto un bel discorsetto scivoloso sul possibile fraintendimento.
"Avete paura che i genitori protestino?" provo a tagliar corto "Ma non dovrebbero: Kumagoro è stato ammesso con il cinque a italiano, e su quello non hanno trovato niente da ridire. Gli abbiamo anche mandato la Lettera...".
(A questo si potrebbe aggiungere il non lieve dettaglio che il Foglio delle Competenze è qualcosa cui solitamente né la famiglia né il personale della Scuola Superiore prestano attenzione alcuna, che sia per lodarlo o per criticarlo o per farne qualsivoglia altro uso inclusi gli aeroplanini di carta. Sta lì dove lo portano, buono buono, e questo è quanto).
"No, non si tratta di quello, ma formalmente non ci sembra corretto..."
"Se il Dirigente ha la facoltà di ordinarmi di mettere la competenza a Kumagoro la metto, non ci sono problemi" dichiaro alla fine. Sono seccata, e non faccio nulla per nasconderlo.
"Non è questione di ordinare, è una cosa che sta alla sensibilità dell'insegnante decidere".
La mia sensibilità di insegnante in quel momento è ai minimi termini, comunque faccio uno sforzo ed evito di mandare apertamente a Fanculo la VicePreside Grembiulini e pure la Nostra Preside.
"D'accordo, ne terrò conto" prometto.
Più tardi, mentre prendo il caffé guardando la posta, realizzo che è il primo tentativo aperto e diretto che abbia mai ricevuto per farmi cambiare un voto - finora al più avevo raccattato solo vaghi tentativi di moral suasion. Non è un pensiero piacevole, visto che la Nostra Preside è ancora relativamente giovane e sembra intenzionata a restare con noi ancora per molti anni.
Per la cronaca, a Settembre il certificato delle competenze di Kumagoro era ancora da noi (del tutto vergine di qualsivoglia competenza in materia letteraria, si capisce) e nessun genitore era venuto a ritirarlo, tantomeno per lamentarsi dell'assenza o presenza di alcuna competenza.
La storia ebbe comunque un seguito, perché fu proprio sulle competenze in italiano di Kumagoro che mi giocai il primo anno di prova (ebbene sì, ne ho fatti due)...
(to be continued)
*dette competenze entrarono nella vita di noi insegnanti delle medie con la legge 27 dicembre 2006 n. 296, comma 622 e il DM 139 del 27 agosto 2007 con relativo documento tecnico e Gli assi culturali. Va detto però (o comunque io ci tengo a dirlo) che le descrizioni delle competenze che la legislazione ci offre riguardano la conclusione dell'obbligo scolastico, cioè includono anche il primo biennio delle superiori. Qui un riepilogo sulla questione vista dal punto di vista delle medie. Ci sarebbe anche il DL 16 gennaio 2013 n. 13 ma non riguarda le medie - e, soprattutto, all'epoca in cui si svolge il presente racconto non esisteva ancora. Caso mai qualcuno passasse di qua e trovasse inadeguata e/o incompleta questa sfilza di rimandi legislativi, gli/le sarò profondamente grato se vorrà scomodarsi a integrarla, o anche semplicemente me lo farà notare.
** del resto sappiamo tutti che promettere un testo è cosa ben più semplice che redigerlo; in particolare, ogni insegnante lo impara dai suoi alunni quando cerca di farsi consegnare il testo assegnato per casa e raccatta assai facilmente gran promesse di averlo di lì all'indomani, ma scarsa quantità dei testi in questione.
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7 commenti:
Leggendo le gesta di figure dirigenziali da te, La Prof., Aliceland, LGO (ma anche, pur vent'anni fa, l'Economa), oltre a complimentarmi vieppiù con lo sceneggiatore per la fortuna che ho avuto, mi ripeto che sarebbe necessario che gente in gamba si mettesse in gioco nei medesimi ruoli dirigenziali, altrimenti, è fisiologico, a fare i capi restano per lo più le capre.
Banalmente, da mamma e/o cittadina, dico solo che i buoni voti si guadagnano, non arrivano dallo Spirito Santo e che, nella vita, nulla ci è dovuto.
Premiare qualcuno senza che lo meriti potrebbe, paradossalmente, nuocergli.
Non so, davvero: sono entrata quest'anno nel novero delle scuole dirette da dirigenti-capre, e mi sembra che questo, ai miei occhi, abbia scoperchiato un fenomeno enorme e deleterio.
E tuttavia, io, che ho sempre insegnato, non mi sentirei MAI di mettermi a dirigere: non ne ho le capacità relazionali, non ho le necessarie conoscenze e, soprattutto, non ho nessuna spinta o voglia o motivazione a mettermi lì a studiarle. L'unica cosa che mi attirerebbe è lo stipendio, che, ho appena scoperto, è abbondantemente il doppio del mio.
Ma non mi sembra una buona motivazione. So che è un paragone-paradosso ma è come se mi dicessero: guarda, quel cardiochirurgo non è in grado di, fallo tu (giuro, il ruolo dirigenziale per me è paragonabile a quello, per quanto m i riguarda).
Per il resto, fino all'anno scorso anche noi avevamo la moral-occhiataccia-suasion, ma bastava chiarire che il Consiglio di classe aveva deciso che era meglio se..., e tutto andava a posto.
Queste (ma tutte donne, sono?) credono che non avere bocciati farà loro guadagnare dei punti, forse.
@la povna
Da notare che tutta questa gente ha fatto un concorso dove, mi dicono, si insisteva sulla parte legislativa. E tuttavia mi sembra che anche da insegnante un occhiata alla parte legislativa dovrebbero avergliela data...
@Linda
Qui non si trattava nemmeno di un "buon voto" (che di fatto *Kumagoro* ha avuto, perché per lui 7 era veramente un buon voto) ma di una questione quasi solo formale: nessuno mi avrebbe chiesto conto nemmeno se gli avessi messo otto, nelle competenze di italiano, perché nessuno si sarebbe mai preoccupato di vederlo. Si trattava di dichiarare, da insegnante ad altri insegnanti, una cosa non vera. Che tra l'altro avrebbe (qualora qualcuno fosse andato a vederla) effettivamente dato false aspettative agli insegnanti futuri e avrebbe teoricamente potuto ritorcersi contro lo stesso Kumagoro.
Alla fine mi sono domandata se valeva la pena di impuntarsi per una cosa del genere. Ma, certo, questo vale anche per la Preside. Anzi, per ben DUE presidi, entrambe preoccupatissime per un ragazzo di cui non sapevano NIENTE mentre io ci avevo passato un annoe il resto del Consiglio (che sulla non-competenza di italiano non aveva nulla da ridire) tre anni tre.
@La prof
Non credo siano tutte donne, ma nel mondo della scuola, soprattutto alle elementari, la presenza femminile è davvero alta. Però io ricordo anche parecchi DS assai opinabili, e il pezzo meglio della mia raccolta personale è il Nuovo Preside, una figura assolutamente spregevole sotto tutti i punti di vista e dalle conoscenze giuridiche inesistenti. E' chiaro però che questa gente è formata male: fanno strafalcioni immani nella parte burocratica (che non è poi questa giungla incomprensibile, nemmeno dopo il passaggio dell'orrida Gelmini: ci sono delle regole garantiste a favore dell'alunno - e secondo me è anche giusto che ci siano - basta osservarle e amen)poi si piantano come muli perché vuoi fermare gente con otto insufficienze ampiamente testate. Che senso ha? Il ricorso arriva come un ladro nella notte, ma se hai fatto le cose con criterio il ricorso arriva e poi se ne va, senza contare che di ricorso a quanto so non si muore.
Però non credo che sia un problema legato solo alla scuola: in fondo l'incompetenza dirigenziale si vede a tutti i livelli, in Italia, a partire dai ministri.
Forse, vien da pensare, è proprio una questione legata all'eccessiva indulgenza scolastica?
@La
11 anni, 11 scuole: una preside eccellente, uno bravo, uno bravo ma troppo accentratore, tre praticamente invisibili/assenti. il resto, teste di m...irtillo.
A me è capitato di lasciare in bianco le competenze di qualche alunno, ma nessuno ha mai detto niente (donna fortunata). Ma non capisco come mai non sia stato ritirato il certificato, io pensavo che servisse per iscriversi alle scuole superiori.
@Alice
Immagino che prima o poi glielo abbiano portato - magari alla settima o ottava volta che la segreteria della nuova scuola glielo chiedeva.
Ah, e per le competenze di solito nessuno dice nulla, infatti; ma qui c'è stata una concomitanza di fattori (e anche di volpi, a dirla tutta).
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