In fondo al corridoio c'è una finestra che dà sul tetto, con sotto un tavolino - in realtà un banco - e un paio di sedie. Lì stanno piccoli gruppetti di studenti e/o studentesse desiderosi di farsi il filo, chiacchierare dei fatti propri, controllare chi sale dalle scale e simili. E infatti quel giorno due fanciulle della Terza parlavano piuttosto fitto; poi vedo la finestra, che evidentemente era stata soltanto accostata, aprirsi dall'esterno e Arslan rientrare dal tetto dov'era stato fino a quel momento.
La scena era così chiara che non era possibile equivocarla. Le due ragazze alzano gli occhi al cielo, come per dire "ecco il tordo che si è fatto beccare". Arslan resta un po' interdetto, ma l'unica cosa che può fare a quel punto è rientrare.
Gli faccio cenno di seguirmi, segno il fatto sul registro di classe, faccio la nota sul diario, lo mando dalla Vicepreside perché la suddetta prenda atto dell'accaduto (la Preside in quel momento è fuori). Poi chiedo ad Arslan cosa ci faceva sul tetto e se è la prima volta che ci va.
Arslan farfuglia che "era solo uscito un attimo" e prova anche a spiegarmi, con scarsa convinzione, che non era sul tetto e stava solo aprendo la finestra. Cosa ci faceva però non me lo spiega, e io francamente non so immaginarmelo.
La struttura della scuola non è delle più banali: uscendo dalle finestre del piano superiore si va su uno dei livelli del tetto, che è piatto, e ripensandoci può essere che da un tetto all'altro (la scuola è costruita su un colle) si arrivi a terra senza particolari rischi.
Segnalo l'avvenimento al professore che entra in Terza dopo l'intervallo (durante l'intervallo la Terza infatti è rimasta sola perché Musica ha la discutibile abitudine di far risalire le classi da sole - probabilmente ha dei buoni motivi logistici per farlo, e la Terza dei Tordi quest'anno è ritenuta una classe abbastanza tranquilla. Di custodi, al nostro piano, non se ne vedono quasi mai: ormai sono troppo pochi per star dietro a tutto).
Racconto l'episodio in Sala Professori, e lo racconto anche alla Preside quando riesco a vederla, la mattina dopo. Lei accenna a far bloccare la finestra, dice che passerà a controllare e chiude lì la questione. Non sembra trovare nulla di particolare nel fatto che un ragazzo vada in giro per i tetti come un gatto in esplorazione durante l'orario scolastico. A quanto ho capito, l'episodio le è entrato da un orecchio e uscito dall'altro, tanto che due settimane dopo non se lo ricorda più.
Arslan porta la nota firmata il giorno dopo, ma io non sono un perito calligrafo. A fine anno, parlando con i genitori, scopro che quella nota loro non l'avevano mai vista.
Due settimane dopo, i tetti della scuola tornano a scottare, quando riceviamo la chiamata di un vicino che ci avvisa che appunto sui tetti della scuola cammina un ragazzo. E' l'intervallo del rientro pomeridiano, quando alcuni scolari sono nel cortile e i molti che non restano a mensa sono per i fatti loro. Il gatto sui tetti non può essere Arslan, che quel giorno è assente. Mi spiegano che "sembra sia stato il Tale". Io non me la sento di far crociate, ma mi sembra proprio che il Tale sia sempre stato sotto i miei occhi, durante l'intervallo, né abbia mai provato ad allontanarsi. Non sono in grado di giurarlo, naturalmente.
La Preside fa un giro per le classi, dopo l'intervallo, ma le domande sono blande e tranquille, e si limita a dire che si preoccupa soprattutto dell'incolumità degli alunni. Nessuno confessa di essere stato il gatto di turno, il vicino chiaramente non ha riconosciuto di chi si trattava, e in effetti nessuno sembra preoccuparsi granché della questione, con mia grande meraviglia.
Io di solito sulla disciplina sono molto accomodante, però a questa storia degli studenti che vanno in giro sui tetti ammetto che avrei dato molto maggior peso: visto che si fanno tante storie per quegli alunni che passano da un piano all'altro servendosi delle scale interne, e che possono farlo solo se l'insegnante li autorizza con solenne investitura e carta da bollo, e anche così ogni tanto sia l'insegnante che gli alunni sono rampognati perché "i ragazzi non devono scendere né salire" né per le fotocopie né tantomeno per andare in altre classi, il fatto che qualcuno aggiri la questione passando dai tetti mi sembrerebbe meritevole di una certa qual attenzione. Dove vanno? Nelle altre classi, fuori a farsi i fatti loro o che altro? E poi, non credo che sia molto pericoloso, ma ugualmente non mi sembra uno sport da incentivare, soprattutto nelle ore di lezione.
Il mistero resta insoluto, come molti altri.
Come ho detto, quest'anno a Hogsmeade abbiamo avuto diversi problemi di disciplina, alcuni davvero consistenti. Ma la Preside li ha sempre affrontati in modo molto sportivo, al più lamentandosi che alcuni professori non sembravano essere entrati in empatia con alcuni alunni.
Non sorprenderà dunque sapere che questi problemi, iniziati un po' in sordina, si sono aggravati nel corso dell'anno fino a trasformare la scuola di paese di Hogsmeade in una sorta di Bronx dove i Carabinieri erano diventati praticamente di casa.
Durante il Collegio dedicato in buona parte a questi problemi, Musica* ha concluso dicendo che ormai per quest'anno era andata così, ma l'anno prossimo "dobbiamo fare un nuovo regolamento e farlo rispettare". Ed è stato in quel preciso momento che ho deciso che, l'anno prossimo, ad Hogsmeade non mi avrebbero vista nemmeno dipinta ad olio, a costo di finire a Casa del Diavolo con completamento cattedra a Monculi di Mezzo - perché ritengo che un barlume di buon senso dovrebbe comunque assistere il corpo docenti, e non parliamo della Dirigenza.
Per amore di cronaca preciso che il vecchio regolamento, quello in vigore quest'anno, non autorizzava a fumare in bagno, né a rubare piccoli oggetti al Planetario, né a camminare sui tetti della scuola, né ad appendersi ai cornicioni delle porte né a picchiarsi nei bagni o in corridoio né a fare molte altre cose su cui preferisco sorvolare e che vengono proibite anche dal codice penale vigente al momento.
*di solito una persona piuttosto sensata. Almeno, così avevo sempre pensato.
6 commenti:
cara, la domanda a questo punto sorge spontanea: ma, come è finita?! e soprattutto: dove sei?
Sono tornata a St. Mary Mead, dopo il crudo esilio.
E cosa succederà a Hogsmeade lo scoprirò col tempo. L'impressione era di un disastro incombente, ma chissà...
Non so... Io a volte ho paura che un giorno capiterà qualcosa di grosso e saremo lì a dirci: eh, ma lo avevamo detto.
Per intanto, che san Cassiano vegli.
...san Cassiano?!?
Avrei voluto porti le stesse domande di Povna, per cui mi ritengo soddisfatta.
La mia curiosità è stata appagata.
Però, l'alunno sul tetto mi è mancato...
Sì, le scuole medie han questo di bello (mettiamola così): che per quanto a lungo tu ci stia, c'è sempre una nuova esperienza che non hai ancora provato ^__^
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