I pacchi degli scritti vengono aperti per la correzione in una giornata torrida e appiccicosa (e posso assicurare che a Hogsmeade di giornate torride e appiccicose se ne vedono davvero poche, ma in onore dell'esame questo e altro). In un'aula che alle nove ci sembra calda solo perché non abbiamo idea di come diventerà nel pomeriggio, noi quattro insegnanti di Lettere ci riuniamo per correggere i temi delle nostre folte classi.
In onore dell'esame la Classe dei Tordi si è trasformata in una classe di grafomani: proprio loro, che di solito se la sbrigano in un foglio protocollo, stavolta non hanno badato a spese e qualcuno ha perfino spaziato nel terzo foglio: non temae, sed romancii.
Parto dai presunti peggiori per togliermi il pensiero; ma non sono poi così peggiori, anzi: la Certificata, che quest'anno si è sempre limitata a poche righe, stavolta ha fatto qualcosa di molto simile a un tema; Smemorina si è impegnata a fondo e il suo elaborato vale senz'altro un sette (meno male, perché per altre prove sono previste insufficienze); l'Orfanella parla delle crisi della sua vita, come ha spesso fatto in questi due anni, ma stavolta lo fa in un italiano comprensibile e corretto e con un testo ben strutturato - insomma, si capisce quel che scrive, e un sette ci sta tutto. Gentilina, invece, che ha sempre fatto dei testi esili ma corretti, in onore dell'esame ha infilato nel suo esile testo ben quattro H sbagliate, e più di sei non c'è proprio verso. Meno male che nelle simulazioni Invalsi di Matematica pare abbia fatto faville*.
Si continua con la fascia media: Tityro ha scritto un delizioso inno alle sue pecorelle e alle passeggiate nei boschi; Lunastorta ha fatto un lungo e bel tema autobiografico ricco di stò e sà, un vero inno allla sua testarda affezione agli errori di ortografia - ne ha pochi, ma con quei pochi si comporta come si dice si debba fare con gli amici, e ci è molto affezionato; Salice Piangente racconta una serie di vicende cliniche che ignoravo completamente; Esuberante parla dei suoi amatissimi amici, in particolare di Diavoletta, trasferita l'anno scorso, e di come insieme "abbiamo fatto un monte di cazzate" - ed è di quelle che durante il tema vengono a chiedere se si può usare la parola "stupido" - dopo breve consultazione con le colleghe il sette diventa, ahimé, un sei, proprio stavolta che non c'è nemmeno un errore di sintassi. Anche questo, immagino, in onore dell'esame.
A pranzo scendiamo a mensa, dove ci aspetta un menù a base di lasagne incandescenti con quattrocento chili di torrido formaggio filante, due tipi di frittata (cipolle e patate), formaggi e noci, carote lesse scondite e crostata. C'è pure il vino. Mangio ma me ne pento a ogni boccone: digerisco anche i sassi senza problemi, ma oggi è una di quelle giornate in cui avrei fatto volentieri passo con un'insalata e una spremuta. Mi frega l'abitudine di ingoiare qualsiasi cosa ci sia nel piatto, ma quando risalgo nell'avello arroventato** stabilisco con me stessa che per il resto dell'esame salterò il pranzo e forse anche la colazione, in base al principio (che mi ha assistito quando all'università avevo lezione alle tre del pomeriggio) che la fame tiene svegli: l'abbiocco incombe e vorrei solo un'amaca tra le palme, con qualche indigeno prestante che mi sventola con un flabello porgendomi a regolari scadenze spremute di frutta e latte di cocco ben ghiacciato.
Riprendo i romanzi, e adesso siamo ai più lunghi. Mercuzio per la prima volta ha fatto un tema intimista, raccontando di suo padre che è andato via quando lui aveva tre anni, che da due anni non vede più e che comunque l'aveva visto poco anche prima. Jolly descrive con semplicità e precisione la sua evoluzione negli ultimi tre anni, che non è stata delle più banali (l'anno prima che me lo trovassi in classe era praticamente un teppista, mentre in chiusura non avrebbe sfigurato nella classe di baronetti inglesi di St. Mary Mead). De Rossi fa un brillante e preciso resoconto del suo viaggio ai campi di sterminio, ricco di profonde riflessioni e divertenti tocchi di colore locale, dove risalta luminoso un magnifico fecimo che mi impedirà di mettergli più di otto***.
Sirius, unico ad avere scelto il tema di attualità, ha pianificato un'organizzazione del mondo senza stati e senza denaro (ma dove c'è ancora il matrimonio) e teorizza un'educazione dei fanciulli in stile Emilio. Undici colonne della sua microscopica scrittura, pace all'anima sua. Non è insolito a queste trattazioni, anche se di solito sceglie argomenti un minimo più contenuti: ad esempio per spiegarmi che la religione cristiana cattolica è fondamentalmente inutile se la cavò con cinque colonne e per elencarmi le possibili cause della paura si limitò a quattro (con qualche errore, ma era in seconda). Si vede che in onore dell'esame ha deciso di scendere un po' più nei dettagli. Rileggo con cura, perché prima di impegnarmi col dieci devo ben rivedere anche le pulci - ma in effetti, concludo, non ci sono poi molte pulci da rivedere.
La Decana corregge in modo assai plateale, deprecando ogni apostrofo mancante e ogni errore di ortografia, leggendoci brani scelti e via dicendo. Gradirei un parere sul dieci per Sirius ma non me la sento di rifilarle undici colonne in scrittura microscopica, e nemmeno di leggergliele ad alta voce. Scelgo una tecnica meno invasiva e chiedo di leggere uno dei suoi dieci - una brava e simpatica ragazza che ho conosciuto l'anno scorso durante le ore di Approfondimento. Trovo il tema un filino scialbo ma soprattutto mi colpisce una frase dove a metà il soggetto cambia. La Decana non ha segnato l'errore (non l'ha notato, non l'ha voluto notare, per lei non è importante? Nei cuori di noi insegnanti di lettere si aggirano cupe perversioni, anche linguistiche).
Restituisco complimentandomi, decido di farmi meno seghe e segno senz'altro il dieci a Sirius.
Finito l'immane lavoro raggiungo la stanza dove i colleghi che non hanno scritti da correggere si svagano con la maschera per l'inserimento dei risultati della prova Invalsi e presto un po' di aiuto nell'ultima ora. Andiamo via che sono le sette passate, in un tramonto torrido. A Lungacque, quattrocento metri più in basso, naturalmente il caldo è ancor più caldo, stagnante e umido che sulle colline.
Dormo poche ore di un sonno inquieto e accaldato. La mattina dopo, alle otto, cominceranno i colloqui.
A sorpresa, i colloqui a Hogsmeade sono una cosa seria, anche più seria di quel che avviene di solito. Viene calcolata quasi un'ora per ogni studente, ma all'occorrenza i tempi si allungano senza problemi. In caso, si saltano le pause (il caso, con queste premesse, finisce per presentarsi sempre). Scopro così di non aver minacciato invano i miei Tordi per tutto l'anno con "il colloquio che durerà un'ora".
Altra sorpresa: la Preside Esterna assiste a tutti gli esami, senza intervenire se non assai blandamente al momento della discussione - magari con una buona parola, ma senza commentare i voti. I quali voti vengono calcolati non più con la calcolatrice ma con il foglio di calcolo di excel dal computer portatile di Inglese (che è anche vicepreside).
Mentre ci distribuiamo le immani quantità di scartoffie con cui combatteremo per tutto il giorno, Tecnologia annuncia trionfalmente che, da un attento controllo delle medie dei voti, risulta che anche se i ragazzi facessero scena muta all'esame, abbiamo lo stesso gli estremi per passarli tutti. E vorrei anche vedere, penso in silenzio, dopo tutta la fatica che avete fatto per suggerirgli agli scritti.
Ma non ci sono scene mute. Qualcuno parlerà con un esile filo di voce che andrà progressivamente riducendosi, ma parleranno tutti, e tanto. Le molte ore da me pazientemente impiegate a interrogarli e ri-interrogarli davanti alla LIM senza pietà né remissione portano i loro frutti. Intorno a me i colleghi sono piacevolmente sorpresi "Chi l'avrebbe mai detto che Ramon e Tityro e Gentilina sapessero parlare?". Scopro così che, quest'anno, l'unica a interrogarli sono stata io: anche Scienze ha fatto quasi soltanto verifiche scritte. Insomma, non ho fatto Leopardi ma non ho nemmeno sprecato il tempo schiacciando noci agli scoiattoli (ad ogni modo Tityro parlava anche l'anno scorso, dietro precisa e formale richiesta. Non è mai stato tra quelli che ti stordiscono a forza di domande, ecco).
La terza sorpresa salta fuori al momento dell'orale di Salice Piangente, di cui già pregustavo le lussuose slide della sua altrettanto lussuosa ricerca sui pianeti del sistema solare. Siamo nell'Aula Magna, provvista di schermo e computer, e i ragazzi sanno da sempre che avrebbero fatto lì l'esame, ma computer e schermo non si possono adoperare - perché c'è all'altro tavolo la Sezione Esterna che fa a sua volta l'esame, perché non c'è il collegamento internet (cosa cazzo c'entra il collegamento internet con un gruppo di slide? Non sono riuscita a capirlo), perché l'ornitorinco di Kant non ha preso abbastanza vitamina C - insomma, non si sa perché ma niente grande schermo, caso mai i ragazzi rischiassero di pensare che siamo in un paese civile e non in terra di missione****.
Così Salice Piangente espone il suo (ottimo) percorso sullo schermo del portatile di Inglese, che non è proprio la stessa cosa perché i pianeti sono molto più piccoli e meno fascinosi; ma come tutti gli italiani (e molti emigrati in Italia) anche lui è bravissimo nel coniugare il verbo "arrangiarsi" e ci scodella comunque un bell'orale.
Poi arriva Mercuzio, molto più nervoso e frammentario del solito; Gentilina che con tanta buona volontà e un filo di voce appena udibile ci espone un percorso decisamente elementare, e siccome la nostra paura era che non aprisse bocca siamo tutti molto soddisfatti; la Certificata, che nonostante i continui aiuti e imboccamenti dell'insegnante di sostegno riesce a mantenere un filo al suo discorso e a fare un orale più che rispettabile, la Contaballe che espone con un filo di voce che va progressivamente spegnendosi, riuscendo ad ogni modo a dire tutto quel che doveva dire. Va via sciogliendosi in lacrime, nonostante le nostre parole di apprezzamento - o forse proprio a causa delle nosre parole di apprezzamento, chissà. Ma le passa presto, e pochi minuti dopo la vediamo sorridere e abbracciare le compagne.
Last but not least è il turno di Sirius Black, con un rutilante e grandioso percorso sull'Ottocento visto nel suo duplice aspetto di secolo romantico e secolo industriale, illustrato da slide ricche di effetti speciali... che non girano sulla versione vecchia del programma dell'unico computer a disposizione. E nel frattempo è anche arrivata la lieta novella che la maschera di correzione delle prove Invalsi era sbagliata, anche se sembra, pare, dicono, che il problema riguardi solo alunni non ancora esaminati. Siamo dunque una Commissione decisamente elettrica, sfinita e assai accaldata, per giunta in notevole ritardo.
Sirius comunque non si lascia smontare e nemmeno ci manda tutti a Fanculo, postazioni informatiche comprese - soprattutto non demorde. Chiede di scaricare la versione aggiornata da internet. In Aula Magna internet non c'è, ma nell'aula informatica vivaddio sì, e gliela aprono. Scarica la versione aggiornata, la installa sul portatile e inizia l'esposizione. Un'ora e mezzo. Non ci viene fatta grazia di una sola materia e di un solo rimando. Ha fatto il suo percorso e noi lo ascolteremo, volenti o nolenti. Con tanto di slide.
La sfavatissima commissione comincia a ricomporsi, la temperatura (soprattutto quella emotiva) lentamente si abbassa, Facciamo domande, interveniamo su materie che non sono le nostre e dopo un'ora siamo di nuovo quel che eravamo dodici ore prima, una seria e rispettabile commissione fresca e agguerrita, in grande spolvero.
Infine, dopo Marx, l'illuminazione delle strade a Parigi in francese, la nascita del crawl e gli incroci di Mendel arriva il romanticismo. Prima il Manzoni col coro "Dagli atri muscosi"*****, poi Hayez e infine la vita di Chopin corredata da ampio excursus della vita di George Sand... per concludere con un notturno di Chopin eseguito non col flauto di plastica bensì sulla pianola.
Non ho idea di come suoni Sirius in circostanze normali, quando ha a disposizione un pianoforte, una stanza con un'acustica appena decente e un pubblico in grado di intendere e di ascoltare, i cui poveri timpani non sono stati trafitti per tutto il giorno da flauti di plastica arancione****** suonati con dita tremanti e accompagnati da basi abominevoli; ma in quel momento, su quella pianola da 45 tasti, il notturno 2 op. 9 mi è sembrata la più celestiale musica mai prodotta da dita umane e mi è tornato in mente il mito di Orfeo, che col suono della sua cetra ammansiva le belve. Incantevole, semplicemente incantevole.
Lo abbiamo ringraziato, ci siamo complimentati... e poi è sorto il grave problema: come facevamo a dargli dieci? Alla calcolatrice la sua media era di 9.46, e il dieci scatta solo dal 9.50 in su...
L'effetto molcente di Chopin va a farsi benedire. "Scusate, è mai possibile che una commissione di esame non abbia un margine di quattro centesimi di punto?" ho chiesto cercando con gli occhi un canapo per strozzarli uno dopo l'altro, loro e il loro foglio in excel.
La Preside Esterna ha promesso che avrebbe riguardato la circolare.
Strisciamo verso casa alle otto passate.
*e le ha fatte anche all'Invalsi vera, levandoci così tutti quanti dall'imbarazzo
**più sopra ne parlo come di un' aula, ma durante il giorno si è appunto trasformata in un avello arroventato.
***ho tentato una trattativa con le colleghe, ma tutte hanno convenuto come una sola donna che no, più di otto proprio no. Difficile dar loro torto, in effetti.
****da notare che era stato chiesto con largo anticipo "chi voleva fare l'esame con le slide al computer, così sapevamo quante postazioni dovevamo approntare" (testuale). A quanto sembra, hanno risolto il problema non approntandone nemmeno una. Avvisare prima no?
*****che non è affatto roba da farsi alle medie, che normalmente mi guardo bene dal rifilare ai miei sventurati allievi ma che quest'anno, non so perché, ho fatto. Lo strano è che non sembra nemmeno essergli dispiaciuto.
******che andrebbero vietati dalla Convenzione di Ginevta in nome della tutela dei più elementari diritti dell'uomo, qualsiasi cosa possa averne scritto in un momento di debolezza qui.
6 commenti:
Che bello! Attendo con ansia di leggere se Sirius ha preso 10 facendo un tifo da stadio
quattro H sbagliate??? tu sei buona, Murasaki, io do 4 con molto meno (in effetti, con 3 H di meno...)...
interessante, questo Sirius Black (mi sa un po' di Corto, direi): che cosa, e dove farà, dopo?! ;-)
@Alice
Il seguito arriva presto e dovrebbe piacerti ^__^
Ne approfitto per ringraziarti: questo gruppo di post, e soprattutto l'ultimo, sono nati leggendo il tuo resoconto dell'esame e confrontandolo con quel che mi hanno raccontato le colleghe di St. Mary Mead. In pratica, ogni scuola si sta organizzando il suo personale esame, sulla scorta dell'interpretazione locale di queste demenziali e contraddittorie circolari - e la cosa non è molto sana, secondo me.
@ 'povna
'Povna, tu lavori alle superiori ed è giusto che sia più rigorosa. Ma normalmente in terza anch'io con quattro H sbagliate metto quattro di voto, con lunga ramanzina ed esercizi chilometrici di sostegno. Va detto però che nei compiti in classe (e anche in quelli a casa, per la verità) Gentilina ha sempre messo le H giuste, e il fatto che le abbia sbagliate per la prima volta all'esame ha il suo perché, mi sembra.
Per i temi dell'esame di licenza media però valgono regole diverse, non scritte ma scolpite nei nostri cuori: Gentilina DOVEVA prendere almeno sei nel tema perché nei compiti di lingua straniera si sapeva che il sei non ci sarebbe stato nemmeno per sbaglio, e anche il sette di Lunastorta serviva a far pari col cinque (che probabilmente era poco più di un quattro) in matematica.
Sirius è senz'altro un elemento interessante, ma al contrario di Corto la letteratura la fa volentieri a scuola ma non mi risulta aver mai preso in mano un libro di narrativa di sua spontanea volontà - preferisce la saggistica, soprattutto scienze e filosofia. Farà il liceo scientifico... e naturalmente continuerà a studiare musica ^__^
@Murasaki
comunque è utilissimo avere questa finestra sul mondo. A me è capitato di dire a scuola "io so che in alcune scuole fanno questo o quell'altro" perchè l'avevo letto su un blog... se non ci pensa qualcuno dall'alto a coordinare e uniformare, ci pensiamo noi!!!
@'povna
Magari avessi compiti con 4 H in meno o in più, noi delle medie dobbiamo affrontare certe chicche... non mi scorderò mai quella delle indicazioni stradali sulla quale ho scritto un post. Non dire, ti prego, che è colpa della prof, anche altre colleghe molto brave hanno risultati molto simili ;-)
... ed ora vado a leggere la nuova puntata...
Aliceland
@Alice
in effetti anch'io, quando sfodero la mitica frase "In molte scuole fano così e cosà" spesso mi baso sui blog ^__^
E proprio dai blog ho scoperto che l'universo scuola cambia molto da regione a regione. Siamo un paese molto composito, e non è che diventiamo tutti uguali quando ci sediamo a un banco o a una cattedra.
Posta un commento