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lunedì 7 giugno 2010

I piaceri della continuità (ovvero come inguaiarsi da sola)

Durante la riunione della Commissione per la Continuità con le Elementari la Preside, che fino a quel momento aveva volato alto parlando di massimi sistemi e cullandomi in un piacevole flusso sonoro mentre pensavo ai fatti miei (ma dal mio sguardo partecipe&attento nessuno lo avrebbe mai detto) improvvisamente si interruppe, forse desiderosa di una pausa per le sue corde vocali, e ci chiese se avevamo suggerimenti.
Per puro e bieco esibizionismo parlai, ricordando la mia esperienza di supplente alla Scuola Città Pestalozzi di Firenze, di cui mi sono sempre tenuta moltissimo*: lì avevo una terza media e in più facevo quattro ore nella quinta elementare: storia e geografia, in nome appunto della continuità; perché l'anno dopo, per la titolare, quella quinta sarebbe diventata la sua prima media.
All'epoca la cosa mi sconvolse, tanto che chiesi se erano proprio sicuri che potessi legalmente fare quelle ore, visto che non avevo l'ombra di un titolo che mi autorizzasse ad insegnare alle elementari. Superato il trauma e incontrata la classe - una bella classettina piuttosto disciplinata ma vivacemente partecipe, che mi mise subito a mio agio - trovai che la programmazione concordata era stata scelta con molta accortezza: a storia lavoravano su uno di quei manuali sperimentali delle medie pieni di laboratori, dove studiammo le civiltà idrauliche e facemmo un affascinante lavoro sulla battaglia di Kadesh. A geografia invece leggevo il Giro del mondo in 80 giorni, con un po' di spiegazioni di appoggio (eravamo ormai negli Stati Uniti e si chiacchierò di un po' di tutto, dai Padri Pellegrini al Fiume Sand Creek di De André) e mentre leggevo i ragazzi potevano disegnare. Per le ultime lezioni arrivai con una carta della Terra di Mezzo; gli feci un po' di cartografia, poi gliela diedi da colorare: le montagne in marrone, il mare in azzurro eccetera. Si divertirono come pazzi e da allora ogni prima da me incignata passa una delle prime lezioni a colorare la carta della Terra di Mezzo, con tanto di voti a fine esercitazione (che di solito sono belli alti).

Era un sistema dolce e fruttuoso: insegnante e ragazzi si conoscevano gradualmente e si sintonizzavano, ci si abituava a gestire i casi problematici e via dicendo. Dimenticavo: durante queste lezioni l'insegnante delle elementari era sempre presente - insomma si trattava di una (Orrore! Spreco di denaro pubblico! Danno irreversibile all'erario!) compresenza - una parola che qualche anno fa poteva essere ancora pronunciata in pubblico senza arrossire.
Insomma, un vero esempio di continuità se mai se ne vide uno. Ed anche l'unica esperienza in merito che avessi.

L'idea piacque, così mi ritrovai arruolata volontaria per fare una lezione di storia o di geografia in una delle quinte - perché quello di Hogsmeade è un Istituto Comprensivo, e anzi quest'anno comprende in modo particolare dato che, causa lavori in corso alle elementari, le quarte e le quinte sono nostre ospiti, Insieme a me vennero arruolati anche Inglese e Scienze - non altro che per il fatto che erano lì presenti e non furono abbastanza presti a trovare una scusa per spaniarsi.

Si impongono a questo punto due considerazioni:
1) Possibile che l'idea di fare una o due lezioni di collegamento tra elementari e medie in un istituto comprensivo non fosse venuta in mente a nessuno fino ad ora e avrebbe continuato a non venire in mente a nessuno se Murasaki non si fosse messa a sfogliare l'album dei ricordi?
Mah.
2) Possibile che la sottoscritta abbocchi sempre come una carpa?
(ma certo che è possibile. Del resto io abbocco sempre, comunque e in qualsivoglia circostanza. Ce l'ho nel DNA, come si dice).

In realtà l'idea non mi dispiaceva del tutto, altrimenti credo che con o senza pretesto mi sarei svincolata in gran fretta. Come sempre, a fine Aprile ero sommersa nelle cose da fare e questa lezione comportava spostare classi per usare la LIM, concordare la lezione con l'insegnante delle elementari che non era meno ingolfata di me...
In realtà tutto è andato a posto quasi da solo - ad esempio io e l'insegnante delle elementari continuavamo a incontrarci per caso proprio quando ci veniva in mente qualcosa da dirci, la classe che occupava l'aula con la LIM proprio il giorno che avevamo fissato era in palestra a fare Fisica ma in quel giorno specifico spariva per due ore per dedicarsi a non so cosa, lasciandoci padroni del campo...

Così, seguendo da brava carpa la forza della corrente, in uno degli ultimi giorni di scuola mi sono trovata col telecomando in mano davanti a una ventina di giovani e agguerrite nuove leve della nostra utenza a spiegargli "di cosa parliamo quando parliamo di impero romano": la forza della propaganda, la forza dell'esercito, l'importanza delle fogne senza le quali una città di due milioni di abitanti sarebbe rimasta tale per ben poco tempo, i vantaggi del sincretismo religioso...
In sintesi, quaranta minuti di sana e ordinarissima frontale, ingentiliti da una trentina di immagini sulla LIM. Le creature hanno ascoltato in rispettoso silenzio ma hanno anche alzato la mano per intervenire e domandare.

D'accordo, la continuità è un'altra cosa. Magari l'anno prossimo provo a fare qualcosa di meno improvvisato.
Comunque è stato divertente.

* Non c'ero entrata per meriti particolari: nella nobile e gloriosa Scuola Città Pestalozzi gli insegnanti di ruolo sono scelti dal Collegio Docenti, ma i supplenti sono presi dalle graduatorie sperando nella buona sorte, come in tutte le altre scuole del regno.

3 commenti:

lanoisette ha detto...

anche qui a Milano c'è una scuola sperimentale come la Pestalozzi, ma non son mai riuscita ad infilarmici dentro, dannazione!

e spiegami bene come funziona la storia della carta della Terra di Mezzo perché m'interessa assai...

Murasaki ha detto...

Piuttosto semplice: al termine del Signore degli Anelli c'è la mappa della Terra di Mezzo, in bianco e nero (un perfetto esempio di mappa mentale, tra l'altro).

Con l'aiuto dell'eccellente custode di Scuola Città ridussi un po' la parte centrale della mappa in un formato A3; lasciai fuori un po' di parte meridionale, mi sembra, ma niente di essenziale. Ho conservato una copia, naturalmente.
Un fotocopia per ogni alunno, poi una piccola lezione di cartografia - oppure due o tre lezioni di cartografia, a seconda di com'è impostato il libro o di come vogliamo impostare noi la questione. Si parla per esempio delle tecniche per segnalare altezze, dislivelli e profondità, paludi e coste sabbiose, vie di comunicazione, città; della scelta di cosa segnalare (luoghi di battaglie e boschi, nel caso della Terra di Mezzo, ma anche alcuni monumenti) e naturalmente della scelta dei colori, spiegando che ci sono diverse possibilità.
Poi, semplicemente, gli si fa colorare la carta, con matite o pennarelli. Il voto tiene conto delle cose evidenziate, di come si è scelto di evidenziarle, dell'effetto grafico ed estetico e della chiarezza della legenda.
Funziona per quinte rampanti e prime un po' deboli - ma in effetti, all'inizio, quasi tutte le prime sono un po' deboli e nostalgiche dei bei tempi in cui tutti erano contenti quando disegnavano, mentre ora possono farlo solo per un numero molto ridotto di ore altrimenti scatenano l'inferno.^__^

(naturalmente si può fare con qualsiasi mappa in bianco e nero. Ho scelto quella perché il Signofe degli Anelli ricorre spesso nei miei pensieri, e perché in quella mappa c'è un po' di tutto, dal ghiaccio ai paesi tropicali)

lanoisette ha detto...

capito! avevo intuito, ma mi hai chiarito meglio la cosa.
tra l'altro, mi viene in mente un'aggiunta: se ci infili anche la carta de Lo Hobbit, ci scappa fuori il discorsino sulle scale di riduzione!
(io sono una patita di cartografia: si nota? :P)