Nel settimo capitolo Hans racconta di come non gli passasse nemmeno per la testa l'idea di parlare di problemi esistenziali con i genitori - e, se per questo, nemmeno di parlare dei suoi genitori con Konradin. I suoi genitori "appartenevano a un altro mondo - ne eravamo certi - e non ci avrebbero capiti o si sarebbero rifiutati di prenderci sul serio".
Ricordando di come per me e le mie amiche era esattamente lo stesso, interrompo chi legge e faccio un breve commento sul fatto che probabilmente la mia è stata l'ultima generazione che ha visto questo stacco, e oggi il rapporto con i genitori è molto più aperto...
"No!" dice il Teppista in tono che non ammette repliche.
Beh, mi dico, lui ha una storia familiare un po' particolare, e poi la sua è una famiglia più tradizionale...
Intorno a lui i compagni annuiscono e appoggiano il suo punto di vista con brevi commenti. Nessuno di loro sembra consapevole di appartenere a una generazione che ha ormai visto cadere le tradizionali barriere dei ruoli in famiglia, dove i figli non sono più figli ma amici e i genitori non hanno più la passata autorevolezza e distanza...
Mormoro qualcosa del tipo "Scusate, credevo..." e riscuoto di nuovo una serie di lapidari negazioni.
Riprendo la lettura. Ma, come Penelope, pur tacendo prudente medito nel mio cuore la parola altrui.
Del resto, si sa che le cose non sono mai semplici come le mettono i sociologi quando scrivono un articolo di tre colonne per qualche settimanale.
5 commenti:
un genitore che si rispetti è sempre visto come qualcuno con cui è impossibile confidarsi! prendi il caso mio e della mia impareggiabile progenie femminile, a cui il solo pensiero di mettermi al corrente consapevolmente delle proprie vicissitudini interiori penso darebbe letteralmente i brividi... e tu sai che definire il nostgro tipo di rapporto con i figli poco autoritario è un eufemismo. penso che i ragazzi abbiano bisogno di imparare e copnfrontarsi coi pari, in un legittimo e insostituibile tipo di apprendimento "orizzontale" a cui alle volte noi adulti non diamo la necessaria importanza. un saluto affettuoso, nell'occasione, visto che non riesco a mettermi in contatto con tge in altro modo.
io credo che per un adolescente il genitore sia comunque distante, anche se sicuramente i nostri ragazzi non concepiscono nemmeno un mondo in cui genitori e figli si davano del "lei"...
Sto provando a lasciare un commento. Vediamo se questa è la volta buona.
E' successo qualcosa non so se misterioso o miracoloso, ma vedo che quanto scritto prima è stato pubblicato.
Riguardo al tema trattato, ho constatato che tra genitore e figlio c'è sempre uno stacco, per quanto si possa essere padri e madri aperti e comprensivi. E mi fanno sorridere quei genitori che sostengono di essere i migliori amici dei figli.
Proprio...
@ Benvenuta, benvenutissima!
Per motivi che non riesco a spiegarmi commentare questo blog sembra un'impresa (a volte lo è anche per me).
Sono d'accordissimo con tutte e tre, ma sapete bene che c'è tutta una letteratura sui rapporti tra genitori e figli che sono cambiati.
Beh, in fondo c'è tutta una letteratura su tante di quelle cose...
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