A volte le convocazioni sono davvero irritanti
Ha cambiato nome non so più quante volte, e tutte le volte il nome sottindeva che quello strano carrozzone fosse lì non tanto per far danni, ma per servire la collettività: CSA, ovvero Centro Servizi Amministrativi, e adesso USP, Ufficio Servizi per la Provincia - ma per noi insegnanti rimane il Provveditorato; anche perché gli unici "servizi" che gli si possono ragionevolmente associare sono quelli igienici (che di solito però funzionano meglio).
Il nome cambia, ma il personale rimane lo stesso: e anche quando cambia viene selezionato in base a criteri molto rigidi dove l'arroganza, l'incompetenza, la maleducazione, il palese menefreghismo del codice civile e penale e la disorganizzazione costituiscono da sempre i veri requisiti essenziali.
Tali loro doti risaltano al meglio durante quella sorta di ordalia che passa sotto il nome di "Convocazione annuale per il conferimento di incarichi a tempo determinato", ovvero le Supplenze Annuali, in modo particolare per la cosiddetta Area Umanistica.
I vari interessati (qualche centinaio di persone) vengono convocati nella Palestra della scuola Marco Polo, edificio che sul finire di Agosto risulta molto simile a una di quelle pentole usate dai cinesi per cuocere i nikuman a vapore. Passano le ore e il caldo umido aumenta.
Siamo stati convocati per le nove, ma verso le undici avvisano che "la 43 non dovrebbe cominciare prima delle due e quindi chi vuole può andare a fare colazione".
Ovviamente nessuno si muove.
Venti minuti dopo qualcuno si decide a sbilanciarsi un minimo: "La 43 non verrò aperta prima delle due, potete andare. Se dovessimo finire le altre graduatorie prima delle due vi aspetteremo per cominciare".
Mentre usciamo, qualcuno si domanda perché non ci hanno convocati direttamente alle due. E' almeno il terzo anno che sento ripetere (e che mi pongo anch'io) questa domanda. L'unica risposta possibile è "Perché siamo troppo carogne per cercare di risparmiarvi un incomodo".
Approfitto della pausa per fare un salto in profumeria, a caccia di rimmel; ne trovo uno verde salvia e uno azzurro: mi trucco poco, ma un tocco di colore quando vado a scuola mi piace; poi vado in fumetteria dove prendo le ultime uscite di Nana e Inuyasha e soprattutto il secondo cofanetto di Gundam, che rappresenta il mio secondo regalo di compleanno - perché quando fai gli anni intorno a Ferragosto, con tutti i negozi chiusi, i regali sei costretta a farteli con un po' di ritardo. Infine un enorme grappolo d'uva, per uno spuntino idratante; si rivela una buona idea perché, scoprirò poi, ho la febbre; altina, anche.
Ritorno alla pentola per nikuman, dove inganno il tempo chiacchierando con le colleghe passate e future. Avevano ragione quando dicevano che non avrebbero aperto la 43 prima delle due, avevano proprio ragione. Infatti l'hanno aperta alle 17.30.
Come sempre esordiscono con la formula "Sono apparse delle nuove cattedre"; ogni anno, all'atto delle convocazioni, appaiono e scompaiono cattedre che nemmeno fossimo ad Hogwarts. Dico, una cattedra non è una sciocchezza, come minimo c'è attaccata una classe, di solito due, talvolta tre (parlo di Lettere alle medie, per altre materie le classi possono essere anche nove); non è roba che puoi far scivolare in tasca e uscire dal supermercato fischiettando, come fa a saltare fuori solo all'ultimo momento?
Mistero.
Ma le cattedre non si limitano ad apparire, talvolta scompaiono. Stavolta è scomparsa una cattedra in un paesino ai confini della provincia e al suo posto appaiono un gruppetto di cattedre molto appetibili, una delle quali addirittura a Firenze, che naturalmente viene subito presa.
Vengono assegnate una trentina di cattedre, poi quella di Firenze viene nuovamente assegnata.
Rumori, boati, strepiti e urla. Al banco delle assegnazioni fanno finta di niente, poi dicono che le cattedre di Firenze non erano una bensì due. Cioè, gli pare che siano due. Gli hanno detto che sono due. Glielo hanno detto? Gli pare, sì, che lo abbiano detto... dunque, cioè, no, ricontrolliamo... Sì, sono due. O forse è una sola?
Passa una buona mezz'ora di telefonate incrociate al Provveditorato, e alla fine risulta che la cattedra è una sola, e che quindi può essere assegnata una sola volta. Vengono disfatte e poi rifatte un po' di nomine e si continua. Sperando in bene, perché l'anno scorso furono assegnate ben cinque cattedre fantasma e dovettero fare una nuova convocazione.
Riesco a mettere le mani sull'unica cattedra di tutta la provincia che mi interessa, quella a St. Mary Mead (un grazioso paesino di campagna) e scappo via verso le sette di sera.
La giornata è completamente bruciata. Striscio fino a casa, dove una buona cena racconforta il mio stomaco. Un malefico mal di testa mi perseguita nonostante la doccia fredda e la tisana rinfrescante.
Comunque, anche per quest'anno sono sopravvissuta.
3 commenti:
A Milano sembra andare peggio
Corre voce che il peggio del peggio sia Roma
Omioddio, che ricordi tremendi. E' venuta un po' di febbre anche a me,
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